Cagnoni Andrea
Ravenna, 1875
Nato a Ravenna nel 1875, fratello minore di Pietro Cagnoni e socio fondatore della Società romagnola di navigazione a vapore, è insieme al fratello una delle figure di rilievo della vita economica ravennate. Protagonista della mobilitazione cittadina irredentista, a fianco del fratello a sostegno della causa fiumana, viene nominato assessore alle finanze nella prima giunta fascista nell’aprile del 1923. Dopo l’allontanamento del fratello dalla presidenza della Deputazione provinciale, anche lui rassegna le proprie dimissioni. Continuerà a occuparsi del porto e della vita economica della città permanendo in Consiglio comunale. Nel 1931 viene nominato podestà di Ravenna, carica che mantiene per sei anni, durante i quali la città vive una intensa fase di riurbanizzazione.
Cagnoni Giovanni Battista (“Gianni”)
Ravenna, 1899
Classe 1899, figlio dell’armatore Pietro Cagnoni, si afferma fin dalla fondazione del Fascio di combattimento ravennate come principale protagonista delle azioni violente del primo squadrismo. Di carattere irruento, guadagna il ruolo di leader grazie anche al suo essere stato un giovanissimo volontario nella Grande guerra. A capo delle spedizioni punitive in particolare nella zona di Cervia e Rimini, protagonista dell’aggressione alla sede ravennate della Camera del Lavoro durante la “marcia su Ravenna” del settembre 1921, gode della protezione dell’autorevole padre, che lo fa anche allontanare dall’ambiente ravennate per proteggerlo dalla minaccia di ritorsioni. Quando viene arrestato a Cervia insieme a altri undici per aver aggredito la forza pubblica, gli stessi Italo Balbo e Dino Grandi si recano dal prefetto di Ravenna rendendo pubbliche le loro rimostranze. Poi nominato commissario prefettizio a Cesenatico, non sarà in grado di mantenere l’incarico a lungo, mentre si distinguerà nelle azioni militari, tanto nella guerra di Spagna, dove partirà volontario, che nella Seconda guerra mondiale, ricevendo diverse croci al merito. Da squadrista della prima ora si troverà a combattere contro i reparti tedeschi in Corsica dopo l’armistizio, guadagnando per questo motivo una medaglia al valore nella Resistenza francese.
Cagnoni Pietro
Ravenna, 1869
Nato a Ravenna nel 1869. Imprenditore ravennate, commerciante di legnami, insieme al fratello Andrea fonda nel 1909 la Società romagnola di navigazione a vapore, dedita al trasporto merci e passeggeri verso Trieste e le coste istriane. Di tradizione repubblicana, fervente irredentista nonché figura di rilievo della Loggia massonica Dante Alighieri, si fa promotore dell’intervento italiano nella Grande guerra. Nel 1919 diventa presidente del primo Comitato Pro Fiume ravennate, mettendo anche a disposizione le sue imbarcazioni per rifornire gli insorti fiumani. In virtù della sua attività di armatore e del suo impegno pubblico nei confronti dei reduci e della causa fiumana, viene indicato come figura autorevole adeguata per prendere in mano la gestione della Federazione provinciale delle cooperative, dopo che l’incendio della sede e la prova di forza fascista sulla città hanno portato all’allontanamento del fondatore Nullo Baldini nel luglio del 1922. Pietro Cagnoni, su decreto prefettizio, assume nel novembre 1922 l’incarico di commissario straordinario per l’amministrazione temporanea della Federazione, con il mandato di ridimensionare il colosso socialista, smantellarlo dove necessario e renderlo funzionale all’amministrazione fascista. Nel novembre 1923 viene inoltre nominato, su intercessione di Giuseppe Frignani, a capo della Deputazione provinciale di Ravenna. Figura centrale nel passaggio dalla tradizione repubblicana all’amministrazione fascista della città, viene poi fatto oggetto di una campagna stampa denigratoria per via della sua affiliazione alla massoneria, e costretto alle dimissioni da entrambi gli incarichi nell’ottobre del 1924. Muore nel 1926 già lontano dalla vita politica della città.
Calvetti Celso
Ravenna, 3 agosto 1890
Nato nel 1890, ragioniere, figlio di proprietari terrieri e impiegato nel Consorzio agrario, proviene dalla tradizione liberale di destra legata alla massoneria. Reduce di guerra, è tra i protagonisti decisivi nella fondazione del fascismo ravennate. Primo segretario politico del Fascio di combattimento, partecipa come rappresentante ravennate alla grande adunata bolognese del fascismo emiliano romagnolo, il 21 aprile del 1921. Come Frignani, incarna la parte più borghese e politica del primo fascismo. Sarà nominato sindaco di Ravenna dopo le elezioni dell’aprile 1923, poi assumerà la carica di podestà fino al 1931.
Frignani Giuseppe
Ravenna, 14 aprile 1892
Classe 1892, ragioniere e avvocato, si afferma come figura di riferimento del fascismo ravennate. Reduce di guerra e ferito gravemente, è tra i fondatori della ravennate Associazione nazionale combattenti e mutilati, poi vicedirettore della Cassa di Risparmio di Ravenna. Nel Fascio di combattimento di Ravenna fin dalla fondazione nel marzo 1921, assume ruoli organizzativi riuscendo ad imporre la propria linea politica in contrasto con Ettore Muti e Renzo Morigi. Sua la volontà di nominare Pietro Cagnoni alla presidenza della Deputazione provinciale e all’amministrazione della Federazione delle cooperative. A capo della federazione fascista di Ravenna dal 1922, è alla guida della prova di forza che porta all’occupazione delle principali istituzioni cittadine nei giorni della marcia su Roma. Il governo Mussolini lo vorrà alla direzione del Banco di Napoli, facendone uno degli elementi centrali della politica economica del regime.
Morigi Renzo
Ravenna, 28 dicembre 1895
Classe 1895, figlio di proprietari terrieri, fa parte del primo nucleo del Fascio di combattimento ravennate, fondato nel marzo del 1921. Partecipe del primissimo squadrismo, assume ruoli diversi nella gestione fascista del territorio ravennate, dalla tra cui la carica di assessore comunale. Campione di tiro a segno, medaglia d’oro alle olimpiadi di Los Angeles del 1932, sarà segretario federale dal 1928 al 1933 nonché vicesegretario nazionale del Pnf, membro del Gran consiglio del fascismo e deputato nella XXIX legislatura.
Muty Ettore (poi Muti)
Ravenna, 22 maggio 1902
È il leader indiscusso dello squadrismo ravennate. Rinomato per la sua indole violenta e per le sue doti al comando, quando compare, non ancora ventenne, tra i primi fondatori del Fascio di combattimento ravennate è già reduce dell’impresa di Fiume e della Grande guerra, dove si è arruolato volontario a soli 16 anni falsificando i documenti. Da Ravenna si pone alla guida delle spedizioni punitive dello squadrismo ravennate, contro circoli politici, sedi socialiste e militanti della bassa romagnola. Presente in tutti i momenti decisivi di affermazione simbolica e violenta dello squadrismo, è tra i protagonisti dell’offensiva verso i paesi della provincia dopo la conquista fascista di Ravenna (la famigerata “colonna di fuoco” guidata da Italo Balbo) e si pone alla guida delle squadre fasciste nell’occupazione della sede della prefettura mossa in concomitanza della marcia su Roma. La sua permanenza a Ravenna come comandante della Milizia Volontaria della Sicurezza Nazionale durerà fino al 1927, quando verrà trasferito a Trieste a seguito di un attentato subito, in circostanze non chiare, nella piazza principale della città. Aviatore decorato nella guerra d’Etiopia, segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista, la sua vita politica e militare si sarebbe svolta lontano da Ravenna, fino all’arresto e all’uccisione avvenuta il 24 agosto 1943.
Poletti Pio
1846
Classe 1846, giovane volontario garibaldino nella campagna trentina, è sindaco liberale di Ravenna dal 1892 al 1902. Convinto irredentista, con l’entrata in guerra dell’Italia si arruola come volontario, nonostante l’età avanzata, riuscendo ad ottenere una medaglia di bronzo al valore militare prima di essere dimesso per problemi di salute. Portavoce della mobilitazione cittadina contro il “disfattismo” dei neutralisti, rappresenta l’interventismo che si converte dopo la guerra in nazionalismo antisocialista. Sostiene infatti il fascismo nascente ed è capolista alle elezioni dell’aprile 1923 che vedono il Pnf come unico candidato, nelle quali ottiene il numero più alto di preferenze.
Rambelli Luciano
Ravenna, 1902
Classe 1902, coetaneo di Ettore Muty, sarà Segretario federale a Ravenna dal 1934 al 1940, anno in cui verrà costretto a dimettersi a seguito di un’inchiesta che lo accuserà di avere messo in piedi, nel ravennate, un sistema di potere dispotico e corrotto, fondato sul ricatto e sul controllo indiscusso sul territorio. Negli anni dell’ascesa del fascismo lo troviamo, giovanissimo e armato di bastone da passeggio, tra i più accesi picchiatori delle squadre in camicia nera, protagonista delle scorribande contro socialisti e cooperatori nella provincia.