Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
28 ottobre 1920. Rimini
Violenza contro le cose. Rogo di una bandiera
Durante la notte ignoti appiccano il fuoco alla bandiera rossa esposta di socialisti sul balcone del Comune, dove si erano insediati il giorno prima. Germinal commenta “quell’eroe, ed eroi sconosciuti certo non hanno compreso quanto insulso fosse l’atto compiuto, perché non si distrugge un’idea affermatasi ormai in tutto il mondo, col distruggere un simbolo”.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
4 aprile 1920. Cattolica
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco, 2 morti
Il ventenne Giovanni Vico intona, assieme ad altri giovani, l’Internazionale di fronte al carabiniere Giovanni Battistini Rizzieri, che gli intima di smettere. Nel tafferuglio che ne segue quest’ultimo spara un colpo di rivoltella a Vico uccidendolo. Nelle ore successive Battistini Rizzieri, che secondo quanto riportato dal settimanale socialista Germinal aveva continuato a piantonare la vittima sparando verso i curiosi e ferendo una bambina, è raggiunto da una folla inferocita che lo lincia. Per l’omicidio di Battistini Rizzieri furono arrestati Serafino Drudi, Eugenio Drudi, Gacinto Finestri, Alfredo Drudi, Giuseppe Mazza e Giuseppe Bilancioni. Per concorso nell’omicidio fu poi condannato Silvio Vico, fratello maggiore di Giovanni che fuggì in Francia da dove fu estradato nel 1930.
27 giugno 1920. Rimini
Violenza contro le persone. Scontri a fuoco, numerosi feriti
Durante lo sciopero di solidarietà con la rivolta di Ancona, il questore Pio Mandura è raggiunto nel centro cittadino con colpi di rivoltella. Per il ferimento sarà accusato il leader anarchico Zeno Amati, successivamente assolto per insufficienza di prove. A Borgo Sangiuliano, riferisce Sorgiamo! “cinque camions carichi di carabinieri del battaglione Ancona vennero accolti a revolverate”. Furono feriti “il tenente Alberto Vove, i carabinieri Vitarelli e Coccolò e il carabiniere Paisa Giuseppe”. Nelle successive sparatorie tra carabinieri e anarchici sono feriti numerosi civili, uno di quali, Giuseppe Donati, “gravemente colpito da cinque proiettili in varie parti del corpo”. Vengono arrestate una cinquantina di persone, la maggior parte delle quali rilasciate dopo poche ore.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
18 maggio 1921. Santarcangelo
Violenza contro le cose. Incendi
Come rappresaglia per l’uccisione dello squadrista cesenate Enrico Amici, avvenuto a Rontagnao il 15 maggio, giungono una cinquantina di squadristi, su tre camion, che incendiano “due circoli bolscevichi”. La forza pubblica non interviene.
21 maggio 1921. Rimini
Violenza contro le cose. Disordini
Il funerale di Luigi Platania si svolge con scarsissima partecipazione popolare e, dopo il corteo funebre, i fascisti “percorsero, al canto dei loro inni, le vie principali della città, minacciando botte da orbi a chiunque, volente o no, non si fosse tolto il cappello al passaggio delle loro bandiere”. Nei giorni successivi avvengono numerose violenze, in particolare a Borgo San Giuliano dove una cinquantina di camicie nere sparano colpi di pistola e incendiano il circolo comunista. In seguito all’intervento di un centinaio di carabinieri, che li espellono dal quartiere i fascisti si dirigono sul circolo dei ferrovieri, che viene pure incendiato. Si spara anche sulle finestre della casa del sindaco Clari e si lancia una bomba di fronte all’abitazione. Lotti riferisce che “i pompieri accorsi furono tenuti lontani dalle armi spiante”. Saranno denunciati come resposabili degli incendi e dell’aggressione al sindaco Antonio Baviera, Adolfo Sansoni, Giuseppe Topi, Guglielmo Odella e Vittorio Battaglia. Solo gli ultimi due risultavano riminesi.
Uccisione e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
11 maggio 1921. Rimini
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Gruppi di fascisti si dirigono verso la Repubblica di San Marino per “stanare” i “sovversivi” che vi avevano trovato rifugio. Il maggiore dell’esercito e medico Carlo Bosi stava casualmente transitando sul percorso seguito dai fascisti “a bordo di una vettura con bandiera tricolore”. Il veicolo fu probabilmente ritenuto l’avanguardia della spedizione punitiva; uno dei figli di Bosi, che apparteneva al fascio cittadino, era solito servirsi dell’automobile del padre. Giunta a Serravalle (San Marino), la macchina fu bersagliata con colpi di arma da fuoco. Il conducente, gravemente ferito, morirà in seguito. L’ipotesi dello scambio di persona non fu mai chiarita. I giornali di destra ebbero però modo di lanciare diverse accuse ai gruppi socialisti, suggerendo che essi avevano attuato una vendetta politica contro un uomo d’ordine. A fine anno saranno rinviati a giudizio Romeo Vecchi (di Bologna), Giuseppe Cerati (di Borgo Panigale), Armando Brindazzoli (di Castel Sanpietro) Ivo Zanni (di Verucchio) Givanni Berti ( Sammarinese), tutti in seguito assolti per insufficienza di prove.
19 maggio 1921. Rimini.
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Il corpo di Luigi Platania, segretario del fascio cittadino, viene trovato morto in seguito a ferite d’arma da fuoco nei locali della stazione ferroviaria. Il maggiore sospettato è inizialmente l’anarchico Guerrino Amati, poi assolto perinsufficienza di prove. Dopo alcuni anni si auto-accuserà dell’assassinio Carlo Ciavatti, anche lui anarchico. La sua versione dei fatti parla di un regolamento di conti tra ex correligionari: entrambi avevano scassinato una cassaforte nel 1914 ma Platania aveva rifiutato di spartire il bottino col complice, poi si era eclissato da Rimini. Non molti riminesi crederanno a questa storia. Numerose persone avevano visto Ciavatti in un cinema cittadino al momento dell’omicidio.
Altri casi di violenza (orientamento politico non noto)
22 maggio 1921. Santa Giustina
Violenza contro le persone. Sparatoria
Una colonna fascista di ritorno dalla spedizione su Rimini è fatta segno di colpi d’arma da fuoco, viene ferito leggermente uno squadrista (non identificato). I fascisti rispondono sparando sulla folla che partecipa ad una processione religiosa. Si conteranno una cinquantina di feriti e tre morti: Salvatore Sarti (contadino di 42 anni) Ferdinando Amati e Pierino Vannoni (18 anni). Nessuna delle vittime risultava iscritta ad un partito politico. Saranno arrestati i fascisti Gaspare Vincenzi, Giuseppe Topi, Amerigo Soverini, Aroldo Sansoni, Arconvaldo Bonaccorsi e Aldo Oriani, tutti assolti per insufficienza di prove nel 1922.
Uccisione e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
3 luglio 1922. Borgo San Giuliano, Rimini
Violenza contro le persone. Lancio di bombe e aggressione
I fascisti lanciano una bomba a mano nell’osteria di Giovanni Colombi, abituale ritrovo di socialisti e comunisti, ferendo gravemente il proprietario. Viene bastonato a accoltellato, con ferite considerate guaribili in 10 giorni anche Giovanni Renzi.
1 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione, 1 ferito grave
Primo Paci (segretario provinciale della Federazione Contadini) viene ferito gravemente da squadristi emiliani mentre si reca presso la sede degli agrari a contrattare il rinnovo dei patti colonici.
6 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione
Lo squadrista Ubaldo Spezzafumo ferisce gravemente il comunista Giovanni Biagini.
24 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Scontro a fuoco, per cause mai del tutto chiarite, tra fascisti e anarchici. Il bersaglio dei fascisti è Nello Rossi, che si salva nonostante le gravi ferite riportate. Sono colpite da revolverate anche Lea Stagni, di soli 9 anni, Enrica Lazzari e Olga Bondi, fidanzata del Rossi. Quest’ultima muore in seguito all’ospedale di Rimini. Per l’aggressione sono tratti in arresto tre studenti, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, iscritti al fascio di Rimini: Valerio Ottonini, Rento Marchesini e Nicola Poggioli.
28-29-30 ottobre 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Disordini e omicidio
In concomitanza con la “Marcia su Roma”, le squadre fasciste (circa 400 uomini) occupano la sottoprefettura, contro cui vengono puntate due mitragliatrici, le poste, la stazione ferroviaria e il Comune. Il 29 viene occupata anche la Rocca Malatestiana, sede delle carceri, e sono liberati i “camerati” prigionieri. A causa di un colpo di moschetto partito accidentalmente, Giuffrida Patania, fratello di Luigi e animatore delle squadre riminesi, ferisce a morte Mario Zaccheroni, giunto da Foligno assieme alle squadre provenienti da altre regioni, e ricercato dalla polizia per omicidi commessi in provincia di Verona.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
9 luglio 1922. San Giovanni in Marignano
Violenza contro le cose. Saccheggi
Una squadra di fascisti invade la cooperativa contadina “Unione e progresso” e la Cooperativa facchini saccheggiandole. Il tentativo di invadere il municipio fallisce “per la reazione decisa dei militanti antifascisti”.
13 luglio 1922. Barafonda, Rimini
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazioni e aggressione
Un gruppo di fascisti proveniente da Viserba danneggia il circolo ricreativo socialista e bastona il ferroviere Aurelio Pasquinelli.
14 luglio 1922. Borgo San Giuliano, Rimini
Violenza contro le cose. Incendio
Viene incendiata la società ricreativa San Giuliano,di orientamento anarchico, da parte dei fascisti capeggiati da Nelson Morpugo e Unico Sapazzoni, quest’ultimo proveniente da Ferrara.
14 luglio 1922. Cattolica
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto fascista al municipio, diversi feriti.
Numerosi fascisti tra cui Alessandro Emiliani, Ottavio Ramberti, Luigi Gessaroli, Giuseppe Paganelli, Raffaele Terzi, Lanfranco e Luigi Vanni, aggredisco militanti dei partiti avversari e tentano un assalto al municipio, che fallisce per la decisa reazione degli antifascisti.
24 luglio 1922. San Giovanni in Marignano
Violenza contro le cose. Assalto e saccheggio
Una squadra fascista locale, capitanata da Raffaele Terzi, assalta e saccheggia la casa di Secondo Andruccioli, ex sindaco socialista e organizzatore delle leghe contadine.
28-29 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le cose. Incendi
Spedizione squadristica capeggiata da Italo Balbo in tutto il territorio romagnolo. Vengono incendiati la sede della camera del lavoro e il circolo comunista.
16 agosto 1922 . Riccione
Violenza contro le cose. Devastazioni
Disordini “autonomisti” sostenuti dai fascisti per la separazione della frazione dal Comune di Rimini. Vengono distrutti la sezione e la sede della cooperativa socialista.
30 agosto 1922. Riccione
Violenza contro le cose. Incendi e saccheggi
Incendio della fabbrica di mobili dei fratelli Villa, socialisti. Alcuni ignoti penetrano nella tabaccheria del socialista Casali, saccheggiandola. Sarà in seguito arrestato il conte Luigi Guarini, ex tenete colonnello forlivese “quale istigatore dei fatti”. Una bicicletta asportata nella tabaccheria sarà ritrovata a casa della zia di Arpinati, Maria Guidi, anch’essa denunciata assieme alla sua domestica Francesca Orti per ricettazione. I saccheggiatori della tabaccheria di Casali sarebbero stati identificati nei fratelli romani Mario e Aristodemo Papini.
5 settembre 1922. Santarcangelo
Violenza sulle cose. Incendio
Incendio della cooperativa socialista.
7 settembre 1922. San Marino
Violenza contro le cose. Assalti e furti
Viene assalita la casa di Giuseppe Giulietti, vengono prelevati soldi, armi e documenti della FILM. Il dirigente si salva dalle violenze perché casualmente assente.
16 settembre 1922. Rimini
Violenza contro le cose. Furto e rogo
Gli squadristi Giuffrida Platania e Aurelio Rarinelli si appropriano delle copie del periodico cattolico l’Ausa distribuite nelle edicole cittadine e le bruciano.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
22 luglio 1922. Santarcangelo
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco e pestaggio, 1 morto
Un gruppo di comunisti viene fermato da fascisti e carabinieri mentre si reca distribuire volantini propagandistici a Borghi. Federico Montevecchi, che aveva addosso dei volantini e una pistola rifiuta di farsi perquisire. Segue uno scontro a fuoco in cui viene ucciso. Il suo compagno Ugo Braschi, che non riuscì a darsi alla fuga, fu picchiato duramente dai fascisti. Emigrato in Argentina per sottrarsi a ulteriori ritorsioni, morirà nel 1926 “in conseguenza delle percosse subite”.
Uccisione e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
24 Giugno 1922. Via Gambalunga, Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione e sparatoria, 1 ferito
I fascisti si arrogano il diritto di fermare e perquisire tutte le persone che transitano nei pressi della sede del fascio, in via Gambalunga. Il cameriere comunista Sante Bilancioni, in precedenza bastonato da una squadra fascista, viene aggredito da una ventina di camicie nere in via Gambalunga. Per difendersi, Bilancioni spara un colpo di pistola ferendo gravemente alla gamba lo squadrista diciassettenne Francesco Frontali. Bilancioni sarà arrestato e condannato a un anno e sette mesi di carcere.
Altri casi di violenza (orientamento politico non noto)
20 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione
Leandro Arpinati aggredisce una maschera del teatro che gli aveva chiesto il biglietto di ingresso. Successivamente intervengono anche diversi squadristi e vengono percosse le regie guardie giunte a sedare la rissa. Arpinati sarà pertanto denunciato per “violenze e lesioni lievi agli agenti della forza pubblica”.