Alvisi Silvio

Imola, 12 maggio 1882

Professore di lettere, iscritto al Psi dal 1900, all’università fu discepolo di Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli. Considerato l’erede politico di Andrea Costa, resse la segreteria della Camera del Lavoro di Imola nel 1903. Nel 1908 fu eletto consigliere comunale, conservando tale carica fino a quando, nel 1921, l’amministrazione socialista fu costretta a dimettersi, ricoprendo anche la carica di assessore alla pubblica istruzione e persino quella di vicesindaco tra il luglio 1914 e il 1915. Nel 1908 fu eletto per la prima volta in consiglio provinciale, del quale divenne segretario, ma nel 1920 la sua rielezione fu vana, dato che non poté insediarsi, visto lo scioglimento dello stesso consiglio dopo i fatti di Palazzo d’Accursio. Nel settembre 1920 fu nominato segretario della Federazione bolognese del PSI e direttore de «La Squilla». Appartenente all’ala massimalista del partito, guidò con moderazione la federazione durante il travagliato periodo delle elezioni amministrative del 1920. Aggredito nella propria abitazione, in via San Vitale, e bandito dai fascisti, dovette lasciare Bologna e tornare a Imola. Durante il ventennio fascista subì persecuzioni e arresti. Il 26 luglio 1943, alla caduta del regime, guidò per le strade di Imola una manifestazione popolare di giubilo e con Romeo Galli tenne il primo libero comizio. Alla fine del 1943 il suo nome fu incluso nella lista di proscrizione preparata dal PFR di Imola. Durante la Resistenza, nonostante la tarda età, fece parte del gruppo dirigente del PSI e fu membro della redazione clandestina de «La Lotta». Fu arrestato nel novembre 1944 dai fascisti e poi rilasciato.


Bacchilega Adelmo

Castel San Pietro, 18 settembre 1899

Iscrittosi giovanissimo al Partito Socialista, nel 1921 passò al Partito Comnista. Nel 1923, dopo aver scontato tre mesi di carcere, emigrò in Francia dove si unì al Pcf, tanto da diventare segretario dei “Malmaison”. Sempre attenzionato dall’Ovra, passl dalla Francia alla Spagna, dove combatté a difesa della Repubblica. Rientrato in Francia, morì nel 1938.


Bassi Primo

Castel Bolognese, 27 novembre 1892

Fu uno dei massimi dirigenti del movimento anarchico imolese nel primo dopoguerra tanto da venire più volte bastonato dai fascisti. Nel 1920 e 1921 ricoprì la carica di segretario amministrativo dell’Unione sindacale anarchica di Imola e di corrispondente de «L’Umanità nova» e «Sorgiamo!». Il 10 luglio 1921 prese parte a una sparatoria con alcuni fascisti, a Imola, dove ferì uno squadrista. In quell’occasione fu accusato della morte di un passante, tale Edgardo Gardi, poi fatto passare nella retorica dello squadrismo per fascista. Arrestato, il 23 ottobre 1922 fu condannato – anche se la perizia balistica dimostrò che il colpo mortale per il Gardi non era partito dalla sua rivoltella – a 20 anni, 6 mesi e 28 giorni di reclusione. Scarcerato il 12 novembre 1929, fu assegnato al confino per 3 anni, venendo liberato il 7 ottobre 1933. Tornato a Imola, nel 1935 venne diffidato a lasciare il comune. Nel 1936 si trasferì a Castel Bolognese e solo nel febbraio 1943 potè tornare a Imola dove, durante la Resistenza fu il rappresentante del movimento anarchico nel Cln.


Beltrandi Ciro

Imola, 7 aprile 1900

Maestro elementare. Sin da giovanissimo si iscrive alla Federazione Giovanile Socialista, nell’immediato dopoguerra si unisce ai gruppi anarchici imolesi; è tra i primi imolesi a essere bastonato dai fascisti. L’11 luglio 1921 i fascisti, guidato dal segretario del fascio cittadino Mansueto Cantoni, gli tendono l’ennesimo agguato, che però si trasforma in tragedia quando Beltrandi, nel rispondere al fuoco, ferisce un passante. In quell’occasione sarà catturato dai carabinieri e pesantemente percosso in caserma, cosa che con il tempo lo porterà a riscontrare alcune complicanze polmonari. Le persecuzioni lo costringono a emigrare prima in Francia poi in Unione Sovietica e Belgio. Muore a Bruxelles, a causa dell’aggravarsi della sua situazione polmonare, il 9 maggio 1941.


Cantoni Mansueto

Imola, 27 aprile 1891

Segretario del fascio imolese.


Ferri Severino

Fontanelice, 28 dicembre 1876.

Operaio, sin da ragazzo si iscrive al Partito Socialista, ricoprendo ruoli importanti anche dal punto di vista sindacale. Nell’ottobre 1920 viene eletto sindaco di Fontanelice, ma il 20 aprile dell’anno seguente viene arrestato con l’accusa di estorsione, avendo egli partecipato alle lotte agrarie conclusesi con l’accordo “Paglia-Calda”. Scarcerato dopo 3 mesi, il 9 novembre 1921 viene aggredito da una squadra di fascisti armati di pugnale e pistole. In quell’occasione muore il suo caro amico Domenico Bubani, contingenza che, unità alle numerose minacce subite in seguito, induce Ferri a dimettersi da sindaco. Muore il 27 febbraio 1923.


Galli Romeo

Imola, 10 dicembre 1872

Bibliotecario e cooperatore. Iscritto al PSI dal 1892, è considerato uno dei pionieri del movimento operaio e socialista nell’Imolese. Autodidatta, pubblicò numerose e importanti opere storiche; giovanissimo fu poi assunto alla biblioteca comunale di Imola, di cui divenne poi direttore. Discepolo e amico di Andrea Costa, nel 1898 fu tra i fondatori della Società di mutuo soccorso di Imola e nel 1900 partecipò alla costituzione della locale Camera del Lavoro. Nel 1904 fu tra i promotori e poi dirigente del Magazzino di consumo di Imola. Nel 1908 entrò nel consiglio provinciale e nel 1911 fu tra i dirigenti delle lotte agrarie che si svolsero in quel periodo in Romagna. Negli anni della prima guerra mondiale, si trasferì a Bologna dove assunse la direzione dell’Ente autonomo dei consumi. Dopo una bastonatura subita il 1 dicembre 1921, tornò a Imola e riprese il suo posto di direttore della biblioteca dove restò sino al 1938, quando fu cacciato dall’amministrazione fascista. Nel 1923 fu arrestato perché accusato di avere favorito l’espatrio di Vittorio Martelli. Dopo una breve detenzione, il 21 febbraio 1924 fu prosciolto in istruttoria. Nel 1937, per avere preso parte, con altri compagni, al funerale di Paolo Nonni, un vecchio militante socialista, fu bastonato dai fascisti. Oramai vecchio e quasi cieco, il 27 luglio 1943 insieme a Silvio Alvisi guidò un corteo di cittadini imolesi festanti per la caduta del fascismo, entrando ben presto a far parte del Cln imolese. Muore a Imola il 27 maggio 1945. Sulla sua lapide si legge “bibliotecario comunale e cooperatore”.


Gardelli Attilio

Imola, 9 giugno 1890

Colono, iscritto al Psi, con la scissione del 1921 si unisce al Partito Comunista. Durante i primi anni ’20 è animatore delle sacche di resistenza al fascismo nella zona di Osteriola di Imola, tanto da venire arrestato nella primavera del 1922 insieme ai suoi quattro fratelli per detenzione illegittima di armi. Condotti nella Rocca Sforzesca furono interrogati e malmenati per giorni, prima di essere rilasciati per insufficienza di prove. Una volta fuori continuò con ardimento a lottare per contrastare l’insorgere del fascismo, specie conducendo la lotta dei braccianti della Bassa Imolese e della Lega Coloni della CdL di Imola.


Guadagnini Domenico Diego

Imola, 26 marzo 1890

Anarchico, durante il primo conflitto mondiale si distingue per la sua attività propagandistica antimilitarista, in particolare in quanto estensore del settimanale antimilitarista “Coerenza”. Quando gli viene ritirato l’esonero di chiamate alle armi, il 2 agosto 1916, diserta, rifugiandosi a Imola. Qui partecipa al secondo congresso dell’Unione anarchica emiliano romagnola ma viene arrstato il 18 novembre 1917. Rilasciato al termine del conflitto, intraprende una intesna attività di ricostituzione del movimento anarchico imolese ed emiliano-romagnolo, distinguendosi per le attività di organizzazione dei moti contro il carovita del luglio 1919 e per la direzione del periodico anarchico “Sorgiamo!”. Attivo anche sul fronte sindacale, ricopre la carica di segretario dell’Usi di Imola impegnandosi a fondo nelle lotte agrarie e nelle attività clandestine di autodifesa dai fascisti dell’Alleanza del Lavoro, tanto da venire denunciato e arrestato per incitamento all’odio di classe. Nel 1923, dopo un trasferimento a Milano, viene sorpreso dalla polizia in compagnia di Malatesta e rispedito a Imola. Ritornato a Milano, nel 1926 viene arrestato perché organizzatore di un gruppo anarchico e mandato al confino a Ustica fino al 1929, quando viene liberato. Muore in un incidente tranviario a Milano il 20 luglio 1932.


Masrati Ugo

Imola, 15 aprile 1900

Bracciante anarchico, muore il 13 luglio 1921, quando alcuni colpi di rivoltella esplosi da un gruppo di squadristi lo colpiscono mentre partecipa ai lavori di trebbiatura organizzati dalla cooperativa rossa di San Prospero.


Miceti Giulio

Lugo, 14 maggio 1893

Socialista, alle elezioni del 26 settembre 1920 viene eletto sia come consigliere comunale di Imola sia come consigliere dell’amministrazione provinciale di Bologna, senza mai di fatto riuscire a partecipare alle sedute del consiglio provinciale a causa dello scatenarsi dello squadrismo e decadendo dal mandato dopo lo scioglimento del consiglio stesso, decretato il 21 aprile 1921. Il 1 ottobre 1920, giovanissimo, viene designato come sindaco di Imola. Fu direttore del periodico socialista “La Lotta”, organo circondariale socialista imolese, dalla fine del 1919 all’8 ottobre 1922. Fin dal suo insediamento come sindaco, fu bersaglio della violenza: i fascisti lo aggredirono più volte nel corso del 1921, tanto da indurlo a riparare nella Repubblica di San Marino, rifugio di molti altri antifascisti.

Con la promulgazione delle leggi eccezionali, nel novembre 1926, dopo aver subito diverse altre bastonature, venne assegnato al confino per 3 anni e inviato nell’isola di Ustica. Qui nel 1927, venne arrestato e deferito al Tribunale speciale, assieme ad una quarantina di altri confinati, tutti accusati di un inesistente complotto, da cui fu prosciolto nel 1928. Rientrato a Imola, dove divenne direttore della Società anonima cooperativa meccanica imolese, l’11 marzo 1930, in occasione dei funerali dell’antifascista Paolo Nonni, fu nuovamente assegnato al confino per 3 anni, ma ebbe la pena commutata in ammonizione il 29 luglio 1938 e, quindi, fu liberato. Dopo la caduta del fascismo, fece parte del Comitato cittadino antifascista (poi Cln imolese), arruolandosi poi nella brigata Matteotti Città, dove assunse il grado di comandante di formazione. Alla fine del 1943 il suo nome venne incluso nella lista di proscrizione, con altri 72 antifascisti, preparata dal PFR di Imola. Arrestato il 14 marzo 1945 dai tedeschi, viene carcerato nella Rocca Sforzesca, dove viene brutalmente seviziato, prima di essere portato al carcere di San Giovanni in Monte, dal quale viene però lasciato libero. All’atto della liberazione della città, viene nominato sindaco, in omaggio alla continuità della tradizione socialista dell’amministrazione delle città, troncata oltre un ventennio prima dalla violenza fascista.


Trombetti Luigi

Imola, 20 giugno 1893

Bracciante ed ex combattente decorato, iscritto al Pci. L’1 maggio 1922, mentre partecipava alla festa del lavoro in località Rigolino a Linaro, Imola, viene colpito da alcuni colpi esplosi alla cieca da alcuni fascisti, nascostisi dietro l’argine di un canale. Rimane ucciso sul colpo.