Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti

30 giugno 1920. Porotto

Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio

Non si tratta ancora di fascismo, ma di affittuari e socialisti. A Porotto (Ferrara), alle 12, gli affittuari locali Alberto e Giuseppe Tognoli sono costretti da un gruppo di leghisti di Vigarano Pieve ad abbandonare il loro lavoro nella possessione Cavecchia; si allontanano, ma i leghisti li seguono nel cortile di casa: ne nasce un tafferuglio e i due fratelli sono feriti da colpi di rivoltella, nascondendosi in casa e tirando fuori altre armi, mentre l’edificio è accerchiato. Comincia una vera e propria battaglia a colpi di fuoco, finché un buon numero di feriti gravi degli assalitori non rimane sul campo. Uno dei fratelli Tognoli in aprile aveva subito una multa di 10.000 lire dalla lega per essersi ribellato a boicottaggio. Muoiono i leghisti Giovanni Toselli ed Enea Frabboni. Sette leghisti feriti, di cui tre in gravi condizioni.


20 dicembre 1920. Castello Estense, Ferrara

Violenza contro le persone. Scontri e duplice omicidio

Negli scontri del Castello Estense (Ferrara) muoiono i due socialisti Giovanni Mirella, infermiere, e Giuseppe Salani (il 22 febbraio 1921 in seguito alle ferite riportate).


1 luglio 1920. Masi Torello

Violenza contro le persone. Bastonatura e omicidio

Non si tratta ancora di fascismo, ma ci sono già scontri di natura politica. A Masi Torello, di sera, il guardiano Antonio Roncaglia, che accudisce il bestiame, è preso a pugni e legnate dai leghisti, e lasciato in fin di vita con la cassa cranica sfondata: muore poco dopo. A fine luglio il Brigadiere dei Carabinieri di Baura (Ferrara) riesce ad arrestare quattro dei ricercati per l’assassinio di Antonio Roncaglia: Egidio Natati, Pasquino Tacchini, Armando Balugani, Antonio Tebaldi; il 27 luglio si riferiscono altri sei arresti per l’omicidio: Oddone Balboni, Giacomo Sassuoli, Giovanni Bonatti, Vincenzo Maietti, Raoul Scardovelli, Alfredo Scardovelli.


20 dicembre 1920. Castello Estense, Ferrara

Violenza contro le persone. Scontri e triplice omicidio

Negli scontri del Castello Estense (Ferrara) perdono la vita i tre fascisti Franco Gozzi, Natalino Magnani, Giorgio Pagnoni (bracciante).


30-31 dicembre 1920. Saletta, Copparo

Violenza contro le persone. Omicidio

Un carabiniere uccide il fascista Gabriele Pollastri. Stando alla Gazzetta ferrarese (3 gennaio 1921), Pollastri, ubriaco, dopo aver dichiarato di essere in possesso di una baionetta, sarebbe stato perquisito, e quindi avrebbe reagito; la colluttazione avrebbe portato allo sparo da parte delle forze dell’ordine. Fermati i carabinieri Agostino Dazzan e Fernando Nobile.


Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti

19 gennaio 1921. Ferrara

Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio

A Ferrara, il fornaio socialista Ettore Borghetti, mentre esce dalla Camera del Lavoro, è mortalmente ferito dai fascisti con un colpo di rivoltella. Il Balilla allontana le accuse ma implicitamente confessa la responsabilità fascista, accusando un gruppo di fornai che la sera prima avrebbe provocato i passanti. La Scintilla invece afferma che Borghetti, uscito da un’adunanza della Lega, è colpito da una revolverata perché colpevole di intonare un inno di lotta socialista. Borghetti (43 anni) muore il 6 febbraio per setticemia.


23 febbraio. Mirabello

Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio

A Mirabello, i fascisti locali alle ore 23:30 feriscono mortalmente a colpi di rivoltella sulla via principale il socialista Armando Barboni (17/18 anni, bracciante di Vigarano Mainarda) e feriscono alla gamba sinistra il socialista Fioravante Mengoli (28 anni, facchino di Mirabello). Sono arrestati tre fascisti di Mirabello tra i 21 e i 27 anni, mentre ricercati altri quattro, della stessa fascia di età, tra cui il 28 enne Francesco Sandri, che fonderà i nuclei fascisti di Mirabello e di Montesanto.


8 marzo 1921. Pieve di Cento

Violenza contro le persone. Disordini e sparatoria, tre feriti e un morto

A Pieve di Cento (oggi provincia di Bologna), alcuni squadristi bolognesi uccidono a colpi di revolver la ventisettenne lavoratrice locale Angelina Toni, che si trova alla finestra durante l’azione fascista, che lascia sul campo feriti un anziano, un ragazzo e un operaio 21enne gravemente colpito all’addome. Tentano poi l’invasione del municipio e della Camera del Lavoro di Cento, ma il successo è scongiurato dall’intervento del sottoprefetto di Cento.


19 marzo 1921. Mesola

Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio

A Mesola il fascista Alcide Chiarelli, con altri tre fascisti, uccide a colpi di revolver il socialista locale di 35 anni Nino Bernardini. Confessa l’autore del delitto, ed è arrestato anche Angelo Buttini, guardiano di Goro; per favoreggiamento sono tratti in arresto Amilcare Sangiorgi, bracciante di Mesola, e Leopoldo Sangiorgi, guardiano di Mesola.


28 marzo 1921. Portomaggiore

Violenza contro le persone. Disordini, scontri e due morti

La sera i fascisti arrivano a Portomaggiore, e la popolazione reagisce al loro arrivo. Un colpo di revolver uccide il fascista ventiseienne, ex tenente, Rino Moretti. Si scatena una vera e propria battaglia tra le due parti, che esce anche dai confini del paese nel comune. Sono feriti mortalmente i socialisti Pietro Zappaterra di Sandolo ed Ettore Balboni.


 3 aprile 1921. Darsena, Ferrara

Violenza contro le persone. Omicidio

A Ferrara, nei pressi della Darsena, l’operaio squadrista Arturo Breviglieri («fondatore ‒ o almeno battezzatore ‒ della squadra d’azione fascista detta Celibano» [Roveri, Origini, p. 194, n. 103] e tra i fondatori del Fascio ferrarese con Gaggioli e Brombin) spara contro due giovani comunisti, uccidendone uno (Tullio Zecchi, 17 anni) e ferendo l’altro (Sabino Lambertini). Così i fatti: un gruppo di fascisti, nel tardo pomeriggio, canta inni sui bastioni delle mura contro Zirardini e il sindaco Bogianckino; dei ragazzi di 7-8 anni che giocano rispondono ingenuamente intonando Bandiera rossa, sentendo i canti fascisti. Forse c’è il lancio di qualche sasso da parte di questi ragazzini. Zecchi, in una sala da ballo, esce per dire ai ragazzi di smettere di cantare e di lanciare sassi. Mentre ammonisce i ragazzi, è colpito a morte.


 15 aprile 1921. Roncodigà, Tresignana

Violenza contro le persone. Duplice omicidio

A Roncodigà (Tresignana), i fascisti assaltano la Lega locale. Muoiono i fratelli Umberto e Antonio Donati. I 7 fascisti arrestati sono assolti per insufficienza di prove dalla Sezione d’Accusa di Bologna (Balilla, 5 febbraio 1922). Così i fatti: un mutilato di guerra, benvoluto in paese, è schiaffeggiato dai fratelli Umberto e Antonio Donati. La sera, nella Lega passata al Sindacato autonomo fascista, l’adunanza pensa di espellere i due fratelli, lì presenti, e conosciuti per il loro carattere violento: i Donati rispondono ai rimproveri e alle accuse. Ne nasce uno scontro a legnate e seggiolate, poi si passa ai colpi di revolver: rimangono uccisi entrambi i fratelli Donati, pregiudicati.


 22 maggio 1921. Medelana, Ostellato

Violenza contro le persone. Scontri e duplice omicidio

A Medelana (Ostellato), nella Lega locale, è ucciso dai fascisti il giovane socialista Rino Cenacchi per aver cantato Bandiera rossa durante il taglio dei fieni, così racconta la Scintilla (10 dicembre). Squadre di ciclisti giungono a Medelana, la più numerosa da Dogato e comandata da un noto fascista: questi invadono la Lega, menando colpi di bastone e di rivoltella, che vanno a uccidere Cenacchi. Dopo l’arresto e il rilascio del presunto assassino, a fine 1921 il delitto rimane ancora impunito, nonostante fossero riconosciuti alcuni dei partecipanti all’invasione. La Gazzetta ferrarese (24 maggio) scrive che l’operaio Cenacchi è invece è trovato moribondo sulla strada che va al cimitero con colpi di rivoltella al torace e alla testa. Muore poco dopo essere stato trasportato a casa.


 7 maggio 1921. Fossato, Argenta

Violenza contro le persone. Omicidio

A Fossato (Argenta), venti fascisti circondano la casa del sovversivo Natale Gaiba, di Conselice, un ex dirigente della Camera del Lavoro socialista; lo sequestrano e lo portano in aperta campagna: è percosso e colpito da arma da fuoco. Arrestato l’assassino Umberto Morandi e nove complici, sequestrate le rivoltelle.


 13 giugno 1921. Casaglia, Ferrara

Violenza contro le persone. Bastonatura e omicidio

A Casaglia (Ferrara), Giovanni Ranuzzi, capolega locale che tenta di opporsi al fascismo, è ucciso a colpi di manganello. Gli imputati sono assolti nell’ottobre 1922, tranne Steno Bellini, assolto dal delitto ma condannato per le sue contravvenzioni (porto d’arma e omessa denuncia) a 1 anno e 3 mesi di reclusione, 213,90 lire di multa, interdizione di due anni dai pubblici uffici e risarcimento delle spese processuali.


 26 giugno 1921. Santa Maria Maddalena, Rovigo

Violenza contro le persone. Scontri, bastonature e sparatoria. Un morto

A Santa Maria Maddalena (Rovigo, ma sul confine con il Ferrarese) avvengono dei conflitti tra socialisti e fascisti sulla questione ribassi, e sembra che dei socialisti siano stati percossi a Canaro. Gli stessi fascisti poi si recano a Santa Maria Maddalena, e per le stesse questioni arrivano a contesa con i socialisti in un’osteria, e un fascista rimane contuso. Nella notte i fascisti tornano nel paese, e fanno uscire di casa Andrea Fei/Feni, ritenuto il feritore del fascista: muore per colpo di rivoltella mentre il padre, accorso, è ferito da uno sparo.


10 luglio 1921. Berra Violenza contro le persone.

Bastonature e sparatoria, un morto e diversi feriti

A Berra i fascisti entrano nelle case dei socialisti, colpendoli a bastonate e sparando a chi cerca di fuggire, ferendo quattro persone; mentre usano violenza su tale Turati, la quinta vittima, la moglie Zaira, cerca di salvarlo, ma i fascisti le sparano: muore il giorno dopo all’ospedale di Copparo per le ferite riportate.


 14 luglio 1921. Consandolo, Argenta

Violenza contro le persone. Effrazione e omicidio

A Consandolo (Argenta), nella notte fascisti di Molinella, Portomaggiore, Marrara e altri paesi entrano nella casa del comunista Giuseppe Roda; la moglie Celestina Bergamini con una scure cerca di salvarlo ma è colpita da una pallottola di revolver all’addome, morendo qualche giorno dopo. Arrestato il possidente fascista Francesco Niccoli (fascista di San Pietro Capofiume, Molinella), rilasciato in seguito «per evitare grave conflitto»; arrestato anche Vasco Bortolotti.


3 settembre 1921. Copparo

Violenza contro le persone. Sparatoria, un morto (infanticidio) 

Nel Copparese la Scintilla in questa data denuncia le continue violenze dei fascisti nella zona. Si gira con le rivoltelle in mano, anche i giovani minorenni, tanto che qualche giorno prima uno di questi, fascista, spara inavvertitamente un colpo di pistola ferendo mortalmente la bimba di un operaio.


25 settembre 1921. Pilastri, Bondeno

Violenza contro le persone. Sparatoria, un morto 

A Pilastri (Bondeno), il ventenne Mario Ferri, in licenza militare, è fatto segno di provocazioni fasciste; nonostante il suggerimento del Maresciallo locale di vestire sempre l’uniforme, una sera è avvicinato dai fascisti che lo vogliono perquisire. Al suo rifiuto, è colpito da uno sparo di rivoltella che lo uccide all’istante.


12 novembre 1921. Alberone di Ro

Violenza contro le persone. Percosse, un morto

Ad Alberone di Ro (Riva del Po), una quarantina di fascisti giunge da Ro, Ruina, Copparo, Ambrogio, Polesella in camion e in bicicletta; verso le 21.30 il sindacalista socialista Rizziero Granata, insieme al figlio Sales, è trascinato fuori dai locali del Sindacato Operaio da alcuni squadristi; Granata riesce ad aggrapparsi a uno stipite della porta: uno dei fascisti gli mozza le dita, e gli altri lo uccidono a randellate, percuotendo duramente anche il figlio Sales.


13 novembre 1921. Albarea e Villanova di Denore

Violenza contro le persone. Percosse, un morto

Tra Albarea e Villanova di Denore (Ferrara), il socialista Augusto Melloni di Albarea è preso a manganellate, e muore con una frattura al cranio, per non aver concesso ai fascisti l’accesso alla vecchia sede della Lega di Denore (anche se aveva aderito alla Camera Sindacale, non aveva mai voluto concedere al Fascio il locale della vecchia Lega socialista, il che gli costò incidenti, minacce e infine la vita). Identificati i due fascisti assassini.


1 gennaio 1921. Gavello

Violenza contro le persone. Minacce e omicidio

Verso le 18:00 a Gavello (Bondeno) un gruppo di socialisti circonda il 17enne Giuseppe Gianesini, ritenuto fascista: questi è minacciato, ed è colpito poi al ventre con una pugnalata da un barbiere rivoluzionario e consigliere comunale, che ingiuria contro il fascismo; Gianesini muore dopo il ricovero ad Adria. Sono arrestati in seguito 3 socialisti implicati, tra cui l’assassino, identificato in Pietro Trevisan, consigliere comunale socialista.


27 febbraio 1921. Buonacompra

Violenza contro le persone. Aggressione e omicidio 

A Buonacompra è ucciso l’affittuario clerico-fascista e aderente alla Lega bianca di Cento Napoleone Lenzi, di 44 anni, con una pugnalata al cuore in seguito a una violenta contesa sorta con dei socialisti. Sono arrestate sei presunti responsabili, tra cui il capolega Roncati e il presunto assassino.


13 marzo 1921. Coronella

Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto e due feriti

A Coronella (Poggio Renatico), il socialista ventiquattrenne Luigi Fortini uccide con due colpi di revolver Alberto Tognoli, affittuario fascista trentaquattrenne di Porotto (e capo del nucleo fascista di Porotto) mentre rincasa (è uno dei due fratelli che, a seguito di un lungo boicottaggio, avevano ucciso due leghisti nel giugno 1920 durante l’invasione del fondo condotto dalla famiglia Tognoli). Rimangono feriti altri due affittuari fascisti dei cinque che erano con Tognoli.


28 marzo 1921. Portomaggiore

Violenza contro le persone. Sparatoria e scontri, diversi morti

La sera i fascisti arrivano a Portomaggiore, e la popolazione reagisce al loro arrivo. Un colpo di revolver uccide il fascista ventiseienne, ex tenente, Rino Moretti. Si scatena una vera e propria battaglia tra le due parti, che esce anche dai confini del paese nel comune. Il bilancio degli scontri: ferito mortalmente il leghista Pietro Zappaterra di Sandolo, che muore il 30 marzo; così come morirà, in seguito, il socialista Ettore Balboni; feriti per colpo d’arma da fuoco il leghista Antonio Magri di Sandolo e il fascista Giovanni Faccini; sono incendiate le Leghe di Portomaggiore, Sandolo, Portorotta e Maiero; infine, il consiglio comunale è costretto alle dimissioni.


10 aprile 1921. Pontelagoscuro

Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio

A Pontelagoscuro (Ferrara), durante una spedizione punitiva contro alcuni socialisti del luogo, che avevano costretto una squadra fascista a rinchiudersi nella Raffineria Ferrarese, alcuni colpi da una finestra uccidono Arturo Breviglieri, fascista, forse per vendetta dell’assassinio di Tullio Zecchi.


20 giugno 1921. Bondeno

Violenza contro le persone. Scontri e sparatoria, 1 morto

Nel Bondenese, verso mezzanotte, i due fascisti Ezio Varani (affittuario, 22 anni) e Fidio Migliari (possidente, 25 anni), usciti dal cinematografo di Sermide, tra Sermide e Stellata lungo l’argine del Po si imbattono in un gruppo che intona Bandiera rossa e lo intimano di smetterla. Ne segue uno scontro, e da parte socialista partono revolverate che uccidono Varani e feriscono gravemente Migliari, che non rimarrà ucciso. Il cadavere di Varani sarebbe stato crivellato di colpi, e altri spari condotti verso Migliari ormai privo di sensi.


30 luglio 1921. San Carlo

Violenza contro le persone. Sparatoria, due morti

A San Carlo (Sant’Agostino) è ferito mortalmente il bracciante fascista ventiquattrenne Paolo Accorsi, da parte degli avversari politici, forse in un agguato. Accorsi muore pochi giorni dopo all’ospedale. Lo stesso giorno a Cornacevina (Fiscaglia) il fascista ventiquattrenne Romildo Squarzoni di Rero è ferito mortalmente dagli avversari politici; ne dà notizia il prefetto Pugliese: sei fascisti, intorno alle 22.30, fermano il socialista Secondo Balboni per chiedere spiegazioni delle frasi ingiuriose verso il Fascio; Balboni, intimorito, spara vari colpi di rivoltella, ferendo mortalmente Squarzoni. I giornali filo-conservatori, invece, parlano di imboscata tesa dai socialisti.


28 agosto 1921. Poggetto

Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto

In località Poggetto, di ritorno dall’inaugurazione della sezione di “Piccoli Italiani” di Pieve di Cento, sulla strada tra Pieve e San Pietro in Casale il centese fascista minorenne Luigi Vaccari, insieme a un altro fascista quindicenne, Giulio Lanzoni, è fermato da un gruppetto di socialisti del luogo; il più giovane si nasconde nel fossato a fianco della strada, mentre Vaccari è colpito varie volte con colpi di rivoltella, e il suo volto è deturpato a bastonate; sono indirizzati colpi anche verso il quindicenne in fuga in bicicletta, ma egli rimane illeso. Accanto al cadavere è trovata una mazza ferrata insanguinata.


Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti

23 gennaio 1921. San Martino

Violenza contro le cose. Sparatoria e incendio 

A San Martino (Ferrara), nel resoconto del prefetto Pugliese, un fascista minacciato con un pugnale ferisce gravemente con tre colpi di rivoltella il socialista Fioravante Bernagozzi (poi arrestato a inizio marzo); i fascisti danno poi fuoco ai mobili della Lega del luogo nella notte. Ad Aguscello (Ferrara), invece, secondo il resoconto prefettizio, due fascisti sono colpiti senza conseguenze; l’Avanti! aggiunge che arrivano quattro camion di fascisti e due automobili di agrari, scortati da camion dei carabinieri: sparano, invadono la Lega locale, spezzano e asportano il mobilio. A Cona (Ferrara) i fascisti invadono la Lega e ne danneggiano i locali, completando l’opera il giorno successivo.


24 gennaio 1921. Fossanova San Biagio

Violenza contro le cose. Incendio

A Fossanova San Biagio (Ferrara), i fascisti danno fuoco alla Lega locale dopo che, quattro giorni prima, un gruppo di affittuari fu bersaglio di colpi d’arma da fuoco provenienti da una siepe.


7 febbraio 1921. Porotto

Violenza contro le cose. Incendio

A Porotto (Ferrara). Dopo l’incendio appiccato alla sede della Lega di Porotto per mano fascista, nella notte sono dati alle fiamme i tre fienili del possidente Vittorio Gulini, della minorenne Mercedes Bertoni e dell’affittuario Pezzani.


18 febbraio 1921. Dogato

Violenza contro le cose. Saccheggi

 A Dogato (Ostellato), i fascisti di ritorno da Comacchio invadono e saccheggiano la Casa del Popolo locale, e abbattono il teatrino, rubando vino, liquori, cibo e sigari. Un altro gruppo di fascisti finisce il saccheggio alla Casa del Popolo, appiccando poi le fiamme.


24 febbraio 1921. Masi Torello

Violenza contro le cose. Furti e saccheggi

A Masi Torello è devastata la Lega locale: otto fascisti mascherati fanno sgomberare i circa 120 operai presenti nei locali, asportano il mobilio, i quadri, i tavoli, le sedie, i registri, i libri, le botti di vino e tutto il resto e vi danno fuoco in piazza. Invasa e distrutta anche la Casa del Popolo.


 25 febbraio 1921. Cona

Violenza contro le cose. Assalto

A Cona (Ferrara), alcuni lavoratori leghisti che vogliono distaccarsi dall’organizzazione socialista per aderire al programma fascista sono attirati nella sede della Lega, richiusi e minacciati; la Lega è assaltata dai fascisti, e i leghisti sono sconfitti, alcuni anche feriti nello scontro.


26 febbraio 1921. Villanova di Denore

Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse, furti e incendio

A Villanova di Denore (Ferrara), alla serrata degli imprenditori segue la distruzione della sede della Lega socialista: 300 fascisti invadono i locali, fanno uscire i 30 operai presenti, bastonandoli mentre passano; asportano mobili, registri, simboli e vi danno fuoco sulla strada: non è bruciato il locale perché è accanto alla casa dei fascisti.


28 febbraio 1921. Buonacompra e Gradizza

Violenza contro le cose. Rogo e assalto con bombe

A Buonacompra (Cento), nuclei fascisti di Cento, Bondeno, Casumaro e Ferrara come rappresaglia per la morte di Napoleone Lenzi incendiano sulla piazza le suppellettili e i quadri dell’ufficio di collocamento di Buonacompra. A Gradizza (Copparo) i fascisti di Copparo assaltano con le bombe la Lega locale. A Serravalle (Riva del Po) è incendiata la Lega.


1 marzo 1921. Coronella

Violenza contro le cose.  Furto e saccheggi

A Coronella (Poggio Renatico), dei fascisti entrano armati nella Lega locale e la perquisiscono, asportando le bandiere rosse, dopo aver distrutto vetri, quadri, registri e libri.


6 marzo 1921. Denore

Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse e saccheggi 

A Denore (Ferrara), alcuni fascisti sono malmenati da socialisti locali; i fascisti invadono così la Lega, ne asportano i mobili e li bruciano nel cortile due giorni dopo.


8 marzo 1921. Montalbano

Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione, irruzione e rogo 

A Montalbano (Ferrara), Jolanda Bighi, fascista di San Martino, è aggredita, atterrata e lievemente ferita per mano socialista mentre ritorna a casa. I fascisti la sera stessa irrompono nella Lega di Montalbano e danno fuoco ai mobili in piazza.


11 marzo 1921. Burana

Violenza contro le cose. Distruzione

A Burana (Bondeno) i fascisti distruggono con la dinamite la lega di Burana.


15 marzo 1921. Montesanto

Violenza contro le cose. Assalto e distruzioni

A Montesanto (Portomaggiore), un gruppo di fascisti in buon numero abbatte la porta della Lega locale, ne asporta i mobili e li brucia nel cortile, per poi dileguarsi. Si tratta di una rappresaglia dal momento che i socialisti, nel pomeriggio, avevano strappato, irridendo, i manifesti per i funerali del fascista Tognoli, assassinato.


18 marzo 1921. Dogato

Violenza contro le persone. Sparatoria e assalti con roghi

A Dogato (Ostellato), mentre numerose squadre fasciste stanno tornando da Comacchio, alcune sono colpite da sassi e colpi di rivoltella; i fascisti scaricano le rivoltelle e disperdono i socialisti. Si recano poi, alla sera, nella sede locale della Lega, perquisiscono i presenti, asportano mobili, libri, devastano e bruciano tutto per strada. A Quartesana e Gaibanella (Ferrara) sono devastate le Leghe locali, e il loro mobilio è asportato e bruciato in piazza.


22 marzo 1921. Quartieri

Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse, devastazioni e incendio

A Quartieri (Portomaggiore) un gruppo di fascisti preleva la chiave della Lega locale al custode, entra nell’edificio, devasta e brucia quanto vi trova. Sono anche bastonati due comunisti.


24 marzo 1921. Ferrara e Copparo

Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione, minacce e sparatoria

A Ferrara tre fascisti “fanno visita” all’ufficio dell’assessore alla Polizia Municipale Benini per asportare un quadro di Lenin. Altri cinque fascisti, ancora in Municipio, costringono il Segretario capo a ricollocare i busti dei re Umberto e Vittorio Emanuele III e i ritratti della regina Elena e di re Vittorio Emanuele II, che il sindaco Bogiankino aveva fatto rimuovere dopo il suo insediamento. A Copparo, invece, i fascisti inquadrati assaltano il Sindacato a colpi di revolver e lancio di petardi; ci sono molti feriti, tra cui il capolega Cleto Piazzi.


26 marzo 1921. Reno Centese

Violenza contro le cose. Furto e roghi

A Reno Centese (Cento), una ventina di fascisti giunge in paese e in un’osteria attigua alla sede della Lega si fanno aprire un uscio che immette nei suoi locali: asportano mobilio, carte e li bruciano nel cortile.


28 marzo 1921. Cento

Violenza contro le cose. Incendi

A Cento la lega è data alle fiamme. Dopo uno scontro tra socialisti e fascisti, poi, la sede della Camera del Lavoro di Portomaggiore è assaltata e devastata, con un falò del mobilio sul piazzale pubblico; i fascisti si dirigono in seguito a Sandolo, Portorotta e Maiero, bruciandone le Leghe (a Maiero i danni sono ingigantiti per la presenza di bombe all’interno dei locali, che si sono sommate alle fascine usate dai fascisti per incendiarla).


30 marzo. Rero

Violenza contro le cose. Devastazioni

A Rero (Tresignana), circa 200 fascisti, verso le 20, per vendicare la morte di Moretti, si introducono nei locali della Lega, e ne asportano le suppellettili che poi sono bruciate in strada. Infine disperdono botti di vino e rompono bottiglie di liquori. Le fonti indicano anche l’invasione e la devastazione della Casa del Popolo, della Cooperativa di Consumo e dell’Ufficio di Collocamento.


31 marzo 1921. Monticelli

Violenza contro le cose. Saccheggi

A Monticelli (Mesola), i fascisti di Mesola qualche sera prima giungono sul posto per «visitare» il circolo socialista locale. Ne sorge uno scontro, in cui hanno la peggio i socialisti; i fascisti asportano la bandiera rossa. A Massenzatica (Mesola) i fascisti di Ariano fanno una scorribanda: invadono i locali della Lega, ne asportano la bandiera rossa e danneggiano i mobili. Entrambe le notizie sono riportate sulla Gazzetta ferrarese del 31 marzo.


31 marzo 1921. Runco

Violenza contro le cose. Incursioni 

Azioni fasciste a Runco (Portomaggiore), a Voghiera, e a Consandolo (Argenta). Nella notte, alcuni fascisti reduci dalla scorta a Ferrara della salma di Moretti, si recano a Runco e Consandolo danneggiandone seriamente le Leghe; a Voghiera invece devastano gli edifici della Lega, il negozio e il magazzino della Cooperativa di Consumo e il teatro, danneggiandone anche il contenuto.


Aprile 1921. Bondeno

Violenza contro le cose. Incendio

Sono bruciati la Cooperativa di lavoro e il Circolo giovanile socialista di Bondeno.


Inizio aprile 1921. Copparo e Ponte San Pietro

Violenza contro le cose. Incursioni e saccheggi

Nel Copparese, i fascisti locali iniziano spedizioni contro i socialisti più in vista e nei locali delle Leghe della zona. A Ponte San Pietro, la sera del 3 aprile, i fascisti penetrano nella Lega, la saccheggiano e sequestrano due bandiere rosse.


2 aprile 1921. Bando

Violenza contro le cose. Furti 

A Bando (Argenta), una delle squadre fasciste, di 8 persone, entra nella Lega, ne asporta ritratti, registri e bandiere. A Vigarano Mainarda scoppia una bomba nei pressi della Lega, ferendo i due leghisti Alberto Filippini e Carlo Bianchi e provocando qualche danno all’edificio.


3 aprile 1921. Jolanda di Savoia

Violenza contro le cose. Furti e saccheggi con roghi, minacce

A Jolanda di Savoia i fascisti si introducono nella sede dell’Ufficio di Collocamento, ne asportano seggiole, tavoli, ritratti di Lenin, registri e carte, e poi vi danno fuoco nel cortile. I fascisti si recano a casa del Sindaco socialista e lo obbligano a consegnare due bandiere rosse.


10 aprile 1921. Pontelagoscuro

Violenza contro le cose. Devastazioni e roghi

A Pontelagoscuro (Ferrara), in seguito allo scontro in cui rimane ucciso il fascista Arturo Breviglieri, alcuni fascisti invadono il Circolo Anarchico: mobili gettati dalla finestra e bruciati, così come succede all’annesso teatro; è invasa la casa dell’anarchico Ugo Orsatti e incendiata la sede della Camera del Lavoro.


11 aprile 1921. Contrapò

Violenza contro le cose. Incursioni e saccheggi

A Contrapò (Ferrara), i fascisti distruggono tavoli, seggiole e botti di vino della Lega locale per 7 mila lire di danni. A Mesola, Goro e Riva di Ariano i fascisti asportano le bandiere rosse delle Leghe locali. A Viconovo (Ferrara) i fascisti sequestrano il capolega Primo Lambertini e con lui entrano nella lega locale, distruggendone alcuni mobili A Gualdo (Voghiera) i fascisti invadono la Lega, ne asportano tavole, seggiole, ritratti, bandiere rosse e ne fanno un falò sulla pubblica piazza. Il capolega Antonio Savini è qui bastonato. Notizie riportate in questa data dalla Gazzetta ferrarese.


15 aprile 1921. Bondeno

Violenza contro le cose. Incendi

I fascisti incendiano le suppellettili delle Leghe e delle Case del Popolo di Burana, Lezzine, Pilastri e Gavello (Bondeno).


16 aprile 1921. Dosso Centese

Violenza contro le cose. Incursioni e roghi

A Dosso Centese (Cento), i fascisti entrano nella Lega locale, ne asportano i mobili e li bruciano sulla piazza. Notizia riportata in questa data dalla Gazzetta ferrarese. A Valcesura (Fiscaglia) i fascisti bruciano la porta della Lega verso mezzanotte, e tutto il contenuto è incendiato nel cortile.


17 aprile 1921. Argenta

Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse, devastazioni e roghi

Ad Argenta una spedizione fascista organizzata da Raul Forti, con gruppi di fascisti del luogo insieme a ferraresi e portuensi e altri comuni limitrofi (400 circa), nella notte invade e devasta la Camera del Lavoro: asporta i mobili e i registri e li brucia per strada; sono danneggiate anche la sede della lega dei birocciai, l’edicola di un giornale comunista (di tale Azzalli) e le abitazioni del segretario della Camera del lavoro Cattoli e di altri sovversivi. I fascisti poi nelle frazioni di San Biagio, Consandolo, Trebbo e Belvedere (Argenta) devastano i locali delle Leghe e delle organizzazioni operaie, bastonandone i capi.


17-18 aprile 1921. Migliaro

Violenza contro le cose. Roghi

A Migliaro (Fiscaglia), nella notte, i fascisti penetrano nella Lega e ne bruciano i mobili lungo la via.


19 aprile 1921. Medelana

Violenza contro le cose. Irruzione e roghi

A Medelana (Ostellato) alle 2 di notte gli assalitori, sparando in aria per le vie del paese, invadono la Lega: tutto ciò che è contenuto è bruciato nel cortile. A Migliarino i fascisti danno fuoco a mobili e locali della Lega. A Renazzo (Cento) i fascisti di Cento e Pieve di Cento invadono l’Ufficio di Collocamento socialista del luogo: raccolgono carte e registri, bruciando tutto sul piazzale.


20 aprile 1921. Vigarano

Violenza contro le cose. Irruzione e roghi

A Vigarano Mainarda, un centinaio di fascisti abbatte la porta della Lega, ne asporta tutto e lo brucia nel cortile. A Viconovo (Ferrara) sono bruciati i locali della Lega.


24 aprile 1921. Finale di Rero

Violenza contro le cose. Incendio

A Finale di Rero (Tresignana) i fascisti incendiano la lega.


25 aprile 1921. Cologna Ferrarese

Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto 

A Cologna Ferrarese (Riva del Po) i fascisti assaltano la Lega, con ferimento di vari operai.


29 aprile 1921. Ferrara

Violenza contro le cose. Furto e rogo 

A Ferrara i fascisti invadono la Camera del Lavoro e rubano una bandiera rossa, che poi bruciano in piazza.


 1 maggio 1921. Voltana

Violenza contro le persone e contro le cose. Scontro armato, aggressione e devastazioni 

Episodio avvenuto a Voltana (Lugo, Ravenna). Dopo uno scambio di attacchi a parole tra i sedici fascisti ferraresi che presidiano la linea Ferrara – Rimini e i leghisti di Voltana, che hanno sede di fronte alla stazione, i fascisti promettono, il 30 aprile, di tornare il giorno successivo. L’1 maggio a Voltana, alle 8 di mattina, di ritorno da Rimini, i sedici fascisti ferraresi si fermano e vanno alla carica contro la sede della Lega, dove i socialisti stanno sparando. Alcuni scappano, mentre i fascisti sfondano la porta, percuotono un socialista, poi danno fuoco alla Lega di Voltana e distruggono le biciclette dei leghisti.


11 maggio 1921. Ferrara

Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto 

Assalto violento dei fascisti alla redazione del giornale socialista Scintilla a Ferrara: percosse, perquisizioni, schede requisite, esclusione imposta agli scrutatori e impedimenti ai socialisti di accettare nomine a rappresentanti di lista.


 18 maggio 1921. Codigoro

Violenza contro le persone. Scontri e roghi

I fascisti, dal momento che il Blocco ha ottenuto meno voti rispetto alla lista socialista, inscenano una dimostrazione a Codigoro, per poi arrivare al conflitto con i socialisti. Alla sera entrano nella sede della Camera del Lavoro: bruciano e sfasciano tutto.


20-21 maggio 1921. Gambulaga

Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressioni e incendio

A Gambulaga (Portomaggiore) i fascisti operano una rappresaglia post elettorale. In due notti sono bastonati 10 sospetti di aver votato socialista. La notte del 20 è data alle fiamme la Casa del Popolo.


 28 maggio 1921. Boara e Bosco Eliseo

Violenza contro le persone. Irruzione e roghi

La Scintilla riporta l’invasione delle Leghe di Boara (Ferrara) e di Bosco Eliseo: le suppellettili sono bruciate.


6 giugno 1921. Ferrara

Violenza contro le cose. Furto e rogo

A San Venanzio di Galliera (Bologna), una quindicina di fascisti ferraresi, di ritorno dall’inaugurazione del gagliardetto di San Pietro in Casale, invade la Lega locale. La bandiera e ritratti sono asportati, e bruciati a Ferrara davanti al monumento di Vittorio Emanuele II.


 25 giugno 1921. Codifiume

Vicenza contro le cose. Incendio 

Nella notte, gli squadristi incendiano e distruggono la sede della Lega di Codifiume (Argenta); è arrestato del principale fascista responsabile. Fuoco appiccato anche al magazzino della Cooperativa di Consumo.


4-5 luglio 1921. San Biagio d’Argenta

Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri e incendio

Nella notte a San Biagio d’Argenta una cinquantina di fascisti arriva allo scontro con un gruppo di sovversivi: rimangono feriti Luigi Callegari e Luigi Alemani. Gli ex leghisti abbandonano il lavoro per protesta. I fascisti appiccano poi il fuoco alla Camera del Lavoro locale.


19 luglio 1921. Malborghetto

Violenza contro le cose. Devastazioni e roghi

Nella notte i fascisti, per vendicarsi di quelle che ritengono provocazioni subite dai leghisti, si recano nella sede della Lega di Malborghetto (Ferrara), la devastano e ne bruciano il contenuto.


24 luglio 1921. Baura

Violenza contro le persone. Invasione e percosse

Dopo le 22 i fascisti invadono la sede della Lega di Baura (Ferrara), bastonando con il manganello i lavoratori presenti, compresi gli anziani. Gli operai di Baura, in un telegramma, affermano che i fascisti hanno invaso la Cooperativa menando botte e ferendo specialmente anziani e fanciulli.


 23 agosto 1921. Coccanile

Violenza contro le persone. Percosse e irruzione

A Coccanile (Copparo) i fascisti di Copparo bastonano in piazza vari operai, poi irrompono nel Sindacato socialista.


 28 agosto 1921. Brazzolo

Violenza contro le persone. Aggressione

A Brazzolo (Copparo) i fascisti fanno irruzione nella Lega e bastonano vari operai.


Settembre 1921. Codifiume

Violenza contro le cose. Incursione

Le squadre di Balbo investono la sezione giovanile comunista di Codifiume (Argenta), cui si era unita, nello stesso paese, anche la Segreteria della Federazione comunista provinciale.


 3 settembre 1921. Gambulaga

Violenza contro le cose. Incendio

In un articolo della Scintilla si deduce il precedente incendio, per mano fascista, della Casa del Popolo di Gambulaga (Portomaggiore).


 18 settembre 1921. Montesanto

Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressioni e devastazioni

A Montesanto (Voghiera), verso le 23.30, dei fascisti, mascherati, invadono la sede del Sindacato operaio e bastonano gli operai Anelo Scapoli, Pietro Moretti e Primo Gardinali (quest’ultimo riporta gravi ferite alla testa); poi si rompono le suppellettili.


 20 settembre 1921. Pontegradella

Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressioni e incendi

A Pontegradella (Ferrara) è invasa, devastata e in parte incendiata la Cooperativa, mentre sono bastonati vari operai per mani di fascisti di Denore, Sabbioncello, San Vittore, e Tresigallo.


22 settembre 1921. Malborghetto

Violenza contro le cose. Incendio

È distrutta la ricostituita lega di Malborghetto (Ferrara), che è data alle fiamme.


 25 settembre 1921. Goro

Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri e roghi

Di sera, dopo uno scontro tra un fascista e un socialista durante la mattinata, molti fascisti dei paesi vicini giungono a Goro e malmenano mezza dozzina di persone, che restano lievemente ferite; poi i fascisti entrano nel teatrino del luogo, ne asportano il mobilio e lo bruciano in piazza. Asportano anche i mobili della Casa del Popolo e li bruciano sulla pubblica piazza, per poi riprendere a bastonare i passanti.


26 settembre 1921.  San Biagio d’Argenta

Violenza contro le cose. Furto e roghi

I fascisti agrari penetrano nel locale della Società Operaia di Mutuo Soccorso di San Biagio d’Argenta, e ne asportano i quadri si Enrico Ferri, Enrico Malatesta, Francesco Ferrer e Lenin, per poi portarli nel borgo, fucilarli e bruciarli davanti ai socialisti.


 27 settembre 1921. Via Borgoleoni, Ferrara

Violenza contro le cose. Incursione e roghi

A Ferrara, di ritorno da un comizio in centro, i fascisti assaltano in via Borgoleoni lo studio di Mario Cavallari, incendiando per strada mobili suppellettili, libri e carte, dopo averli gettati dalle finestre.


12 ottobre 1921.  Cologna Ferrarese

Violenza contro le persone e contro le cose. Minacce e danni

I fascisti nella notte vanno per le strade di Cologna Ferrarese (Riva del Po), minacciando i passanti e intimandoli a recarsi a letto; rompono poi i vetri della Lega a colpi di pistola.


 27 ottobre 1921. Vigarano Pieve

Violenza contro le cose. Scontri e danni

A Vigarano Pieve, dopo alcuni scontri, i fascisti danneggiano la Lega locale.


 28 ottobre 1921. Cassana

Violenza contro le cose. Incendio

 A Cassana (Ferrara) i fascisti bruciano il capannone dove ha sede la Lega locale.


29 ottobre 1921. Vigarano

Violenza contro le cose. Incendio

Dopo che trecento lavoratori di Vigarano Mainarda e Vigarano Pieve hanno dichiarato l’uscita dal Sindacato autonomo fascista per creare una Lega indipendente, i fascisti fanno qui irruzione alle cinque del mattino incendiandone la sede per danno complessivo di 15 mila lire. Partecipano alla spedizione anche fascisti toscani.


31 ottobre 1921. Copparo

Violenza contro le cose. Devastazioni

Copparo è per due giorni alla mercé delle scorribande fasciste, in seguito al ritorno per amnistia dei socialisti Rutilio Ricci e Giuseppe Fedozzi. Verso le 22 i fascisti bloccano le strade, e si danno a violenze e sopraffazioni: le suppellettili del Sindacato sono gettate fuori dalla finestra, mentre sono rotti bicchieri, quadri e specchi.


20 dicembre 1921. Via Boccaleone 28, Ferrara

Violenza contro le cose. Incursione e devastazioni

Dopo le commemorazioni dei morti dell’anno precedente negli scontri del Castello Estense (Ferrara), i fascisti gattelliani, nonostante il presidio di 80 guardie regie, riescono a penetrare nella sede della Camera del Lavoro di Ferrara (via Boccaleone 28) dalle finestre e poi dall’ingresso principale, occupandola. In poco tempo dalle finestre piombano in strada registri, carte, manifesti, quadri di Lenin, Marx e Zirardini. Giungono altri fascisti che danno fuoco alle carte e ai registri in Piazza Vittorio Emanuele e in Piazza Municipale: in poco tempo vanno al rogo carte, registri, bollettari e manifesti; non è danneggiato nessun mobile; altre carte sono lanciate dai fascisti lungo le vie. Dopo tre settimane il prefetto restituisce la sede ai legittimi proprietari, ma solo tramite l’intervento del Governo che ritiene inaccettabile la situazione.


Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine

1 gennaio 1921. Gavello

Violenza contro le persone. Minacce e omicidio

Verso le 18:00 a Gavello (Bondeno) un gruppo di socialisti circonda il 17enne Giuseppe Gianesini, ritenuto fascista: questi è minacciato, ed è colpito poi al ventre con una pugnalata da un barbiere rivoluzionario e consigliere comunale, che ingiuria contro il fascismo; Gianesini muore dopo il ricovero ad Adria. Sono arrestati in seguito 3 socialisti implicati, tra cui l’assassino, identificato in Pietro Trevisan, consigliere comunale socialista.


27 febbraio 1921. Buonacompra

Violenza contro le persone. Aggressione e omicidio 

A Buonacompra è ucciso l’affittuario clerico-fascista e aderente alla Lega bianca di Cento Napoleone Lenzi, di 44 anni, con una pugnalata al cuore in seguito a una violenta contesa sorta con dei socialisti. Sono arrestate sei presunti responsabili, tra cui il capolega Roncati e il presunto assassino.


13 marzo 1921. Coronella

Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto e due feriti

A Coronella (Poggio Renatico), il socialista ventiquattrenne Luigi Fortini uccide con due colpi di revolver Alberto Tognoli, affittuario fascista trentaquattrenne di Porotto (e capo del nucleo fascista di Porotto) mentre rincasa (è uno dei due fratelli che, a seguito di un lungo boicottaggio, avevano ucciso due leghisti nel giugno 1920 durante l’invasione del fondo condotto dalla famiglia Tognoli). Rimangono feriti altri due affittuari fascisti dei cinque che erano con Tognoli.


28 marzo 1921. Portomaggiore

Violenza contro le persone. Sparatoria e scontri, diversi morti

La sera i fascisti arrivano a Portomaggiore, e la popolazione reagisce al loro arrivo. Un colpo di revolver uccide il fascista ventiseienne, ex tenente, Rino Moretti. Si scatena una vera e propria battaglia tra le due parti, che esce anche dai confini del paese nel comune. Il bilancio degli scontri: ferito mortalmente il leghista Pietro Zappaterra di Sandolo, che muore il 30 marzo; così come morirà, in seguito, il socialista Ettore Balboni; feriti per colpo d’arma da fuoco il leghista Antonio Magri di Sandolo e il fascista Giovanni Faccini; sono incendiate le Leghe di Portomaggiore, Sandolo, Portorotta e Maiero; infine, il consiglio comunale è costretto alle dimissioni.


10 aprile 1921. Pontelagoscuro

Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio

A Pontelagoscuro (Ferrara), durante una spedizione punitiva contro alcuni socialisti del luogo, che avevano costretto una squadra fascista a rinchiudersi nella Raffineria Ferrarese, alcuni colpi da una finestra uccidono Arturo Breviglieri, fascista, forse per vendetta dell’assassinio di Tullio Zecchi.


20 giugno 1921. Bondeno

Violenza contro le persone. Scontri e sparatoria, 1 morto

Nel Bondenese, verso mezzanotte, i due fascisti Ezio Varani (affittuario, 22 anni) e Fidio Migliari (possidente, 25 anni), usciti dal cinematografo di Sermide, tra Sermide e Stellata lungo l’argine del Po si imbattono in un gruppo che intona Bandiera rossa e lo intimano di smetterla. Ne segue uno scontro, e da parte socialista partono revolverate che uccidono Varani e feriscono gravemente Migliari, che non rimarrà ucciso. Il cadavere di Varani sarebbe stato crivellato di colpi, e altri spari condotti verso Migliari ormai privo di sensi.


30 luglio 1921. San Carlo

Violenza contro le persone. Sparatoria, due morti

A San Carlo (Sant’Agostino) è ferito mortalmente il bracciante fascista ventiquattrenne Paolo Accorsi, da parte degli avversari politici, forse in un agguato. Accorsi muore pochi giorni dopo all’ospedale. Lo stesso giorno a Cornacevina (Fiscaglia) il fascista ventiquattrenne Romildo Squarzoni di Rero è ferito mortalmente dagli avversari politici; ne dà notizia il prefetto Pugliese: sei fascisti, intorno alle 22.30, fermano il socialista Secondo Balboni per chiedere spiegazioni delle frasi ingiuriose verso il Fascio; Balboni, intimorito, spara vari colpi di rivoltella, ferendo mortalmente Squarzoni. I giornali filo-conservatori, invece, parlano di imboscata tesa dai socialisti.


28 agosto 1921. Poggetto

Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto

In località Poggetto, di ritorno dall’inaugurazione della sezione di “Piccoli Italiani” di Pieve di Cento, sulla strada tra Pieve e San Pietro in Casale il centese fascista minorenne Luigi Vaccari, insieme a un altro fascista quindicenne, Giulio Lanzoni, è fermato da un gruppetto di socialisti del luogo; il più giovane si nasconde nel fossato a fianco della strada, mentre Vaccari è colpito varie volte con colpi di rivoltella, e il suo volto è deturpato a bastonate; sono indirizzati colpi anche verso il quindicenne in fuga in bicicletta, ma egli rimane illeso. Accanto al cadavere è trovata una mazza ferrata insanguinata.

Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti

8 gennaio 1922. Alberone

Violenza contro le persone. Omicidio

Ad Alberone (Cento), Amedeo Pezzoli, fascista, uccide a colpi di bastone per motivi politici Giuseppe Balboni, da sempre ardente socialista.


24 gennaio 1922. Migliarino

Violenza contro le persone. Bastonatura, 1 morto

Dopo 10 mesi di sofferenze, muore il ventiduenne di Migliarino Agostino Celegatti in seguito alle ferite riportate in una bastonatura fascista.


3 aprile 1922. Massafiscaglia

Violenza contro le persone. Bastonatura, sparatoria, invasione e scempio, 1 morto  

A Massafiscaglia il 2 aprile i fascisti, riconosciuti nelle persone di Filippo Cavallari ed Ennio Saladini, bastonano Aristide Punginelli, mentre non riescono a colpire Antonio Bulgarelli e Pietro Luccoli, per aver cantato inni socialisti all’interno della Lega, divenuta Sindacato Autonomo. Il 3 aprile Punginelli si aggrava e il figlio, affetto da disturbi mentali, con un tridente si mette alla ricerca degli aggressori del padre: colpisce alla faccia il fascista Ennio Saladini, per poi cadere in preda alle convulsioni: è percosso dai fascisti, che preparano la rappresaglia. I fascisti di Migliaro e Migliarino giungono a Massafiscaglia sparando e intimidendo, imponendo alla gente di ritirarsi; invadono la casa di Bulgarelli e obbligano la sua famiglia a guardare in ginocchio mentre fanno scempio del suo corpo. Bulgarelli muore il 7 aprile per le ferite riportate.


Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti

6 gennaio 1922. Longastrino

Violenza contro le persone. Sparatoria, invasione, bastonatura e incendio

Squadre di fascisti di Argenta, Portomaggiore, Ferrara e Bologna nel pomeriggio arrivano a Longastrino (Argenta – Alfonsine) e cercano di sfondare la porta della sede delle organizzazioni, sparando contro lo stabile fucilate e revolverate. Gli invasori riescono a penetrare nei locali da una porta secondaria: alcuni operai scappano, altri no, come Agostino Francia, colpito a bruciapelo da un proiettile e poi bastonato con mazze ferrate, rimanendo ferito gravemente; è ferito anche l’operaio Giuseppe Coatti, come altri che tentavano di fuggire. Poi i fascisti bruciano le suppellettili, le cui fiamme distruggono lo stabile. Non paghi, i fascisti bruciano anche alimenti che si trovavano nel magazzino consumo, per 100 mila lire di danni complessivi.


8 febbraio 1922. Cologna Ferrarese

Violenza contro le cose. Devastazioni

A Cologna Ferrarese (Riva del Po) il parroco Ugo Rossetti aveva fondato, dopo lo scioglimento della Lega socialista imposta dai fascisti locali, la società “Gioventù Cattolica” e una Lega bianca, che aveva sede nella Casa del Popolo, di proprietà della Lega braccianti, e a cui aderirono circa 300 lavoratori, provenienti anche dalle precedenti organizzazioni rosse soppresse. Dopo i tentativi di sabotaggio, l’8 febbraio circa 300 fascisti su camion e biciclette (da Gradizza, Zenzalino, Cesta, Tamara, Saletta e Ferrara) devastano la sede della Lega, incendiano i mobili e distruggono il teatrino, con danno di 15 mila lire. La Lega bianca, poi, aderisce al Fascio.


10 febbraio 1922. Ferrara

Violenza contro le persone. Minacce

Una squadra di fascisti “visita” la Tipografia Sociale di Ferrara, dove si stampa la Scintilla, per impedire l’uscita del giornale socialista.


25 marzo 1922. Ostellato

Violenza contro le cose. Incendio 

I fascisti incendiano la Lega di Ostellato. Notizia riportata in questa data dalla Scintilla.


26 marzo 1922. Baura

Violenza contro le cose. Invasione 

Notizia riportata in questa data dal Balilla, che si scaglia contro l’Avanti! e le sue parole sull’invasione da parte dei fascisti della Cooperativa di Baura (Ferrara), da loro devastata.


12 aprile 1922. Portomaggiore

Violenza contro le cose. Atti vandalici

Nella notte, una “comitiva di giovinastri” (fascisti) abbatte la porta della sede del Circolo Cattolico di Portomaggiore e compie atti vandalici al suo interno.


23 aprile 1922. Lagosanto

Violenza contro le persone. Minacce e ostruzione

A Lagosanto si svolgono le elezioni per il Consiglio della Cooperativa locale; Marinelli, capolista socialista, ha una maggioranza di 146 voti, e i fascisti decidono di intervenire con uno stratagemma: inventano un conflitto poco distante, così che i carabinieri presenti alle urne siano costretti a intervenire lasciando la sala delle urne vuota e permettendo a sei fascisti mascherati e armati di rivoltella di precipitarvisi. Questi obbligano i componenti del seggio a bruciare i registri e le schede.


Altre azioni di violenza e casi ambigui

8 aprile 1922. Argenta

Violenza contro le persone. Invasione, bastonature, 1 morto

Una squadra fascista partita da Argenta e ingrossatasi a San Biagio si dirige a Filo d’Argenta, paese ancora pieno di lavoratori socialisti; irrompe, in parte con individui mascherati, in un circolo di divertimento senza colore politico, in località Case Selvatiche. I fascisti bastonano persone e oggetti, e in particolar modo l’operaio, simpatizzante socialista, Vincenzo Antonellini di 58 anni, con a mano i bambini di sua figlia; egli è percosso ferocemente, e riceve al ventre il colpo mortale, pur non militando in alcun partito politico: Antonellini muore meno di due giorni dopo.