Rimini
VIOLENZE
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
28 ottobre 1920. Rimini
Violenza contro le cose. Rogo di una bandiera
Durante la notte ignoti appiccano il fuoco alla bandiera rossa esposta di socialisti sul balcone del Comune, dove si erano insediati il giorno prima. Germinal commenta “quell’eroe, ed eroi sconosciuti certo non hanno compreso quanto insulso fosse l’atto compiuto, perché non si distrugge un’idea affermatasi ormai in tutto il mondo, col distruggere un simbolo”.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
4 aprile 1920. Cattolica
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco, 2 morti
Il ventenne Giovanni Vico intona, assieme ad altri giovani, l’Internazionale di fronte al carabiniere Giovanni Battistini Rizzieri, che gli intima di smettere. Nel tafferuglio che ne segue quest’ultimo spara un colpo di rivoltella a Vico uccidendolo. Nelle ore successive Battistini Rizzieri, che secondo quanto riportato dal settimanale socialista Germinal aveva continuato a piantonare la vittima sparando verso i curiosi e ferendo una bambina, è raggiunto da una folla inferocita che lo lincia. Per l’omicidio di Battistini Rizzieri furono arrestati Serafino Drudi, Eugenio Drudi, Gacinto Finestri, Alfredo Drudi, Giuseppe Mazza e Giuseppe Bilancioni. Per concorso nell’omicidio fu poi condannato Silvio Vico, fratello maggiore di Giovanni che fuggì in Francia da dove fu estradato nel 1930.
27 giugno 1920. Rimini
Violenza contro le persone. Scontri a fuoco, numerosi feriti
Durante lo sciopero di solidarietà con la rivolta di Ancona, il questore Pio Mandura è raggiunto nel centro cittadino con colpi di rivoltella. Per il ferimento sarà accusato il leader anarchico Zeno Amati, successivamente assolto per insufficienza di prove. A Borgo Sangiuliano, riferisce Sorgiamo! “cinque camions carichi di carabinieri del battaglione Ancona vennero accolti a revolverate”. Furono feriti “il tenente Alberto Vove, i carabinieri Vitarelli e Coccolò e il carabiniere Paisa Giuseppe”. Nelle successive sparatorie tra carabinieri e anarchici sono feriti numerosi civili, uno di quali, Giuseppe Donati, “gravemente colpito da cinque proiettili in varie parti del corpo”. Vengono arrestate una cinquantina di persone, la maggior parte delle quali rilasciate dopo poche ore.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
18 maggio 1921. Santarcangelo
Violenza contro le cose. Incendi
Come rappresaglia per l’uccisione dello squadrista cesenate Enrico Amici, avvenuto a Rontagnao il 15 maggio, giungono una cinquantina di squadristi, su tre camion, che incendiano “due circoli bolscevichi”. La forza pubblica non interviene.
21 maggio 1921. Rimini
Violenza contro le cose. Disordini
Il funerale di Luigi Platania si svolge con scarsissima partecipazione popolare e, dopo il corteo funebre, i fascisti “percorsero, al canto dei loro inni, le vie principali della città, minacciando botte da orbi a chiunque, volente o no, non si fosse tolto il cappello al passaggio delle loro bandiere”. Nei giorni successivi avvengono numerose violenze, in particolare a Borgo San Giuliano dove una cinquantina di camicie nere sparano colpi di pistola e incendiano il circolo comunista. In seguito all’intervento di un centinaio di carabinieri, che li espellono dal quartiere i fascisti si dirigono sul circolo dei ferrovieri, che viene pure incendiato. Si spara anche sulle finestre della casa del sindaco Clari e si lancia una bomba di fronte all’abitazione. Lotti riferisce che “i pompieri accorsi furono tenuti lontani dalle armi spiante”. Saranno denunciati come resposabili degli incendi e dell’aggressione al sindaco Antonio Baviera, Adolfo Sansoni, Giuseppe Topi, Guglielmo Odella e Vittorio Battaglia. Solo gli ultimi due risultavano riminesi.
Uccisione e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
11 maggio 1921. Rimini
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Gruppi di fascisti si dirigono verso la Repubblica di San Marino per “stanare” i “sovversivi” che vi avevano trovato rifugio. Il maggiore dell’esercito e medico Carlo Bosi stava casualmente transitando sul percorso seguito dai fascisti “a bordo di una vettura con bandiera tricolore”. Il veicolo fu probabilmente ritenuto l’avanguardia della spedizione punitiva; uno dei figli di Bosi, che apparteneva al fascio cittadino, era solito servirsi dell’automobile del padre. Giunta a Serravalle (San Marino), la macchina fu bersagliata con colpi di arma da fuoco. Il conducente, gravemente ferito, morirà in seguito. L’ipotesi dello scambio di persona non fu mai chiarita. I giornali di destra ebbero però modo di lanciare diverse accuse ai gruppi socialisti, suggerendo che essi avevano attuato una vendetta politica contro un uomo d’ordine. A fine anno saranno rinviati a giudizio Romeo Vecchi (di Bologna), Giuseppe Cerati (di Borgo Panigale), Armando Brindazzoli (di Castel Sanpietro) Ivo Zanni (di Verucchio) Givanni Berti ( Sammarinese), tutti in seguito assolti per insufficienza di prove.
19 maggio 1921. Rimini.
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Il corpo di Luigi Platania, segretario del fascio cittadino, viene trovato morto in seguito a ferite d’arma da fuoco nei locali della stazione ferroviaria. Il maggiore sospettato è inizialmente l’anarchico Guerrino Amati, poi assolto perinsufficienza di prove. Dopo alcuni anni si auto-accuserà dell’assassinio Carlo Ciavatti, anche lui anarchico. La sua versione dei fatti parla di un regolamento di conti tra ex correligionari: entrambi avevano scassinato una cassaforte nel 1914 ma Platania aveva rifiutato di spartire il bottino col complice, poi si era eclissato da Rimini. Non molti riminesi crederanno a questa storia. Numerose persone avevano visto Ciavatti in un cinema cittadino al momento dell’omicidio.
Altri casi di violenza (orientamento politico non noto)
22 maggio 1921. Santa Giustina
Violenza contro le persone. Sparatoria
Una colonna fascista di ritorno dalla spedizione su Rimini è fatta segno di colpi d’arma da fuoco, viene ferito leggermente uno squadrista (non identificato). I fascisti rispondono sparando sulla folla che partecipa ad una processione religiosa. Si conteranno una cinquantina di feriti e tre morti: Salvatore Sarti (contadino di 42 anni) Ferdinando Amati e Pierino Vannoni (18 anni). Nessuna delle vittime risultava iscritta ad un partito politico. Saranno arrestati i fascisti Gaspare Vincenzi, Giuseppe Topi, Amerigo Soverini, Aroldo Sansoni, Arconvaldo Bonaccorsi e Aldo Oriani, tutti assolti per insufficienza di prove nel 1922.
Uccisione e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
3 luglio 1922. Borgo San Giuliano, Rimini
Violenza contro le persone. Lancio di bombe e aggressione
I fascisti lanciano una bomba a mano nell’osteria di Giovanni Colombi, abituale ritrovo di socialisti e comunisti, ferendo gravemente il proprietario. Viene bastonato a accoltellato, con ferite considerate guaribili in 10 giorni anche Giovanni Renzi.
1 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione, 1 ferito grave
Primo Paci (segretario provinciale della Federazione Contadini) viene ferito gravemente da squadristi emiliani mentre si reca presso la sede degli agrari a contrattare il rinnovo dei patti colonici.
6 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione
Lo squadrista Ubaldo Spezzafumo ferisce gravemente il comunista Giovanni Biagini.
24 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Scontro a fuoco, per cause mai del tutto chiarite, tra fascisti e anarchici. Il bersaglio dei fascisti è Nello Rossi, che si salva nonostante le gravi ferite riportate. Sono colpite da revolverate anche Lea Stagni, di soli 9 anni, Enrica Lazzari e Olga Bondi, fidanzata del Rossi. Quest’ultima muore in seguito all’ospedale di Rimini. Per l’aggressione sono tratti in arresto tre studenti, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, iscritti al fascio di Rimini: Valerio Ottonini, Rento Marchesini e Nicola Poggioli.
28-29-30 ottobre 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Disordini e omicidio
In concomitanza con la “Marcia su Roma”, le squadre fasciste (circa 400 uomini) occupano la sottoprefettura, contro cui vengono puntate due mitragliatrici, le poste, la stazione ferroviaria e il Comune. Il 29 viene occupata anche la Rocca Malatestiana, sede delle carceri, e sono liberati i “camerati” prigionieri. A causa di un colpo di moschetto partito accidentalmente, Giuffrida Patania, fratello di Luigi e animatore delle squadre riminesi, ferisce a morte Mario Zaccheroni, giunto da Foligno assieme alle squadre provenienti da altre regioni, e ricercato dalla polizia per omicidi commessi in provincia di Verona.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
9 luglio 1922. San Giovanni in Marignano
Violenza contro le cose. Saccheggi
Una squadra di fascisti invade la cooperativa contadina “Unione e progresso” e la Cooperativa facchini saccheggiandole. Il tentativo di invadere il municipio fallisce “per la reazione decisa dei militanti antifascisti”.
13 luglio 1922. Barafonda, Rimini
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazioni e aggressione
Un gruppo di fascisti proveniente da Viserba danneggia il circolo ricreativo socialista e bastona il ferroviere Aurelio Pasquinelli.
14 luglio 1922. Borgo San Giuliano, Rimini
Violenza contro le cose. Incendio
Viene incendiata la società ricreativa San Giuliano,di orientamento anarchico, da parte dei fascisti capeggiati da Nelson Morpugo e Unico Sapazzoni, quest’ultimo proveniente da Ferrara.
14 luglio 1922. Cattolica
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto fascista al municipio, diversi feriti.
Numerosi fascisti tra cui Alessandro Emiliani, Ottavio Ramberti, Luigi Gessaroli, Giuseppe Paganelli, Raffaele Terzi, Lanfranco e Luigi Vanni, aggredisco militanti dei partiti avversari e tentano un assalto al municipio, che fallisce per la decisa reazione degli antifascisti.
24 luglio 1922. San Giovanni in Marignano
Violenza contro le cose. Assalto e saccheggio
Una squadra fascista locale, capitanata da Raffaele Terzi, assalta e saccheggia la casa di Secondo Andruccioli, ex sindaco socialista e organizzatore delle leghe contadine.
28-29 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le cose. Incendi
Spedizione squadristica capeggiata da Italo Balbo in tutto il territorio romagnolo. Vengono incendiati la sede della camera del lavoro e il circolo comunista.
16 agosto 1922 . Riccione
Violenza contro le cose. Devastazioni
Disordini “autonomisti” sostenuti dai fascisti per la separazione della frazione dal Comune di Rimini. Vengono distrutti la sezione e la sede della cooperativa socialista.
30 agosto 1922. Riccione
Violenza contro le cose. Incendi e saccheggi
Incendio della fabbrica di mobili dei fratelli Villa, socialisti. Alcuni ignoti penetrano nella tabaccheria del socialista Casali, saccheggiandola. Sarà in seguito arrestato il conte Luigi Guarini, ex tenete colonnello forlivese “quale istigatore dei fatti”. Una bicicletta asportata nella tabaccheria sarà ritrovata a casa della zia di Arpinati, Maria Guidi, anch’essa denunciata assieme alla sua domestica Francesca Orti per ricettazione. I saccheggiatori della tabaccheria di Casali sarebbero stati identificati nei fratelli romani Mario e Aristodemo Papini.
5 settembre 1922. Santarcangelo
Violenza sulle cose. Incendio
Incendio della cooperativa socialista.
7 settembre 1922. San Marino
Violenza contro le cose. Assalti e furti
Viene assalita la casa di Giuseppe Giulietti, vengono prelevati soldi, armi e documenti della FILM. Il dirigente si salva dalle violenze perché casualmente assente.
16 settembre 1922. Rimini
Violenza contro le cose. Furto e rogo
Gli squadristi Giuffrida Platania e Aurelio Rarinelli si appropriano delle copie del periodico cattolico l’Ausa distribuite nelle edicole cittadine e le bruciano.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
22 luglio 1922. Santarcangelo
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco e pestaggio, 1 morto
Un gruppo di comunisti viene fermato da fascisti e carabinieri mentre si reca distribuire volantini propagandistici a Borghi. Federico Montevecchi, che aveva addosso dei volantini e una pistola rifiuta di farsi perquisire. Segue uno scontro a fuoco in cui viene ucciso. Il suo compagno Ugo Braschi, che non riuscì a darsi alla fuga, fu picchiato duramente dai fascisti. Emigrato in Argentina per sottrarsi a ulteriori ritorsioni, morirà nel 1926 “in conseguenza delle percosse subite”.
Uccisione e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
24 Giugno 1922. Via Gambalunga, Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione e sparatoria, 1 ferito
I fascisti si arrogano il diritto di fermare e perquisire tutte le persone che transitano nei pressi della sede del fascio, in via Gambalunga. Il cameriere comunista Sante Bilancioni, in precedenza bastonato da una squadra fascista, viene aggredito da una ventina di camicie nere in via Gambalunga. Per difendersi, Bilancioni spara un colpo di pistola ferendo gravemente alla gamba lo squadrista diciassettenne Francesco Frontali. Bilancioni sarà arrestato e condannato a un anno e sette mesi di carcere.
Altri casi di violenza (orientamento politico non noto)
20 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Aggressione
Leandro Arpinati aggredisce una maschera del teatro che gli aveva chiesto il biglietto di ingresso. Successivamente intervengono anche diversi squadristi e vengono percosse le regie guardie giunte a sedare la rissa. Arpinati sarà pertanto denunciato per “violenze e lesioni lievi agli agenti della forza pubblica”.
Modena
VIOLENZE
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
10 novembre 1920. Modena
Violenza contro le persone. Imposizione di bandiera
In occasione del ritorno da Roma delle bandiere del 36° Reggimento Fanteria si registrarono tafferugli tra fascisti e socialisti. Alcuni fascisti impongono l’esposizione della bandiera del Comune al posto di quella rossa issata sul Municipio.
11 dicembre 1920. Carpi
Violenza contro le persone. Rissa, sparatoria e lancio di bombe
Al pomeriggio, un centinaio di fascisti giunti da Bologna per l’inaugurazione della sede del fascio locale inscenano una manifestazione. Sono feriti due fascisti (Olinto Ferrari e Primo Ascari) da parte del socialista di Quartirolo Girolamo Righi, che li colpisce con un picozzino da trincea, procurando loro lesioni guaribili in 10 giorni. Righi rimane a sua volta ferito con lesioni guaribili in 15 giorni. Nella notte sono sparati colpi di rivoltella e viene lanciata una bomba Sipe contro la sede della Camera del Lavoro, che esplose senza provocare danni a persone. Righi viene arrestato. Nuovi scontri si registrano nei tre giorni seguenti.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
8 gennaio 1920. San Cesario
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto alla caserma dei carabinieri e conflitto a fuoco. 1 morto
La sera dell’8 gennaio, a seguito di disordini provocati per l’arresto di due giovani appartenenti alle leghe “rosse”, circa duecento dimostranti attaccarono la locale caserma dei carabinieri, chiedendo la liberazione dei detenuti. Durante il conflitto a fuoco che ne seguì, durato fino alla mattina del giorno 9, rimase gravemente ferito un passante, Paolo Gusmani, che muore qualche giorno dopo all’ospedale di Modena.
7 aprile 1920. Piazza Grande, Modena
Violenza contro le cose. Spari sui manifestanti, 6 morti
In piazza Grande, durante una manifestazione di solidarietà alle vittime dell’eccidio di Decima di Persiceto indetta dalle Camere del Lavoro socialista e sindacalista, i carabinieri sparano sulla folla, colpendo una trentina di persone. Un dimostrante (Evaristo Rastelli) muore subito, uno (Ferdinando Gatti) durante il trasporto in ospedale e altri due (Antonio Amici e Linda Levoni) l’indomani mattina, dopo essere stati operati in ospedale. I feriti sono più di venti: uno (Evaristo Martinelli) morirà in giugno e una (Stella Zanetti) nel settembre del 1920. Pochi giorni dopo i fatti il giudice istruttore del Tribunale penale di Modena inviò gli atti al Tribunale militare di Venezia. Quest’ultimo iniziò la fase istruttoria ma, essendo stata negata l’autorizzazione a procedere dal Tribunale Supremo di Guerra
25 luglio 1920. Ospitale di Fanano
Violenza contro le persone. Sparatoria, 2 morti
Nel corso di una processione religiosa disturbata dai socialisti di Lizzano in Belvedere, i carabinieri iniziano un conflitto a fuoco che porta alla morte di due sovversivi (uno di questi è Gaetano Bellini) e al ferimento di 13 persone di entrambe le parti (due carabinieri in modo grave). La forza pubblica arresta 23 socialisti, comprese tre donne. Sei sono rimessi subito in libertà, «nulla risultando a loro carico». Gli altri 17 vengono denunciati all’autorità giudiziaria.
20 novembre 1920. Baggiovara di Modena
Violenza contro le persone. Aggressione a carabinieri, 1 morto
I carabinieri Salvatore Becciù e Salvatore Ledda, che stanno accompagnando un ufficiale giudiziario ad eseguire un sequestro, sono aggrediti da alcuni appartenenti alle leghe “rosse”. Ledda, colpito da una bastonata, reagisce sparando sei colpi, uccidendo Alfredo Lenzotti e ferendo a una coscia Alberto Botti.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
1 gennaio 1921. Campogalliano
Violenza contro le persone. Aggressione a un fascista che reagisce. 1 morto
Mentre in compagnia della moglie e della figlia passeggia verso la cooperativa socialista, il capolega Angelo Stancari viene ucciso, probabilmente per errore, da un colpo di pistola sparato dall’ex segretario del locale circolo cattolico e simpatizzante fascista Giuseppe Richeldi. Il vero obiettivo pare fosse un altro capolega, che insieme a due socialisti aveva minacciato e picchiato Richeldi. Il Tribunale di Modena assolse lo sparatore perché il fatto non costituiva reato.
12 marzo 1921. Modena
Violenza contro le persone. Aggressione
In occasione del Congresso provinciale socialista, l’onorevole Pio Donati viene ingiuriato e colpito da una sassata, che gli provoca una ferita guaribile in 10 giorni.
13 marzo 1921. Novi
Violenza contro le persone. 1 morto
Una quarantina di squadristi di Carpi, Fabbrico e Campagnola inscena una dimostrazione patriottica sulla via principale. Davanti alla cooperativa di consumo i fascisti vengono fatti segno di sassate e colpi d’arma da fuoco. Ne segue un conflitto con bastonate ai sovversivi. Secondo alcune fonti successive alla Liberazione (delle quali non abbiamo trovata conferma nelle fonti dell’epoca), a seguito dell’assalto muore un antifascista, Celso Piccinini.
14 aprile 1921. Stazione, Carpi
Violenza contro le persone. Bastonatura, 1 ferito
Mentre si trova in compagnia del senatore Alfredo Bertesi, il deputato socialista Oddino Morgari, mentre sta per ripartire dalla stazione di Carpi è percosso da alcuni fascisti, riportando lesioni non gravi.
21 aprile 1921. Vignola
Violenza contro le persone. Devastazioni e sparatoria, 1 morto
I fascisti sparano su tre sovversivi e devastano la Casa del Popolo e la Camera del lavoro. Vermilio Bonesi, meccanico comunista di 20 anni, rimasto paralizzato da un proiettile, morirà il 23 dicembre 1923.
29 maggio 1921. Pavullo
Violenza contro le persone. Violenza squadrista
In occasione dell’inaugurazione del gagliardetto del fascio di combattimento alcune centinaia di squadristi danno luogo a numerose violenze contro oppositori.
15 giugno 1921. San Vito di Spilamberto
Violenza sulle persone. Rissa, 3 feriti
In occasione di una festa religiosa, fascisti e socialisti vengono alle vie di fatto, con pugni e bastonate da ambo le parti. Si contano tre feriti.
16 giugno 1921. Sorbara di Bomporto
Violenza contro le persone. 1 morto
Nel corso di una spedizione squadrista, in località Cristo, vengono sparati colpi di rivoltella contro Francesco Setti, operaio comunista, che muore il 21 giugno successivo, e contro il padre Diobene, che invece rimane ferito. Si contano altri die feriti lievi per colpi di bastone.
9 luglio 1921. Mirandola
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Il socialista e reduce di guerra Corrado Vescovini rimane gravemente ferito all’albergo osteria Fenice in uno scontro a fuoco con uno o due fascisti. Ricoverato all’ospedale civile di Mirandola, Vescovini muore il 27 luglio successivo.
17 luglio 1921. Modena e altre località
Violenza contro le persone. Aggressioni, 1 ferito
Giornata di violenza a Modena, San Venanzio di Maranello, Serramazzoni e Bastiglia. A Modena alcuni fascisti fermano il ragioniere Callisto Bentivoglio, padre del leader socialista Paolo, colpendolo a una spalla e provocandogli la frattura dell’ulna sinistra, con ferite guarite in 50 giorni.
7 agosto 1921. Varie località
Violenza contro le persone. Violenza squadrista
A Novi, Formigine, Finale Emilia, San Cesario e Nonantola violenze fasciste, con numerosi feriti.
13-14 agosto 1921. Ravarino
Violenza contro le persone. Irruzione, furto e aggressione, 2 feriti
Nella notte cinque squadristi di Modena, insieme a dieci di Stuffione, assaltano la casa di Giuseppe Zecchini, padre dei fratelli Aldobrando e Riccardo, che il 7 agosto hanno ferito il fascista Eliseo Zucchi. Dopo aver rubato denaro da un portafoglio i fascisti bastonano Giuseppe, Evaristo (che riuscì a fuggire) e Guglielmo Zecchini. Quest’ultimo viene anche colpito da un proiettile che gli provoca una ferita alla gamba destra giudicabile guaribile in 50 giorni. Nell’assalto rimane ferito a un ginocchio anche un fascista.
16 agosto 1921. Varie località della provincia
Violenza contro le persone. Scontri e aggressioni
Il prefetto Bodo segnala vari incidenti. Oltre agli episodi accaduti a Castelnuovo, Ravarino e Bastiglia, già in precedenza comunicati, vi sono stati: lievi incidenti tra fascisti e socialisti a Castelvetro, con qualche bastonatura e ferite guaribili in meno di dieci giorni; qualche bastonatura fascista a Sestola in occasione dell’inaugurazione del gagliardetto; bastonature con ferite guaribili in meno di dieci giorni a Pavullo, da parte di reduci da Sestola che volevano togliere il garofano rosso a un socialista; bastonatura fascista a Concordia, con ferite guaribili in quattro giorni; colpo di sedia da parte di un fascista, guaribile in otto giorni; a Finale Emilia bastonatura fascista guaribile in otto giorni; a Soliera tre individui sconosciuti bastonarono due socialisti, procurandogli ferite guaribili in quattro giorni; scambio di bastonature tra comunisti e fascisti a Spilamberto.
17 agosto 1921. Mortizzuolo di Mirandola
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Intorno alle 21.30 viene ucciso a colpi di pistola il sindacalista cattolico ed esponente popolare Agostino Baraldini. Sono arrestati diversi fascisti. Il 14 aprile 1922 la sezione d’accusa della Corte d’Appello di Modena proscioglie dall’accusa di omicidio per insufficienza di prove tutti gli arrestati e due fascisti ancora latitanti.
21 agosto 1921. Sestola
Violenza contro le persone. Rissa
Alcuni fascisti vengono a diverbio con un gruppo di comunisti. All’improvviso uno di questi, Guglielmo Galli, vibra due coltellate al segretario del fascio, Pierino Simonelli. Il fascista Giuseppe Bartoli si lancia quindi contro Galli, bastonandolo e rompendogli una costola. Simonelli guarisce in 30 giorni, Galli in 47.
16 settembre 1921. Montombraro di Zocca
Violenza contro le persone. Bastonatura, paratoria, 1 morto
Una decina di fascisti, arrivati in paese con un’auto e un camion, fanno irruzione nella cooperativa di consumo, dove diversi avventori giocano a carte. Dopo aver preteso la consegna della bandiera rossa della cooperativa, iniziano a bastonare i presenti, che si sono rifugiati nel retro bottega. A un tratto viene sparato un colpo di pistola contro il contadino socialista Igino Bellandi, che rimane ferito all’addome e muore due giorni dopo.
16 settembre 1921. Migliarina di Carpi
Violenza contro le persone. Aggressione
Due individui feriscono con un colpo di rivoltella Giovanni Niccolini, provocandogli una lesione guarita in 60 giorni. Niccolini sta transitando per la frazione, insieme al fratello, su un biroccino. Gli aggressori sono individuati come due persone di Rio Saliceto.
20-21 settembre 1921. Camposanto
Violenza contro le persone. Aggressioni
Alla sera un centinaio di fascisti di Camposanto, Ravarino e Poggio Rusco irrompe nella piazza del Municipio dove è in corso una festa e picchia i socialisti Paolo Coltrari, Zelindo Vezzali, Vincenzo Bergamini e Vittorio Vincenzi, nonostante la presenza di due carabinieri e del maresciallo capo della stazione. Le violenze durano fino alle 5 del mattino seguente.
2 ottobre 1921. Savignano
Violenza contro le persone. Aggressioni e sparatoria
Scambio di bastonate fra alcuni socialisti e fascisti. Sono sparati anche due colpi d’arma da fuoco verso il “sovversivo” Evaristo Gardini, che riporta una ferita alla gamba destra.
3 ottobre 1921. Piazza Sant’Agostino, Modena
Violenza contro le persone. Aggressione, 1 ferito
In piazza Sant’Agostino il fittavolo cavezzese Alfonso Dondi viene aggredito e percosso con pugni, calci e bastonate da una trentina di fascisti, riportando ferite giudicate guaribili in 8-10 giorni. Lo stesso giorno due fascisti bastonano alla testa il maestro ed ex consigliere comunale socialista Zeffirino Traldi, producendogli lesioni guaribili in 15 giorni.
8 ottobre 1921. Sassuolo
Violenza contro le persone. Bastonatura e sparatoria, 1 morto
Intorno alle 23 una ventina di fascisti, dopo aver fatto irruzione in un’osteria, fa uscire gli avventori e impone la chiusura del locale. Uno dei clienti, il bracciante socialista Regolo Bellei, mentre si trova in strada, è aggredito e bastonato, riportando gravi ferite. Nell’occasione viene sparato anche un colpo di rivoltella. Bellei muore il 24 settembre 1926, secondo fonti del dopoguerra a seguito delle ferite subite nell’aggressione.
15 ottobre 1921. San Possidonio
Violenza contro le presone. Sparatoria, 1 morto
Il socialista Medardo Ferrari viene ucciso da tre colpi di rivoltella in località Forcello dopo un diverbio con un fascista. Quale autore del delitto venne individuato Selvino Bacchelli. L’omicida, latitante, viene catturato il 9 gennaio 1922. Il 21 ottobre 1922 Bacchelli è assolto dalla Corte d’Assise di Modena dall’imputazione di omicidio, perché i giudici ritengono che abbia agito per legittima difesa, ma è condannato a due mesi e 11 giorni di detenzione, a due anni di interdizione dai pubblici uffici e a 223,20 lire di multa, oltre alle spese processuali, «per porto d’armi abusivo, mancata denuncia e mancata consegna».
30 ottobre 1921. Acquaria di Montecreto
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Di notte il calzolaio Alberto Carlini, 40 anni, soprannominato “Il fascista”, spara una fucilata colpendo alla coscia destra Giovanni Bernabei, che muore sei ore dopo. Secondo la Gazzetta dell’Emilia l’omicidio aveva un sostrato politico. Carlini fu arrestato il 6 novembre 1921. Il 26 aprile 1922 la Corte d’Assise di Modena assolse Carlini dall’accusa di omicidio, ritenendo che avesse agito per legittima difesa.
6 novembre 1921. Modena
Violenza contro le persone. Bastonatura, 1 morto
Nei pressi della Camera del Lavoro sindacalista alcuni fascisti aggrediscono sindacalisti intenti a discutere i turni di lavoro. Teobaldo Righetti, muratore anarchico, è colpito alla testa con una bastonata che gli provoca una ferita giudicata inizialmente guaribile in otto giorni. L’uomo muore invece il 24 novembre per un’infezione sopraggiunta.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
10 gennaio 1921. Modena
Violenza contro le cose. Assalto e sparatoria
Al termine di una seduta del Consiglio provinciale, un gruppo di fascisti assalta la sede della Camera del Lavoro socialista di via del Carmine, sparando alcuni colpi di rivoltella.
16-17 gennaio. Gargallo di Carpi
Violenza contro le cose. Furto di bandiera
Nella notte viene asportata dalla Casa del Popolo una bandiera rossa, bruciata in piazza. Sono denunciati tre fascisti.
18 gennaio 1921. Migliarina, Carpi
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione e furto
Come ritorsione per l’attentato a un fascista, alcuni squadristi invadono la Casa del popolo di Migliarina, asportando un quadro di Lenin che bruciano in piazza Vittorio Emanuele a Carpi.
22 gennaio 1921. Modena
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazioni
A seguito dell’omicidio dello squadrista Mario Ruini, i fascisti provocano una serie di incidenti, con aggressioni a oppositori e devastazione della Camera del Lavoro socialista.
24 gennaio 1921. Modena e Carpi
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazioni e incendi
Come ritorsione per il duplice omicidio ai funerali di Ruini, i fascisti devastano e incendiano la Camera del Lavoro Unitaria, distruggono lo studio dell’onorevole socialista Pio Donati e tentano, senza riuscirvi, di assalire anche l’abitazione del deputato socialista Enrico Ferrari. Si registrano anche diverse violenze su oppositori. A Carpi il 25 gennaio i fascisti invadono la Camera del Lavoro socialista e bruciano mobili e documenti.
30 gennaio 1921. Fossoli di Carpi e Novi
Violenza contro le cose. Devastazione
Fascisti devastano la Cooperativa di consumo di Novi e la Casa del Popolo di Fossoli.
7 aprile 1921. Marano
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazioni e aggressione
Un gruppo di fascisti irrompe nella sede della lega “rossa” e prende a bastonate alcuni quadri, tra i quali uno di Lenin. Un uomo, considerato erroneamente un socialista, viene ferito seriamente alla testa.
10 aprile 1921. Mirandola
Violenza contro le cose. Rogo di bandiere
Nella piazza principale numerosi fascisti bruciano bandiere rosse, accompagnando il rito con danze e canti.
13 aprile 1921. Ravarino e Modena
Violenza contro le cose. Devastazioni
Alcuni squadristi modenesi assaltano la cooperativa di consumo di Ravarino, bruciano mobili e registri, e alla sera, a Modena, fanno falò di «trofei», «bandiere rosse», «alquanti ritratti di Lenin e di altre personalità bolsceviche».
15 aprile 1921. Finale Emilia.
Violenza contro le cose. Devastazioni
Una squadra di fascisti modenesi si fa consegnare dal segretario della Camera del Lavoro 12 bandiere rosse delle leghe dei contadini. Più tardi, fascisti ferraresi penetrano nei locali della lega e prelevati alcuni mobili gli danno fuoco.
16-18 aprile 1921. Varie località
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalti e bastonature
Si registrano gravi violenze squadriste, con assalto alle sedi “sovversive” e bastonature, a Camposanto, Formigine, Casinalbo, Vignola, Massa Finalese, San Possidonio, Zocca e Modena, dove viene bastonato anche l’ex deputato socialista Confucio Basaglia.
22-27 aprile. Varie località
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazioni e minacce
Spedizioni squadriste con devastazioni, violenze e minacce alla cooperativa socialista di Santa Maria di Mugnano, alla cooperativa di consumo di Castelnuovo Rangone, a Marano, a Vignola, a Modena e alle sedi delle leghe a Spilamberto.
1 maggio 1921. Varie località
Violenza contro le persone e contro le cose. Violenze squadriste
In occasione della festa dei lavoratori si registrano violenze squadriste a Modena, Ravarino, Mortizzuolo di Mirandola, Novi e San Possidonio.
4 maggio 1921. Finale Emilia
Violenza contro le cose. Sparatoria e incendio
In serata socialisti e fascisti si scambiano colpi d’arma da fuoco e scoppia anche un ordigno. Intorno a mezzanotte i fascisti appiccano il fuoco alla Camera del Lavoro.
11 maggio 1921. Carpi
Violenza contro le cose. Rogo
I fascisti irrompono nella sede del Partito Popolare e incendiano i documenti elettorali.
12 maggio 1921. Montecreto
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione e rogo di documenti
Fascisti carpigiani aggrediscono un socialista che sta portando le schede-tipo al Comune di Montecreto e ai propri compagni di fede. Dopo averlo bastonato danno alle fiamme il materiale elettorale.
20 maggio 1921. Ravarino
Violenza contro le cose. Devastazioni
Una quindicina di squadristi distruggono completamente la cooperativa di consumo, già devastata alcuni giorni prima.
9 ottobre 1921. San Prospero
Violenza contro le persone. Bastonatura, 2 feriti
I fascisti Dante Paltrinieri, Selvino Pitigliani e Secondo Ivo Campana, bastonano i socialisti Egidio Luppi e Luigi Malverti, provocando loro lesioni guaribili in 10 giorni.
16 ottobre 1921. Castelnuovo Rangone
Violenza contro le persone. Aggressione, 1 ferito
Tre fascisti aggrediscono Alfredo Ferrarini, procurandogli lesioni guaribili in 10 giorni.
20 ottobre 1921. San Cesario
Violenza contro le persone. Bastonatura
Gli ex assessori comunali Alfredo Tisi e Raffaele Benedetti vengono aggrediti da due individui, uno dei quali col volto coperto, che, dopo averli apostrofati «Bolscevichi», cominciano a bastonarli. Tisi riporta ferite guaribili in 10 giorni, Benedetti solo lievi contusioni.
1 novembre 1921. Varie località
Violenza contro le persone. Violenze squadriste
Nella giornata si registrano violenze fasciste a San Biagio di San Felice, Redù di Nonantola, Modena, Campogalliano e Medolla, con numerosi feriti.
3 novembre 1921. Soliera
Violenza contro le persone. Minacce e bastonature, 3 ferito
Nella frazione di Sozzigalli quattro fascisti minacciano a mano armata tre socialisti e li prendono a bastonate. Un socialista riporta infermità guaribili in 30 giorni, gli altri due in 10.
4 novembre 1921. Finale Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione
Il socialista Umberto Bergonzini viene aggredito da tre fascisti a colpi di bastone, che gli procurano lesioni guaribili in 10 giorni. Al passaggio delle bandiere nazionali, in occasione del corteo in onore del Milite ignoto, non aveva accettato di togliersi il cappello. Altre violenze fasciste si registrano a Modena, Mirandola, Nonantola e Formigine.
13 novembre 1921. Crocetta, Modena
Violenza contro le persone. Sparatoria e lancio di bombe, diversi feriti
In località Crocetta sette fascisti scendono da un’automobile condotta da uno chauffeur e affrontano cinque giovani apostrofandoli con le parole «Bolscevichi, vigliacchi, fermatevi». I fascisti sparano una trentina di colpi di rivoltella. Rimane colpito da un proiettile il carrettiere Mario Berselli, che riporta una ferita guaribile in 20 giorni. Nella notte lo stesso gruppo di fascisti in auto lancia una bomba contro la cooperativa di consumo di Portile, che provoca lievi danni. Negli stessi giorni, come ritorsione al delitto del fascista Gino Tabaroni, si verificano violenze in numerose località.
22 novembre 1921. Pavullo
Violenza contro le persone e contro le cose. Incendi, sparatoria e furto
Ignoti entrano nella locale cooperativa di consumo e dopo aver perquisito i presenti e sequestrato alcune rivoltelle, cospargono di benzina l’edificio e gli danno fuoco. Successivamente, secondo una cronaca giornalistica, sono date alle fiamme varie case di comunisti e di capi lega. Nel ripartire in automobile gli sconosciuti sparano anche diversi colpi di rivoltella, ferendo tre persone. La sera precedente ignoti erano penetrati di notte anche nella cooperativa di consumo di Verica, asportando 400 lire da un cassetto.
28 novembre 1921. San Vito di Spilamberto
Violenza contro le cose. Incedio
Un gruppo di cinque squadristi capeggiati da Luigi Cuoghi, dopo aver tentato di bastonare due fratelli, entra nella cooperativa socialista e gli dà fuoco, quindi si allontana sparando.
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
21 gennaio 1921. Via Giardini, Modena
Violenza contro le persone. Conflitto a fuoco, 1 morto
Intorno alla mezzanotte, l’ex legionario fiumano Mario Ruini, uno dei più accesi squadristi modenesi, viene ucciso sulla via Giardini, mentre sta rincasando col fratello Arrigo e con l’amico Giulio Stradi. La Corte d’Assise di Verona condanna due anarchici: Alfredo Gilioli a 15 anni 9 mesi e 22 giorni di reclusione e Vittorio Ascari a 24 anni di reclusione. Un terzo anarchico, Amleto Vandelli, viene invece assolto. Colpevoli del delitto, secondo una testimonianza resa molti anni dopo, sono stati invece Renzo Cavani, Luigi Evangelisti e Aldo Gilioli. Cavani ha ferito Ruini, Evangelisti lo ha finito. Ascari, accusato ingiustamente, si toglie la vita dopo aver scontato nove anni di carcere.
24 gennaio 1921. Modena
Violenza contro le persone. Sparatoria
Durante i funerali di Mario Ruini ignoti aprono il fuoco dai tetti sul corteo funebre. Rimangono uccisi due bolognesi, il nazionalista diciassettenne Orlando Antonini e Augusto Baccolini, impiegato fascista di 27 anni, e ferite almeno altre 14 persone, tra le quali due carabinieri. Nonostante i numerosi arresti e perquisizioni effettuati nei giorni seguenti, non si arriverà mai all’individuazione dei colpevoli.
26 settembre 1921. Modena
Violenza contro le persone. Sparatoria, 8 morti
Durante una manifestazione fascista non autorizzata la forza pubblica spara sui manifestanti, provocando otto morti (sette subito e uno, Tullio Garuti, il 7 ottobre successivo) e numerosi feriti. La lunga vicenda processuale si concluse il 16 luglio 1923 alla Corte d’Assise ordinaria di Roma. I giurati dichiararono che il commissario di pubblica sicurezza Guido Cammeo e la guardia regia Ruggero Putzu non avevano partecipato all’eccidio: non avevano sparato, non erano correi né complici. A tutti gli altri imputati (guardie regie e agenti investigativi) fu concessa l’amnistia.
Le vittime sono:
Ezio Bosi, 23 anni, ingegnere, fascista.
Umberto Carpigiani, 17 anni, fascista.
Gioacchino Gallini, 24 anni, impiegato, fascista.
Tullio Garuti, 19 anni, studente, fascista.
Giovanni Micheli, 33 anni, proprietario terriero, fascista.
Aurelio Sanlej, 20 anni, fascista.
Duilio Sinigaglia, 22 anni, impiegato, fascista.
Alfredo Zulato, 19 anni, fascista.
2 ottobre 1921. Fossoli di Carpi
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Nei pressi della locale Cooperativa di consumo, il fascista Ugo Catellani viene a diverbio con alcuni comunisti, che lo feriscono e uccidono il segretario del fascio locale, Enea Arbizzi, già condannato in precedenza per mancata consegna di armi. Probabilmente Arbizzi, in quell’occasione, stava cercando di riportare la calma.
3 ottobre 1921. Carpi
Violenza contro le persone. Sparo accidentale, 1 morto
Il fascista Ermete Lodi rimane gravemente ferito da un colpo di pistola sparato accidentalmente dalla sua stessa arma, che lo investe in pieno petto. Muore in ospedale il 6 ottobre.
11 novembre 1921. Via Selmi (oggi viale Buon Pastore), Modena
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Dopo essere usciti dalla trattoria “La Terrazza” di via Selmi (oggi viale Buon Pastore), un gruppo di fascisti viene fatto segno di diversi colpi di pistola. Gino Tabaroni rimane ucciso, un altro fascista è ferito al piede destro. Renzo Cavani e Guido Bucciarelli, indicati come gli autori del delitto, si danno latitanti. Altri 12 comunisti e anarchici (alcuni dei quali avevano ricevuto bastonate il 4 e il 6 novembre precedenti) vengono arrestati. Il 19 gennaio 1923 la Corte d’assise di Modena condanna alla pena di 30 anni di reclusione Cavani e Bucciarelli. Con declaratoria dell’11 febbraio 1948 della Corte d’assise di Modena è dichiarata cessata l’espiazione della condanna per amnistia.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
12 marzo 1922. San Biagio, San Felice sul Panaro
Violenza contro le persone. Bastonatura e sparatoria, 1 morto
Nella frazione di San Biagio alla sera un fascista colpisce con un bastone Demetrio Luppi. In suo soccorso sopraggiunge il socialista Benvenuto Pignatti, che viene ucciso da tre colpi di pistola. Del delitto sono sospettati due fascisti di Medolla e uno di San Biagio.
24 giugno 1922. Carpi
Violenza contro le persone. Pugnalate, 2 morti e diversi feriti
Di sera un gruppo di squadristi carpigiani fa irruzione in una casetta dove si sta svolgendo un ballo di giovani cattolici. Viene ucciso a pugnalate Agostino Zanfi e gravemente ferito Gino Ognibene, che muore il 26 dicembre seguente; entrambe le vittime sono contadini cattolici. Sono feriti anche Vito Pigoni, Marco Giovanardi e Giovanni Bettelli. La lunga vicenda processuale, chiusa con l’amnistia alla fine del 1922 e riaperta dopo la Liberazione, si conclude, per il principale imputato, il 5 marzo 1949, quando la Corte d’Assise di Perugia concesse ad Alvaro Po le attenuanti generiche e riconosce che al momento dell’esecuzione del reato si trovava in stato di ubriachezza, circostanza che gli valse come «diminuente». La pena viene ridotta da 25 a 10 anni, con in aggiunta il condono di 8 anni e 4 mesi. Con gli anni di carcere preventivo già espiati, Po esce in libertà lo stesso giorno. Altri imputati beneficiarono invece di una nuova amnistia.
6 luglio 1922. Mirandola
Violenza contro le persone. Bastonatura, 1 morto
Due fascisti bastonano per rancori politici l’anarchico Giovanni Bassoli. Le violenze su un fisico debilitato dalla tubercolosi portano il giovane alla morte nove mesi dopo.
2 agosto 1922. Villanova di Modena
Violenza contro le persone. Bastonatura, 1 morto
Un fascista appartenente a una squadra che aveva incontrato cinque o sei braccianti appartenenti ai sindacati economici, bastona tre volte, per vecchi rancori politici, Giovanni Forghieri, ex capolega e segretario del Gruppo sindacale nazionale di San Pancrazio, che muore.
20 agosto 1922. San Venanzio, Maranello
Violenza contro le persone. Assalto, 2 morti
A San Venanzio un’incursione in un’osteria di elementi fascisti si conclude con l’uccisione di un calzolaio socialista, Giovanni Romani, e di un bracciante popolare, Adelmo Beneventi e con il ferimento di un terzo uomo. La vigilia di Natale del 1922, la sezione d’accusa del Tribunale di Modena delibera nei confronti di nove imputati il beneficio dell’amnistia, sulla base del decreto emanato due giorni prima. In un processo celebrato dopo la Liberazione gli imputati sono invece assolti per insufficienza di prove.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
5 febbraio 1922. Nonantola
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 ferito
Nemesio Ansaloni, iscritto alla locale Lega muratori, dichiara di essere stato fatto segno di cinque o sei colpi di rivoltella mentre sta rincasando, insieme all’amico Armando Bevini. Uno dei proiettili lo colpisce al braccio sinistro. Il giovane viene ricoverato all’ospedale di Modena e giudicato guaribile in 30 giorni.
9 febbraio 1922. Mirandola
Violenza contro le persone. Aggressione
Un gruppo di fascisti di San Felice sul Panaro aggredisce il socialista Giuseppe Caleffi, bracciante del luogo, producendogli ferite guaribili in 10 giorni.
11 febbraio 1922. Modena
Violenza contro le persone. Aggressione
Un gruppo di una ventina di giovani fascisti aggredisce, ferendolo, il deputato Gregorio Agnini mentre sta attraversando il viale che dalla stazione conduce in centro, dopo essere rientrato col treno da Bologna, dove aveva partecipato ai funerali della sorella Vittoria.
11 febbraio 1922. Mirandola
Violenza contro le persone. Bastonatura
Il socialista indipendente Mario Merighi, medico e presidente della sezione mirandolese dell’Associazione Nazionale combattenti, viene bastonato a San Martino Spino.
19 febbraio 1922. Modena
Violenza contro le persone. Aggressione
Guido Massa, legale ed agente d’assicurazione, viene aggredito da tre giovani, che si danno alla fuga, riportando ferite guaribili in 15 giorni.
12 marzo 1922. Albareto, Modena
Violenza contro le persone. Aggressione e sparatoria, diversi feriti
Ad Albareto sei fascisti, cantando i propri inni e imponendo di esporre il tricolore dalle abitazioni, entrano nell’osteria di Pietro Gasparini e dopo aver parlato con un fascista del luogo iniziano a picchiare i presenti. Rimangono feriti Umberto Bergamini, Adolfo Astolfi e Primo Porta, che viene anche fatto segno di un colpo di rivoltella, rimanendo gravemente ferito.
1 maggio 1922. Ponte Alto, Modena
Violenze alle persone. Violenze squadriste
Nonostante il divieto prefettizio di tenere manifestazioni in occasione della festa dei lavoratori, gli squadristi provocano numerosi episodi di violenza. In località Ponte Alto verso le 16 sono sparati tre colpi di pistola contro tre giovani che stavano facendo festa: Aldebrando Lusvardi, Renzo Adani e Ottavio Serafini. Lusvardi, membro di una numerosa famiglia di anarchici, rimane ferito a un piede.
21 maggio 1922. Madonnina, Modena
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 ferito
In località Madonnina il fabbro Mario Magistri, mentre sta rincasando dopo avere trascorso la serata all’osteria della Scala, viene fatto segno di un colpo di rivoltella da parte di uno sconosciuto. Resta ferito al braccio sinistro e al torace.
22 maggio 1922. Montese
Violenza contro le persone. Rissa
I fratelli socialisti Luigi e Mario Alvisi, dopo un diverbio con fascisti, riportano lesioni guaribili tra i quattro e i 10 giorni.
31 maggio 1922. Via Sant’Agnese, Modena
Violenza contro le persone.
All’alba, durante la mobilitazione dei fascisti modenesi a sostegno di quelli bolognesi, impegnati nell’occupazione armata della città, una bomba Sipe esplode nel cortile dell’osteria condotta da Giuseppe Lodesani, in via Sant’Agnese 30, dove erano soliti riunirsi i socialisti. La bomba scoppia provocando soltanto lievi danni.
23 giugno 1922. Madonnina, Modena
Violenza contro le persone. Sparatoria
In località Madonnina l’anarchico Attilio Lancellotti, che si trova con alcuni amici, viene raggiunto da un colpo di pistola. Ricoverato all’ospedale civile, Lancellotti viene operato per l’estrazione del proiettile. Le sue condizioni rimangono gravissime ed esce dall’ospedale il 1° agosto 1922. Tempo prima Lancellotti era stato implicato nell’istruttoria per il duplice omicidio avvenuto ai funerali di Mario Ruini, ma dopo sei mesi di detenzione era stato prosciolto.
11-12 luglio 1922. Mirandola
Violenza contro le cose. Lancio di bombe e sparatoria
Nella notte, contro la casa del medico e leader dei socialisti indipendenti Mario Merighi vengono lanciate due bombe Sipe, che non esplodono, e sono sparati vari colpi di rivoltella.
5 agosto 1922. Modena e Novi
Violenza contro le persone e contro le cose. Incendio e aggressioni
Come reazione allo “sciopero legalitario” del 2 agosto, i fascisti incendiano la Camera del Lavoro Unitaria di Modena, le cooperative di consumo di San Lazzaro e dei Mulini Nuovi, e la cooperativa muratori di Novi. Si registrano anche numerose aggressioni ad opposizioni dei fascisti.
21 agosto 1922. Piazza Mazzini, Modena
Violenza contro le persone. Aggressione
Luigi Baroni, comunista dei Mulini Nuovi, in piazza Mazzini viene avvicinato da un giovane che non conosce, il quale gli dice di seguirlo per sottrarsi a eventuali bastonature da parte di fascisti. Baroni accetta, ma dietro il tempio israelitico si trova di fronte a sei fascisti che lo colpiscono con pugni e bastonate.
7-8 settembre 1922. Formigine
Violenza contro le cose. Devastazioni
Poco dopo la mezzanotte due squadre di fascisti devastano la cooperativa di consumo socialista di Magreta. La Gazzetta dell’Emilia scrive anche di spari e lancio di bombe durante la fuga.
4 ottobre 1922. Baranzona, Spilamberto
Violenza contro le persone. Aggressione
In località Baranzona alcuni “sovversivi”, riuniti in un prato per un incontro che ha l’obiettivo di organizzare la presenza del Partito Comunista in zona, sono aggrediti a bastonate e colpi di pistola da un gruppo di fascisti.
10 ottobre 1922. Concordia
Violenza contro le persone. Aggressione e olio di ricino
Il fascista Bruno Secchi fa ingoiare «forzatamente una buona quantità di olio di ricino» al comunista Avanti (o Argante) Vaccari, fabbro. È il primo episodio (documentato) di uso del purgante contro avversari politici.
19 ottobre 1922. Via Bagni, Modena
Violenza contro le persone. Bastonatura
In via Bagni alcuni fascisti bastonano il docente di disegno Antonio Mattioli, socialista, ex segretario della Camera del lavoro di Sassuolo.
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
4 marzo 1922. San Martino Secchia, San Prospero
Violenza contro le persone. Assalto e fuoco amico, 1 morto
Nel corso di un assalto fascista all’abitazione del comunista Francesco Bergamini, nella frazione di San Martino Secchia, muore uno dei tre aggressori, Pio Zanfrognini. Molto probabilmente l’uomo fu colpito per errore da uno dei suoi amici, ma questo non fu mai accertato dalla giustizia.
Ravenna
VIOLENZE
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
1 maggio 1921. Porta Pamphilia (Porta Nuova), Ravenna
Violenza contro le persone. Tafferugli con armi da fuoco, 1 morto
Un gruppo di fascisti si dedica a scorribande nei quartieri di Ravenna, strappando le bandiere rosse dalle sedi socialiste nel giorno della festa dei lavoratori. Giunti a sobborgo Garibaldi si scontrano con un gruppo di socialisti del posto. Un socialista, Francesco Segurini, viene ferito mortalmente: è la prima vittima del fascismo in Romagna. Diversi feriti non identificati.
9 agosto 1921. Bagnacavallo
Violenza contro le persone. Tafferugli con armi da fuoco, 1 morto
Alterco tra un gruppo di fascisti e alcuni socialisti, a seguito di numerose tensioni avvenute nelle settimane precedenti, con partecipazione dello squadrismo lughese. Motivo probabile dello scontro: affissione di manifesti e oscuramento di quelli avversari. Interviene Giulio Melandri, fratello del sindaco socialista del paese. Viene ucciso con un colpo di pistola. La versione fascista accusa la vittima di avere sparato per primo. Molto impatto dell’episodio nella stampa socialista. Il giorno prima il sindaco Giuseppe Melandri aveva convocato le forze politiche del paese per sottoscrivere il patto di pacificazione.
10 agosto 1921. Lugo
Violenza contro le persone e contro le cose. Conflitti a fuoco e rappresaglie, 1 morto e diversi feriti
Tafferugli di diversa entità per il controllo della città di Lugo. Prima sparatoria avvenuta nei pressi del Pavaglione tra un gruppo di fascisti e i socialisti locali. I socialisti feriti organizzano in ospedale la rappresaglia: i due giovani fascisti protagonisti della prima sparatoria vengono aggrediti e uccisi lungo la strada. Ne segue una rappresaglia generale da parte del fascismo lughese. Aggressione di sedi socialiste, agguati mirati, imposizione militare sulla città. Diversi feriti non identificati, un comunista – Supremo (Primo) Randi di 19 anni, perde la vita.
11 agosto 1921. Lugo
Violenza contro persone. Aggressione mirata ad antifascisti, 1 morto e 3 feriti
Agguato mirato, con armi da fuoco e pugnali, contro un gruppo di antifascisti giunto a Lugo in automobile per contrastare le rappresaglie fasciste in atto in città.
La vittima è Alberto Acquacalda, 23 anni,iIndipendente, al comando degli Arditi del Popolo.
Tre feriti, tra cui Rodolfo Salvagiani, del Partito comunista ravennate.
31 agosto 1921. Lugo
Violenza contro le persone. Uccisione di antifascisti, 1 morto
Segnalata la vittima in alcune testimonianze e confermata dalla lista decessi all’ospedale di Lugo: Saverio (Valerio) Chiusi, 40 anni, probabilmente comunista. Verosimilmente vittima degli scontri avvenuti tra il 9 e l’11 agosto.
8-9 settembre 1921. Bagnara di Romagna
Violenza contro le persone. Scontri tra fascisti e antifascisti, 1 morto
Tentativo respinto di occupare, nella notte tra l’8 e il 9 settembre, la Casa del Popolo di Bagnara di Romagna, da parte di una squadra fascista di Mordano. Poiché uno di loro viene ferito mortalmente, i fascisti uccidono per rappresaglia il passante Giuseppe Gulminelli, 30 anni, a colpi di arma da fuoco. Muore l’11 settembre e non aveva appartenenza politica.
17 settembre 1921. Massa Lombarda
Violenza contro persone. Agguati intimidatori, 1 morto
Squadre fasciste bolognesi di ritorno dalla Marcia su Ravenna aggrediscono casualmente chi incrocia il loro cammino. Uccideranno in un agguato Antonio Ghiselli, 40 anni, socialista. Il corpo verrà ritrovato giorni dopo nel Canale dei molini.
25 settembre 1921. Camerlona
Violenza contro persone. Aggressione e uccisione di antifascisti, 1 morto e 1 ferito
Agguato mirato con bastoni, aggressione fascista premeditata a danno di due nemici politici in rientro di notte alle loro case. Il 28 settembre, in conseguenza alle ferite, perde la vita Agostino Lolli, 44 anni, socialista.
16 ottobre 1921. Villa Prati, Bagnacavallo
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione alle sedi antifasciste, 1 morto
Spedizione squadrista alla Casa del Popolo di Villa Prati, attacco mirato a un militante comunista – Paolo Valenti, 26 anni, segretario della Sezione comunista di Traversara – e successivi spari contro la folla, presente nel borgo per una festività religiosa.
29 ottobre 1921. Conselice
Violenza contro le persone. Aggressione di antifascisti, 1 morto
Aggressione con bastoni e rivoltella, la vittima Domenico Veronesi, 27 anni, facchino anarchico, viene aggredita in pieno giorno per avere acquistato un giornale “antifascista” («Il Paese»).
4 novembre 1921. Villa Serraglio, Massa Lombarda
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione di abitazioni e uccisione di antifascisti, 1 morto
Un gruppo di fascisti mette in opera una spedizione punitiva casa per casa, sparando colpi di arma da fuoco verso persone che si trovano nei propri cortili. La vittima, Giuseppe Calavazzi, 53 anni, raggiunta dai colpi viene finita a bastonate. Non non aveva nessuna appartenenza ad un partito ed era iscritto alla Camera del lavoro.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
25 febbraio 1921. Casola Valsenio
Violenza contro le cose. Aggressione a sedi antifasciste
Una parata di circa 80 fascisti raggiunge la casa dello scrittore Alfredo Oriani per rendergli omaggio postumo. Dopo la manifestazione viene aggredita la sede della sezione socialista di Casola Valsenio, con distruzione di mobili, vetri e oggetti. Viene denunciato il furto di denaro, di bottiglie di liquore e di uno strumento musicale, oltre che l’asportazione della bandiera rossa.
30 aprile 1921. Argine del fiume, Faenza
Violenza contro le persone. Tafferugli con armi da fuoco, 1 ferito
Un gruppo di fascisti lughesi di ritorno da Cesena, dove erano andati a sentire il comizio di Dino Grandi, ingaggia una sparatoria sull’argine del Lamone a Faenza. Nella versione fascista del giornale lughese La Fiaccola viene giustificata l’azione come risposta a una aggressione ricevuta da ignoti. Secondo la versione de Il Socialista, il gruppo si trovava sull’argine per controllare la piena del fiume ed è stato fatto bersaglio di spari. Un militante socialista, professor Pio Violani, viene ferito all’addome da un proiettile.
2 giugno 1921. Massa Lombarda
Violenza contro le persone. Ferimento di fascisti e rappresaglia
Alta la tensione a Massa Lombarda. Il fascista Ernesto Mongardi viene ferito al torace e all’addome da colpi di arma da fuoco. Ne consegue una rappresaglia da parte dei fascisti locali sostenuti dallo squadrismo lughese, con aggressione a persone e sedi.
24 luglio 1921. Lugo
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Il socialista fusignanese Renato Emaldi, presidente della Congregazione di Carità, giunto a Lugo in automobile viene circondato da un drappello di fascisti lughesi e bastonato a sangue. Sciopero di protesta dei socialisti di Fusignano.
27 luglio 1921. Massa Lombarda
Violenza contro le persone e contro le cose. Rappresaglia fascista, molti feriti
Scontri a fuoco a Massa Lombarda per il controllo del territorio tra i fascisti locali e gli Arditi del Popolo. Rappresaglia estesa condotta dalle squadre fasciste di Massa Lombarda unite a quelle di Lugo, Sant’Agata, Cotignola e Imola. Denunciata dalla Romagna Socialista, e confermata orgogliosamente dal settimanale fascista La Fiaccola, la collaborazione tra fascisti e forze dell’ordine nelle aggressioni a comunisti e socialisti.
Diversi feriti non identificati.
7 agosto 1921. Cervia
Violenza contro le persone. Scontri tra fascisti e forze dell’ordine
A seguito di un conflitto a fuoco tra un gruppo di fascisti e le forze dell’ordine, vengono arrestate undici persone, tra cui lo squadrista ravennate Gianni Cagnoni, ferito nella sparatoria. Italo Balbo e Dino Grandi andranno a colloquio con il prefetto chiedendo ragione di tale comportamento, dichiarando pubblicamente le proprie rimostranze.
12 – 13 settembre 1921. Ravenna
Violenza contro le cose. Aggressione a sedi antifasciste
Due colonne di fascisti in camicia nera, partite da Bologna e Ferrara, si riuniscono a Lugo e marciano a Ravenna allo scopo di partecipare alle celebrazioni del sesto centenario della morte di Dante. Madrina della manifestazione, la madre di Francesco Baracca, immortalata con le camicie nere di fronte alla tomba del Sommo Poeta. Le camicie nere di fatto occupano militarmente la città, assaltano la Camera del Lavoro di via Matteucci e varie sedi di partiti e di cooperative, saccheggiano negozi, aggrediscono anche un sacerdote. A comando delle due colonne, Italo Balbo e Dino Grandi. Grande eco della marcia nella stampa fascista.
24 settembre 1921. Riolo Terme
Violenza contro le persone. Messa al bando di antifascisti
Il segretario della cooperativa braccianti di Riolo Terme, Augusto Montanari, viene pubblicamente messo al bando dalle squadre fasciste del luogo. Invasa in serata la sua abitazione privata, gli squadristi gli danno tempo fino all’alba per abbandonare il paese. L’ordine viene eseguito.
Vittime fasciste provocate da antifascisti o da forze dell’ordine.
10 agosto 1921. Lugo
Violenza contro le persone. Conflitti a fuoco, rappresaglie, 2 fascisti uccisi e diversi feriti
Tafferugli di diversa entità per il controllo della città di Lugo. Prima sparatoria avvenuta nei pressi del Pavaglione tra un gruppo di fascisti e i socialisti locali. I socialisti feriti organizzano in ospedale la rappresaglia: i due giovani fascisti protagonisti della prima sparatoria vengono aggrediti e uccisi sulla strada; sono Giovanni Bartolotti di 17 anni e Paolo Figna, di 22 anni. Ne segue una rappresaglia generale del fascismo lughese. Aggressione di sedi socialiste, agguati mirati, occupazione militare della città e messa al bando dei socialisti. Le due vittime fasciste celebrate come martiri nel giornale fascista La Fiaccola e nel martirologio fascista.
8 – 9 settembre 1921. Bagnara di Romagna
Violenza contro le persone. Scontri tra fascisti e antifascisti, 1 fascista ucciso
Una squadra fascista partita da Mordano tenta di assediare la Casa del Popolo di Bagnara di Romagna. Nel conflitto viene ucciso un giovane fascista di Massa Lombarda, Medardo Gianstefani di 19 anni. Per ritorsione le squadre fasciste uccideranno un abitante del paese incrociato sul cammino. Secondo la stampa fascista, lo squadrista si trovava a Bagnara di Romagna per puro caso, in quanto sulla strada per raggiungere la fidanzata residente a Bagnacavallo. Il martirologio fascista di regime lo annovera invece tra gli “eroici caduti” negli scontri con i sovversivi.
31 dicembre 1921. Voltana
Violenza contro le persone. Scontri tra fascisti e antifascisti, 1 morto
Conflitto mortale a fuoco tra squadristi e comunisti. Rimane ucciso lo squadrista ventitreenne Lorenzo Falzoni; incendiato per ritorsione il deposito di macchine agricole della cooperativa di sinistra. Diversi feriti non identificati.
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
8-9 settembre 1921. Bagnara di Romagna
Violenza contro le persone. Scontri tra fascisti e antifascisti, 1 morto
Tentativo respinto di occupare, nella notte tra l’8 e il 9 settembre, la Casa del Popolo di Bagnara di Romagna, da parte di una squadra fascista di Mordano. Poiché uno di loro viene ferito mortalmente, i fascisti uccidono per rappresaglia il passante Giuseppe Gulminelli, 30 anni, a colpi di arma da fuoco. Muore l’11 settembre e non aveva appartenenza politica.
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
1 gennaio 1922. Pieve Cesato
Violenza contro le persone. Agguato mirato contro antifascisti, 1 morto
Cinque camicie nere aggrediscono e uccidono nella sua abitazione, la notte di capodanno, il presidente della locale Casa del popolo, Natale Fontana di 42 anni.
9 gennaio 1922. Casola Valsenio
Violenza contro le persone. Agguato mirato contro antifascisti, 1 morto
Di ritorno dalla caserma dopo l’arresto di un amico, Luigi Sasdelli, socialista di 42 anni, viene atteso e aggredito di fronte alla porta di casa. Da tempo era stato minacciato di morte dallo squadrismo locale. Tra i tre aggressori figura anche un carabiniere.
5 marzo 1922, Giovecca
Violenza contro le persone. Violenze fasciste per il controllo del territorio, 3 morti
Tre squadristi in bicicletta, di ritorno a Lavezzola da Massa Lombarda, attraversano il borgo di Giovecca e si dedicano a violenze intimidatorie e dimostrative. Fanno bersaglio di spari due operai di ritorno dal lavoro, uno muore sul colpo e l’altro morirà qualche giorno dopo per le ferite riportate. Un anziano raccoltosi attorno alle vittime viene colpito da malore e perde la vita poche ore dopo, ed anche la sua morte è considerata diretta conseguenza dell’incursione armata. La Romagna Socialista titola “Il feroce assassinio di Giovecca”.
Le vittime sono Francesco Babini, 32 anni, bracciante, simpatizzante comunista; Domenico (Attilio) Caranti, 24 anni, meccanico, comunista; Antonio Zeccoli, 70 anni, falegname, nessuna appartenenza politica
27 giugno 1922. Porta Ravegnana, Faenza
Violenza contro persone. Scontri armati tra fascisti e antifascisti, 1 morto
Scontro a fuoco tra un gruppo di fascisti e di comunisti nei pressi di una delle porte della città. Tra i comunisti uno viene colpito a morte: è Vincenzo Venturelli, muratore di 26 anni, che morirà il 30 giugno. Nel giorno del funerale avvengono nuove provocazioni da parte delle squadre fasciste, che presidiano militarmente la città.
26 luglio 1922. Ravenna
Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri per il controllo del territorio, 10 morti, di cui 9 antifascisti, e almeno 24 feriti
Attacco organizzato dalle camicie nere per il controllo della città di Ravenna, mosso in occasione di uno sciopero del sindacato birocciai durante una difficile vertenza. Gli squadristi sbarrano le porte della città agli scioperanti. Diverse occasioni di tensione si ripetono, scoppia tra la folla di scioperanti una bomba a mano lanciata da ignoti. Il birocciaio fascista Giovanni Balestrazzi, alla guida del sindacato fascista, viene circondato e linciato. L’intervento delle forze dell’ordine origina una sparatoria e una serie di scontri che si dipanano in seguito tutta la città. Ci sono nove vittime tra gli scioperanti in questa prima giornata (6 repubblicani, 2 socialisti, 1 comunista), alcuni dei quali moriranno alcuni giorni dopo per le ferite riportate. 24 feriti sono ricoverati all’ospedale, altre decine di feriti curati clandestinamente. Il centro della città è presidiato da squadristi e poliziotti, mentre nei quartieri periferici repubblicani, socialisti, comunisti e anarchici ingaggiano conflitti armati in difesa delle proprie sedi. Le vittime sono:
Giovanni Luigi Balestra, 21 anni. Antifascista*. Morto il 27 luglio.
Gino Binzoni, 21 anni. Antifascista.
Ugo Bustacchini, 28 anni. Repubblicano. Morto il 28 luglio.
Cesare Missiroli, 17 anni. Antifascista.
Ersilio Pasini, 27 anni. Antifascista.
Ulisse Raggi, 55 anni. Antifascista.
Stefano Ricci, 28 anni. Repubblicano. Morto l’11 agosto.
Dino Silvestroni, 19 anni. Repubblicano.
Gugliemo Tumidei, 40 anni. Antifascista.
* Non è stato in questo caso possibile, salvo in alcuni casi, associare il nome della vittima alla precisa appartenenza politica.
30 ottobre 1922. Argine del Senio, Alfonsine
Violenza contro le persone e contro le cose. Incendio esparatoria, 1 morto
Dopo l’incendio e la devastazione notturna, per mano fascista, della Casa del Popolo socialista del paese, viene ucciso all’alba sull’argine del Senio, a colpi di moschetto, il calzolaio repubblicano Peo Bertoni, di 36 anni, economo della sede locale del Pri. Non sono note le circostanze e la dinamica dell’aggressione.
31 ottobre – 1 novembre1922. Casa circondariale, Ravenna
Violenza contro le persone. Esecuzione mirata per ritorsione
Invasione notturna del carcere da parte di un gruppo di repubblicani filo fascisti (spalleggiati dalle camicie nere) per liberare un prigioniero e vendicarsi sui nemici politici. La vittima, Gaetano Roncuzzi, socialista di 42 anni, era in carcere da due anni per aver ucciso il repubblicano Guglielmo Malatesta durante una rissa il giorno dopo la vittoria elettorale. Il fascismo ravennate annovererà Guglielmo Malatesta tra i martiri da commemorare, dedicandogli anche una via cittadina.
2 novembre 1922. Via Molinaccio, San Pancrazio
Violenza contro le persone. Aggressione mirata verso antifascisti, 1 morto
Nella notte tra l’1 e il 2 novembre viene aggredito da un gruppo di persone l’unico iscritto al Partito comunista del paese, Alfredo Silvestroni, calzolaio di 33 anni, in un agguato mirato. Circondato e bastonato a sangue, viene finito con numerosi colpi di arma da fuoco. I responsabili non sono mai stati identificati.
15 novembre 1922. Ammonite
Violenza contro le persone. Aggressione mirata di antifascisti, 1 morto
Un gruppo di fascisti circonda la casa della famiglia Cortesi, ad Ammonite. Il padre di famiglia, Giovanni Cortesi, simpatizzante comunista, esce armato di roncola ad affrontare gli aggressori per difendere i propri figli, militanti comunisti e vero obiettivo dell’agguato. Viene colpito da un proiettile e finito a bastonate.
17 dicembre 1922. Santerno
Violenza contro le persone. Aggressione mirata di antifascisti, 1 morto
Un gruppo di fascisti segue fino a casa il comunista Edoardo Cuffiani, di rientro dalla sede della Società Operaia. Accortosi del pericolo e vedendo la casa circondata, esce armato di fucile per allontanare gli aggressori e difendere il segretario della sezione comunista locale, che abita nello stesso caseggiato e probabile obiettivo dell’agguato. Viene colpito al ventre da un proiettile.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
1 gennaio 1922. Massa Lombarda
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste
Al culmine dei conflitti che avevano segnato i mesi precedenti a Massa Lombarda, attraversata da diversi episodi di scontri aperti e rappresaglie, nella notte di capodanno la sede della Casa del Popolo viene devastata dalle squadre fasciste.
9 aprile 1922. Fusignano
Violenza contro le cose. Assalto a sedi e beni antifascisti
Incursione a Fusignano da parte dello squadrismo lughese. Assedio con armi da fuoco alla sede del Partito socialista. Gli assediati si barricano all’interno e riescono a respingere l’aggressione dopo diverse ore. Devastazione e saccheggio della cooperativa di consumo e incendio della cooperativa agricola, poste nel medesimo edificio e rimaste indifese.
1 maggio 1922. Alfonsine, Mezzano, Glorie.
Violenza contro le persone e contro le cose. Azioni intimidatorie, aggressione di sedi, beni e simboli antifascisti
Ad Alfonsine la festa del primo maggio viene aggredita dalle squadre fasciste che ne vogliono impedire lo svolgimento, come accade nello stesso giorno in molti altri centri della penisola. Lungo la strada per Ravenna, i gruppi fascisti saccheggiano i circoli socialisti e comunisti delle località di Glorie e di Mezzano.
31 maggio 1922. Bagnara di Romagna
Violenza contro le cose. Assalto a sedi e beni antifascisti
Nella giornata in cui Bologna viene occupata dalle squadre fasciste di Ferrara e Modena e vengono aggredite le sedi socialiste del capoluogo, la colonna ferrarese in marcia di avvicinamento attraversa il borgo di Bagnara di Romagna e ne devasta la sede della cooperativa socialista.
11 giugno 1922. Porto Corsini
Violenze contro le cose. Assalto a sedi e beni antifascisti
In un giorno di incursioni e devastazioni in diverse località, viene aggredito e danneggiato il circolo socialista di Porto Corsini.
19 giugno 1922. Massa Lombarda
Violenze contro le persone. Violenza mirata contro antifascisti, 1 ferito
Un gruppo di fascisti imolesi si reca a Massa Lombarda alla ricerca del segretario della locale sezione socialista (Bordini) per azione intimidatoria. Si recano direttamente a casa sua dopo avere estorto l’informazione alla sorella, e lo bastonano di fronte a moglie, figlia e madre. La Romagna Socialista (“Massa Lombarda. Le eroiche gesta dei fascisti”, 24 giugno) denuncia nuovamente la totale inazione dei carabinieri, chiamati inutilmente ad intervenire.
24 giugno 1922. Voltana
Violenze contro le cose. Assalto a sedi e beni di antifascisti
La cooperativa braccianti di Voltana viene occupata militarmente dallo squadrismo lughese.
26 giugno 1922. Rossetta
Violenze contro le cose. Assalto a sedi e beni di antifascisti
Un gruppo di fascisti di Fusignano fa incursione nella sede del circolo socialista di Rossetta, distruggendone i mobili e tentando di appiccare un incendio.
29 giugno 1922. Piazza XX settembre, Cervia
Violenze contro le persone. Aggressione mirata di antifascisti, 1 ferito
Il sindaco socialista di Cervia, Pasquale Campanini, segretario della Federazione birocciai e edili di Ravenna, viene circondato, aggredito e percosso a bastonate nella pubblica piazza, nei pressi della propria abitazione.
5 luglio 1922. Lavezzola
Violenza contro le persone e contro le cose. Azioni dimostrative e intimidatorie, aggressione a sedi e beni antifascisti e violenze su persone, 2 feriti
Incursione squadrista alla Casa del popolo di Lavezzola, sede delle organizzazioni del lavoro. Secondo quanto denunciato da La Romagna Socialista, un gruppo di fascisti in furgoncino proveniente da Ferrara riesce a penetrare in paese nonostante il posto di blocco delle forze dell’ordine sul confine tra le due provincie. Aggressione e distruzione della sede. L’intervento del brigadiere comandante interrompe la devastazione. Il gruppo si dedica ad aggressioni mirate lungo la strada, bastonando il popolare Luigi Borghi. In seguito si recano a Conselice dove viene bastonato il campanaro del paese, Sante Mazzini.
28 – 29 luglio 1922. Ravenna e centri limitrofi
Violenza contro le cose. Assalto a sedi e beni antifascisti
Violenze per contrastare lo sciopero antifascista proclamato in Romagna. Continua l’offensiva fascista per il controllo militare di Ravenna, iniziata il 26 luglio. Nella notte le squadre di Italo Balbo danno fuoco alla sede della Federazione provinciale delle cooperative, costringendo alla fuga il presidente Nullo Baldini. Viene devastata la sede della redazione della Romagna Socialista e del circolo proletario di largo Garibaldi. Da Ravenna partono spedizioni punitive nei centri della provincia: Alfonsine, Fusignano, Cervia, Voltana, Massa Lombarda, Santa Maria in Fabriago e Mandriole, con devastazioni generalizzate di sedi di sinistra, cooperative e Camere del lavoro.
2 settembre 1922. Villa Prati, Villanova di Bagnacavallo
Violenza contro le persone. Persecuzione di antifascisti, diversi feriti
Fascisti ravennati di ritorno da Alfonsine, dove la giunta socialista ha dato le dimissioni, si dedicano a violenze e persecuzioni sulla popolazione dei borghi di Villa Prati e Villanova di Bagnacavallo. Bastonati due contadini a Villa Prati. A Villanova perquisiscono passanti in cerca di tessere che provino l’adesione a partiti antifascisti. Una dozzina di persone, appartenenti a diversi partiti, vengono aggredite e malmenate.
16 settembre 1922. Ravenna
Violenza contro le cose. Presidio militare dei luoghi di potere
Occupazioni da parte delle squadre fasciste della sede della Deputazione provinciale di Ravenna, presieduta dal socialista Bindo Giacomo Caletti. La prova di forza ottiene le dimissioni di tutti i consiglieri di maggioranza.
22 – 23 settembre 1922. Cotignola
Violenza contro le cose. Assalto a beni e sedi antifasciste
Per la prima volta anche Cotignola è presa di mira dalle incursioni fasciste. Nella notte viene incendiata la sede della Cooperativa agricola e viene aggredita anche la casa del custode.
19 ottobre 1922. Ravenna
Violenza contro le persone. Violenze mirate contro antifascisti, 1 ferito
Sulle pagine de La Romagna Socialista viene denunciata l’aggressione notturna a bastonate del socialista Romano Morigi, ricoverato in ospedale in gravi condizioni per i colpi ricevuti.
19 ottobre 1922. Cotignola
Violenza contro le persone. Tafferugli tra fascisti e repubblicani, alcuni feriti
Gravi incidenti a Cotignola fra squadristi e avanguardisti repubblicani. Diversi feriti, tra cui il segretario del fascio locale. Viene incendiata per ritorsione la sede del Partito Repubblicano.
Vittime fasciste provocate da antifascisti o da forze dell’ordine.
1 marzo 1922. Massa Lombarda
Scontri tra fascisti e antifascisti, 1 morto
Altro episodio di scontri violenti a Massa Lombarda, dove le incursioni squadriste agiscono da mesi per mettere al bando le organizzazioni socialiste e comuniste del paese. Durante uno scontro viene accerchiato e ucciso il fascista Gino Martelli, fiorentino, volontario fiumano che di ritorno da Pola dopo il “Natale di sangue” era rimasto ferito ad una gamba proprio alla stazione di Massa Lombarda durante una rissa tra fascisti e socialisti locali a cui aveva preso parte. In attesa di guarigione non rientra a Firenze ma si integra alle squadre di Massa Lombarda. All’attacco squadrista in cui viene ucciso partecipa con le stampelle.
26 luglio 1922. Ravenna
Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri per il controllo del territorio, violenza generalizzata, 10 morti, di cui 1 fascista e almeno 24 feriti
Attacco organizzato dalle camicie nere per il controllo della città di Ravenna, mosso in occasione di uno sciopero del sindacato birocciai durante una difficile vertenza. Giovanni Balestrazzi, alla guida del sindacato fascista, viene circondato e linciato dagli scioperanti dopo che le squadre fasciste avevano bloccato le porte della città e impedito la manifestazione di sciopero. La sua morte darà il via ai sanguinosi scontri che si perpetreranno per le vie della città per due giorni causando un totale di 11 morti, e che condurranno alla presa effettiva del potere sulla città da parte delle camicie nere. La morte di Giovianni Balestrazzi verrà commemorata ogni anno dalle autorità fasciste.
28 luglio 1922. Borgo San Rocco, Ravenna
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto sedi e beni antifascisti e scontri a fuoco, 1 morto
Durante gli scontri generalizzati nella città di Ravenna, l’assalto fascista alla sede anarchica viene respinto dagli assediati, che rispondono con armi da fuoco. Cade ucciso il diciannovenne fascista Aldo Grossi, di Massafiscaglia (Ferrara). Secondo la versione della stampa fascista, Grossi è stato aggredito in un agguato da un gruppo di comunisti non identificati.
23 agosto 1922. Castel Bolognese
Violenza contro le persone. Violenza interna all’organizzazione fascista, 1 morto
Ritrovamento in un canale di un cadavere ucciso a colpi di pugnale: è quello di Artemisio Ricci, di 24 anni. Attribuito per anni alla violenza “sovversiva”, l’omicidio viene accertato solo nel 1947 come compiuto all’interno del Sindacato fascista dei birocciai, eliminata la vittima dai propri camerati in quanto testimone pericoloso di un omicidio.
29 ottobre 1922. Alfonsine
Violenza contro le persone e contro le sedi. Assalto a sedi e beni di antifascisti, 1 morto
Ad Alfonsine, dove la giunta socialista è stata costretta a dimettersi, viene ucciso a coltellate, durante una partita a carte in un’osteria, il fascista Giuseppe Baldini. Durante la notte, probabilmente per ritorsione, viene incendiata dai fascisti la Casa del popolo socialista, mentre all’alba viene ucciso sull’argine del Senio un militante repubblicano.
Ferrara
VIOLENZE
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti
30 giugno 1920. Porotto
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
Non si tratta ancora di fascismo, ma di affittuari e socialisti. A Porotto (Ferrara), alle 12, gli affittuari locali Alberto e Giuseppe Tognoli sono costretti da un gruppo di leghisti di Vigarano Pieve ad abbandonare il loro lavoro nella possessione Cavecchia; si allontanano, ma i leghisti li seguono nel cortile di casa: ne nasce un tafferuglio e i due fratelli sono feriti da colpi di rivoltella, nascondendosi in casa e tirando fuori altre armi, mentre l’edificio è accerchiato. Comincia una vera e propria battaglia a colpi di fuoco, finché un buon numero di feriti gravi degli assalitori non rimane sul campo. Uno dei fratelli Tognoli in aprile aveva subito una multa di 10.000 lire dalla lega per essersi ribellato a boicottaggio. Muoiono i leghisti Giovanni Toselli ed Enea Frabboni. Sette leghisti feriti, di cui tre in gravi condizioni.
20 dicembre 1920. Castello Estense, Ferrara
Violenza contro le persone. Scontri e duplice omicidio
Negli scontri del Castello Estense (Ferrara) muoiono i due socialisti Giovanni Mirella, infermiere, e Giuseppe Salani (il 22 febbraio 1921 in seguito alle ferite riportate).
1 luglio 1920. Masi Torello
Violenza contro le persone. Bastonatura e omicidio
Non si tratta ancora di fascismo, ma ci sono già scontri di natura politica. A Masi Torello, di sera, il guardiano Antonio Roncaglia, che accudisce il bestiame, è preso a pugni e legnate dai leghisti, e lasciato in fin di vita con la cassa cranica sfondata: muore poco dopo. A fine luglio il Brigadiere dei Carabinieri di Baura (Ferrara) riesce ad arrestare quattro dei ricercati per l’assassinio di Antonio Roncaglia: Egidio Natati, Pasquino Tacchini, Armando Balugani, Antonio Tebaldi; il 27 luglio si riferiscono altri sei arresti per l’omicidio: Oddone Balboni, Giacomo Sassuoli, Giovanni Bonatti, Vincenzo Maietti, Raoul Scardovelli, Alfredo Scardovelli.
20 dicembre 1920. Castello Estense, Ferrara
Violenza contro le persone. Scontri e triplice omicidio
Negli scontri del Castello Estense (Ferrara) perdono la vita i tre fascisti Franco Gozzi, Natalino Magnani, Giorgio Pagnoni (bracciante).
30-31 dicembre 1920. Saletta, Copparo
Violenza contro le persone. Omicidio
Un carabiniere uccide il fascista Gabriele Pollastri. Stando alla Gazzetta ferrarese (3 gennaio 1921), Pollastri, ubriaco, dopo aver dichiarato di essere in possesso di una baionetta, sarebbe stato perquisito, e quindi avrebbe reagito; la colluttazione avrebbe portato allo sparo da parte delle forze dell’ordine. Fermati i carabinieri Agostino Dazzan e Fernando Nobile.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti
19 gennaio 1921. Ferrara
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
A Ferrara, il fornaio socialista Ettore Borghetti, mentre esce dalla Camera del Lavoro, è mortalmente ferito dai fascisti con un colpo di rivoltella. Il Balilla allontana le accuse ma implicitamente confessa la responsabilità fascista, accusando un gruppo di fornai che la sera prima avrebbe provocato i passanti. La Scintilla invece afferma che Borghetti, uscito da un’adunanza della Lega, è colpito da una revolverata perché colpevole di intonare un inno di lotta socialista. Borghetti (43 anni) muore il 6 febbraio per setticemia.
23 febbraio. Mirabello
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
A Mirabello, i fascisti locali alle ore 23:30 feriscono mortalmente a colpi di rivoltella sulla via principale il socialista Armando Barboni (17/18 anni, bracciante di Vigarano Mainarda) e feriscono alla gamba sinistra il socialista Fioravante Mengoli (28 anni, facchino di Mirabello). Sono arrestati tre fascisti di Mirabello tra i 21 e i 27 anni, mentre ricercati altri quattro, della stessa fascia di età, tra cui il 28 enne Francesco Sandri, che fonderà i nuclei fascisti di Mirabello e di Montesanto.
8 marzo 1921. Pieve di Cento
Violenza contro le persone. Disordini e sparatoria, tre feriti e un morto
A Pieve di Cento (oggi provincia di Bologna), alcuni squadristi bolognesi uccidono a colpi di revolver la ventisettenne lavoratrice locale Angelina Toni, che si trova alla finestra durante l’azione fascista, che lascia sul campo feriti un anziano, un ragazzo e un operaio 21enne gravemente colpito all’addome. Tentano poi l’invasione del municipio e della Camera del Lavoro di Cento, ma il successo è scongiurato dall’intervento del sottoprefetto di Cento.
19 marzo 1921. Mesola
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
A Mesola il fascista Alcide Chiarelli, con altri tre fascisti, uccide a colpi di revolver il socialista locale di 35 anni Nino Bernardini. Confessa l’autore del delitto, ed è arrestato anche Angelo Buttini, guardiano di Goro; per favoreggiamento sono tratti in arresto Amilcare Sangiorgi, bracciante di Mesola, e Leopoldo Sangiorgi, guardiano di Mesola.
28 marzo 1921. Portomaggiore
Violenza contro le persone. Disordini, scontri e due morti
La sera i fascisti arrivano a Portomaggiore, e la popolazione reagisce al loro arrivo. Un colpo di revolver uccide il fascista ventiseienne, ex tenente, Rino Moretti. Si scatena una vera e propria battaglia tra le due parti, che esce anche dai confini del paese nel comune. Sono feriti mortalmente i socialisti Pietro Zappaterra di Sandolo ed Ettore Balboni.
3 aprile 1921. Darsena, Ferrara
Violenza contro le persone. Omicidio
A Ferrara, nei pressi della Darsena, l’operaio squadrista Arturo Breviglieri («fondatore ‒ o almeno battezzatore ‒ della squadra d’azione fascista detta Celibano» [Roveri, Origini, p. 194, n. 103] e tra i fondatori del Fascio ferrarese con Gaggioli e Brombin) spara contro due giovani comunisti, uccidendone uno (Tullio Zecchi, 17 anni) e ferendo l’altro (Sabino Lambertini). Così i fatti: un gruppo di fascisti, nel tardo pomeriggio, canta inni sui bastioni delle mura contro Zirardini e il sindaco Bogianckino; dei ragazzi di 7-8 anni che giocano rispondono ingenuamente intonando Bandiera rossa, sentendo i canti fascisti. Forse c’è il lancio di qualche sasso da parte di questi ragazzini. Zecchi, in una sala da ballo, esce per dire ai ragazzi di smettere di cantare e di lanciare sassi. Mentre ammonisce i ragazzi, è colpito a morte.
15 aprile 1921. Roncodigà, Tresignana
Violenza contro le persone. Duplice omicidio
A Roncodigà (Tresignana), i fascisti assaltano la Lega locale. Muoiono i fratelli Umberto e Antonio Donati. I 7 fascisti arrestati sono assolti per insufficienza di prove dalla Sezione d’Accusa di Bologna (Balilla, 5 febbraio 1922). Così i fatti: un mutilato di guerra, benvoluto in paese, è schiaffeggiato dai fratelli Umberto e Antonio Donati. La sera, nella Lega passata al Sindacato autonomo fascista, l’adunanza pensa di espellere i due fratelli, lì presenti, e conosciuti per il loro carattere violento: i Donati rispondono ai rimproveri e alle accuse. Ne nasce uno scontro a legnate e seggiolate, poi si passa ai colpi di revolver: rimangono uccisi entrambi i fratelli Donati, pregiudicati.
22 maggio 1921. Medelana, Ostellato
Violenza contro le persone. Scontri e duplice omicidio
A Medelana (Ostellato), nella Lega locale, è ucciso dai fascisti il giovane socialista Rino Cenacchi per aver cantato Bandiera rossa durante il taglio dei fieni, così racconta la Scintilla (10 dicembre). Squadre di ciclisti giungono a Medelana, la più numerosa da Dogato e comandata da un noto fascista: questi invadono la Lega, menando colpi di bastone e di rivoltella, che vanno a uccidere Cenacchi. Dopo l’arresto e il rilascio del presunto assassino, a fine 1921 il delitto rimane ancora impunito, nonostante fossero riconosciuti alcuni dei partecipanti all’invasione. La Gazzetta ferrarese (24 maggio) scrive che l’operaio Cenacchi è invece è trovato moribondo sulla strada che va al cimitero con colpi di rivoltella al torace e alla testa. Muore poco dopo essere stato trasportato a casa.
7 maggio 1921. Fossato, Argenta
Violenza contro le persone. Omicidio
A Fossato (Argenta), venti fascisti circondano la casa del sovversivo Natale Gaiba, di Conselice, un ex dirigente della Camera del Lavoro socialista; lo sequestrano e lo portano in aperta campagna: è percosso e colpito da arma da fuoco. Arrestato l’assassino Umberto Morandi e nove complici, sequestrate le rivoltelle.
13 giugno 1921. Casaglia, Ferrara
Violenza contro le persone. Bastonatura e omicidio
A Casaglia (Ferrara), Giovanni Ranuzzi, capolega locale che tenta di opporsi al fascismo, è ucciso a colpi di manganello. Gli imputati sono assolti nell’ottobre 1922, tranne Steno Bellini, assolto dal delitto ma condannato per le sue contravvenzioni (porto d’arma e omessa denuncia) a 1 anno e 3 mesi di reclusione, 213,90 lire di multa, interdizione di due anni dai pubblici uffici e risarcimento delle spese processuali.
26 giugno 1921. Santa Maria Maddalena, Rovigo
Violenza contro le persone. Scontri, bastonature e sparatoria. Un morto
A Santa Maria Maddalena (Rovigo, ma sul confine con il Ferrarese) avvengono dei conflitti tra socialisti e fascisti sulla questione ribassi, e sembra che dei socialisti siano stati percossi a Canaro. Gli stessi fascisti poi si recano a Santa Maria Maddalena, e per le stesse questioni arrivano a contesa con i socialisti in un’osteria, e un fascista rimane contuso. Nella notte i fascisti tornano nel paese, e fanno uscire di casa Andrea Fei/Feni, ritenuto il feritore del fascista: muore per colpo di rivoltella mentre il padre, accorso, è ferito da uno sparo.
10 luglio 1921. Berra Violenza contro le persone.
Bastonature e sparatoria, un morto e diversi feriti
A Berra i fascisti entrano nelle case dei socialisti, colpendoli a bastonate e sparando a chi cerca di fuggire, ferendo quattro persone; mentre usano violenza su tale Turati, la quinta vittima, la moglie Zaira, cerca di salvarlo, ma i fascisti le sparano: muore il giorno dopo all’ospedale di Copparo per le ferite riportate.
14 luglio 1921. Consandolo, Argenta
Violenza contro le persone. Effrazione e omicidio
A Consandolo (Argenta), nella notte fascisti di Molinella, Portomaggiore, Marrara e altri paesi entrano nella casa del comunista Giuseppe Roda; la moglie Celestina Bergamini con una scure cerca di salvarlo ma è colpita da una pallottola di revolver all’addome, morendo qualche giorno dopo. Arrestato il possidente fascista Francesco Niccoli (fascista di San Pietro Capofiume, Molinella), rilasciato in seguito «per evitare grave conflitto»; arrestato anche Vasco Bortolotti.
3 settembre 1921. Copparo
Violenza contro le persone. Sparatoria, un morto (infanticidio)
Nel Copparese la Scintilla in questa data denuncia le continue violenze dei fascisti nella zona. Si gira con le rivoltelle in mano, anche i giovani minorenni, tanto che qualche giorno prima uno di questi, fascista, spara inavvertitamente un colpo di pistola ferendo mortalmente la bimba di un operaio.
25 settembre 1921. Pilastri, Bondeno
Violenza contro le persone. Sparatoria, un morto
A Pilastri (Bondeno), il ventenne Mario Ferri, in licenza militare, è fatto segno di provocazioni fasciste; nonostante il suggerimento del Maresciallo locale di vestire sempre l’uniforme, una sera è avvicinato dai fascisti che lo vogliono perquisire. Al suo rifiuto, è colpito da uno sparo di rivoltella che lo uccide all’istante.
12 novembre 1921. Alberone di Ro
Violenza contro le persone. Percosse, un morto
Ad Alberone di Ro (Riva del Po), una quarantina di fascisti giunge da Ro, Ruina, Copparo, Ambrogio, Polesella in camion e in bicicletta; verso le 21.30 il sindacalista socialista Rizziero Granata, insieme al figlio Sales, è trascinato fuori dai locali del Sindacato Operaio da alcuni squadristi; Granata riesce ad aggrapparsi a uno stipite della porta: uno dei fascisti gli mozza le dita, e gli altri lo uccidono a randellate, percuotendo duramente anche il figlio Sales.
13 novembre 1921. Albarea e Villanova di Denore
Violenza contro le persone. Percosse, un morto
Tra Albarea e Villanova di Denore (Ferrara), il socialista Augusto Melloni di Albarea è preso a manganellate, e muore con una frattura al cranio, per non aver concesso ai fascisti l’accesso alla vecchia sede della Lega di Denore (anche se aveva aderito alla Camera Sindacale, non aveva mai voluto concedere al Fascio il locale della vecchia Lega socialista, il che gli costò incidenti, minacce e infine la vita). Identificati i due fascisti assassini.
1 gennaio 1921. Gavello
Violenza contro le persone. Minacce e omicidio
Verso le 18:00 a Gavello (Bondeno) un gruppo di socialisti circonda il 17enne Giuseppe Gianesini, ritenuto fascista: questi è minacciato, ed è colpito poi al ventre con una pugnalata da un barbiere rivoluzionario e consigliere comunale, che ingiuria contro il fascismo; Gianesini muore dopo il ricovero ad Adria. Sono arrestati in seguito 3 socialisti implicati, tra cui l’assassino, identificato in Pietro Trevisan, consigliere comunale socialista.
27 febbraio 1921. Buonacompra
Violenza contro le persone. Aggressione e omicidio
A Buonacompra è ucciso l’affittuario clerico-fascista e aderente alla Lega bianca di Cento Napoleone Lenzi, di 44 anni, con una pugnalata al cuore in seguito a una violenta contesa sorta con dei socialisti. Sono arrestate sei presunti responsabili, tra cui il capolega Roncati e il presunto assassino.
13 marzo 1921. Coronella
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto e due feriti
A Coronella (Poggio Renatico), il socialista ventiquattrenne Luigi Fortini uccide con due colpi di revolver Alberto Tognoli, affittuario fascista trentaquattrenne di Porotto (e capo del nucleo fascista di Porotto) mentre rincasa (è uno dei due fratelli che, a seguito di un lungo boicottaggio, avevano ucciso due leghisti nel giugno 1920 durante l’invasione del fondo condotto dalla famiglia Tognoli). Rimangono feriti altri due affittuari fascisti dei cinque che erano con Tognoli.
28 marzo 1921. Portomaggiore
Violenza contro le persone. Sparatoria e scontri, diversi morti
La sera i fascisti arrivano a Portomaggiore, e la popolazione reagisce al loro arrivo. Un colpo di revolver uccide il fascista ventiseienne, ex tenente, Rino Moretti. Si scatena una vera e propria battaglia tra le due parti, che esce anche dai confini del paese nel comune. Il bilancio degli scontri: ferito mortalmente il leghista Pietro Zappaterra di Sandolo, che muore il 30 marzo; così come morirà, in seguito, il socialista Ettore Balboni; feriti per colpo d’arma da fuoco il leghista Antonio Magri di Sandolo e il fascista Giovanni Faccini; sono incendiate le Leghe di Portomaggiore, Sandolo, Portorotta e Maiero; infine, il consiglio comunale è costretto alle dimissioni.
10 aprile 1921. Pontelagoscuro
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
A Pontelagoscuro (Ferrara), durante una spedizione punitiva contro alcuni socialisti del luogo, che avevano costretto una squadra fascista a rinchiudersi nella Raffineria Ferrarese, alcuni colpi da una finestra uccidono Arturo Breviglieri, fascista, forse per vendetta dell’assassinio di Tullio Zecchi.
20 giugno 1921. Bondeno
Violenza contro le persone. Scontri e sparatoria, 1 morto
Nel Bondenese, verso mezzanotte, i due fascisti Ezio Varani (affittuario, 22 anni) e Fidio Migliari (possidente, 25 anni), usciti dal cinematografo di Sermide, tra Sermide e Stellata lungo l’argine del Po si imbattono in un gruppo che intona Bandiera rossa e lo intimano di smetterla. Ne segue uno scontro, e da parte socialista partono revolverate che uccidono Varani e feriscono gravemente Migliari, che non rimarrà ucciso. Il cadavere di Varani sarebbe stato crivellato di colpi, e altri spari condotti verso Migliari ormai privo di sensi.
30 luglio 1921. San Carlo
Violenza contro le persone. Sparatoria, due morti
A San Carlo (Sant’Agostino) è ferito mortalmente il bracciante fascista ventiquattrenne Paolo Accorsi, da parte degli avversari politici, forse in un agguato. Accorsi muore pochi giorni dopo all’ospedale. Lo stesso giorno a Cornacevina (Fiscaglia) il fascista ventiquattrenne Romildo Squarzoni di Rero è ferito mortalmente dagli avversari politici; ne dà notizia il prefetto Pugliese: sei fascisti, intorno alle 22.30, fermano il socialista Secondo Balboni per chiedere spiegazioni delle frasi ingiuriose verso il Fascio; Balboni, intimorito, spara vari colpi di rivoltella, ferendo mortalmente Squarzoni. I giornali filo-conservatori, invece, parlano di imboscata tesa dai socialisti.
28 agosto 1921. Poggetto
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
In località Poggetto, di ritorno dall’inaugurazione della sezione di “Piccoli Italiani” di Pieve di Cento, sulla strada tra Pieve e San Pietro in Casale il centese fascista minorenne Luigi Vaccari, insieme a un altro fascista quindicenne, Giulio Lanzoni, è fermato da un gruppetto di socialisti del luogo; il più giovane si nasconde nel fossato a fianco della strada, mentre Vaccari è colpito varie volte con colpi di rivoltella, e il suo volto è deturpato a bastonate; sono indirizzati colpi anche verso il quindicenne in fuga in bicicletta, ma egli rimane illeso. Accanto al cadavere è trovata una mazza ferrata insanguinata.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti
23 gennaio 1921. San Martino
Violenza contro le cose. Sparatoria e incendio
A San Martino (Ferrara), nel resoconto del prefetto Pugliese, un fascista minacciato con un pugnale ferisce gravemente con tre colpi di rivoltella il socialista Fioravante Bernagozzi (poi arrestato a inizio marzo); i fascisti danno poi fuoco ai mobili della Lega del luogo nella notte. Ad Aguscello (Ferrara), invece, secondo il resoconto prefettizio, due fascisti sono colpiti senza conseguenze; l’Avanti! aggiunge che arrivano quattro camion di fascisti e due automobili di agrari, scortati da camion dei carabinieri: sparano, invadono la Lega locale, spezzano e asportano il mobilio. A Cona (Ferrara) i fascisti invadono la Lega e ne danneggiano i locali, completando l’opera il giorno successivo.
24 gennaio 1921. Fossanova San Biagio
Violenza contro le cose. Incendio
A Fossanova San Biagio (Ferrara), i fascisti danno fuoco alla Lega locale dopo che, quattro giorni prima, un gruppo di affittuari fu bersaglio di colpi d’arma da fuoco provenienti da una siepe.
7 febbraio 1921. Porotto
Violenza contro le cose. Incendio
A Porotto (Ferrara). Dopo l’incendio appiccato alla sede della Lega di Porotto per mano fascista, nella notte sono dati alle fiamme i tre fienili del possidente Vittorio Gulini, della minorenne Mercedes Bertoni e dell’affittuario Pezzani.
18 febbraio 1921. Dogato
Violenza contro le cose. Saccheggi
A Dogato (Ostellato), i fascisti di ritorno da Comacchio invadono e saccheggiano la Casa del Popolo locale, e abbattono il teatrino, rubando vino, liquori, cibo e sigari. Un altro gruppo di fascisti finisce il saccheggio alla Casa del Popolo, appiccando poi le fiamme.
24 febbraio 1921. Masi Torello
Violenza contro le cose. Furti e saccheggi
A Masi Torello è devastata la Lega locale: otto fascisti mascherati fanno sgomberare i circa 120 operai presenti nei locali, asportano il mobilio, i quadri, i tavoli, le sedie, i registri, i libri, le botti di vino e tutto il resto e vi danno fuoco in piazza. Invasa e distrutta anche la Casa del Popolo.
25 febbraio 1921. Cona
Violenza contro le cose. Assalto
A Cona (Ferrara), alcuni lavoratori leghisti che vogliono distaccarsi dall’organizzazione socialista per aderire al programma fascista sono attirati nella sede della Lega, richiusi e minacciati; la Lega è assaltata dai fascisti, e i leghisti sono sconfitti, alcuni anche feriti nello scontro.
26 febbraio 1921. Villanova di Denore
Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse, furti e incendio
A Villanova di Denore (Ferrara), alla serrata degli imprenditori segue la distruzione della sede della Lega socialista: 300 fascisti invadono i locali, fanno uscire i 30 operai presenti, bastonandoli mentre passano; asportano mobili, registri, simboli e vi danno fuoco sulla strada: non è bruciato il locale perché è accanto alla casa dei fascisti.
28 febbraio 1921. Buonacompra e Gradizza
Violenza contro le cose. Rogo e assalto con bombe
A Buonacompra (Cento), nuclei fascisti di Cento, Bondeno, Casumaro e Ferrara come rappresaglia per la morte di Napoleone Lenzi incendiano sulla piazza le suppellettili e i quadri dell’ufficio di collocamento di Buonacompra. A Gradizza (Copparo) i fascisti di Copparo assaltano con le bombe la Lega locale. A Serravalle (Riva del Po) è incendiata la Lega.
1 marzo 1921. Coronella
Violenza contro le cose. Furto e saccheggi
A Coronella (Poggio Renatico), dei fascisti entrano armati nella Lega locale e la perquisiscono, asportando le bandiere rosse, dopo aver distrutto vetri, quadri, registri e libri.
6 marzo 1921. Denore
Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse e saccheggi
A Denore (Ferrara), alcuni fascisti sono malmenati da socialisti locali; i fascisti invadono così la Lega, ne asportano i mobili e li bruciano nel cortile due giorni dopo.
8 marzo 1921. Montalbano
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione, irruzione e rogo
A Montalbano (Ferrara), Jolanda Bighi, fascista di San Martino, è aggredita, atterrata e lievemente ferita per mano socialista mentre ritorna a casa. I fascisti la sera stessa irrompono nella Lega di Montalbano e danno fuoco ai mobili in piazza.
11 marzo 1921. Burana
Violenza contro le cose. Distruzione
A Burana (Bondeno) i fascisti distruggono con la dinamite la lega di Burana.
15 marzo 1921. Montesanto
Violenza contro le cose. Assalto e distruzioni
A Montesanto (Portomaggiore), un gruppo di fascisti in buon numero abbatte la porta della Lega locale, ne asporta i mobili e li brucia nel cortile, per poi dileguarsi. Si tratta di una rappresaglia dal momento che i socialisti, nel pomeriggio, avevano strappato, irridendo, i manifesti per i funerali del fascista Tognoli, assassinato.
18 marzo 1921. Dogato
Violenza contro le persone. Sparatoria e assalti con roghi
A Dogato (Ostellato), mentre numerose squadre fasciste stanno tornando da Comacchio, alcune sono colpite da sassi e colpi di rivoltella; i fascisti scaricano le rivoltelle e disperdono i socialisti. Si recano poi, alla sera, nella sede locale della Lega, perquisiscono i presenti, asportano mobili, libri, devastano e bruciano tutto per strada. A Quartesana e Gaibanella (Ferrara) sono devastate le Leghe locali, e il loro mobilio è asportato e bruciato in piazza.
22 marzo 1921. Quartieri
Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse, devastazioni e incendio
A Quartieri (Portomaggiore) un gruppo di fascisti preleva la chiave della Lega locale al custode, entra nell’edificio, devasta e brucia quanto vi trova. Sono anche bastonati due comunisti.
24 marzo 1921. Ferrara e Copparo
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione, minacce e sparatoria
A Ferrara tre fascisti “fanno visita” all’ufficio dell’assessore alla Polizia Municipale Benini per asportare un quadro di Lenin. Altri cinque fascisti, ancora in Municipio, costringono il Segretario capo a ricollocare i busti dei re Umberto e Vittorio Emanuele III e i ritratti della regina Elena e di re Vittorio Emanuele II, che il sindaco Bogiankino aveva fatto rimuovere dopo il suo insediamento. A Copparo, invece, i fascisti inquadrati assaltano il Sindacato a colpi di revolver e lancio di petardi; ci sono molti feriti, tra cui il capolega Cleto Piazzi.
26 marzo 1921. Reno Centese
Violenza contro le cose. Furto e roghi
A Reno Centese (Cento), una ventina di fascisti giunge in paese e in un’osteria attigua alla sede della Lega si fanno aprire un uscio che immette nei suoi locali: asportano mobilio, carte e li bruciano nel cortile.
28 marzo 1921. Cento
Violenza contro le cose. Incendi
A Cento la lega è data alle fiamme. Dopo uno scontro tra socialisti e fascisti, poi, la sede della Camera del Lavoro di Portomaggiore è assaltata e devastata, con un falò del mobilio sul piazzale pubblico; i fascisti si dirigono in seguito a Sandolo, Portorotta e Maiero, bruciandone le Leghe (a Maiero i danni sono ingigantiti per la presenza di bombe all’interno dei locali, che si sono sommate alle fascine usate dai fascisti per incendiarla).
30 marzo. Rero
Violenza contro le cose. Devastazioni
A Rero (Tresignana), circa 200 fascisti, verso le 20, per vendicare la morte di Moretti, si introducono nei locali della Lega, e ne asportano le suppellettili che poi sono bruciate in strada. Infine disperdono botti di vino e rompono bottiglie di liquori. Le fonti indicano anche l’invasione e la devastazione della Casa del Popolo, della Cooperativa di Consumo e dell’Ufficio di Collocamento.
31 marzo 1921. Monticelli
Violenza contro le cose. Saccheggi
A Monticelli (Mesola), i fascisti di Mesola qualche sera prima giungono sul posto per «visitare» il circolo socialista locale. Ne sorge uno scontro, in cui hanno la peggio i socialisti; i fascisti asportano la bandiera rossa. A Massenzatica (Mesola) i fascisti di Ariano fanno una scorribanda: invadono i locali della Lega, ne asportano la bandiera rossa e danneggiano i mobili. Entrambe le notizie sono riportate sulla Gazzetta ferrarese del 31 marzo.
31 marzo 1921. Runco
Violenza contro le cose. Incursioni
Azioni fasciste a Runco (Portomaggiore), a Voghiera, e a Consandolo (Argenta). Nella notte, alcuni fascisti reduci dalla scorta a Ferrara della salma di Moretti, si recano a Runco e Consandolo danneggiandone seriamente le Leghe; a Voghiera invece devastano gli edifici della Lega, il negozio e il magazzino della Cooperativa di Consumo e il teatro, danneggiandone anche il contenuto.
Aprile 1921. Bondeno
Violenza contro le cose. Incendio
Sono bruciati la Cooperativa di lavoro e il Circolo giovanile socialista di Bondeno.
Inizio aprile 1921. Copparo e Ponte San Pietro
Violenza contro le cose. Incursioni e saccheggi
Nel Copparese, i fascisti locali iniziano spedizioni contro i socialisti più in vista e nei locali delle Leghe della zona. A Ponte San Pietro, la sera del 3 aprile, i fascisti penetrano nella Lega, la saccheggiano e sequestrano due bandiere rosse.
2 aprile 1921. Bando
Violenza contro le cose. Furti
A Bando (Argenta), una delle squadre fasciste, di 8 persone, entra nella Lega, ne asporta ritratti, registri e bandiere. A Vigarano Mainarda scoppia una bomba nei pressi della Lega, ferendo i due leghisti Alberto Filippini e Carlo Bianchi e provocando qualche danno all’edificio.
3 aprile 1921. Jolanda di Savoia
Violenza contro le cose. Furti e saccheggi con roghi, minacce
A Jolanda di Savoia i fascisti si introducono nella sede dell’Ufficio di Collocamento, ne asportano seggiole, tavoli, ritratti di Lenin, registri e carte, e poi vi danno fuoco nel cortile. I fascisti si recano a casa del Sindaco socialista e lo obbligano a consegnare due bandiere rosse.
10 aprile 1921. Pontelagoscuro
Violenza contro le cose. Devastazioni e roghi
A Pontelagoscuro (Ferrara), in seguito allo scontro in cui rimane ucciso il fascista Arturo Breviglieri, alcuni fascisti invadono il Circolo Anarchico: mobili gettati dalla finestra e bruciati, così come succede all’annesso teatro; è invasa la casa dell’anarchico Ugo Orsatti e incendiata la sede della Camera del Lavoro.
11 aprile 1921. Contrapò
Violenza contro le cose. Incursioni e saccheggi
A Contrapò (Ferrara), i fascisti distruggono tavoli, seggiole e botti di vino della Lega locale per 7 mila lire di danni. A Mesola, Goro e Riva di Ariano i fascisti asportano le bandiere rosse delle Leghe locali. A Viconovo (Ferrara) i fascisti sequestrano il capolega Primo Lambertini e con lui entrano nella lega locale, distruggendone alcuni mobili A Gualdo (Voghiera) i fascisti invadono la Lega, ne asportano tavole, seggiole, ritratti, bandiere rosse e ne fanno un falò sulla pubblica piazza. Il capolega Antonio Savini è qui bastonato. Notizie riportate in questa data dalla Gazzetta ferrarese.
15 aprile 1921. Bondeno
Violenza contro le cose. Incendi
I fascisti incendiano le suppellettili delle Leghe e delle Case del Popolo di Burana, Lezzine, Pilastri e Gavello (Bondeno).
16 aprile 1921. Dosso Centese
Violenza contro le cose. Incursioni e roghi
A Dosso Centese (Cento), i fascisti entrano nella Lega locale, ne asportano i mobili e li bruciano sulla piazza. Notizia riportata in questa data dalla Gazzetta ferrarese. A Valcesura (Fiscaglia) i fascisti bruciano la porta della Lega verso mezzanotte, e tutto il contenuto è incendiato nel cortile.
17 aprile 1921. Argenta
Violenza contro le persone e contro le cose. Percosse, devastazioni e roghi
Ad Argenta una spedizione fascista organizzata da Raul Forti, con gruppi di fascisti del luogo insieme a ferraresi e portuensi e altri comuni limitrofi (400 circa), nella notte invade e devasta la Camera del Lavoro: asporta i mobili e i registri e li brucia per strada; sono danneggiate anche la sede della lega dei birocciai, l’edicola di un giornale comunista (di tale Azzalli) e le abitazioni del segretario della Camera del lavoro Cattoli e di altri sovversivi. I fascisti poi nelle frazioni di San Biagio, Consandolo, Trebbo e Belvedere (Argenta) devastano i locali delle Leghe e delle organizzazioni operaie, bastonandone i capi.
17-18 aprile 1921. Migliaro
Violenza contro le cose. Roghi
A Migliaro (Fiscaglia), nella notte, i fascisti penetrano nella Lega e ne bruciano i mobili lungo la via.
19 aprile 1921. Medelana
Violenza contro le cose. Irruzione e roghi
A Medelana (Ostellato) alle 2 di notte gli assalitori, sparando in aria per le vie del paese, invadono la Lega: tutto ciò che è contenuto è bruciato nel cortile. A Migliarino i fascisti danno fuoco a mobili e locali della Lega. A Renazzo (Cento) i fascisti di Cento e Pieve di Cento invadono l’Ufficio di Collocamento socialista del luogo: raccolgono carte e registri, bruciando tutto sul piazzale.
20 aprile 1921. Vigarano
Violenza contro le cose. Irruzione e roghi
A Vigarano Mainarda, un centinaio di fascisti abbatte la porta della Lega, ne asporta tutto e lo brucia nel cortile. A Viconovo (Ferrara) sono bruciati i locali della Lega.
24 aprile 1921. Finale di Rero
Violenza contro le cose. Incendio
A Finale di Rero (Tresignana) i fascisti incendiano la lega.
25 aprile 1921. Cologna Ferrarese
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto
A Cologna Ferrarese (Riva del Po) i fascisti assaltano la Lega, con ferimento di vari operai.
29 aprile 1921. Ferrara
Violenza contro le cose. Furto e rogo
A Ferrara i fascisti invadono la Camera del Lavoro e rubano una bandiera rossa, che poi bruciano in piazza.
1 maggio 1921. Voltana
Violenza contro le persone e contro le cose. Scontro armato, aggressione e devastazioni
Episodio avvenuto a Voltana (Lugo, Ravenna). Dopo uno scambio di attacchi a parole tra i sedici fascisti ferraresi che presidiano la linea Ferrara – Rimini e i leghisti di Voltana, che hanno sede di fronte alla stazione, i fascisti promettono, il 30 aprile, di tornare il giorno successivo. L’1 maggio a Voltana, alle 8 di mattina, di ritorno da Rimini, i sedici fascisti ferraresi si fermano e vanno alla carica contro la sede della Lega, dove i socialisti stanno sparando. Alcuni scappano, mentre i fascisti sfondano la porta, percuotono un socialista, poi danno fuoco alla Lega di Voltana e distruggono le biciclette dei leghisti.
11 maggio 1921. Ferrara
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto
Assalto violento dei fascisti alla redazione del giornale socialista Scintilla a Ferrara: percosse, perquisizioni, schede requisite, esclusione imposta agli scrutatori e impedimenti ai socialisti di accettare nomine a rappresentanti di lista.
18 maggio 1921. Codigoro
Violenza contro le persone. Scontri e roghi
I fascisti, dal momento che il Blocco ha ottenuto meno voti rispetto alla lista socialista, inscenano una dimostrazione a Codigoro, per poi arrivare al conflitto con i socialisti. Alla sera entrano nella sede della Camera del Lavoro: bruciano e sfasciano tutto.
20-21 maggio 1921. Gambulaga
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressioni e incendio
A Gambulaga (Portomaggiore) i fascisti operano una rappresaglia post elettorale. In due notti sono bastonati 10 sospetti di aver votato socialista. La notte del 20 è data alle fiamme la Casa del Popolo.
28 maggio 1921. Boara e Bosco Eliseo
Violenza contro le persone. Irruzione e roghi
La Scintilla riporta l’invasione delle Leghe di Boara (Ferrara) e di Bosco Eliseo: le suppellettili sono bruciate.
6 giugno 1921. Ferrara
Violenza contro le cose. Furto e rogo
A San Venanzio di Galliera (Bologna), una quindicina di fascisti ferraresi, di ritorno dall’inaugurazione del gagliardetto di San Pietro in Casale, invade la Lega locale. La bandiera e ritratti sono asportati, e bruciati a Ferrara davanti al monumento di Vittorio Emanuele II.
25 giugno 1921. Codifiume
Vicenza contro le cose. Incendio
Nella notte, gli squadristi incendiano e distruggono la sede della Lega di Codifiume (Argenta); è arrestato del principale fascista responsabile. Fuoco appiccato anche al magazzino della Cooperativa di Consumo.
4-5 luglio 1921. San Biagio d’Argenta
Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri e incendio
Nella notte a San Biagio d’Argenta una cinquantina di fascisti arriva allo scontro con un gruppo di sovversivi: rimangono feriti Luigi Callegari e Luigi Alemani. Gli ex leghisti abbandonano il lavoro per protesta. I fascisti appiccano poi il fuoco alla Camera del Lavoro locale.
19 luglio 1921. Malborghetto
Violenza contro le cose. Devastazioni e roghi
Nella notte i fascisti, per vendicarsi di quelle che ritengono provocazioni subite dai leghisti, si recano nella sede della Lega di Malborghetto (Ferrara), la devastano e ne bruciano il contenuto.
24 luglio 1921. Baura
Violenza contro le persone. Invasione e percosse
Dopo le 22 i fascisti invadono la sede della Lega di Baura (Ferrara), bastonando con il manganello i lavoratori presenti, compresi gli anziani. Gli operai di Baura, in un telegramma, affermano che i fascisti hanno invaso la Cooperativa menando botte e ferendo specialmente anziani e fanciulli.
23 agosto 1921. Coccanile
Violenza contro le persone. Percosse e irruzione
A Coccanile (Copparo) i fascisti di Copparo bastonano in piazza vari operai, poi irrompono nel Sindacato socialista.
28 agosto 1921. Brazzolo
Violenza contro le persone. Aggressione
A Brazzolo (Copparo) i fascisti fanno irruzione nella Lega e bastonano vari operai.
Settembre 1921. Codifiume
Violenza contro le cose. Incursione
Le squadre di Balbo investono la sezione giovanile comunista di Codifiume (Argenta), cui si era unita, nello stesso paese, anche la Segreteria della Federazione comunista provinciale.
3 settembre 1921. Gambulaga
Violenza contro le cose. Incendio
In un articolo della Scintilla si deduce il precedente incendio, per mano fascista, della Casa del Popolo di Gambulaga (Portomaggiore).
18 settembre 1921. Montesanto
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressioni e devastazioni
A Montesanto (Voghiera), verso le 23.30, dei fascisti, mascherati, invadono la sede del Sindacato operaio e bastonano gli operai Anelo Scapoli, Pietro Moretti e Primo Gardinali (quest’ultimo riporta gravi ferite alla testa); poi si rompono le suppellettili.
20 settembre 1921. Pontegradella
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressioni e incendi
A Pontegradella (Ferrara) è invasa, devastata e in parte incendiata la Cooperativa, mentre sono bastonati vari operai per mani di fascisti di Denore, Sabbioncello, San Vittore, e Tresigallo.
22 settembre 1921. Malborghetto
Violenza contro le cose. Incendio
È distrutta la ricostituita lega di Malborghetto (Ferrara), che è data alle fiamme.
25 settembre 1921. Goro
Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri e roghi
Di sera, dopo uno scontro tra un fascista e un socialista durante la mattinata, molti fascisti dei paesi vicini giungono a Goro e malmenano mezza dozzina di persone, che restano lievemente ferite; poi i fascisti entrano nel teatrino del luogo, ne asportano il mobilio e lo bruciano in piazza. Asportano anche i mobili della Casa del Popolo e li bruciano sulla pubblica piazza, per poi riprendere a bastonare i passanti.
26 settembre 1921. San Biagio d’Argenta
Violenza contro le cose. Furto e roghi
I fascisti agrari penetrano nel locale della Società Operaia di Mutuo Soccorso di San Biagio d’Argenta, e ne asportano i quadri si Enrico Ferri, Enrico Malatesta, Francesco Ferrer e Lenin, per poi portarli nel borgo, fucilarli e bruciarli davanti ai socialisti.
27 settembre 1921. Via Borgoleoni, Ferrara
Violenza contro le cose. Incursione e roghi
A Ferrara, di ritorno da un comizio in centro, i fascisti assaltano in via Borgoleoni lo studio di Mario Cavallari, incendiando per strada mobili suppellettili, libri e carte, dopo averli gettati dalle finestre.
12 ottobre 1921. Cologna Ferrarese
Violenza contro le persone e contro le cose. Minacce e danni
I fascisti nella notte vanno per le strade di Cologna Ferrarese (Riva del Po), minacciando i passanti e intimandoli a recarsi a letto; rompono poi i vetri della Lega a colpi di pistola.
27 ottobre 1921. Vigarano Pieve
Violenza contro le cose. Scontri e danni
A Vigarano Pieve, dopo alcuni scontri, i fascisti danneggiano la Lega locale.
28 ottobre 1921. Cassana
Violenza contro le cose. Incendio
A Cassana (Ferrara) i fascisti bruciano il capannone dove ha sede la Lega locale.
29 ottobre 1921. Vigarano
Violenza contro le cose. Incendio
Dopo che trecento lavoratori di Vigarano Mainarda e Vigarano Pieve hanno dichiarato l’uscita dal Sindacato autonomo fascista per creare una Lega indipendente, i fascisti fanno qui irruzione alle cinque del mattino incendiandone la sede per danno complessivo di 15 mila lire. Partecipano alla spedizione anche fascisti toscani.
31 ottobre 1921. Copparo
Violenza contro le cose. Devastazioni
Copparo è per due giorni alla mercé delle scorribande fasciste, in seguito al ritorno per amnistia dei socialisti Rutilio Ricci e Giuseppe Fedozzi. Verso le 22 i fascisti bloccano le strade, e si danno a violenze e sopraffazioni: le suppellettili del Sindacato sono gettate fuori dalla finestra, mentre sono rotti bicchieri, quadri e specchi.
20 dicembre 1921. Via Boccaleone 28, Ferrara
Violenza contro le cose. Incursione e devastazioni
Dopo le commemorazioni dei morti dell’anno precedente negli scontri del Castello Estense (Ferrara), i fascisti gattelliani, nonostante il presidio di 80 guardie regie, riescono a penetrare nella sede della Camera del Lavoro di Ferrara (via Boccaleone 28) dalle finestre e poi dall’ingresso principale, occupandola. In poco tempo dalle finestre piombano in strada registri, carte, manifesti, quadri di Lenin, Marx e Zirardini. Giungono altri fascisti che danno fuoco alle carte e ai registri in Piazza Vittorio Emanuele e in Piazza Municipale: in poco tempo vanno al rogo carte, registri, bollettari e manifesti; non è danneggiato nessun mobile; altre carte sono lanciate dai fascisti lungo le vie. Dopo tre settimane il prefetto restituisce la sede ai legittimi proprietari, ma solo tramite l’intervento del Governo che ritiene inaccettabile la situazione.
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
1 gennaio 1921. Gavello
Violenza contro le persone. Minacce e omicidio
Verso le 18:00 a Gavello (Bondeno) un gruppo di socialisti circonda il 17enne Giuseppe Gianesini, ritenuto fascista: questi è minacciato, ed è colpito poi al ventre con una pugnalata da un barbiere rivoluzionario e consigliere comunale, che ingiuria contro il fascismo; Gianesini muore dopo il ricovero ad Adria. Sono arrestati in seguito 3 socialisti implicati, tra cui l’assassino, identificato in Pietro Trevisan, consigliere comunale socialista.
27 febbraio 1921. Buonacompra
Violenza contro le persone. Aggressione e omicidio
A Buonacompra è ucciso l’affittuario clerico-fascista e aderente alla Lega bianca di Cento Napoleone Lenzi, di 44 anni, con una pugnalata al cuore in seguito a una violenta contesa sorta con dei socialisti. Sono arrestate sei presunti responsabili, tra cui il capolega Roncati e il presunto assassino.
13 marzo 1921. Coronella
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto e due feriti
A Coronella (Poggio Renatico), il socialista ventiquattrenne Luigi Fortini uccide con due colpi di revolver Alberto Tognoli, affittuario fascista trentaquattrenne di Porotto (e capo del nucleo fascista di Porotto) mentre rincasa (è uno dei due fratelli che, a seguito di un lungo boicottaggio, avevano ucciso due leghisti nel giugno 1920 durante l’invasione del fondo condotto dalla famiglia Tognoli). Rimangono feriti altri due affittuari fascisti dei cinque che erano con Tognoli.
28 marzo 1921. Portomaggiore
Violenza contro le persone. Sparatoria e scontri, diversi morti
La sera i fascisti arrivano a Portomaggiore, e la popolazione reagisce al loro arrivo. Un colpo di revolver uccide il fascista ventiseienne, ex tenente, Rino Moretti. Si scatena una vera e propria battaglia tra le due parti, che esce anche dai confini del paese nel comune. Il bilancio degli scontri: ferito mortalmente il leghista Pietro Zappaterra di Sandolo, che muore il 30 marzo; così come morirà, in seguito, il socialista Ettore Balboni; feriti per colpo d’arma da fuoco il leghista Antonio Magri di Sandolo e il fascista Giovanni Faccini; sono incendiate le Leghe di Portomaggiore, Sandolo, Portorotta e Maiero; infine, il consiglio comunale è costretto alle dimissioni.
10 aprile 1921. Pontelagoscuro
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
A Pontelagoscuro (Ferrara), durante una spedizione punitiva contro alcuni socialisti del luogo, che avevano costretto una squadra fascista a rinchiudersi nella Raffineria Ferrarese, alcuni colpi da una finestra uccidono Arturo Breviglieri, fascista, forse per vendetta dell’assassinio di Tullio Zecchi.
20 giugno 1921. Bondeno
Violenza contro le persone. Scontri e sparatoria, 1 morto
Nel Bondenese, verso mezzanotte, i due fascisti Ezio Varani (affittuario, 22 anni) e Fidio Migliari (possidente, 25 anni), usciti dal cinematografo di Sermide, tra Sermide e Stellata lungo l’argine del Po si imbattono in un gruppo che intona Bandiera rossa e lo intimano di smetterla. Ne segue uno scontro, e da parte socialista partono revolverate che uccidono Varani e feriscono gravemente Migliari, che non rimarrà ucciso. Il cadavere di Varani sarebbe stato crivellato di colpi, e altri spari condotti verso Migliari ormai privo di sensi.
30 luglio 1921. San Carlo
Violenza contro le persone. Sparatoria, due morti
A San Carlo (Sant’Agostino) è ferito mortalmente il bracciante fascista ventiquattrenne Paolo Accorsi, da parte degli avversari politici, forse in un agguato. Accorsi muore pochi giorni dopo all’ospedale. Lo stesso giorno a Cornacevina (Fiscaglia) il fascista ventiquattrenne Romildo Squarzoni di Rero è ferito mortalmente dagli avversari politici; ne dà notizia il prefetto Pugliese: sei fascisti, intorno alle 22.30, fermano il socialista Secondo Balboni per chiedere spiegazioni delle frasi ingiuriose verso il Fascio; Balboni, intimorito, spara vari colpi di rivoltella, ferendo mortalmente Squarzoni. I giornali filo-conservatori, invece, parlano di imboscata tesa dai socialisti.
28 agosto 1921. Poggetto
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
In località Poggetto, di ritorno dall’inaugurazione della sezione di “Piccoli Italiani” di Pieve di Cento, sulla strada tra Pieve e San Pietro in Casale il centese fascista minorenne Luigi Vaccari, insieme a un altro fascista quindicenne, Giulio Lanzoni, è fermato da un gruppetto di socialisti del luogo; il più giovane si nasconde nel fossato a fianco della strada, mentre Vaccari è colpito varie volte con colpi di rivoltella, e il suo volto è deturpato a bastonate; sono indirizzati colpi anche verso il quindicenne in fuga in bicicletta, ma egli rimane illeso. Accanto al cadavere è trovata una mazza ferrata insanguinata.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti
8 gennaio 1922. Alberone
Violenza contro le persone. Omicidio
Ad Alberone (Cento), Amedeo Pezzoli, fascista, uccide a colpi di bastone per motivi politici Giuseppe Balboni, da sempre ardente socialista.
24 gennaio 1922. Migliarino
Violenza contro le persone. Bastonatura, 1 morto
Dopo 10 mesi di sofferenze, muore il ventiduenne di Migliarino Agostino Celegatti in seguito alle ferite riportate in una bastonatura fascista.
3 aprile 1922. Massafiscaglia
Violenza contro le persone. Bastonatura, sparatoria, invasione e scempio, 1 morto
A Massafiscaglia il 2 aprile i fascisti, riconosciuti nelle persone di Filippo Cavallari ed Ennio Saladini, bastonano Aristide Punginelli, mentre non riescono a colpire Antonio Bulgarelli e Pietro Luccoli, per aver cantato inni socialisti all’interno della Lega, divenuta Sindacato Autonomo. Il 3 aprile Punginelli si aggrava e il figlio, affetto da disturbi mentali, con un tridente si mette alla ricerca degli aggressori del padre: colpisce alla faccia il fascista Ennio Saladini, per poi cadere in preda alle convulsioni: è percosso dai fascisti, che preparano la rappresaglia. I fascisti di Migliaro e Migliarino giungono a Massafiscaglia sparando e intimidendo, imponendo alla gente di ritirarsi; invadono la casa di Bulgarelli e obbligano la sua famiglia a guardare in ginocchio mentre fanno scempio del suo corpo. Bulgarelli muore il 7 aprile per le ferite riportate.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti
6 gennaio 1922. Longastrino
Violenza contro le persone. Sparatoria, invasione, bastonatura e incendio
Squadre di fascisti di Argenta, Portomaggiore, Ferrara e Bologna nel pomeriggio arrivano a Longastrino (Argenta – Alfonsine) e cercano di sfondare la porta della sede delle organizzazioni, sparando contro lo stabile fucilate e revolverate. Gli invasori riescono a penetrare nei locali da una porta secondaria: alcuni operai scappano, altri no, come Agostino Francia, colpito a bruciapelo da un proiettile e poi bastonato con mazze ferrate, rimanendo ferito gravemente; è ferito anche l’operaio Giuseppe Coatti, come altri che tentavano di fuggire. Poi i fascisti bruciano le suppellettili, le cui fiamme distruggono lo stabile. Non paghi, i fascisti bruciano anche alimenti che si trovavano nel magazzino consumo, per 100 mila lire di danni complessivi.
8 febbraio 1922. Cologna Ferrarese
Violenza contro le cose. Devastazioni
A Cologna Ferrarese (Riva del Po) il parroco Ugo Rossetti aveva fondato, dopo lo scioglimento della Lega socialista imposta dai fascisti locali, la società “Gioventù Cattolica” e una Lega bianca, che aveva sede nella Casa del Popolo, di proprietà della Lega braccianti, e a cui aderirono circa 300 lavoratori, provenienti anche dalle precedenti organizzazioni rosse soppresse. Dopo i tentativi di sabotaggio, l’8 febbraio circa 300 fascisti su camion e biciclette (da Gradizza, Zenzalino, Cesta, Tamara, Saletta e Ferrara) devastano la sede della Lega, incendiano i mobili e distruggono il teatrino, con danno di 15 mila lire. La Lega bianca, poi, aderisce al Fascio.
10 febbraio 1922. Ferrara
Violenza contro le persone. Minacce
Una squadra di fascisti “visita” la Tipografia Sociale di Ferrara, dove si stampa la Scintilla, per impedire l’uscita del giornale socialista.
25 marzo 1922. Ostellato
Violenza contro le cose. Incendio
I fascisti incendiano la Lega di Ostellato. Notizia riportata in questa data dalla Scintilla.
26 marzo 1922. Baura
Violenza contro le cose. Invasione
Notizia riportata in questa data dal Balilla, che si scaglia contro l’Avanti! e le sue parole sull’invasione da parte dei fascisti della Cooperativa di Baura (Ferrara), da loro devastata.
12 aprile 1922. Portomaggiore
Violenza contro le cose. Atti vandalici
Nella notte, una “comitiva di giovinastri” (fascisti) abbatte la porta della sede del Circolo Cattolico di Portomaggiore e compie atti vandalici al suo interno.
23 aprile 1922. Lagosanto
Violenza contro le persone. Minacce e ostruzione
A Lagosanto si svolgono le elezioni per il Consiglio della Cooperativa locale; Marinelli, capolista socialista, ha una maggioranza di 146 voti, e i fascisti decidono di intervenire con uno stratagemma: inventano un conflitto poco distante, così che i carabinieri presenti alle urne siano costretti a intervenire lasciando la sala delle urne vuota e permettendo a sei fascisti mascherati e armati di rivoltella di precipitarvisi. Questi obbligano i componenti del seggio a bruciare i registri e le schede.
Altre azioni di violenza e casi ambigui
8 aprile 1922. Argenta
Violenza contro le persone. Invasione, bastonature, 1 morto
Una squadra fascista partita da Argenta e ingrossatasi a San Biagio si dirige a Filo d’Argenta, paese ancora pieno di lavoratori socialisti; irrompe, in parte con individui mascherati, in un circolo di divertimento senza colore politico, in località Case Selvatiche. I fascisti bastonano persone e oggetti, e in particolar modo l’operaio, simpatizzante socialista, Vincenzo Antonellini di 58 anni, con a mano i bambini di sua figlia; egli è percosso ferocemente, e riceve al ventre il colpo mortale, pur non militando in alcun partito politico: Antonellini muore meno di due giorni dopo.
Reggio Emilia
VIOLENZE
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
31 dicembre 1920. Correggio
Violenza contro le persone. Rissa e sparatoria, 2 morti
Una squadra fascista proveniente dalla provincia di Modena si reca a Correggio dove si deve tenere un veglione organizzato dai socialisti per il Capodanno. Si accendono degli scontri presso la Casa del Popolo che degenerano in una sparatoria da parte fascista. Ci sono due vittime, Mario Gasparini (29 anni) e Agostino Zaccarelli (21 anni), socialisti, e alcuni feriti per le percosse.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
27 febbraio 1921. Sant’Ilario d’Enza
Violenza contro le persone. Rissa e sparatoria, 1 morto
Gruppi di fascisti provenienti dalla provincia e dalla regione si danno appuntamento a Sant’Ilario per l’inaugurazione del fascio locale. Nascono degli scontri con i socialisti locali. Viene dato l’assalto alla Casa del Popolo e cooperativa socialista che viene data alle fiamme. Accorrono i vigili del fuoco. Il comandante dei pompieri, Carlo Caffari, rimane travolto dal crollo dell’edificio e muore alcuni mesi più tardi.
1° maggio 1921. Cavriago
Violenza contro le persone. Sparatoria, 2 morti
In occasione delle manifestazioni del primo maggio squadre armate provenienti da Reggio arrivano nella cittadina e provocano uno scontro con gli antifascisti locali. Ne nasce una sparatoria che provoca due vittime, Primo Francescotti (anarchico) e Andrea Stefano Barilli (cattolico indipendente).
5 maggio 1921. Luzzara
Violenza contro le persone. Tafferugli e sparatoria, 1 morto
In un clima di grande tensione un gruppo di fascisti avvicina tre anarchici con l’intenzione di perquisirli. Ne nasce uno scontro in cui, secondo la versione degli aggressori, questi ultimi avrebbero impugnato delle armi da taglio e poi una pistola. Ne segue una sparatoria che porta alla morte di uno degli antifascisti: Riccardo Siliprandi (32 anni), anarchico.
5 maggio 1921, Rubiera
Violenza contro le persone. Tafferugli e sparatoria, 2 morti
Al confine tra le province di Reggio e Modena si accendono degli scontri tra i fascisti locali e un piccolo gruppo di comunisti che, nei giorni seguenti, si rinfacciano la responsabilità della provocazione. Ne nasce una sparatoria in cui vengono ferite diverse persone, tra cui Nino Neviani (17 anni, comunista) morto il giorno successivo, e Armando Morselli (32 anni, comunista), deceduto a seguito delle ferite qualche settimana più tardi.
14 agosto 1921. Canolo di Correggio
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Un agricoltore, non impegnato in politica, Aristodemo Cocconi, viene fermato da due fascisti mentre rientra a casa di sera. Dopo aver scambiato qualche parola con loro si avvia tranquillamente a casa ma viene poi raggiunto e freddato con due colpi di pistola. Probabilmente è stato scambiato per il fratello, ex assessore socialista del comune di Correggio.
13 novembre 1921. San Martino in Rio
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Agide Barbieri, giovane comunista, viene fermato da un noto fascista carpigiano, Enrico Lodi, mentre rientra a casa insieme ad alcuni compagni. Questi gli spara un colpo di rivoltella al cuore da breve distanza e, nel fuggire, ferisce ad un polpaccio anche una donna che aveva visto l’accaduto protestando ad alta voce. Al fatto erano presenti anche altri fascisti del luogo.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
13 febbraio 1921. Rubiera
Violenza contro le cose e le persone. Devastazione di sedi antifasciste ed aggressione, 1 ferito
Fascisti di Modena devastano la cooperativa. Il banconiere Teucro Paltrinieri, 41 anni, viene bastonato e ferito alla testa.
15 febbraio 1921. Centro storico, Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Un militante socialista viene aggredito e bastonato da un fascista in pieno centro storico. L’aggressore viene arrestato dalle forze dell’ordine ma è immediatamente liberato grazie all’intervento dei suoi compagni.
13 marzo 1921. Rio Saliceto
Violenza contro le cose. Irruzione e furto
Una squadra di fascisti fa irruzione nella casa di una vedova di guerra e si fa consegnare la bandiera della Lega proletaria dei reduci. La bandiera viene poi bruciata nella piazza del paese.
14 marzo 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione, minacce e bando dalla città
Dopo un incontro avvenuto nella sede del giornale socialista “La Giustizia” un gruppo di fascisti insegue i deputati Giovanni Zibordi e Camillo Prampolini che sono fatti oggetto di minacce ed ingiurie. I due sono costretti a rifugiarsi nella casa di quest’ultimo mentre vengono esplosi contro di loro dei colpi di pistola. Durante la notte i fascisti sostano sotto casa di Zibordi gridando frasi oscene anche se a casa sono presenti soltanto la moglie e la figlia. Zibordi è costretto ad abbandonare la città.
15 marzo 1921. Rolo
Violenza contro le persone. Bando di diversi responsabili di associazioni antifasciste. Dimissioni delle amministrazioni
Per evitare violenze il Sindaco, un assessore, due consiglieri comunali, il presidente della cooperativa muratori, un certo Tedeschi, il prof. Provinciali, e il segretario comunale devono accettare le seguenti condizioni: dimissioni consiglio comunale; dimissioni e allontanamento da Rolo del Segretario della Cooperativa Gasparini Enzo; dimissioni del Consigliere comunale e provinciale Camurri Vincenzo; abolizione dell’Ufficio collocamento socialista e costituzione di un altro ufficio apolitico; obbligo del municipio di esporre il tricolore in ricorrenza delle feste nazionali.
19 marzo 1921. Correggio
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 2 feriti
Due militanti socialisti, Giovanni Salami e l’assessore Adolfo Corghi, vengono aggrediti e bastonati da un gruppo di fascisti proveniente da Carpi. Salami in particolare viene percosso perché si è rifiutato di baciare la bandiera.
28 marzo 1921. Fabbrico
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste
I fascisti fanno irruzione nella cooperativa. Vengono gettati dalla finestra registri, carte e giornali che vengono poi bruciati.
29 marzo 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Tafferugli in consiglio comunale
I fascisti provocano un tumulto durante il consiglio comunale per imporre ad un consigliere di togliersi un distintivo socialista.
30 marzo 1921. San Martino in Rio
Violenza contro le persone. Minacce contro gli abitanti
Circa 150 fascisti provenienti da Carpi, Correggio e Guastalla invadono il paese esponendo la bandiera al palazzo comunale. La popolazione si rinchiude in casa per evitare incidenti.
1° aprile 1921. Gavassa
Violenza contro le cose. Sottrazione della bandiera di un circolo socialista
I fascisti, pistole in pugno, si fanno consegnare la bandiera del circolo socialista dal banconiere.
5 aprile 1921. Bagnolo in Piano
Violenza contro le cose. Rapina contro la cooperativa di consumo
La cooperativa viene rapinata, viene imposto al cassiere della cooperativa di consumo Adolfo Iotti di versare tutto il contenuto della cassa (circa 90mila lire) e minacciato di bastonatura. Il consiglio legittimo viene sostituito con un consiglio provvisorio di nomina fascista.
8 aprile 1921. Via Farini, Reggio Emilia
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste
Devastazione del negozio cooperativo “Stampa socialista” in via Farini.
8 aprile 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste Alla stazione della Reggio Ciano in uno scontro a fuoco rimane ferito il giovane fascista Pier Luigi Davolio Marani, di Fabbrico. Per vendetta i fascisti devastano la Camera del Lavoro, invadono la cooperativa legatori picchiando alcuni operai, bruciano mobili e documenti. Viene anche invasa la sede de “La Giustizia” in via Gazzata e devastata.
Distrutti anche i locali del club socialista in via San Rocco.
14 aprile 1921. Novellara
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 5 feriti
Roberto Rovatti, segretario comunale, afferente al Ppi, viene bastonato dai fascisti di Campagnola. Vengono bastonati negli stessi giorni il socialista Fava Giuseppe fu Giuseppe e l’avv. Carlo Mariani, Virginio Cuso e Garlanti Arciso perché appartenenti al Ppi.
16 aprile 1921. Quattro Castella, Bibbiano, Quaresimo
Violenza contro le cose. Distruzione di simboli antifascisti.
Vengono asportate le bandiere rosse delle cooperative: Sono poi portate a Reggio e bruciate pubblicamente.
23 aprile 1921. Castellarano
Violenza contro le cose. Sottrazione di simboli antifascisti
Assalto al comune e imposizione della bandiera. Asportazione dei vessilli socialisti e di quelli della cooperativa. A compiere le azioni sono 30 fascisti di Sassuolo.
24 aprile 1921. Brescello
Violenza contro le cose. Distruzione di simboli antifascisti
Invasione dei locali della ex caserma S. Benedetto, ora sede cooperativa. Asportazione di una bandiera rossa, dello stemma dei soviet e di vario carteggio. Rottura di un quadro di Marx presente in Municipio.
28 aprile 1921
Violenza contro le persone. Minacce e bando di antifascisti
Dopo molte violenze il Consiglio Comunale socialista è costretto a dimettersi. Il segretario della cooperativa è bandito.
29 aprile 1921. Poviglio, Castelnovo Sotto
Violenza contro le persone e contro le cose. Sottrazione di simboli antifascisti
Bastonature di operai alle cooperative di Caprara e Case Cocconi. Furto del sipario del teatro sociale perché reca dei fregi socialisti.
1° maggio 1921. Scandiano
Violenza contro le persone. Imposizione di simboli
Imposizione dell’esposizione delle bandiere alle cooperative di Ca’ de Caroli, Ventoso e Chiozza in occasione del comizio di un candidato fascista.
3 maggio 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, diversi feriti
Un gruppo di operai delle Officine Meccaniche viene bastonato da una squadra fascista nei pressi dell’ospedale cittadino dove si erano recati per partecipare al funerale delle vittime del 1° maggio a Cavriago.
12 maggio 1921. Cadelbosco di Sopra
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste
Incendio dell’ufficio di collocamento. Furto di carte e registri della cooperativa.
12 maggio 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
L’avvocato Giuseppe Strozzi viene bastonato da un gruppo di fascisti perché accusato di aver tradito i fascisti distribuendo volantini per Agostino Berenini, ex socialista riformista.
16 maggio 1921. Guastalla
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, diversi feriti
Dopo l’esito delle elezioni, che nella zona di Guastalla hanno visto un buon risultato per il partito socialista, una squadra fascista bastona il consigliere comunale socialista Guerrino Galaverni. La stessa squadra prosegue il raid in diverse sedi socialiste e percuote un operaio e un collaboratore del partito popolare. Il giorno successivo viene bastonato il segretario dell’Ufficio Emigrazione Umanitaria.
17 maggio 1921. San Bernardino di Novellara
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti e bando dal paese, 2 feriti
Il rag. Artemio Bertacchini e Gino Garavaldi, socialisti, vengono banditi dal paese.
3 giugno 1921. Stazione, Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti. Bando dal capoluogo. 1 ferito.
Umberto Farri, sindaco socialista di Casalgrande, viene bastonato sul viale della stazione cittadina e gli viene intimato di non farsi più vedere nel capoluogo.
16 giugno 1921
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Una quindicina di fascisti si presentano al mulino municipale e chiedono di parlare con il direttore Del Rio, ex assessore socialista. Lo accusano di aver pronunciato delle frasi poco rispettose e al suo diniego lo colpiscono comunque con un bastone e un mattone.
24 giugno 1921. Caprara di Campegine
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, diversi feriti
Una squadra fascista, composta sia fa elementi locali che da altri venuti da fuori, fa irruzione nel teatro del paese durante lo spettacolo cinematografico e ordina alle donne e ai bambini di uscire. Gli uomini sono poi perquisiti e quelli indicati dai fascisti locali vengono bastonati.
26 giugno 1921. S. Pellegrino
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, diversi feriti
I fascisti circondano cooperativa di consumo di S. Pellegrino mentre vi si tiene una riunione dei segretari della Federazione giovanile provinciale comunista ed esplodono dei colpi di pistola. Fanno poi irruzione nei locali e bastonano alcuni dei partecipanti.
24 luglio 1921. San Martino in Rio
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Aurelio Campani, socialista, viene ferito al petto con un colpo di arma da fuoco da un fascista del paese.
26 luglio 1921. Gavassa
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Il socialista Umberto Dallari, vicepresidente della cassa cooperativa contadini, viene fermato e ripetutamente percosso alla schiena da un fascista mentre passa in bicicletta nei pressi della cooperativa di consumo del paese.
19 agosto 1921. Quartiere Gattaglio, Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 2 feriti
Viene bastonato Gisberto Prampolini, economo della cooperativa e viene percosso e ferito ad una gamba da un colpo di arma da fuoco Italo Anceschi che aveva protestato per il pestaggio.
29 agosto 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
I fascisti sparano da una casa su un gruppo di giovani che torna a casa cantando. Rimane ferito gravemente all’inguine Armando Bertani.
4 settembre 1921. Luzzara
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 3 feriti
Antenore Pograri, Antonio Binacchi (mutilati di guerra) e Pellegrini Piccoli vengono bastonati da un gruppo di fascisti perché sopresi ad affiggere dei manifesti che invitano ad inviare aiuti alla popolazione russa.
11 settembre 1921. S. Ilario d’Enza
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti e danneggiamento della cooperativa, diversi feriti
Una squadra fascista ferisce a bastonate due fratelli socialisti poi invade la cooperativa locale, aggredendo gli avventori.
24 settembre 1921. Borzano di Albinea
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
I fascisti locali bastonano Romeo Bianchetti, poi impongono la chiusura di tutti i pubblici esercizi.
21 ottobre 1921. Correggio
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 2 feriti
Dino Ribes e Walter Diacci di Canolo vengono bastonati perché hanno deposto al processo contro i fascisti per l’aggressione di Fulgenzio Losi.
5 novembre 1921. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Viene bastonato il direttore delle Officine comunali del Gas e Elettricità perché accusato falsamente di aver interrotto per qualche ora le forniture in occasione del 4 novembre.
26-27 novembre 1921. Rolo
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 3 feriti
Viene aggredito e bastonato a sangue l’ex sindaco Bellesia. Schiaffeggiato il tubercolotico di guerra Primo Pietri. Il 27 viene aggredito un certo Mario Lusella perché recatosi a trovare Bellesia.
4 dicembre 1921. Bagnolo in Piano
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti e bando dal paese, 1 ferito
Il segretario del Fascio locale aggredisce il socialista Francesco Bigliardi. All’arrivo di altri fascisti questo viene malmenato e gli viene intimato di abbandonare il paese.
8 dicembre 1921. Brugneto
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 2 feriti
Quindici fascisti armati invadono la cooperativa di consumo e aggrediscono il barbiere Mentore Caramaschi. Più tardi alla trattoria della Pace viene colpito l’operaio Romeo Pasotti.
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
25 luglio 1921. Masone
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Un gruppo di fascisti che partecipa alla sagra del paese tenuta presso l’osteria viene raggiunto da un’altra squadra che arriva in automobile. Notano un giovane con un fazzoletto rosso nel taschino e lo bastonano. La situazione degenera e lo stesso ragazzo viene colpito ad una gamba da un colpo di arma da fuoco. Non si tratta però di un socialista ma di un ex carabiniere, Fermo Spaggiari.
28 luglio 1921. Gavassa
Violenza contro le persone. Aggressione, 1 ferito
Un uomo, non iscritto ad alcun partito, viene bastonato perché accusato di parlare male dei fascisti. Una donna che protestava contro il pestaggio viene schiaffeggiata.
1° agosto 1921. Rolo
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Francesco Losi, mutilato di guerra, viene bastonato a sangue da una squadra fascista e lasciato svenuto per strada. Viene ritrovato e soccorso da alcuni passanti.
6 agosto 1921. Campegine
Violenza contro le persone e contro le cose. Minacce
Un gruppo di fascisti ferma una bambina vestita di rosso davanti alla cooperativa e obbligano la madre a toglierle la veste che viene poi fatta a pezzi.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
22 febbraio 1922. Correggio
Violenza contro persone. Morte per i postumi delle aggressioni subite, 1 morto
Umberto Bizzoccoli è un giovane dirigente dei giovani socialisti, si avvicina alla frazione comunista e guarda con favore alla svolta di Livorno. Diventa fiduciario provinciale della federazione giovanile comunista per la zona di Correggio. È presente al Congresso nazionale di Firenze del 30 gennaio 1921 quando la delegazione reggiana si oppone al distacco dal Psi e viene allontanata. Deluso dall’autoritarismo dei vertici comunisti, dà le dimissioni.
Perseguitato dai fascisti di Correggio si reca a La Spezia, non è chiaro se per il servizio militare (come sembra più probabile) o per sfuggire alle violenze.
A La Spezia viene di nuovo aggredito e sottoposto a violenti pestaggi (secondo “La Giustizia” mentre si trova in arresto per attività sovversiva). Torna a Correggio all’inizio del 1922 ormai in gravi condizioni fisiche e muore dopo poche settimane.
12 marzo 1922. Coenzo di Brescello
Violenza contro persone. Tafferugli e sparatoria, 1 morto
Dopo una conferenza fascista nel vicino paese di Mezzano nasce uno scontro con sparatoria tra fascisti e socialisti-comunisti. Intervengono anche i carabinieri. Ci sono molti feriti e una vittima, Giuseppe Vincenzo Amadei, 53 anni, socialista.
13 marzo 1922. Puianello
Violenza contro persone. Omicidio, 1 morto
Il segretario del circolo socialista Armando Teneggi, 25 anni, in compagnia di alcuni amici, rientra a casa nella tarda serata e incrocia un gruppo di fascisti che lo lasciano passare senza dire nulla. Improvvisamente due squadristi si staccano dal resto della compagnia e colpiscono con una bastonata alla testa il segretario proprio sulla soglia di casa e poi inseguono gli altri. Nonostante l’arrivo del medico il colpo violento al capo risulta mortale.
15 marzo 1922. Jano
Violenza contro persone. Percosse ed omicidio, 1 morto
Dopo la funzione religiosa domenicale un gruppo di fascisti incrocia di fronte alla Posta Vecchia un gruppo di socialisti e nasce un diverbio. Un fascista colpisce con una bastonata al volto uno dei dirigenti del circolo socialista locale, Rinaldo Adolfo Incerti. La ferita si rivela poi più grave di quanto sembrava nell’immediato e conduce alla morte della vittima.
19 marzo 1922. Villa Seta
Violenza contro persone. Percosse ed omicidio, 1 morto
Un fascista entra nell’osteria del paese per vendere il giornale “All’armi”. Di fronte al rifiuto di uno dei clienti nasce una colluttazione che viene però fermata dagli altri avventori. Uscito dall’osteria lo stesso cliente, Armando Arduini, socialista, viene aggredito prima a bastonate e poi a colpi di pistola.
22 maggio 1922. Pieve Modolena
Violenza contro persone. Tafferugli e scontro a fuoco, 1 morto
Alle undici della sera alcuni fascisti bussano alla porta della cooperativa del paese che stava chiudendo. Pretendono di identificare i pochi avventori rimasti all’interno poi se cominciano a percuotere uno di questi, il comunista Evaristo (o Evangelista) Ferretti, con cui avevano già avuto modo di scontrarsi nel centro cittadino. La vittima riesce a ferire uno degli aggressori con un oggetto di ferro preso dal negozio ma viene poi colpito da colpi di pistola prima al braccio poi al ventre. Viene trasportato in ospedale dove muore a causa delle ferite.
3 luglio 1922. Villamaggiore
Violenza contro persone. Percosse ed omicidio, 1 morto
Un uomo viene aggredito mentre rientra a casa in tarda serata e viene ritrovato esanime, con chiari segni di percosse a colpi di bastone alla testa e in varie parti del corpo. Si tratta di un antifascista molto conosciuto nella zona, Fulgenzio Silvio Zani, comunista, 29 anni.
26 settembre 1922. S. Martino in Rio
Violenza contro persone. Percosse ed omicidio, 1 morto
Un giovane della frazione, appena tornato dal militare, viene costretto da un fascista locale a rientrare nella propria abitazione. I fratelli del giovane scendono in strada per protestare contro questa imposizione. Uno di questi viene colpito alla testa da una bastonata mentre il secondo è colpito da un colpo di pistola alla bocca e muore sul colpo. Si tratta di un socialista piuttosto conosciuto nel paese: Adolfo Vezzani, socialista, 29 anni, mutilato di guerra.
29 ottobre 1922. Reggio Emilia
Violenza contro persone. Percosse ed omicidio, 1 morto
Come rappresaglia per il ferimento di un fascista avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 ottobre Ferruccio Casoli, socialista, viene aggredito a bastonate nei pressi del centro cittadino, vicino a porta S. Stefano. Ritrovato esanime muore poco dopo il trasporto in ospedale.
9 novembre 1922. Gavasseto
Violenza contro persone. Omicidio, 1 morto
Il segretario locale del PPI Antonio Denti viene ferito da un colpo di pistola mentre rientra a casa in bicicletta dopo una riunione del sindacato cascinai. Sebbene ferito riesce a rialzarsi ma viene raggiunto e colpito di nuovo alla testa.
13 novembre 1922. Scandiano
Violenza contro persone. Omicidio, 1 morto
Dopo un diverbio sorto per futili motivi con il segretario politico del fascio di Scandiano, Umberto Romoli, ex assessore socialista di Scandiano, viene colpito da un colpo di pistola al cuore. Il segretario del fascio ed un altro uomo, in possesso della pistola, vengono immediatamente arrestati.
12 novembre 1922. Guastalla
Violenza contro persone. Percosse ed omicidio, 1 morto
Un militante del Partito Popolare, Pietro Mariotti, viene aggredito e bastonato mentre si reca al seggio per le elezioni comunali. Muore il giorno successivo.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
15 maggio 1922. Ventoso di Scandiano
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste
La cooperativa della frazione viene data alle fiamme da un gruppo di fascisti.
26 luglio 1922. Poviglio
Violenza contro le cose. Devastazione di sedi antifasciste
Un gruppo di fascisti fa irruzione nella cooperativa, obbliga il banconiere a chiudere poi dà fuoco ai registri della società di mutuo soccorso.
30 agosto 1922. S. Martino in Rio
Violenza contro le persone
Passaggio obbligato della cooperativa di consumo alla federazione delle corporazioni sindacali.
2 settembre 1922. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Minacce contro le amministrazioni locali
Il consiglio provinciale è costretto alle dimissioni per le violenze subite. Le dimissioni vengono poi ritirate e il consiglio di dimetterà definitivamente alla fine di ottobre.
19 settembre 1922 – Albinea
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti e distruzione del teatro, diversi feriti
I fascisti in occasione dell’inaugurazione del gagliardetto danno fuoco al teatro del paese e bastonano gli uomini.
1° ottobre 1922. Castellarano
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 2 feriti
Vengono bastonati il garzone mugnaio Ottavio Ravazzini e il bracciante Ternelli Oliviero.
28 ottobre 1922. Reggio Emilia
Violenza contro le persone. Aggressione ad antifascisti, 1 ferito
Viene bastonato il socialista Francesco Laghi mentre esce dalla Prefettura. Era andato a dare le dimissioni dalla Deputazione Provinciale.
Comprensorio Imolese
VIOLENZE
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
2-3-4 luglio 1919. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Scontri e saccheggi
Agitazione popolare e sciopero per l’introduzione di un calmiere. Primo giorno di agitazione era stato il 2 luglio con la definizione di un calmiere, lo sciopero generale e il comizio nel prato retrostante le scuole Carducci. Requisizione delle automobili a ricchi proprietari cittadini. Di tale attenzione furono oggetto il conte Annibale Ginnasi, i signori Celso Spagnoli e Giovanni Battista Raffi, il conte Tozzoni, al cui chauffeur fu anche imposto di trasportare un gruppetto di manifestanti a Castel Bolognese, Faenza e Forlì. Intanto “turbe di giovinastri facinorosi, di donne scalmanate e di ragazzaglia scomposta” si aggiravano dovunque, pretendendo, con minacce, nelle case, da mangiare e bere e imponendo presso i negozi il ribasso dei prezzi di tutti i generi». Ma il momento di massima tensione di quella giornata di mobilitazione fu il saccheggio della drogheria Ferrari: la mattina del 2 una folla si assembrò davanti al magazzino con l’intenzione di imporre la vendita a prezzi calmierati. Immediata la reazione al diniego del Ferrari: «la turba furibonda si diè senz’altro ad abbattere la porta e a iniziare il saccheggio». Non valse l’intervento di un primo nucleo di agenti e dello stesso capitano dei carabinieri: «Le esortazioni e gli ordini dei rappresentanti dell’autorità riuscirono vane; dall’interno i rivoltosi gittavano merci di ogni genere sulla strada ove erasene formato un mucchio, abbattendo, fracassando quanto veniva loro innanzi, e, urlando grida rivoluzionarie, inveivano con ingiurie e minacce contro i depositari della pubblica forza». Si fece intervenire la cavalleria che però fu impedita da robuste corde tese da un lato all’altro della via Emilia a difendere l’accesso al luogo del saccheggio, mentre il lancio di oggetti da parte dei saccheggiatori impauriva i cavalli. Miglior risultato non ebbe la fanteria, che anzi qualcuno sostiene venisse allettata dalle offerte di liquori e biscotti da parte dei dimostranti. Per il giorno dopo si annuncia un nuovo comizio per siglare la fine del moto, invece la situazione degenera. Dopo il tentativo fallito di invasione della casa di Berti Ceroni, presidente della Cassa di Risparmio, intervengono carabinieri e guardie cittadini, che esplodono i primi colpi di rivoltella. In quel breve tratto cittadino, tra i giardini pubblici e l’incrocio detto cantone dei quattro venti, mentre la folla defluisce dal comizio e incalza la forza pubblica che arretra, viene ferita una ragazza di 18 anni, Irma Guadagnini, e colpiti mortalmente il fornaciaio Sante Pirazzoli e l’infermiere Livio Mongardi. Qualche metro più in là cade un giovane socialista di 17 anni, Giulio Xella, poi è la volta di un viaggiatore di commercio forestiero, Aldo Ungarelli, colto davanti all’Albergo Italia. In Piazza delle Erbe, contigua al municipio, viene uccisa una donna, Caterina Landi, uscita di casa col secchio in mano per attingere acqua alla fontana. La figlia, affacciata alla finestra, la vede cadere. Nel frattempo sono feriti anche il giovane Francesco Casadio Caroli e tale Pelliconi Maria. La relazione dell’ispettore Saracini indica, appoggiandosi a una mappa della città, i punti in cui caddero uccisi o feriti a morte cinque cittadini, descrive i movimenti dei carabinieri e di altri agenti di polizia e cerca di individuare le responsabilità. Certo i carabinieri non spararono sempre in aria, e alla fine si calcolò che la forza pubblica aveva esploso oltre 120 colpi. Ma, sostiene il Saracini, è certo che anche alcuni dimostranti avevano armi da fuoco. Interessante è anche notare che nella medesima relazione egli chiedesse provvedimenti a carico di diversi graduati e suggerisse l’allontanamento da Imola del sottoprefetto cav. Limon «verso il quale sono anche dirette le critiche di una notevole parte della cittadinanza».
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
9 agosto 1920. Loc. Portonovo, Medicina
Violenza contro le persone. Rissa, sparatoria. 4 morti
A Portonovo di Medicina uno scontro tra lavoratori e crumiri degenera in rissa, con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco e l’uccisione di 4 persone e il ferimento di altre 5. Nello scontro perdono la vita l’agente agrario Gesù Ghedini, i lavoratori crumiri Roberto Poletti e Luigi Barbieri e lo scioperante Celestino Dovesi. Per l’episodio vengono arrestati 45 lavoratori, 33 dei quali rinviati a giudizio per 3 omicidi e 3 tentati omicidi. Il 12 novembre 1923 in Corte d’Assise compaiono 31 imputati perché 2 sono latitanti. Il 30 novembre 1923 la corte emette questa sentenza: Eugenio Belletti 10 anni di reclusione; Angelo Brini 8 anni e 4 mesi; Guido Brini 10 anni; Giuseppe Cardinali 7 anni e 6 mesi; Giuseppe Caroli 7 anni e 6 mesi; Domenico Cesari 8 anni e 4 mesi; Innocenzo Cocchi 8 anni e 9 mesi; Francesco Dall’Olio 11 anni e 8 mesi; Augusto Dovesi 8 anni e 4 mesi; Pompeo Dovesi 9 anni, 8 mesi e 20 giorni; Adelmo Gollini 8 anni e 4 mesi; Alfonso Marchesi 7 anni e 6 mesi; Ettore Martelli 7 anni e 6 mesi; Luigi Martelli 7 anni e 6 mesi; Enea Modelli 10 anni; Giuseppe Nanni 10 anni; Pietro Sangiorgi 6 anni e 3 mesi; Alfredo Stignani 20 anni e 5 mesi; Aniceto Stignani 10; Arturo Zini 7 anni e 6 mesi. Geltrude Buttazzi fu amnistiata. Furono assolti: Raffaele Buselli, Marino Lenzi, Ulisse Lenzi, Alfonso Mongardi, Arturo Nanni, Augusto Nanni, Attilio Poggi, Mario Poggi, Mentore Tubertini, Emilio Zanetti (Corte d’Assise di Bologna. 1922-1923, p.134). Il 3 dicembre1923 sono processati, con rito abbreviato e difensore d’ufficio, i latitanti Antonio Gubellini e Luigi Poggi. Hanno 30 anni di reclusione Poggi e 25 Gubellini. Espatriano clandestinamente e si recano in URSS. Poggi perde la vita in un gulag, durante le purghe staliniste. Gubellini si stabilisce in URSS. I fratelli Ettore e Luigi Martelli di Massimiliano, condannati a 7 anni e 6 mesi, sono persone diverse dai fratelli Ettore e Luigi Martelli di Alessandro che, nello stesso periodo, abitano nella vicina Castel Guelfo di Bologna e sono politicamente attivi in campo antifascista. I fratelli Filippo e Innocenzo Modelli (incerta è la presenza di Celestino) il 17 novembre 1921 fanno parte della squadra fascista che entra nell’abitazione del bracciante socialista Ugo Morara a Medicina, lo trasporta in strada e l’uccide a colpi di bastone. Anche se Morara non ha partecipato allo scontro di Portonovo, il 30 gennaio 1923 la Corte d’Assise di Bologna amnistia i due Modelli, riconoscendo che quella e altre aggressioni sono fatte dai «fascisti contro gli elementi sovversivi del luogo a titolo di ritorsione per il grave eccidio di Portonovo». A parere dei magistrati, i fascisti «andavano per le osterie in cerca di comunisti e dove ne trovavano li bastonavano». Per motivare l’amnistia, i magistrati – tre mesi dopo la “marcia su Roma” – sostengono che è «incontestabile che i fatti vennero determinati esclusivamente da movente politico» e che «nei medesimi concorre anche il fine nazionale» e che «i partiti nazionali hanno svolto (quell’azione punitiva) per rintuzzare, anche fino alle estreme conseguenze, l’attività dei sovversivi». Nella motivazione il magistrato scrive che il provvedimento di amnistia emesso dal governo il 22 dicembre 1922 – e da lui applicato – è stato scritto «secondo la concezione fascista» Il 14 luglio 1944 Celestino Modelli viene giustiziato dai partigiani perché aderente alla RSI.
29 agosto 1920. Fontanelice
Violenza contro le persone e contro le cose. Danneggiamento e sparatoria
Durante una sparatoria tra coloni bianchi e squadre camerali scoppiata in un podere nella località di Santa Margherita, il bracciante Giuffrida Poggiali è colpito da una fucilata sparata da un colono della famiglia Trebbi. Una trebbiatrice viene distrutta durante lo scontro.
6 dicembre 1920. Castel San Pietro
Violenza contro le persone. Rissa
L’affissione di un manifesto murale “gravemente ingiurioso” nei confronti del Psi da parte del fascista bolognese Augusto Alvisi suscita la reazione di un operaio di Castel San Pietro, il quale comincia a staccare il manifesto. Da lì scoppia una colluttazione, nella quale ad avere la peggio fu il fascista bolognese. L’episodio costituisce il pretesto che i gruppi organizzati fascisti bolognesi attendevano per l’assalto al comune di Castel San Pietro, avvenuto il giorno seguente. Il 7 dicembre 1920 un centinaio di fascisti guidati da Baroncini e da un possidente locale invadono su tre camion e quattro automobili Castel San Pietro, terrorizzano e picchiano alcuni passanti. I fascisti devastano la Camera del Lavoro, la Cooperativa birocciai, la Lega Coloni e l’Ufficio di collocamento braccianti. Compiuta questa impresa, i fascisti si riversano nella piazza principale della cittadina, dove aggrediscono e pestano a sangue gli operai Mazzanti e Girotti, ricoverati d’urgenza all’ospedale in condizioni gravissime. Dopo l’aggressione ai due operai, i fascisti assaltano il municipio, devastando i vari uffici già precedentemente evacuati. Dopo aver percosso a sangue il Ragionier Romiti, capo dell’ufficio di ragioneria del comune e unico impiegato rimasto in Municipio, i fascisti salgono al piano superiore, dove si trovavano alcune aule scolastiche e irruppero nelle stesse.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
6 dicembre 1920. Castel San Pietro
Violenza contro le persone. Rissa
L’affissione di un manifesto murale “gravemente ingiurioso” nei confronti del Psi da parte del fascista bolognese Augusto Alvisi suscita la reazione di un operaio di Castel San Pietro, il quale comincia a staccare il manifesto. Da lì scoppia una colluttazione, nella quale ad avere la peggio fu il fascista bolognese. L’episodio costituisce il pretesto che i gruppi organizzati fascisti bolognesi attendevano per l’assalto al comune di Castel San Pietro, avvenuto il giorno seguente. Il 7 dicembre 1920 un centinaio di fascisti guidati da Baroncini e da un possidente locale invadono su tre camion e quattro automobili Castel San Pietro, terrorizzano e picchiano alcuni passanti. I fascisti devastano la Camera del Lavoro, la Cooperativa birocciai, la Lega Coloni e l’Ufficio di collocamento braccianti. Compiuta questa impresa, i fascisti si riversano nella piazza principale della cittadina, dove aggrediscono e pestano a sangue gli operai Mazzanti e Girotti, ricoverati d’urgenza all’ospedale in condizioni gravissime. Dopo l’aggressione ai due operai, i fascisti assaltano il municipio, devastando i vari uffici già precedentemente evacuati. Dopo aver percosso a sangue il Ragionier Romiti, capo dell’ufficio di ragioneria del comune e unico impiegato rimasto in Municipio, i fascisti salgono al piano superiore, dove si trovavano alcune aule scolastiche e irruppero nelle stesse.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
22 agosto 1920. Imola
Violenza contro le persone. Arbitrio poliziesco, intimidazione, violenza armata
Si registrano una serie di episodi di prepotenza da parte dei carabinieri, che in più parti della città fanno irruzioni in abitazioni di socialisti ed esplodono colpi di rivoltella contro esponenti delle organizzazioni operaie. Tra i tanti episodi registrati su “La lotta” si segnalano i colpi di arma da fuoco sparati contro l’abitazione di Giuseppe Loreti, la decina di fucilate esplose in piazza Quaini contro un arrestato (rimasto fortunosamente illeso) e gli arresti arbitrari di Guglielmo Folli e Giuseppe Mariani. La “lotta”, denunciando come i militi agiscano da “arbitri assoluti della vita e della libertà dei pacifici cittadini”, propone ironicamente alle autorità di far affiggere dei cartelli con la scritta “Non guardate i carabinieri, pericolo di morte” per le vie della città.
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
17 settembre 1920. Mordano
Violenza contro le persone. Rissa, sassaiola, sparatoria, 1 morto
Omicidio del birocciaio Arcangelo Solferini. Nelle prime ore del pomeriggio all’entrata di un podere sito in località Volta, scoppiava una colluttazione tra il birocciaio Solferini e persone ignote. Il diverbio ben presto assunse una forma violentissima, con lancio di ciottoli, minacce con forconi e l’esplosione di vari colpi di rivoltella, fatali per il Solferini. Il Diario evidenzia come Solferini fosse l’unico colono di Mordano che non avesse dato adesione alla Lega socialista.
17 ottobre 1920. via Emilia, Imola
Violenza contro le persone. Fucilata
Domenica 17 ottobre intorno alle ore 12 Dino Grandi, giovane avvocato di Mordano con studio a Imola, è aggredito a colpi di rivoltella mentre percorre in bicicletta la via Emilia all’altezza della chiesa di Sant’Agostino. Grandi esce illeso e non ci sono feriti tra i passanti. Tra le ipotesi dell’aggressione, la partecipazione di Dino Grandi a una manifestazione fascista tenuta a Bologna nei giorni precedenti o gelosie professionali.
10 aprile 1921. Piazza Cavallotti, Imola
Violenza contro le persone. Rissa, sparatoria, bastonatura, pestaggio
Domenica 10 aprile in piazza Cavallotti, attuale piazza Caduti per la libertà, nel corso di una colluttazione tra un gruppo di giovani fascisti e alcuni giovani operai, un giovane fascista, Luigi Galanti di Ponticelli, è ferito dai colpi sparati da un compagno, che gli perforano un polmone. Le forze dell’ordine perquisiscono molti passanti e il Circolo Ritrovo Socialista. Dopo poche ore, giungono a Imola squadre di fascisti da Castel San Pietro e da Toscanella, insieme ad altre provenienti da Bologna e guidate dall’imolese Gino Baroncini (1893-1970), appartenente al Fascio bolognese; le squadre sfilano per le vie e tengono una dimostrazione nella piazza Vittorio Emanuele, attuale piazza Matteotti. In quella circostanza vengono bastonati dai fascisti numerosi antifascisti, tra cui il giovane comunista Enrico Ronchi. Pensiero Sportelli ed Enrico Capuani vengono invece malmenati dai carabinieri. Diretta conseguenza dei disordini di domenica 10 aprile, è anche l’arresto, il giorno successivo, di alcune famiglie di profughi ungheresi residenti a Imola ma estranei alla politica imolese, le quali sono inviate all’estradizione in Austria. Lunedì 11 esce un numero straordinario del settimanale “La lotta” dal titolo Contro tutte le violenze fasciste vi è la forza e la disciplina del proletariato.
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
4 novembre 1920. Imola
Violenza contro le cose. Scioperi e disordini
Il 4 novembre, in occasione dell’anniversario della fine della grande guerra, si registrano disordini alimentati da squadre di fascisti che in serata assaltano la Camera del lavoro, al cui presidio erano stati chiamati anche socialisti imolesi; sono oltre 60 i ciclisti rossi imolesi che si dirigono a Bologna con l’intento di dare man forte ai socialisti felsinei. Intervengono le forze dell’ordine, che rintracciano armi all’interno della Camera del lavoro e arrestano i socialisti (64 imolesi su 96 arrestati). A Imola il giorno dopo è indetto uno sciopero con astensione dal lavoro e chiusura dei negozi; la sezione imolese del Partito socialista, tramite il Magazzino generale cooperativo e lo spaccio comunale, organizza misure per sostenere le famiglie degli imolesi carcerati. I socialisti arrestati sono rilasciati dopo qualche giorno
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
15 maggio 1921. Via Cavour, Imola
Violenza contro le persone. Aggressione, bastonatura, tumulti
Aggressione fascista al sindaco di Imola Giulio Miceti, che viene raggiunto da un gruppo di una decina di bastonatori fascisti mentre rincasa. La notizia diventa presto di pubblico dominio e gli operai imolesi scendono in piazza Cavallotti dove si verificano alcuni tumulti, sedati dai carabinieri, i quali operano una perquisizione alla sede del fascio di via Cavour, dove vengono requisite cinque rivoltelle e numerosi proiettili. Questa sarà soltanto la prima di numerose aggressioni subite dal sindaco, che verrà ripetutamente malmenato nel corso di quel periodo. Per esempio, il 15 luglio 1921 di fronte alla porta di casa sua e all’uscita dalla Sacmi (Società Anonima Cooperativa Meccanici Imola) subirà un ulteriore pestaggio.
25 maggio 1921. Castel Guelfo
Violenza contro le persone. Bastonatura e omicidio
A Castel Guelfo di Bologna il birocciaio socialista Enrico Bonoli viene fatto oggetto di una pesante bastonatura da parte di un gruppo di fascisti, tanto da morire il 18 giugno dello stesso anno per effetto delle ferite riportate in quella contingenza.
13 luglio 1921, Fraz. San Prospero. Imola
Violenza contro le persone. Sparatoria. 1 morto
Uccisione del bracciante anarchico Ugo Masrati (in alcuni documenti Ugo Matarassi o Materoni), freddato dal fuoco aperto da una quindicina di fascisti giunti in camion al podere Colombarina di San Prospero, dove Masrati lavorava. L’intento della spedizione fascista è quello di far cessare con la forza la trebbiatura delle organizzazioni socialiste.
9 ottobre 1921, Caffè del Commercio. Imola
Violenze contro le persone. Rissa, bastonatura
Intorno alle 14, mentre Andrea Marabini si trovava insieme ad alcuni amici al Caffè del Commercio, fu invitato dal fascista Pollini a uscire dall’esercizio. Al reciso diniego del Marabini, il fascista adunò immediatamente alcuni altri fascisti, appostati nelle vicinanze del caffè Sganapino. Nei tafferugli che ne scaturirono rimasero contusi i fascisti Ferruccio Cimatti e tale Nanni da Dozza, mentre Olindo Costa, socialista, fu pesantemente bastonato e poi arrestato. Tra gli arrestati anche il padre di Ugo Masrati, ferocemente ucciso dai fascisti nel corso dell’estate precedente.
3 novembre 1921. Caffè Grilli, Fontanelice
Violenza contro le persone. Sparatoria, bastonatura, accoltellamento
Agguato di una squadra di 8 fascisti armati di bastoni e rivoltella ai danni di un gruppo di socialisti riunitisi al caffè Grilli. I socialisti Luigi Biagi, Mario Berti e Cassano Biagi rimangono feriti, così come tale Domenico Tabani, “estraneo alle competizioni politiche” colpito da una coltellata al basso ventre e ricoverato in condizioni critiche all’Ospedale. “La lotta” indica tra li autori del gesto i fascisti Giuseppe Dardi, Francesco Dardi, Raffaele Ravaglia, Aldo Zuffa, Guerrino Betti e Silvio Monti. “Il Carlino” e “Il progresso” liquidano gli avvenienti come una rissa da bar.
9 novembre 1921. Fontanelice
Violenza contro le persone. Accoltellamento, 1 morto
Aggressione ai danni dell’operaio socialista Domenico Bubani che, ritornando a casa, viene sorpreso e accoltellato da una squadra di fascisti. Morirà il 12 novembre 1921 dopo tre giorni di agonia. Alcune fonti indicano come autore del gesto il fascista Alfio (Aldo?) Zuffa.
17 novembre 1921, Medicina
Violenza contro le persone. Omicidio
Uccisione del socialista Ugo Morara. I fratelli Filippo e Innocenzo Modelli (incerta è la presenza di Celestino) fecero parte della squadra fascista che entrò nell’abitazione del bracciante socialista Ugo Morara a Medicina, lo trascinò nella pubblica piazza e lo bastonò a sangue, uccidendolo. Il 30 gennaio 1923 la Corte d’Assise di Bologna amnistiò i due Modelli, riconoscendo che quella e altre aggressioni erano fatte dai «fascisti contro gli elementi sovversivi del luogo a titolo di ritorsione per il grave eccidio di Portonovo». A parere dei magistrati, i fascisti «andavano per le osterie in cerca di comunisti e dove ne trovavano li bastonavano». Per motivare l’amnistia, i magistrati – tre mesi dopo la “marcia su Roma” – sostennero che era «incontestabile che i fatti vennero determinati esclusivamente da movente politico» e che «nei medesimi concorre anche il fine nazionale» e che «i partiti nazionali hanno svolto (quell’azione punitiva) per rintuzzare, anche fino alle estreme conseguenze, l’attività dei sovversivi». Nella motivazione il magistrato scrisse che il provvedimento di amnistia emesso dal governo il 22.12.1922 – e da lui applicato – era stato scritto «secondo la concezione fascista» Il 14.7.1944 Celestino Modelli fu giustiziato dai partigiani perché aderente alla RSI.
25 novembre 1921. Fontanelice
Violenza contro le persone. Accoltellamento. 1 morto
Vincenzo Bubani, socialista, viene ucciso in un agguato di fascisti. Non identificati gli autori del gesto.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
10 aprile 1921. Loc. Toscanella, Dozza
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione, bastonatura, spoglio, pestaggio, minacce
Irruzione in casa e bastonatura ai danni del socialista Augusto Alpi. Alcuni fascisti, dopo un inseguimento a sostenuta velocità, impongono al tram Imola-Bologna di fermarsi poiché da uno dei suoi finestrini era stata sventolata una bandiera rossa. Una volta fermato il convoglio, due giovani socialisti, Bruno Zotti e Mario Zaccherini, vengono bastonati a sangue. Entrambi finiscono all’Ospedale di Castel San Pietro Terme con importanti lesioni. Dopo l’agguato i fascisti fecero irruzione nel Circolo Socialista, dove rapinano la banconiera e sequestrano un simpatizzante socialista, Augusto Zaganelli, che viene brutalmente pestato. Inoltre, fanno irruzione nelle abitazioni di Loreti e Trerè, altri due socialisti.
10 aprile 1921. Mordano
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione, pestaggio, incendio, danneggiamento
Circa una trentina di fascisti a bordo di alcune automobili piombano notte tempo a Mordano. Dopo aver percosso alcuni operai, tra i quali si registrano Giuseppe Zambrini e Remo Zimi, essi penetrano negli uffici delle Lega Braccianti e della Cooperativa Muratori, asportando registri e suppellettili, poi incendiati nella pubblica piazza. Vengono danneggiati anche il Circolo Proletario e la Sezione Comunista. “La lotta” denuncia la connivenza dei carabinieri che secondo il settimanale socialista sarebbero rimasti “alla finestra tranquilli e sorridenti a osservare”. Vengono indicati come responsabili i fascisti Franco Cannonieri e Giuseppe Anconetani, entrambi latitanti.
25 aprile 1921. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, minacce, occupazione del palazzo comunale, scorribanda
In occasione delle elezioni politiche, il presidente dell’Agraria Giacobbe Manzoni organizzò un comizio imponente con l’arrivo di 300 fascisti venuti da Bologna. Questi occuparono il palazzo comunale e vi fecero esporre il tricolore. Tutta la città avrebbe dovuto essere imbandierata ma solo 16 palazzi (di cui 6 nobiliari, 8 di agrari, i circoli Riunione Cittadina e Palazzo Sersanti) obbedirono. La manifestazione si concluse con scorribande per le vie della città, spari, minacce e, al ritorno, danni alle leghe di Mordano e Sesto Imolese.
8 maggio 1921. Fraz. Sasso Morelli, Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazione, bastonatura
Intorno alle 17 un folto gruppo di fascisti, tra cui si registrano Augusto Alvisi di Castel San Pietro e i fratelli Biagio e Corrado Castaldi, giungono in camion a Sasso Morelli, irrompendo all’interno del Circolo Organizzati di Sasso Morelli, dove bastonarono i presenti, tra cui il segretario della Camera del Lavoro di Imola. Sopraggiungono altri due camion carichi di fascisti che, nuovamente penetrati nel Circolo, devastano tutto, distruggendo mobili e asportando timbri e registri anche dall’Ufficio di Collocamento e dall’Ufficio della Cooperativa Birocciai.
28 maggio 1921. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione, devastazione, bastonature, accoltellamenti
Sabato sera 28 maggio una cinquantina di fascisti bolognesi, scortati dai loro omologhi imolesi, provenienti dalla sede del Fascio imolese in via Cavour, si nascondono nel giardino della chiesa di San Domenico e si appostano tra le piante della ghiacciaia che si trovano di fronte all’entrata del Circolo ritrovo socialista in via Orsini; alcuni passanti si accorgono dei movimenti e avvertono i frequentatori del circolo che fanno allontanare donne e bambini, si allontanano anche l’on. Marabini comunista e on. Ercolani socialista, in quel momento presenti nel circolo. I fascisti fanno irruzione, viene lanciata una bomba contro il banco delle bevande, sono feriti a colpi di pistola e di pugnale sette frequentatori del circolo, Paolo Baroncini, Domenico Ferri, Luigi Dardi, Eugenio Casadio Pirazzoli, Aurelio Lucchi, Ezio Zanelli, alcuni gravemente. Nella fuga dopo l’assalto i fascisti feriscono un passante, tale Carlo Loreti. I carabinieri intervengono con cautela e sembrano “manovrati” da persone vestite di nero e facilmente riconoscibili. L’atto di violenza suscita enorme scalpore e la città è sbigottita. Il giorno seguente, domenica 29 maggio, il sindaco Miceti fa affiggere un manifesto di pacificazione. I giornali locali, “La Lotta” socialista, “Il momento” comunista e “Sorgiamo!” anarchico, riportano le deposizioni di testimoni e il ricordo dei feriti. “Il Momento” lancia una sottoscrizione per raccogliere denaro a sostegno delle famiglie dei feriti, e in meno di un mese sono raccolte 27.000 lire. Sei persone sono indagate per i danni e il ferimento delle sette persone all’interno del circolo. Nel mese di dicembre si conclude l’istruttoria, vengono rinviati a giudizio tre accusati, mentre gli altri sono assolti per insufficienza di prove. Nella domenica si verificarono incidenti senza conseguenze per il pronto intervento della forza pubblica. Furono sciolti assembramenti e fu ordinata la chiusura dei pubblici esercizi per le 12. nella serata il Sindaco pubblicò un manifesto incitando alla pacificazione e al disarmo degli animi. Il comitato del Fronte unico proletario distribuì volantini condannando il criminale gesto fascista ed esprimendo fervidi auguri ai feriti. Il fascio espose pure un manifesto dicendosi disposti alla pacificazione qualora i partiti contrari ne diano garanzia. L’assalto del 28 maggio dà il via a un crescendo di aggressioni personali di stampo politico, che finora erano state episodiche, e che si intensificano a fronte di una sempre più marcata assenza/connivenza delle forze dell’ordine. Per l’agguato al circolo vengono rinviati a giudizio per danneggiamento e lesioni Amedeo Ferrantini, Giuseppe Cilini, Mario Valdrè. Galvani Mario e Baravelli Silvio sono assolti per non aver commesso il fatto.
17 giugno 1921. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione, bastonature, tafferugli
La Camera del Lavoro aveva indetto per venerdì 17 giugno 1921 al teatro comunale una riunione generale degli organizzati per discutere del problema della disoccupazione. Alla sera del giovedì arrivarono a Imola numerose squadre di fascisti (quasi 500 effettivi), guidate da Dino Grandi, tanto che il sottoprefetto, temendo disordini aveva emanato un ordine di chiusura di tutti gli esercizi pubblici. L’ordine fu però osteggiato dai fascisti che con minacce e colpi di bastone imposero l’apertura di tutti i negozi. Dopo aver bastonato Paolo Giselli, Nevio Astorri e Alessio Sarti, i fascisti, riuscendo ad avere la meglio sulle forze di pubblica sicurezza, assaltarono il Municipio dal cui balcone issarono la loro bandiera. Altri fascisti nel frattempo, irruppero in alcune chiese del centro storico, imponendo ai sagrestani di far suonare le campane. I fascisti riuscirono poi a penetrare nella Camera del Lavoro malmenando il custode, Luigi Sportelli, e issando la loro bandiera anche in quel luogo. Dopo aver fatto irruzione anche nell’abitazione dell’on. Ercolani, dalla quale furono asportati alcuni documenti, i fascisti fecero irruzione nelle scuole elementari e nella Pretura pretendendo che fosse esposta la loro bandiera. Un altro gruppo tornato davanti al municipio tentava di entrarvi. Avvennero colluttazioni con la forza pubblica e rimasero lievemente feriti due agenti ed un fascista. A seguito dell’intervento dell’On. Grandi il sottoprefetto permise poi che la bandiera fosse esposta nella torre dell’orologio. I fascisti esposero pure una bandiera all’esterno del balcone del municipio con il consenso del custode. Durante dimostrazione alla Torre dell’Orologio un capitano di fanteria provocò incidente essendo intervenuto contro l’opera dei funzionari di P.S.
22 giugno 1921. Loc. Ponte Santo, Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, irruzione, devastazione, spoglio
Un piccolo gruppo di fascisti di Imola e Bologna, dopo essere stati fatti segno di alcuni colpi di rivoltella andati a vuoto, penetra nella villa Andrea Costa, luogo di ritrovo delle organizzazioni operaie, di Ponte Santo gettando tavoli e panche nel cortile, trafugando registri e frantumando ogni cosa, arrecando un danno stimabile in 200 lire circa. Tra i denunciati per l’azione si registra il nome di Luigi Lambro.
23 agosto 1921. Fraz. Spazzate Sassatelli, Imola
Violenza contro le persone e contro le cose.
Assalto alla cooperativa di consumo di Spazzate Sassatelli. Otto fascisti giunti nella frazione su un camion, costrinsero l’incaricato della Cooperativa di Consumo di Spazzate Sassatelli, Tommaso Della Silvia, ad aprire il portone della stessa. Una volta dentro, devastarono quanto trovarono all’interno, allagando con il vino contenuto nelle botti la cantina e dando fuoco alle panche e alle tavole trasportate all’esterno. Vengono asportati anche denaro, bottiglie di liquore e documenti contabili.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
1 dicembre 1921. Imola
Violenza contro le persone. Arbitrio poliziesco, pestaggio. 1 morto
Emilio Zardi, mentre sta seduto al Caffè Grilli, viene arrestato dai carabinieri e portato in caserma. Qui, secondo fonti anonime, sarebbe stato picchiato e randellato, riportando gravi ferite che lo conducono, qualche giorno dopo, alla morte.
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
11 luglio 1921. Via Garibaldi, Imola
Violenza contro le persone. Sparatoria, bastonatura
Nei pressi della Rocca i fratelli Giuseppe e Luigi Rocca e il segretario del fascio imolese Mansueto Cantoni sono fatti oggetto di colpi di pistola da parte del maestro Ciro Beltrandi, di simpatie anarchiche. Luigi Rocca, presidente del circolo Silvio Pellico e attivista del partito popolare, rimane ferito. Il feritore viene arrestato dai carabinieri che, prima di trarlo in arresto, lo bastonano, procurandogli gravi lesioni polmonari che saranno una delle cause che lo porteranno a morire di tubercolosi nel 1941 in Belgio.
16 luglio 1921. Fraz. Piratello, Imola
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Uccisione del colono iscritto alle Fratellanze Coloniche Ugo Argilli che, mentre rincasava, viene freddato da alcuni colpi di fucile. La mattina stessa aveva fatto richiesta di iscrizione al fascio di combattimento. Sul movemente dell’omicidio permangono alcune perplessità: alcuni dei parenti della vittima esprimono il dubbio che si tratti di un omicidio dovuto a motivazioni passionali. Si scatena una caccia all’uomo dei fascisti che consegnano alcuni sospettati dell’uccisione di Ugo Argilli alle forze dell’ordine. Il giovane Argilli, come la settimana prima Edgardo Gardi, viene considerato martire fascista e riceve imponenti funerali in cui si schierano anche le componenti cattoliche e liberali in un solo fronte antisocialista, comunista e anarchico. Il giorno seguente seguono episodi di rappresaglia: squadre di fascisti devastano completamente l’ufficio macchine della Cooperativa di Consumo, l’ufficio della lega coloni, gli uffici di redazione de “La lotta” e la Biblioteca Socialista ad essi annessa. Stessa sorte tocca ai locali del partito socialista di via Felice Orsini, spogliati del mobilio, dei suppellettili e di documenti che vengono lanciati fuori dalle finestre. Danni per parecchie decine di migliaia di lire. Lunedì mattina 18 alcune squadre di fascisti cercano di impedire l’apertura alla Cooperativa di consumo, che riesce ad aprire solo alle ore 10. Altri incidenti avvennero in città: bastonature ai danni di Marco Dal Bosco, Ercole Fossi e Renato Meldarelli; distruzione della bottega del barbiere di simpatie anarchiche Decimo Sarti.
21 luglio 1921. Imola
Violenza contro le persone.
In un’osteria presso le Ca’ ed Galtè (nell’attuale incrocio tra via Campanella e via della Resistenza), scontro a fuoco tra anarchici e fascisti: il giovane muratore anarchico Vincenzo Zanelli riuscì a colpire da terra, prima di essere ucciso, l’assalitore Francesco Nanni, a sua volta colpito, che morirà qualche giorno dopo. Sulla vicenda le fonti giornalistiche presentano l’una di fronte all’altra ad escludersi a vicenda due versioni assai diverse. Secondo la versione data dal Carlino i fascisti sarebbero caduti in una imboscata loro tesa da alcune persone: donde la loro difesa e rappresaglia nell’uccidere il Zanelli sparando contro il luogo donde erano partiti i colpi. Secondo la versione dell’Avanti! I fascisti si sarebbero fatti addosso al Zanelli ingiungendogli di alzare le mani e sparandogli poi contro: donde la difesa del Zanelli e le conseguenti mortali ferite inflitte al Nanni. Per Vincenzo Zanelli si tiene domenica 24 pomeriggio il trasporto funebre imponente, ma silenzioso e senza bandiere, mentre per Francesco Nanni martedì 26 è organizzato un funerale solenne con gonfalone del Comune, gagliardetti, vessilli e discorso di Dino Grandi. Alla fine di dicembre, al termine dell’istruttoria per i due delitti, il procuratore generale di Bologna chiede assoluzione per fascisti e comunisti coinvolti, e il rinvio a giudizio per Enrico Tarozzi e Sante Farina per omicidio di Francesco Nanni. I fascisti imolesi scagionati, Siboni, Rivalta e Barbieri, al rientro a Imola sono accolti festosamente alla fornace Gallotti. Si forma un corteo fino in città, che le forze dell’ordine tentato di sciogliere due volte inutilmente in via Emilia e in piazza Vittorio Emanuele; si tiene un brindisi finale al circolo cittadino con discorso del segretario del fascio imolese Cantoni.
23 novembre 1921. Casona di Frassineto, Castel San Pietro
Violenza contro le persone e contro le cose. Rissa, sparatoria, incendio, 2 morti
La sera del 23.11.1921 nell’osteria della Casona a Frassineto (Castel S. Pietro Terme), 7 militanti del PSI stanno giocando a carte quando entrano i fascisti Giuseppe Barnabà, Giuseppe Ghini e Remo Ravaglia di Casalfiumanese. Quando i tre intimano ai socialisti di cessare ogni attività politica, ha luogo uno scontro violentissimo con bastonate e rivoltellate. Il fascista Ravaglia, colpito da numerosi colpi di bottiglia in testa e con sassate al volto, rimane ucciso e il 27 muore anche Barnabà. Alcuni giorni dopo, per rappresaglia, i fascisti bruciano la Casona. I carabinieri arrestano 9 militanti socialisti: Ermete Dallavalle, Ettore Dallavalle, Aldo Forni, Cesare Marchetti, Andrea Minghini, Giuseppe Salieri, Aldo Serotti, Aristide Serotti Tolomeo Tattini. Minghini e Tattini vengono prosciolti in istruttoria e gli altri rinviati a giudizio per omicidio. L’8.11.1923 la Corte d’Assise emette questa sentenza: Ettore Dallavalle 4 anni, 8 mesi e 20 giorni; Forni 2 anni, 5 mesi e 8 giorni; Marchetti 7 anni e 29 giorni; Salieri 2 anni, 4 mesi e 10 giorni; Aristide Serotti 4 anni, 5 mesi e 9 giorni; Aldo Serotti 3 anni e 3 mesi. Ermete Dallavalle assolto.
10 aprile 1921. Piazza Cavallotti, Imola
aprile 1921. Piazza Cavallotti, Imola
Violenza contro le persone. Rissa, sparatoria, bastonatura, pestaggio
Domenica 10 aprile in piazza Cavallotti, attuale piazza Caduti per la libertà, nel corso di una colluttazione tra un gruppo di giovani fascisti e alcuni giovani operai, un giovane fascista, Luigi Galanti di Ponticelli, è ferito dai colpi sparati da un compagno, che gli perforano un polmone. Le forze dell’ordine perquisiscono molti passanti e il Circolo Ritrovo Socialista. Dopo poche ore, giungono a Imola squadre di fascisti da Castel San Pietro e da Toscanella, insieme ad altre provenienti da Bologna e guidate dall’imolese Gino Baroncini (1893-1970), appartenente al Fascio bolognese; le squadre sfilano per le vie e tengono una dimostrazione nella piazza Vittorio Emanuele, attuale piazza Matteotti. In quella circostanza vengono bastonati dai fascisti numerosi antifascisti, tra cui il giovane comunista Enrico Ronchi. Pensiero Sportelli ed Enrico Capuani vengono invece malmenati dai carabinieri. Diretta conseguenza dei disordini di domenica 10 aprile, è anche l’arresto, il giorno successivo, di alcune famiglie di profughi ungheresi residenti a Imola ma estranei alla politica imolese, le quali sono inviate all’estradizione in Austria. Lunedì 11 esce un numero straordinario del settimanale “La lotta” dal titolo Contro tutte le violenze fasciste vi è la forza e la disciplina del proletariato.
6 giugno 1921. Fraz. Sasso Morelli, Imola
Violenza contro le persone. Sparatoria
Lo studente fascista Lino Rocchi viene fatto segno di alcuni colpi di rivoltella mentre percorre la strada verso Ortodonico in località Albero Buco. Uno di questi proiettili gli trapassa il braccio, causandogli una ferita guaribile in 10 giorni. Dopo il ferimento dello studente fascista Lino Rocchi, i fascisti “sostituiscono i carabinieri” e perquisiscono le abitazioni di presunti antifascisti nella località di Albero Buco, intimidendone gli abitanti e minacciando di bruciare le case. Sequestrano il giovane Umberto Galassi, caricandolo sul camion e consegnandolo ai carabinieri di Imola.
10-11 luglio 1921. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, bastonature, assalto, devastazione, incendio, 1 morto
Uccisione del ragioniere Edgardo Gardi da parte di Primo Bassi, figura di spicco dell’anarchismo romagnolo. Nell’affollata birreria Pasetti del centro Primo Bassi venne aggredito da un gruppo di fascisti; ben presto si ingenera uno scontro a fuoco. Uno dei numerosi colpi della sparatoria uccide un avventore, l’impiegato della camera agraria e cugino del poeta Imolese Luigi Orsini Edgardo Gardi che, pur non essendo iscritto al fascio, divenne un martire nella retorica fascista. Al processo, nonostante la perizia balistica scagionasse Bassi inchiodando all’accaduto uno degli assalitori, l’anarchico ugualmente condannato a vent’anni di carcere. Dopo l’uccisione di Edgardo Gardi si scatenò la caccia all’anarchico: durante la notte del 10 luglio fu devastata e data alle fiamme la sede dell’Unione Sindacale in via Quarto con la redazione del giornale anarchico “Sorgiamo!” e l’annessa biblioteca. I fascisti impongono alla cooperativa tipografica editrice Galeati di non stampare “Sorgiamo!” e alle edicole di non distribuirlo. La redazione decide di fare stampare a Bologna il giornale e di non darlo alle edicole, e con il n. 30 del 6 agosto giornale diventa quindicinale ed è stampato a Bologna. Poco dopo contro il comunista Romeo Romei furono sparati tre colpi di rivoltella che lo ferivano alla gamba destra. L’attentatore veniva identificato con il fascista Leandro Ravaglia e arrestato in data 22 agosto 1921. Il Ravaglia verrà poi condannato in data 20 gennaio 1922 a cinque mesi di reclusione. Per Edgardo Gardi, non iscritto al Fascio imolese, sono organizzati funerali imponenti in San Cassiano, si forma un corteo affollatissimo con sosta a Croce Coperta dove tengono discorsi Gino Baroncini e Mansueto Cantoni; nei giorni successivi la piazza Duomo, allora intitolata a Francisco Ferrer è intitolata a Gardi; solo nel 1931 sarà ripristinata la denominazione. Sul settimanale cattolico “Il diario” è pubblicata una lettera di pacificazione del vescovo di Imola Paolino Tribbioli. Il giornale fascista “L’assalto” pubblica una lettera della vedova di Edgardo Gardi, Maria Baldisserri di riconoscenza al segretario del fascio imolese Cantoni per la partecipazione alle esequie del marito. Poco prima dei funerali di Gardi si verificano numerosi episodi di violenza con il muratore Alfonso Beltrandi, l’oste Aldo Fantazzini e il capo delle Guardie Municipali Marco Buscaroli contusi e ridotti in ospedale dalle bastonature di alcuni fascisti.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
20 febbraio 1922. Imola
Violenza contro le persone. Bastonatura
Bastonatura fascista ai danni di Andrea Marabini, figlio di Anselmo e animatore cittadino del Partito Comunista d’Italia, che di fronte alla farmacia della SS. Annunziata viene raggiunto da un nugolo di fascisti che gli provoca una ferita lacero contusa alla regione frontoparietale di destra guaribile in 10 giorni. Anche Antonio Guerra subisce una bastonatura che gli provoca ferite guaribili in 5 giorni.
12 marzo 1922. Fraz. Sesto Imolese, Imola
Violenza contro le persone. Tafferugli, bastonatura
Durante alcuni tafferugli scoppiati tra fascisti e socialisti di fronte al fabbricato in ristrutturazione che le organizzazioni operaie vorrebbero rendere la Casa del Popolo di Sasso Morelli, l’operaio socialista Enrico Minghetti viene ferito a un braccio da un colpo di rivoltella, con ferita guaribile in giorni 25 salvo complicazioni. Un altro dei contendenti viene mancato di pochissimo da un colpo, che gli buca il cappello. “La lotta” denuncia la connivenza con i fascisti dei carabinieri, i quali secondo il settimanale socialista “accompagnarono in caserma i fascisti, tutti armati, e indi alle loro automobili, senza pensare di disarmarli” e “scambiavano saluti, sorrisi e strette di mano con loro, come per felicitarsi della bella azione compiuta”.
1 maggio 1922. Imola
Violenza contro le persone. Bastonatura, tafferugli, sparatoria, 1 morto e 4 feriti
Tafferugli in viale Dante tra i carabinieri e, da una parte, il corteo delle organizzazioni operaie, dall’altra un gruppo di circa un centinaio di fascisti. La violenza si diffonde in tutto il centro storico della cittadina, con Piazza Cavallotti e Piazza Vittorio Emanuele occupate dai fascisti, che bastonano e brutalizzano molti dei passanti. A Casa Rigolino di Linaro era in atto una manifestazione popolare, per la Festa del lavoro, quando furono sparati colpi di rivoltella sui presenti. Alcuni fascisti – nascosti dietro l’argine di un canale – spararono alla cieca a scopo terroristico. Nell’eccidio perse la vita Luigi Trombetti e restarono feriti Luigi Bassani, Teresa Baroncini, Paolo Falconi e Remo Sgubbi. I fascisti non furono identificati. I carabinieri – a conferma del fatto che i sicari avevano cercato la strage – raccolsero una trentina di bossoli di rivoltella e di fucile. Gli episodi di violenza si susseguono per tutta la giornata, con le bastonature e gli incidenti che terminano soltanto intorno alla mezzanotte.
28 maggio 1922. Imola
Violenza contro le persone. Bastonatura
Aggressione all’on. Anselmo Marabini che, mentre si recava alla Camera del Lavoro, viene bastonato da una squadra di fascisti. Il comunista Avanti Mancini, accorso in soccorso dell’on. Marabini, viene gettato a terra e colpito da una pugnalata alla mano. Trasportato all’Ospedale Civile, viene dichiarato guaribile in 30 giorni.
3 agosto 1922. Piazza Vittorio Emanuele II, Imola
Violenza contro le persone. Bastonatura.1 morto
Raffaele Virgulti, mutilato di guerra, di idee anarco-socialiste e ferroviere, il 3 agosto fu aggredito e selvaggiamente trucidato a bastonate dai fascisti, che gli fratturarono il cranio mentre stava attraversando Piazza Vittorio Emanuele II (attuale Piazza Matteotti), teatro di aspri scontri nei giorni precedenti a causa dello “sciopero legalitario” dell’Alleanza del Lavoro e della repressione fascista dopo l’uccisione di Andrea Tabanelli.
7 agosto 1922. Mordano
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Nel pomeriggio del 7 agosto 1922 una squadra di fascisti uccise a colpi di rivoltella il colono Bartolomeo Mazzetti aderente alle Fratellanze coloniche, il sindacato cattolico. Il 23.8.1922 a Massa Lombarda (RA) fu trovato, nei pressi di una casa colonica, il cadavere del fascista Artemisio Ricci, il principale responsabile della morte di Mazzetti. Era stato pugnalato alle spalle. Per la morte di Mazzetti furono rinviati a giudizio 8 fascisti. Il 13.12.1923 furono condannati in 7: Luigi Monti, Ermete Bordini, Luigi Dal Pozzo e Giulio Marani a 7 anni e 6 mesi; Pietro Ricci e Ettore Boldrini a 6 anni e 3 mesi; Umberto Bonavista a 3 anni, 8 mesi e 5 giorni. Il 15.12 fu processato e condannato a 7 anni e 6 mesi il fascista Aldo Monti, latitante.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
28 maggio 1922. Imola
Violenza contro le cose. Tentativo d’assalto, violenza sulle persone, bastonatura
Tentativo d’assalto alla Camera del lavoro da parte di una cinquantina di fascisti accorsi in città da tutta la Romagna. Il tentativo viene però sventato dalle guardie regie, dai carabinieri e dai soldati che riescono a disperdere i fascisti soltanto dopo che questi ebbero frantumato alcune vetrate. In piazza Cavallotti scoppiano tafferugli, con i fascisti che irrompono in alcuni esercizi commerciali devastandoli. In uno di questi esercizi una ragazza, certa Maria Casadio, viene schiaffeggiata e percossa con un bastone, riportando ferite guaribili in 10 giorni.
28 ottobre 1922. Imola
Violenza contro le cose. Tentativo d’assalto
I fascisti cittadini festeggiano il successo della Marcia su Roma tentando l’occupazione della Sottoprefettura, della Ferrovia e della Posta, impresa fallita grazie all’intervento della forza pubblica. Avvenuto l’ordine di smobilitazione, i fascisti si radunarono nelle sede di via Cavour, quindi percorsero in corteo, accompagnati dalla banda cittadina, le vie della città.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
11 aprile 1922. Fraz. Sesto Imolese, Imola
Violenza contro le persone. Arbitrio poliziesco, frustate.
L’operaio Davide Manaresi viene fermato da due carabinieri che lo perquisiscono senza trovare nulla di compromettente. All’accomiatarsi dell’operaio, uno dei due carabinieri lo colpiva con colpi di frusta, causandogli tagli al capo e lesioni multiple in altre parti del corpo, ritenute guaribili in 25 giorni.
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
6 gennaio 1922. Fraz. Toscanella, Dozza
Violenza contro le persone. Sparatoria
I fascisti Francesco Zanotti e Romeo Negroni vengono fatti segno di alcuni colpi di rivoltella che li feriscono gravemente, procurando loro ferite guaribili rispettivamente in 25 e 30 giorni.
2 agosto 1922. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, omicidio, devastazione, bastonatura, 1 morto
Andrea Tabanelli, studente fascista, mentre sorveglia un cantiere insieme ai camerati Mario Minardi e Antonio Tombaresi, muore in circostanze mai chiarite, a causa di una ferita da arma da fuoco. Mentre le fonti a stampa coeve – sia di stampo socialista, sia di stampo fascista – indicano tra gli uccisori Enrico Guadagnini, la storiografia successiva evidenzia come si possa essere trattato di un fatale errore dei compagni di Tabanelli. Non appena si sparge la voce dell’uccisione di Andrea Tabanelli, in città si verificano varie aggressioni a danni di antifascisti o presunti tali. In queste circostanze, in vari punti della città, vengono bastonati Fausto Manfredi, Romeo Cornazzani, Cesare Bondi, Guido Cornazzani, Luigi Manzoni, Giulio Fiordalisi, Nildo Mazzini, Agostino Bedeschi, Giulio Vespignani, Ateo Brini, Giulio Brini e Pietro Sassi, Ireneo Sassi e Alessandra Cattani. Numerosi sono anche gli incidenti relativi alla devastazione di esercizi commerciali: vengono assaltati e devastati il caffè Sassi di Porta Bologna, il negozio di parrucchieri dell’anarchico Decimo Sarti, il Circolo Infermieri.
31 dicembre 1922. Imola
Violenza contro le persone e contro le cose. Rissa, sparatoria, bastonatura, devastazione, 2 morti
“Capodanno di sangue” a Imola. Alessandro Baldini, fascista-squadrista di Imola si reca con alcuni amici all’Osteria Belvedere, avendo avuto notizia della presenza nel locale di Gaspare Nanni. Nella colluttazione che ne consegue Baldini viene colpito al capo da un proiettile e portato all’Ospedale civile già in coma e decede poco dopo. Appresa la notizia gli squadristi imolesi si danno alle razzie e alle bastonature di molti antifascisti: Avanti Mancini viene accoltellato all’addome, mentre Olindo Costa, Augusto Tosi, Francesco Bertuzzi, Pensiero Sportelli, Settimio Bacchilega, Renato Montevecchi, Lorenzo Cornacchia, Andrea Gambi, Luigi Suzzi, Giovanni Tornaboni vengono bastonati riportando varie ferite. Il giovane Giuseppe Nanni, ritenuto instabile psicologicamente e reduce da un periodo presso il manicomio giudiziario di Reggio Emilia, mentre si aggira di fronte alla sede del Fascio (dove nel frattempo era stato trasportato il cadavere di Baldini) viene prima malmenato e poi crivellato di colpi da parte dei fascisti. Nel frattempo anche Gaspare Nanni viene rintracciato nei pressi di Ponte Santo e ferito al mento da un colpo di rivoltella. Soltanto l’intervento dei Carabinieri lo sottrae al linciaggio dei fascisti. Nel corso di quella notte si registrano l’incendio dell’edicola delle bibite di Porta Servi, il danneggiamento dei negozi dei barbieri Sportelli e Sarti e la devastazione dell’osteria Belvedere.
Forlì/Cesena
VIOLENZE
*1919. Nessun caso rilevato: il fascismo non sarà presente in provincia con forze autonome e locali fino al febbraio-marzo 1921, mentre gli scontri tra socialisti e repubblicani (che animano l’autentico svilupparsi della violenza politica nel forlivese-cesenate) non coinvolgevano solitamente le forze dell’ordine.
27 giugno 1920, Cesena
Moto rivoltoso armato contro autorità costituita
Sull’onda lunga dei Moti di Ancona (25-26 giugno), un manipolo di anarchici – supportato da alcuni socialisti – tenta di scatenare un’insurrezione in Cesena. Dagli scontri conseguenti con le forze dell’ordine, resta ucciso l’agente Gennaro Gigli (colpito da una pugnalata al cuore) e ferito il vice-commissario Antonio Tocci. Il processo si concluderà solo nel dicembre 1929, con una serie di condanne contro vari anarchici. La pena più grave toccherà a Primo Bazzocchi, accusato di aver inferto il colpo mortale, condannato a 6 anni e 11 mesi.
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
Aprile 1921, Forlì, Vecchiazzano, Pievequinta e altre località
Violenza contro le persone. Scontri ed aggressioni armate
Il mese di aprile vede l’installazione del PCdI (24 Aprile) nel comprensorio forlivese-cesenate, ed è immediatamente marcato da una serie di scontri con i fascisti, che avevano aperto basi a Cesena, il 15 febbraio 1921, e a Forlì il 10 aprile 1921. Il 25 aprile, l’onorevole comunista Nicola Bombacci è obbligato a lasciare Forlì dai fascisti, che lo scortano rudemente alla stazione ferroviaria: durante il tragitto, un giovane militante “rosso” (Senzani Pietro), al grido di “Viva il Comunismo, Viva la Russia”, spara da una finestra contro il manipolo fascista, senza tuttavia centrare il bersaglio. In rappresaglia i fascisti malmenano pubblicamente Bombacci, prima di lasciarlo andar via in treno. Il 13 e il 14 giugno, i comunisti di Pievequinta sono messi sotto attacco da parte di fascisti proventi dal ravennate. Nella battaglia armata finiscono coinvolti anche i carabinieri, accusati dai comunisti di prendere le parti delle camicie nere. Questi giorni pre-elettorali rappresentano una fase molto ambigua per il repubblicanesimo forlivese-cesenate, caratterizzata dalla fraternizzazione che le “avanguardie” operano verso le camicie nere – in funzione antibolscevica – in maniera autonoma dalle direzioni generali del partito, che invece presentavano figure (come il Sindaco di Forlì Giuseppe Gaudenzi) pro-socialiste e fieramente antifasciste.
8 maggio 1921, Vecchiazzano
Violenza contro le persone. Scontro armato e omicidio preterintenzionale
Durante la pausa serale (19:00-20:00) di una festa danzante presso il circolo comunista della frazione di Vecchiazzano, due camion carichi di fascisti e di qualche avanguardista repubblicano (di ritorno da un’azione di propaganda elettorale a Castrocaro), si fermano davanti all’immobile, dando avvio con un pretesto ad una rissa, che rapidamente degenera in sparatoria. Molti militanti comunisti riescono a correre a casa per armarsi di fucile e richiamare altri amici per lo scontro: fra di essi il 27enne Domenico Gatta, che armatosi di moschetto, raggiunge i due camion ormai in ripartenza verso Forlì. Gli spara contro, ferendo al gomito Aurelio Sgarzani il quale riesce comunque ad estrarre la rivoltella e a rispondere al fuoco sparando due colpi fatali per il Gatta. A Sgarzani viene accordata la legittima difesa e dunque assolto.
15 maggio 1921, Piazza Cavour, Rimini.
Violenza contro le persone. Aggressione
Viene ferito in Piazza Cavour il ferroviere anarchico Bracconi. La notizia provoca grande risentimento negli anarchici che si riuniscono a Borgo S. Giuliano con propositi di immediata vendetta. I toni della dimostrazione ben presto si aggravano e prende forma un corteo che, al grido di morte ai fascisti, tenta di irrompere nell’albergo sede del comitato elettorale del Blocco, provocando l’intervento della forza pubblica. Tra gli anarchici identificati: Ciavatti Carlo, Gabellini Primo, Alpini Bruno, Lazzari Dante, Squadrani Edel, Baroni Remo, Lazzari Pubblio ed altri.
22 maggio 1921, Contrada Santa Giustina (Santarcangelo)
Violenza contro le persone. Eccidio
Fascisti emiliani di ritorno dai funerali del fascista Platania Luigi, in contrada Santa Giustina (frazione di Rimini sulla via Emilia che i fascisti percorrono sui loro automezzi rientrando a Bologna da Rimini) terrorizzano e minacciano, con bastoni e rivoltelle alla mano, la folla radunata nel piazzale antistante alla chiesa per la festa del Corpus Domini. Non è ben chiara la dinamica dei fatti, nè i moventi. Alcune ricostruzioni parlano di «qualche provocazione e gesto all’indirizzo dei fascisti», di fischi, colpi di rivoltella, e di «un fascista leggermente ferito ad un polso». Il Carlino del 24 ipotizza un agguato contro i fascisti, confermato (ma senza prove di fatto) dall’autorità di Polizia mentre il socialista Germinal del 28 assicura: «Nessuno ha sparato, nessuno ha provocato». Il bilancio complessivo sarà di tre persone uccise, tutti lavoratori della terra: sul terreno resta il corpo di Ferdinando Samuelli Amati, 40 anni, sposato e padre di quattro figli; all’ospedale muoiono Pierino Vannoni, 18 anni, e Salvatore Sarti, 42, di San Lorenzo in Monte. Nel verbale redatto sui fatti si nota che la sera del 15 maggio il segretario della camera del Lavoro di Morciano, il comunista Lazzaroni Aristodemo (che si ritiene abbia partecipato all’agguato) aveva tenuto un comizio pubblico a Santa Giustina “nel quale avrebbe eccitato gli uditori contro i fascisti”.
Violenza su persone antifasciste o sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
21 aprile 1921, Civitella
Violenza contro le cose. Spedizione punitiva
Diffusasi la falsa notizia che tra i feriti dello scontro armato ad Arpineto (avvenuto il 17 aprile tra socialisti e repubblicani) ci fosse anche un parente di Leandro Arpinati – ras del Fascio bolognese e originario proprio di Civitella – i fascisti emiliani, assieme alle poche camicie nere romagnole, si accodano con un proprio camion alla spedizione punitiva (composta da tre mezzi per una quarantina di persone) che i repubblicani forlivesi intendono compiere nel Comune “rosso” di Civitella. Arrivati in paese, repubblicani e fascisti invadono il Municipio e vi espongono a forza la bandiera tricolore, passando poi alla devastazione della sezione socialista, da cui esportano la bandiera rossa, e i quadri presenti di Marx, Costa e Lenin, per poi bruciarli in piazza. Durante i funerali di Fabbri, i repubblicani, supportati dai fascisti, impongono armi alla mano le serrande abbassate e l’esposizione del tricolore al passaggio del feretro. Si tratta della prima vera azione di violenza squadrista operata dal fascismo nel comprensorio forlivese-cesenate.
17-21 maggio 1921, Sogliano sul Rubicone
Violenza contro le persone e contro le cose. Spedizioni punitive
I fascisti cesenati si vendicano dell’omicidio del tenente Amici, devastando ed incendiando il Circolo rionale socialista di Porta Trova e la sezione di Porta Fiume a Cesena. Devastato il circolo della Rocca e vandalizzata la Camera del Lavoro. Il notabile socialista Egisto Pavirani – uno dei capi della locale sezione del Partito Socialista – viene condotto nella locale sede dei fasci di combattimento dove con percosse e minacce viene obbligato a firmare una dichiarazione di dimissioni e di impegno ad allontanarsi da Cesena e a smettere di fare propaganda socialista (dichiarazioni pubblicate su Il Pensiero Romagnolo del 21 maggio 1921). A Sogliano viene distrutta la Camera socialista del Lavoro, mentre in una frazione di Cesena, S. Vittore, una festa danzante al Circolo comunista viene attaccata a rivoltellate: feriti da ambo le parti. Pavirani in alcuni articoli si era esposto sulla questione della socializzazione della terra denunciando l’iniquità del contratto di mezzadria.
20-21 maggio 1921, Rimini
Violenza contro le cose. Spedizione punitiva e sparatoria
In piazza Cavour scontri tra comunisti e fascisti con colpi di pistola sparati «per intimidazione» da questi ultimi. Irruzione di fascisti a Borgo San Giuliano. Spari in aria e incendio del Circolo anarchico. L’arrivo dei pompieri è ostacolato dalle camicie nere che incendiano anche il Circolo Ricreativo Ferrovieri in via Clodia. Anche qui l’opera di spegnimento viene ostacolata squarciando le gomme dell’autopompa. In via Castelfidardo viene presa di mira la casa del sindaco socialista dott. Arturo Clari.
23 maggio 1921, Cesenatico
Violenza contro le cose. Spedizione punitiva
Una dozzina di fascisti fa un’incursione a Cesenatico sparando all’impazzata e devastando il mobilio della sezione socialista. Non è data notizia di ferimenti.
11-14 giugno 1921, Pievequinta e Carpinello
Violenza contro le persone e contro le cose. Spedizione punitiva
Nella frazione di Forlì Carpinello (posta al confine con il ravennate), la sezione comunista viene invasa ed incendiata da una squadra fascista proveniente da Ravenna. Il giorno successivo, si presume per rappresaglia, comunisti di Pievequinta usano violenza contro l’abitazione del fascista Valentini bruciandone il fienile e sparando diversi colpi d’arma da fuoco. Nella notte tra il 13 ed il 14, carabinieri in servizio di perlustrazione per impedire atti di rappresaglia di fascisti per le violenze subite dal Valentini, subiscono un agguato a mano armata teso in realtà da comunisti (Fiori identificato da cappello, bastone e bicicletta lasciati sul posto e Barzanti) per i fascisti. Uno dei Carabinieri, colpito da un proiettile alla testa, muore. Barzanti viene assolto per insufficienza di prove mentre Fiori è condannato alla reclusione per 1 anno e 2 mesi, sentenza confermata anche in appello, ma pena estinta per sopraggiunta amnistia.
10 luglio 1921, Civitella.
Violenza contro le persone. Spedizione punitiva e pestaggio
Giunto nella frazione di Cusercoli, il Ras di Bologna Leandro Arpinati (originario di Civitella), scende dalla sua auto, scarica in aria un caricatore della sua pistola e ordina ai suoi di “far sentire” la presenza fascista in paese: le camicie nere entrano nell’unico Caffè presente, vi trovano tal Arduino Garotti, senza particolari simpatie politiche ma poco incline all’ossequio, e lo pestano. Il processo si conclude nel 1923 con una assoluzione per incapacità di dimostrare l’identità degli aggressori.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
21 luglio 1921, Cesena.
Violenza contro le persone. Conflitto a fuoco fra comunisti e carabinieri
Scontro a fuoco tra comunisti e anarchici (che in 150/200 marciavano in un corteo non autorizzato per le vie della città) e carabinieri di pattuglia per evitare un possibile scontro con avanguardisti repubblicani. In quei giorni tra le due fazioni politiche vi era particolare fermento per le accuse che i comunisti avevano rivolto agli on. repubblicani Comandini e Macrelli, cui aveva fatto seguito un’aggressione da parte di avanguardisti repubblicani. Dalla ricostruzione ufficiale della dinamica dei fatti, i primi colpi d’arma da fuoco sparati dalla colonna comunista suscitarono la risposta della forza pubblica che disperse il corteo sparando in aria. Subito dopo in località diverse della città si verificarono parecchi conflitti tra comunisti fuggenti e avanguardisti repubblicani che provocarono un morto e due feriti (Leprini e Franchini). In particolare il cadavere di Casadei Pietro (iscritto al locale Circolo Giovanile comunista bastonato, malmenato e ferito da proiettile) viene rinvenuto al termine dei disordini nei pressi di casa sua. Non è del tutto chiara la dinamica dei fatti; tanto L’Avanti (24/07) quanto Lotta di Classe (31/07) ricostruendo i fatti fanno menzione di un agguato da parte di elementi avanguardisti che, imboscati dietro ai carabinieri, approfittando dell’occasione, sparano sulle squadre operaie. Indignazione diffusa contro i responsabili diretti ed indiretti. Si farà portavoce di questa ricostruzione l’On. Baldini. Al vice commissario Ennio Tommasi Larking che disperse il corteo, con pochi uomini e senza uso di armi da fuoco per evitare una sicura strage, viene conferita la nomina a cavaliere nel 1925 per le azioni coraggiose di quel luglio. [da Archivio di gabinetto (1922/1923) (B. 249) in Archivio di Stato Forlì] Da più parti viene riferito al Prefetto che nei fatti di Cesena l’Autorità pubblica e la P.S abbia dato prova di un trattamento parziale nei riguardi degli elementi socialisti e comunisti rispetto agli avanguardisti repubblicani.
Nei giorni successivi si procede all’arresto di persone iscritte al Partito Socialista anche se non implicate nei fatti, mentre nessun arresto dalla parte repubblicana. In particolare l’On. Baldini riferisce dell’ambiguità del comportamento della forza pubblica (addirittura alcuni giorni dopo si presentano spontaneamente all’autorità gli autori del ferimento, ma non si procede al loro arresto) e del presunto agguato repubblicano approfittando del fuggi-fuggi generale.
Vittime fasciste provocate da antifascisti o da forze dell’ordine.
28 febbraio 1921, Savignano
Violenza contro le persone. Omicidio preteritenzionale, aggressione armata
Un gruppo di fascisti da Cesena, accompagnati dall’autoctono Marcello Reboani, passa la giornata ad affiggere manifesti di propaganda del neonato Fascio Cesenate. Una volta ripartiti verso il capoluogo i suoi camerati, e rimasto quindi solo, il Reboani viene bersagliato da insulti e minacce da un gruppo di socialisti e comunisti locali. Per difendersi estrae la rivoltella, gli altri gli si gettano contro per disarmarlo e in breve tempo la situazione degenera in uno scontro violento in cui rimane ferito mortalmente il maresciallo dei carabinieri Pietro Ragni, nel frattempo intervenuto per sedare la rissa. Marcello Reboani era stato tenente dei bersaglieri durante la Grande Guerra. Il processo porterà alla condanna di Pasquale Garavelli (5 anni di reclusione), di Pietro Moroni e di Antonio Zaghini (entrambi a 2 anni e 9 mesi). La morte del maresciallo Ragni provoca un’ondata di numerosi arresti. La Camera del Lavoro di Sant’Arcangelo di Romagna con il Partito Socialista e la locale sezione anarchica dichiarano uno sciopero generale ad oltranza sino alla scarcerazione dei compagni arrestati.
15 maggio 1921, Sogliano sul Rubicone
Violenza contro le persone. Scontro armato e omicidio preterintenzionale
A ridosso della fatidica giornata elettorale, un camion di fascisti cesenati rientra da un giro di propaganda e ispezione ai seggi. Arrivati all’altezza di Biancolino a un km circa da Rontagnano (frazione di Sogliano nota come covo famoso di comunisti dell’alta Romagna, dove avevano tentato di assaltare la cooperativa e il circolo socialista) vengono apostrofati da alcuni avversari politici avventori dell’osteria sulla strada al grido “abbasso il fascio, siete vigliacchi”. Il camion si ferma e la sparatoria è rapida e furente. Resta ucciso l’ex-tenente Enrico Amici, tra i fondatori del Fascio di Cesena. Non è ben chiara la dinamica dei fatti, le testimonianze dei fascisti fanno menzione di un’imboscata. Tutti gli imputati vengono interrogati, ma non si ha notizia di sequele giudiziarie all’accaduto. Il procuratore Generale assolve molti degli imputati per insufficienza di prove. Durante il Ventennio al tenente Enrico Amici viene intitolata la piazza del castello di Rontagnano e sono organizzate commemorazioni annuali che un anno dopo saranno fonte di forti preoccupazioni da parte delle forze dell’ordine locali soprattutto in un contesto in cui la tensione degli animi è palpabile e la probabilità di incidenti va facendosi maggiore. Il 2 aprile 1922 un gruppo di fascisti di ritorno da una celebrazione commemorativa dell’Amici subirà un agguato a Borghi.
19 maggio 1921, Rimini
Violenza contro le persone. Agguato e omicidio premeditato
Agguato premeditato ai danni del ferroviere fascista Platania Luigi che si ritiene realizzato da elementi anarcoidi (dapprima imputato Amati Guerrino rifugiato a S. Marino, ma poi confessa Ciavatti Carlo) con la connivenza di ferrovieri sovversivi. Platania è al vertice della neonata sezione locale del fascio e, forse proprio nella prospettiva di decapitare sul nascere il movimento, viene ucciso nell’atrio della stazione ferroviaria di Rimini prima delle elezioni e dopo alcuni episodi di conflitti tra fascisti e socialisti. Platania si era già reso responsabile di alcuni misfatti e nel periodo antecedente le elezioni si erano moltiplicate le voci circa l’imminenza del suo assassinio corroborate dalle offese e dalle minacce di morte al suo indirizzo apparse in quei giorni sui muri della città. Il 15 maggio aveva guidato una squadra di fascisti bolognesi in una spedizione punitiva dopo l’omicido di Amici a Rontagnano e la sera aveva subito un tentativo di aggressione da un gruppo di 4/5 anarchici.
La sede del Fascio era stata aperta a Rimini il 31 marzo 1921 e l’arrivo ufficiale del movimento era stato sin da subito accolto con astio dai sovversivi locali: gli affissi murari vengono strappati e imbrattati di vernice rossa con la scritta “Gli anarchici annunciano alla cittadinanza lo sfasciamento del Fascio di Rimini” e ancora una cinquantina di esemplari vengono sottratti all’attacchino e poi bruciati in piazza Cavour. Numerosi gli incidenti che si verificano soprattutto nel periodo antecedente il periodo elettorale. Luigi Platania, mutilato di guerra, pluridecorato al valore militare ed ex-anarchico d’azione, era l’uomo al vertice della sezione locale e ben presto entrò nel mirino di minacce ed aggressioni da parte del movimento sovversivo. Viene ucciso alla stazione ferroviaria di Rimini dove lavorava come guardasala.
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
4 giugno 1922. San Giorgio (Cesena)
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto con armi da fuoco e incendio al circolo comunista
Nella notte del 28 maggio Giovanni Collina viene assalito e ferito a morte da 5 fascisti di Cervia (tra cui Dino Moretti, Mazzotti e Pasini) mentre dormiva nella sezione del PCI di S. Giorgio di Cesena dove aveva trovato rifugio. Gli vennero sparati 5 colpi di rivoltella e moribondo fu successivamente preso a calci e bastonate. Orrendamente sfigurato, ma ancora vivo, venne tradotto in ospedale da persone del luogo che avevano udito la sparatoria dove morì per le gravità delle ferite riportate dopo alcuni giorni di agonia. Giovanni Collina si era dimostrato uno dei più attivi animatori della lotta e della resistenza a Cervia e pertanto ritenuto pericoloso dai fascisti che, con l’ausilio delle autorità, riuscirono a decretarne il bando dal paese e dal territorio del Comune. Dopo il bando da Cervia ed alcune settimane di latitanza dormendo all’addiaccio, aveva trovato rifugio nella sezione del PCI di S. Giorgio dove a seguito della segnalazione di una spia, fu trovato ed ucciso da fascisti. L’efferato delitto suscita diffusa indignazione e sdegno tra tutte le fazioni politiche (Repubblicani, Socialisti, Comunisti ed anarchici). Temendo disordini il prefetto di Ravenna vieta il funerale e la salma viene tradotta al cimitero per strade secondarie per impedire manifestazioni di affetto e solidarietà al combattente trucidato e di condanna verso i suoi assassini ed i loro sostenitori (si parla di 5.000/10.000 persone presenti a Cervia per partecipare alla commemorazione funebre e viene proclamato sciopero generale). Alcuni giorni dopo il funerale il padre stravolto dal dolore si toglie la vita gettandosi da una finestra. In ricordo del sacrificio di Giovanni e del padre sulla facciata del PCI di S. Giorgio viene affissa una lapide commemorativa.
29 giugno 1922, Civitella e Cusercoli
Violenza contro le persone. Omicidio
Assassinio del socialista Domenico Piolanti a capo della locale lega dei braccianti e dei contadini, aggredito dal fascista Alceo Orsini con una pugnalata alla testa mentre rincasva con due dei suoi 7 figli. Piolanti aveva capeggiato nella zona un’agitazione sindacale conclusasi con una vittoria dei lavoratori ed il suo assassinio aveva come chiaro obiettivo politico la “decapitazione del movimento”. Orsini è detto essere un violento, ex repubblicano sedicente iscritto al fascio di Civitella (non confermato) e uno degli incendiari della casa socialista di Forlimpopoli. Contestualmente all’aggressione viene riportato dai testimoni avesse dichiarato: “Così io sopprimo i miei avversari”. Il brutale delitto (Piolanti lasciava 7 figli e una moglie incinta) suscitò sdegno e costernazione di tutta la popolazione ed il fascismo locale si trovò isolato. Qualche giorno dopo sui muri di Civitella comparvero numerose scritte contro il fascismo e venne aperta una sottoscrizione per aiutare la famiglia [dettagli del delitto da un articolo di “Romagna Socialista” del 08/07/1922]. Il processo, archiviato per amnistia stante il movente politico, fu rinnovato dopo la Liberazione e l’omicida venne condannato a 30 anni di reclusione.
1-3 ottobre 1922, Villafranca, Castrocaro e Dovadola
Violenza contro le persone e contro le cose. Incursioni squadriste
Il paese di Villafranca subisce un’incursione fascista in cui viene ferito il bracciante Giovanni Martucci che morirà il 3 ottobre; un’altra a Castrocaro vede l’inseguimento e l’uccisionel giovane operaio Grandi Luigi e poi a Dovadola vengono saccheggiate le case di alcuni comunisti e incendiate le trebbiatrici della Lega colonica. Uccisione per mano fascista del giovane operaio comunista Domenico Martoni rapito da casa sua, gettato giù da un camion e infine ucciso a colpi di rivoltella.
11 novembre 1922. Villa Malmissole, Forlì
Violenza contro le persone. Omicidio e pestaggio
Irruzione fascista (12 individui non identificati) nell’ex Circolo comunista di Via Malmissole, disciolto ed i cui soci erano passati al Sindacato Nazionale fascista. 6 feriti e per le bastonate e coltellate riportate muore il bracciante Achille Missiroli.
Violenza su persone antifasciste o sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
10 gennaio 1922. Forlì
Violenza contro le cose. Incendio e tentato assalto
Appiccato incendio al circolo comunista di Casemurate e di Pievequinta. Tentato assalto squadrista anche al circolo socialista di Ospedaletto, ma fascisti respinti nonostante il lancio di bombe.
24 gennaio 1922. Via Sforza, Forlì
Violenza contro le cose. Tentato assalto
Tentato assalto fascista al “Circolo Rosso” di Via Sforza a Forlì.
25 giugno 1922. Borgo San Giuliano, Rimini
Violenza contro le cose. Incursione squadrista, danni e sparatorie
Incursione nella notte di folto gruppo di fascisti, diretti dal segretario della sezione del fascio di Rimini (tale Spezzafumo unico riconosciuto dalle forze dell’ordine) per un atto di intimidazione nei confronti della popolazione di Borgo San Giuliano; viene fatto esplodere un petardo che rompe le finestre di due case nei paraggi e cui fanno seguito numerosi spari in aria, i 4 carabinieri presenti sul posto chiamano rinforzi per evitare devastazioni ed invasioni.
28-29 giugno 1922. Rimini
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria e lancio di bombe
Il 28 il comunista Marconi, in località mura vecchie, fa esplodere colpi di rivoltella contro un gruppo di fascisti cui fanno seguito altri colpi nelle vie vicine. I fascisti rispondono con lancio di una bomba in via XX settembre. Un’altra, inesplosa, viene rinvenuta nei pressi della casa del segretario della locale camera del Lavoro, Marchetti Umberto. Il giorno successivo, lancio di una bomba da parte di gruppo di fascisti (non identificati) nell’osteria di Colombi Giovanni dove due individui, in fuga dopo aver sparato contro il fascista Parisi, si erano rifugiati.
1 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Pestaggio
Fascisti rimasti ignoti guidati dal Cav. Ubaldo Spezzafumo Bastonano il capo della lega socialista Paci Primo. Il 06/07 aggressione con lesioni a Vicini Giovanni dal già noto Ubaldo Spezzafumo. Ritenuto il fatto avente movente politico, la sentenza dichiara estinta l’azione penale per amnistia.
5 luglio 1922. San Giovanni in Marignano
Violenza contro le cose. Spedizione squadrista
Effrazione e danneggiamento della sede della Cooperativa “Unione e progresso” e della sede della Cooperativa Pensioni da parte di gruppo di fascisti alcuni dei quali rimasti ignoti. Sono riconosciuti Filippini Antonio, Ramberti Ottavio, Romano Armando.
9 luglio 1922. Morciano di Romagna
Violenza contro le cose. Effrazione e furto
Effrazione e danneggiamento Camera del Lavoro di Morciano (segretario Lazzari Angelo) con sottrazione di alcuni beni e documenti.
13 luglio 1922. Rimini
Violenza contro le persone. Spedizione punitiva e aggressione
Assalto a mano armata del circolo ricreativo di Barrafonda con aggressione dell’avventore Pasquinelli Aurelio. Diversi imputati (altri rimasti ignoti) e azione penale estinta per amnistia.
24 luglio 1922. San Giovanni in Marignano
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione, incendio e danneggiamenti
Il socialista Andruccioli Secondo è aggredito nella sua bottega da fascisti tra cui viene riconosciuto Terzi Raffaele. Lesioni in persona di Andruccioli e della moglie, danneggiamento dell’esercizio e incendio della casa dello stesso.
28-29-30 luglio 1922. Provincia di Forlì-Cesena
Violenza contro le cose. Incendi, danneggiamenti e devastazioni
Firmato il patto con i repubblicani, alle due di notte, i fascisti iniziano l’attacco in massa alle zone periferiche delle province di Ravenna e Forlì ancora difese da socialisti, comunisti e anarchici. Spedizione squadrista capeggiata dal dott. Italo Balbo (si parla di 200/300 fascisti su 5/7 automobili) tra Cervia, Cesenatico, Santarcangelo e Savignano. A Cervia viene dato fuoco al circolo del PSI e del PCI e l’amministrazione comunale è costretta alle dimissioni.
A Cesenatico viene danneggiato il locale di Cattoli Catullo, padre del giovane anarchico coinvolto nel mancato omicidio dell’on. Arpinati Leandro e nell’omicidio del fascista Montanari Clearco del giorno prima. Alcuni giorni dopo anche l’amministrazione comunale di Cesenatico rassegnerà le dimissioni “per amore di pace”. A Santarcangelo e a Savignano, il giorno successivo, vengono incendiate la camera del lavoro e il circolo comunista di Santarcangelo e danneggiata la sezione socialista di Savignano. Balbo, fattosi consegnare dal questore una colonna di camion ben riforniti di carburante per portare via da Ravenna gli squadristi, mise a ferro e fuoco le province di Ravenna e Forlì. L’operazione punitiva contro tutte le associazioni democratiche della Romagna, atta alla presa del potere con la forza, viene così raccontata da Italo Balbo alla nel suo diario:
“Questa marcia iniziata alle undici di ieri mattina 29, è terminata stamani 30. Quasi 24 ore continuate di viaggio, durante il quale nessuno ha riposato un momento né toccato cibo. Siamo passati da Rimini, Sant’Arcangelo, Savignano, Cesena, Bertinoro, per tutti i centri e le ville tra la provincia di Forlì e la provincia di Ravenna, distruggendo ed incendiando tutte le case rosse sedi di organizzazioni socialiste e comuniste. È stata una notte terribile. Il nostro passaggio era segnato da alte colonne di fuoco e di fumo. Tutta la pianura di Romagna fino ai colli è stata sottoposta alla esasperata rappresaglia dei fascisti, decisi a finirla per sempre col terrore rosso”.
(I. Balbo, Diario 1922, Milano A. Mondadori, 1932, pp. 109,110)
Ciò mostra in modo più evidente l’intento antisocialista del patto di pacificazione tra repubblicani e fascisti.
7 agosto 1922. Rimini
Violenza contro le cose. Incendi e furti
Un gruppo di fascisti prima incendia il Circolo dei Ferrovieri e successivamente fa irruzione nel locale della Cooperativa Ferrovieri sottraendo stoffe e tessuti.
19 agosto 1922. Sogliano
Violenza contro le cose. Occupazione del comune e incursioni
Occupazione fascista del Comune di Sogliano al Rubicone con conseguenti dimissioni dell’amministrazione Comunale. Prima di arrivare a Sogliano incursione nell’abitazione del capo della sezione socialista locale Tommasini Remigio cui viene intimata la consegna della bandiera.
3 settembre 1922. San Mauro Pascoli
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzioni e furti, pestaggio
Un gruppo di cinque fascisti – alla guida dell’auto c’è Donati Alfredo che non partecipe all’irruzione, gli altri identificati sono Renzi Alberto, Berardi Giuseppe, Emiliani Alessandro e Stegani Francesco – incendia la Cooperativa socialista di S. Vito e alcuni mobili della camera da letto di Zanotti Silvio, conduttore di un esercizio attiguo alla cooperativa a cui venne sottratto un fucile e del denaro. Nel lasciare il paese spararono colpi all’impazzata a scopo intimidatorio e viene schiaffeggiato Gradara Antonio. Stessa modalità e parzialmente stessi autori anche due giorni dopo a Santarcangelo.
6 settembre 1922. Santarcangelo
Violenza contro le cose. Incendio e danneggiamenti
Nella notte viene appiccato fuoco al circolo socialista di Santarcangelo da un gruppo di fascisti su automobile sottratta da un garage di una villa nelle vicinanze (restituita il giorno successivo con le gomme squarciate per rivalsa contro la denuncia sporta dall’autista della proprietaria). Poco prima scontro verbale e minacce con le guardie regie che svolgevano servizio di vigilanza. Tra i fascisti ci sono Emiliani Alessandro e Stegani Francesco, già identificati per l’incendio di due giorni prima della cooperativa socialista di S. Vito). Concessa l’amnistia.
24-25-26 settembre 1922. Forlì
Violenza contro le cose. Incendi e devastazioni
Incursione di rappresaglia da parte di squadre fasciste concentrate in città da tutta la regione. Tentativo di incendio della camera confederale del lavoro, del circolo social-comunista De Amicis di Bussecchio (già attaccato alcuni giorni precedenti) e del circolo Balducci in via Sforza. Il 25 e il 26 devastazione incendio di negozi e botteghe di alcuni esercenti notoriamente comunisti: la calzoleria dell’anarco-comunista Saviotti Guglielmo e la sartoria dei fratelli Magni in Piazza Saffi. Anonime circolari dattilografate contenenti minacce per vari industriali della città e una sfida ai fascisti offrono il movente per il prolungarsi delle rappresaglie fasciste già pubblicamente sospese. Altri circoli comunisti vengono devastati nelle campagne ed in particolare, a Branzolino, nella notte viene invasa villa Santucci.
30 settembre 1922. Bertinoro
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria e incendio
Agguato di ignoti, ritenuti comunisti, che sparano a gruppo di fascisti e repubblicani diretti alla stazione. Successivamente sconosciuti avanguardisti e fascisti, per rappresaglia appiccano incendio al Circolo Comunista Teatro Spartaco, ma sedato immediatamente senza particolari danni.
30 settembre – 1 ottobre 1922. Bagnile
Violenza contro le cose. Effrazioni e danneggiamenti
Effrazione con scasso e danneggiamento del circolo giovanile cattolico (erroneamente considerato appartenente al partito social-comunista) e di quello social-comunista di Bagnile da parte di una squadra di fascisti di Cervia capeggiata da Bezzi Giuseppe.
2 ottobre 1922. Sogliano, Mercato Saraceno
Violenza contro le cose. Devastazioni e incendia
Devastazione ed incendio doloso del circolo apolitico della cooperativa Costruzioni Case Popolari di Molino Montegelli ad opera di avanguardisti repubblicani rimasti sconosciuti, ma che da alcune testimonianze pare siano gli stessi che si sarebbero poi recati a Mercato Saraceno. Devastazione dei locali del circolo comunista Muratori, Cementisti e Affini di Mercato Saraceno da gruppo di 40 avanguardisti come spedizione punitiva per il comportamento tenuto dai comunisti a Forlimpopoli durante la cerimonia funebre di un fascista. Minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale accorso sul posto e che aveva annotato il numero delle automobili usate. Verso la fine di ottobre a Mercato Saraceno viene inaugurata la sezione locale del PNF. Un manifestino affisso su un esercizio del posto recita: “Per chi torcesse un capello ai repubblicani la nostra vendetta sarà pronta e terribile”. Viene spiccato un’ordine di cattura per Gatti Umberto, Imolesi Dino, Menotti Emilio e Bagnoli Pietro, ma l’azione penale si esaurisce per amnistia.
3 ottobre 1922. San Giorgio, Martorano
Violenza contro le cose. Incendi
Incendio del circolo socialista e del circolo comunista di S. Giorgio ad opera di gruppo di fascisti ignoti. Incendio del circolo social-comunista di Martorano ad opera di gruppo di fascisti capeggiati da Gardini Gino e Bianchi Mario.
12 ottobre 1922. Bagnile
Violenza contro le cose. Incendi
Nella notte incendio del circolo socialcomunista di Bagnile ad opera di una squadra di 50 fascisti capeggiata da Gardini Gino e Bianchi Mario (irreperibili) che precedevano il camion della squadra in motocicletta. Gli stessi erano a capo anche della squadra responsabile dei fatti di Martorano del 3 ottobre.
30 ottobre 1922. Provincia di Forlì-Cesena
Violenza contro le cose. Occupazione del comune e scioglimento della giunta, bandi
Due giorni dopo la Marcia su Roma, delegazione del fascio occupa il Palazzo e gli Uffici comunali di Forlì cui fanno seguito, entro due ore, le dimissioni del sindaco Gaudenzi Giuseppe (repubblicano ma con posizioni pro-socialiste e fieramente antifasciste) e lo scioglimento della Giunta.Lo stesso giorno viene cacciato dalle squadre armate fasciste anche il sindaco di Cesena Enrico Franchini. Al 13 Novembre saranno occupati i principali municipi retti dal partito repubblicano: Forlì, Cesena Forlimpopoli e Bertinoro. È una decisione presa da impellenti motivi di ordine pubblico che dà luogo a discussioni che approfondiscono il dissidio esistente tra fascisti e repubblicani determinato soprattutto dall’urto per questioni inerenti l’organizzazione dei lavoratori. Le organizzazioni social-comuniste vengono completamente assorbite nei sindacati nazionali, mentre quelle repubblicane rimangono efficienti e combattive svolgendo azione di resistenza al movimento sindacale. Pertanto l’occupazione dei municipi, e soprattutto di quello di Cesena, risulta necessario per evitare che le amministrazioni di partito, come avevano dichiarato di voler fare, tentassero di riservare ai propri organizzati tutti i lavori pubblici municipali, lasciando privi di occupazione gli iscritti ai sindacati.
16 dicembre 1922. Forlì
Violenza contro le cose. Occupazione
Occupazione fascista del Circolo Balducci e della Federazione di Forlì.
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
27 giugno 1920. Cesena
Violenza contro le persone. Moto rivoltoso armato contro autorità costituita
Sull’onda lunga dei Moti di Ancona (25-26 giugno), un manipolo di anarchici – supportato da alcuni socialisti – tenta di scatenare un’insurrezione in Cesena. Dagli scontri conseguenti con le forze dell’ordine, resta ucciso l’agente Gennaro Gigli (colpito da una pugnalata al cuore) e ferito il vice-commissario Antonio Tocci. Il processo si concluderà solo nel dicembre 1929, con una serie di condanne contro vari anarchici. La pena più grave toccherà a Primo Bazzocchi, accusato di aver inferto il colpo mortale, condannato a 6 anni e 11 mesi.
Vittime fasciste provocate da antifascisti o da forze dell’ordine.
1-2 aprile 1922. Forlì
Violenza contro le persone. Conflitto armato tra comunisti e fascisti
In piazza Saffi un gruppo di comunisti (guidato dal pregiudicato Senzani condannato in correità con Valmaggi) ingaggia per futili motivi una lite con gruppo di fascisti (Melandri Anselmo, Varoli Corrado, Ceccon e Vallicelli) che degenera ben presto in uno scontro a fuoco con diversi feriti da ambo le parti; nel fuoco incrociato rimane vittima un passante in bicicletta (Ezio Burla, fattorino del telegrafo). Il giorno dopo un corteo (partito da Roncadello) di una quarantina di comunisti in sella alle bici e con bandiere rosse piegate a lutto transita in piazza per recarsi al trasporto funebre di un loro compagno. Le bandiere dei soviet attirano l’attenzione di alcuni fascisti stazionanti in piazza e che le percepiscono come provocazione. Il fascista Graziani reagisce dando una bastonata ad uno dei partecipanti al corteo (Bertaccini Aldo) che cade dalla bici e fugge. In poco tempo si scatena una sparatoria. Nel fuggi-fuggi Graziani insegue Focacci Adelmo bastonandolo, aggredisce anche Gozzio ed esplode alcuni colpi di rivoltella. 3 feriti: un fascista (Bordandini), un repubblicano simpatizzante fascista (Silvestroni) e un partecipante al corteo (Fiorentini). La polizia procede ad arresti di massa, perquisizioni e sequestri verso i comunisti iniziando dal circolo Balducci in via Caterina Sforza 10. Nel solaio del circolo viene arrestato Servadei Ugo che al sopraggiungere delle forze dell’ordine stava nascondendo una rivoltella recante segni di recenti spari. Fu probabilmente sempre lui che per sbarazzarsi di un petardo, lo aveva gettato nella canna fumaria danneggiando, con la deflagrazione durante la discesa, la portineria dell’adiacente Ufficio del Catasto. Alcuni giorni dopo una pistola viene sequestrata ad un bambino dichiarante di averla trovata nei pressi del Circolo.
Senzani Pietro (detto Piron) dopo i fatti di un anno prima in occasione della visita in città di Bombacci, aveva continuato a manifestare pubblicamente il proprio odio antifascista ed il proposito di ammazzarne qualcuno. Da pregiudicato è noto alle forze dell’ordine per la sua pericolosità di “suscitatore di disordini”, ostentante “atteggiamenti provocatori con persone ed esponenti dei partiti avversi al comunismo” e facente capo ai dirigenti comunisti in quanto “elemento torbido di azione criminale, atto a provocare o rintuzzare le provocazioni avversarie”. Tutti quelli che hanno avuto contatti con il Senzani risultano sospettati e vengono tratti in arresto per essere identificati dai testimoni, ma assolti. Il Senzani in un primo momento risulta latitante, ma una decina di giorni dopo viene scoperto e tratto in arresto in frazione Massa. Nessuna condanna.
27 luglio 1922. Cesenatico
Violenza contro le persone. Agguato con scontro a fuoco
Omicidio del fascista Montanari Clearco, mancato omicidio dell’on.le Arpinati Leandro e violenza ai danni di Vasini Zeno durante un agguato con scontro a fuoco ad opera di Cattoli Ugo, Dusi Luigi, Vernati Alvaro, Caimmi Pio, Belli Nello, Ricci Bruno, Ghezzi Spartaco, Remor Esaù, Saporetti Giovanni, Squadrani Caio.
29 luglio 1922, Cesenate
Violenza contro le persone. Scontri e omicidio
Nel luglio 1922 gli avvenimenti di Ravenna avevano reso particolarmente tesi i rapporti politici tra repubblicani e fascisti dopo un breve periodo in cui erano parsi convivere relativamente pacificamente. Nella zona di Cesena in particolare i capi e le masse repubblicane dissentivano dalla valutazione del partito ufficiale sul fenomeno fascista e se ne erano perciò distaccati. Il 27 luglio, in seguito al proclamato sciopero di protesta, una squadra di vigilanza di circa sei scioperanti repubblicani capitanati da Adolfo Turroni si reca allo stabilimento del Consorzio Industrie Agrarie per accertarsi dell’avvenuta cessazione del lavoro. Qui trovano l’addetto alla sorveglianza dello stabilimento Tonino Vesi, fascista, che viene a diverbio con il Turroni e temendo che costui voglia estrarre una pistola dalla tasca, sparaferendolo gravemente. Il fatto suscita forte indignazione negli avanguardisti che in un considerevole numero si recano sul posto reclamando l’arresto di Vesi. Per prevenire funeste rappresaglie, interviene il deputato repubblicano on. Cino Macrelli a placare gli animi ed ordina al giovane Gatti Umberto di inquadrare gli avanguardisti repubblicani e di rientrare nella sede in città. Nel tragitto gli avanguardisti incontrano un gruppo di tre fascisti (Meriano, Costa e Ricci) con cui scoppia una rissa che ben presto degenera in scontro armato in cui rimane vittima un passante (Aniceto Biasini) e rimangono feriti fascisti e repubblicani. Vesi è processato per mancato omicidio. Per tutti gli imputati per lo scontro successivo, viene data l’estinzione penale per amnistia.
Parma
VIOLENZE
Nel biennio 2019-1920 gli scontri a sfondo politico avvenuti nel parmense furono di bassa intensità, senza mai raggiungere i livelli di violenza che verranno riscontrati nel biennio seguente. Tafferuglio, aggressioni, minaccia e poco più; nessun assassinio, nessuna distruzione di sedi politiche, sindacali e cooperative avversarie. Gli episodi di maggiore rilievo riguardarono le aggressioni perpetrate da socialisti e sindacalisti nei confronti di esponenti e militanti delle organizzazioni cattoliche e dagli scontri verificatisi tra le due componenti di orientamento socialista. Sarà solo a partire dal 1921 che lo scontro politico-sindacale si farò violento e drammatico.
Nel biennio 2019-1920 gli scontri a sfondo politico avvenuti nel parmense furono di bassa intensità, senza mai raggiungere i livelli di violenza che verranno riscontrati nel biennio seguente. Tafferuglio, aggressioni, minaccia e poco più; nessun assassinio, nessuna distruzione di sedi politiche, sindacali e cooperative avversarie. Gli episodi di maggiore rilievo riguardarono le aggressioni perpetrate da socialisti e sindacalisti nei confronti di esponenti e militanti delle organizzazioni cattoliche e dagli scontri verificatisi tra le due componenti di orientamento socialista. Sarà solo a partire dal 1921 che lo scontro politico-sindacale si farò violento e drammatico.
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti a opera di fascisti
19 aprile 1921. San Pancrazio Parmense
Violenza contro le persone. Omicidio
In località Osteriaccia, frazione Fontana nel comune di San Pancrazio Parmense, un gruppo di fascisti aggredisce dei lavoratori che rincasano dopo una giornata di lavoro. Ultimo di una colonna di sei cassonieri è Amleto Rossi, residente in Borgo Bernabei a Parma e iscritto alla Camera corridoniana di Borgo delle Grazie. I fascisti iniziano a picchiare Amleto Rossi e un altro lavoratore, Emilio Borghini. Rossi, preso a bastonate, stramazza a terra dinanzi agli occhi del figlio Gino di 11 anni.
Fonte: L’Internazionale 23 aprile 1921
19 aprile 1921. Borgo del Naviglio, Parma
Violenza contro le persone. Scontri armati, 1 morto
Nel tardo pomeriggio un gruppo di fascisti intima la rimozione di una bandiera rossa esposta presso l’abitazione dell’On. Guido Albertelli (angolo Via Saffi-Borgo Stalattici). La bandiera viene rimossa grazie alla mediazione di Albertelli, ma i fascisti decidono di inseguire il gruppo di socialisti responsabili, inoltrandosi in Borgo delle Colonne e giungendo all’altezza di Borgo del Naviglio. Qui giunti, i fascisti sono accolti da spari: inizia una vera e propria battaglia che dura quasi quattro ore. Intervengono le forze dell’ordine che circondano il borgo con le autoblindo e mettono fine alla battaglia. Sul terreno resta il corpo esanime di Italo Strina, 39 anni, calzolaio, ex combattente.
Fonte: Gazzetta di Parma, 20 aprile 1921, p. 2; Il Piccolo, 20 aprile 1921; L’Internazionale, 23 aprile 1921
Maggio 1921. Borgo San Donnino, Fontevito, Borghetto di Noceto e altri
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalti e aggressioni, diversi morti e feriti
Il 6 maggio 1921 viene assaltata la sede della Camera del Lavoro di Borgo San Donnino e sempre nello stesso mese è assaltata anche la cooperativa di Fontevivo. Il 19 maggio fascisti di Carpi assaltano la Lega contadina di Borghetto di Noceto, e uccidono il bracciante Francesco Cella e feriscono altri quattro lavoratori. Il 21 maggio per la quarta volta il sindaco di Soragna Mario Bertani viene aggredito. La settimana successiva viene ucciso a Diolo di Soragna Angelo Rossi, socialista. Nel giugno viene assaltata la Lega di Monticelli durante l’assemblea dei soci, la cooperativa di Vidalenzo, di Tabiano, Diolo, Gramignazzo di Sissa e la Casa del Popolo di Noceto. A San Secondo viene ucciso il bracciante Arnaldo Secchi davanti a moglie e figli e a Sant’Andrea di Busseto è assassinato Giacomo Schiavi.
17 giugno 1921. San Secondo
Violenza contro le persone. Omicidio
Dopo alcuni diverbi avvenuti tra fascisti e socialisti del posto, il 17 giugno 1921 il fascista Aldo Orlandini si presenta presso l’abitazione di Arnaldo Secchi (sindacalista), forza l’ingresso e lo fredda dinanzi ai figli e alla moglie.
Fonti: Gazzetta di Parma, 20 giugno 1921, p. 1; Gazzetta di Parma, 28 giugno 1921, p. 1., 17 maggio 1923, p. 3
14 agosto 1921. Bianconese
Violenza contro le persone. Omicidio
La sera del 14 agosto nella frazione di Bianconese a Fontevivo, presso una osteria si cantano inni fascisti e si beve. All’interno dell’osteria oltre i fascisti sono presenti alcuni sindacalisti tra cui Giuseppe Pincolini e Antonio Carretti. Questi due, dopo aver bevuto, escono dal locale, poco dopo si odono degli spari: Pincolini cade colpito a morte. Inizialmente la colpa viene data al compagno sindacalista Antonio Carretti, i fatti accertano successivamente che lo scontro a fuoco avviene con un gruppo di fascisti, che si dilegua subito dopo aver colpito Pincolini.
Fonti: Gazzetta di Parma, 16 agosto 1921, p. 2, Archivio di stato di Parma, Tribunale di Parma, Processi definiti dalla sezione d’accusa della Corte d’assise di Parma 1922-1923, b. 1186.
21 agosto 1921. Noceto
Violenza contro le persone. Scontri a fuoco
Nella piazza di Noceto deve tenersi un comizio del deputato Guido Picelli. L’autorità, temendo disordini ha inviato truppe a presidiare la zona. Fin dal mattino gungono sul luogo gruppi di fascisti i quali si scontrano con i socialisti. Interviene la forza pubblica, alla fine della sparatoria ci sono tre feriti, di cui due – Vincenzo Pezzarossa e Giuseppe Manghi – muoiono in seguito.
Fonti: Gazzetta di Parma, 21 agosto, p. 2; 23 agosto 1921, p. 2
11 dicembre 1921. Collecchio
Violenza contro le persone. Assassinio
Lanfranco Cavazzini, noto fascista locale, era stato più volte fatto segno di bastonate e insulti da parte dei socialisti del posto, tra cui i fratelli Avanzini. L’11 dicembre, durante un diverbio, Lanfranco Cavazzini apre il fuoco contro Alfredo Avanzini, uccidendolo.
Fonti: Gazzetta di Parma, 12 dicembre 1921, p. 2; 14 agosto 1921 p. 1
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
7-8 febbraio 1921. Bussetto
Violenza contro le persone. Omicidio
Durante la notte tra il 7 e l’8 febbraio 1921 viene ucciso il fascista Vittorio Bergamaschi (membro di una famiglia di proprietari terrieri e segretario del Fascio di Busseto), a seguito di tafferugli scoppiati dopo l’esposizione di una bandiera rossa in paese. In seguito a tali fatti vengono uccisi per vendetta due socialisti: Massimino Ugolini e Attilio Fragni. I funerali di Bergamaschi si tengono il 10 febbraio 1921. È il primo “martire” della provincia di Parma.
Fonte: Gazzetta di Parma, 8 febbraio 1922, p. 2
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
24 giugno 1921. Piazza Ghiaia, Parma
Violenza contro le persone. Scontri a fuoco, omicidio
Nella mattina del 24 giugno, in Piazza Ghiaia, socialisti e fascisti si danno appuntamento per una resa dei conti. La rissa coinvolge diverse decine di giovani, intervengono alcune guardie regie per sedare lo scontro, e una di esse, Vincenzo Cerullo, di vent’anni, nato a Marano di Napoli, viene disarmato e colpito con la sua stessa rivoltella, cadendo a terra ferito. Dopo lo sparo c’è il fuggi fuggi generale, mentre Cerullo viene portato in ospedale, dove muore il giorno dopo. Viene arrestato il socialista Guido Cantoni, riconosciuto come autore dello sparo. La morte di Cerullo desta parecchia impressione in città, dove si aprono diverse sottoscrizioni pubbliche soprattutto organizzate dai fascisti di Parma.
Fonti: Gazzetta di Parma, 24 giugno 1921 p. 1; 25 giugno 1921 p. 1
Uccisioni e aggressioni gravi di antifascisti ad opera di fascisti
Metà gennaio 1922. Varone di Pellegrino Parmense
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco
In località di Varone nel Comune di Pellegrino Parmense un gruppo di fascisti incrocia un gruppo di comunisti. Ne nasce uno scontro a fuoco, al termine del quale si contano due comunisti feriti: Albino Boselli e Romano Morini.
Fonte: Gazzetta di Parma, 17 gennaio 1922, p. 2
Gennaio 1922. Fontevivo
Violenza contro le persone. Aggressione
Gli operai Dante e Guido Avanzini, Corino Sanella ed Enrico Bertolini, mentre rincasano sono aggrediti da una ventina di fascisti, presi a bastonate e lasciati a terra privi di sensi. Gli aggrediti devono essere trasportati nelle proprie case, dove rimangono degenti per diversi giorni.
Fonte: Il Piccolo, 19 gennaio 1922, p. 4
Fine gennaio 1922. Borgo Santo Spirito, Parma
Violenza contro le persone. Aggressione
L’oste Luigi Capacchi viene aggredito da fascisti – tra cui i fratelli Costa, spara in difesa e viene arrestato perché non aveva denunciato la rivoltella.
Fonte: Il Piccolo, 22 gennaio 1922, p. 4
12 febbraio 1922. Casalbaronolo
Violenza contro le persone. Aggressione e minacce
Cacciani Beniamino, uscendo dalla stalla, viene aggredito da un gruppo di fascisti, tra cui Ferrari Giuseppe e Raimondo, Dall’Argine Carmelo, Bertozzi, “Riccardino” e Cavatorta. Dopo le percosse, il manipolo si reca all’osteria Antonioni dove minacciano Castellani Andrea e il figlio di 9 anni. Gli aggrediti denunciano le violenze ai carabinieri.
Fonte: Il piccolo, 14 febbraio 1922
19 febbraio 1922. Busseto
Violenza contro le persone. Aggressione
Per il 19 febbraio viene indetta l’adunanza annuale ordinaria della cooperativa “L’avvenire agricolo”. La mattina gruppi di fascisti si aggirano per il paese armati di randelli nodosi, intimando ai soci di non presentarsi all’assemblea. Le minacce non sortiscono effetto, sicché l’assemblea è molto partecipata. Durante il suo svolgimento, irrompono i fascisti e iniziano a cantare i loro inni e a lanciare insulti, e nel parapiglia vengono bastonati gravemente tre soci: Delfino Ferretti, Giovanni Tortolotti e Giuseppe Bonelli. Per i fatti sono stati denunciati diversi fascisti, tra cui Giuseppe Verdi (capo squadra), Donnino Corbellini, Giovanni Merli, Amilcare Ferrari, Enrico Lodigiani, Giacomo Balestra, Rino Sagliani, Gino Berienghi, Cesare Antelmi, Paride Gambazza.
Fonti: Il Piccolo, 21 febbraio 1922, p. 4; L’Idea, 25 febbraio 1922, p. 2
26 febbraio 1922. Talignano
Violenza contro le persone. Aggressione
Al termine di una festa tenuta al Circolo ricreativo del paese, poco dopo la mezzanotte, alcuni operai vengono aggrediti dai fascisti, i quali lamentano di essere stati respinti dalla festa. Ne segue un fuggi fuggi generale e restano feriti Eugenio Barbieri e Amelia Ravazzoni, bastonati dagli squadristi. Questo atto si inserisce a compimento di un opera di distruzione squadrista che da tempo tiene in scacco il paese, nel quale ormai sono state chiuse con la forza tutte le leghe e le cooperative.
Fonte: Il Piccolo, 5 marzo 1922, p. 3
26 febbraio 1922. Paroletta
Violenza contro le persone. Aggressione
Scatta una rissa tra Bertoni Iovo e un fascista. Bertoni, accusato di aver provocato il diverbio, viene arrestato provvisoriamente.
Fonte: Il Piccolo, 28 febbraio 1922
26 febbraio 1922. Soragna
Violenza contro le persone. Aggressione
Il fascista Barbacini Alberto incontro il socialista Vernasca Alcide e gli impone di andare a casa. Si scontrano e Barbacini viene arrestato.
Fonte: Il Piccolo, 28 febbraio 1922
26 febbraio 1922. Carignano
Violenza contro le persone. Aggressione
Un gruppo di fascisti, tra cui Capelli Bentivoglio, Ferrari Emilio, Vezzani Artemio, Mori Felice incontra il socialista Armando Spocci e lo percuote. Tre dei responsabili vengono arrestati.
Fonte: Il Piccolo, 28 febbraio 1922
26 febbraio 1922. Corso Cavour, Parma
Violenza contro le persone. Aggressione
Un gruppo di fascisti che passeggia cantando inni fascisti incontra Bruno Notari, detto “Lupo Rosso”. Quest’ultimo, “estremista”, viene riconosciuto e inseguito. Si scontrano anche con la polizia.
Fonte: Il Piccolo, 28 febbraio 1922
2 aprile 1922. Pieveottoville
Violenza contro le persone. Aggressione
I fascisti Edoardo Bragadini e Armando Bocchi si presentano dal brigadiere di Zibello denunciando di essere stati aggrediti da comunisti a colpi di rivoltella. L’aggressione si scoprirà non esserci mai stata, ma di essere stata denunciata per creare l’alibi della provocazione. Infatti, i due fascisti, poche ore dopo, si presentano a Pieve Ottoville e aggrediscono il sedicenne Giovanni Gambuzza detto “Binetti”, bastonandolo fino a fargli perdere i sensi.
Fonte: Il Piccolo, 24 marzo 1922, p. 3
9 aprile 1922. Priorato
Violenza contro le persone. Aggressione
Un gruppo di fascisti si scontra per ragioni politiche con i fratelli Primo, Luigi e Sante Marchignani. Uno degli aggressori viene individuato e arrestato.
Fonte: Il Piccolo, 11 aprile 1922
13 aprile 1922. Sissa
Violenza contro le persone. Aggressione
Vincenzo Gottofredi, di anni 38, ragioniere e impiegato del comune di Sissa, si trova nella cooperativa di Sissa, di cui è il vicesegretario, quando giungono numerosi fascisti in automobile e irrompono per aggredirlo. I fascisti, risaliti in auto, fuggono inseguiti dai carabinieri: tre di loro sono arrestati.
Fonti: Gazzetta di Parma, 14 aprile 1922, p. 2; Il Piccolo, 14 aprile 1922, p. 2; Il Piccolo, 15 aprile 1922, p. 2; L’Idea, 22 aprile 1922, p. 3
1 maggio 1922. Busseto
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: operai Giuseppe Berretta e Cesare Castioni
Responsabili: fascisti
Fonte: Il Piccolo, 3 maggio 1922, p. 2
1 maggio 1922. Madonna dei Prati di Busseto
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: operaio Marchettini, operaio Mezzadri
Responsabili: fascisti
Fonte: Il Piccolo, 3 maggio 1922, p. 2
14 maggio 1922. Mamiano
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Quiro Venturini (di Mamiano)
Responsabili: fascisti di Basilicanova
Fonte: Vita Nuova, 20 maggio 1922, p. 3
25 maggio 1922. Pilotta, Parma
Violenza contro le persone. Scontri, 1 morto
Nelle ore precedenti si sono verificati numerosi scontri tra fascisti e socialisti in diversi luoghi della città, e in uno di questi, in prossimità di Borgo Torto, vengono feriti due fascisti, Umberto Parenti e Paolo Varacca. Si verificano inoltre scontri in via Saffi, dove fascisti bastonano alcuni operai. Infine, presso la Pilotta, alcuni fascisti sparano colpi di rivoltella contro l’operaio Ugo Avanzini, uccidendolo.
Fonte: Gazzetta di Parma, 26 maggio 1922, p. 2; Il Piccolo, 26 maggio 1922, p. 4; Il Piccolo, 27 maggio 1922, p. 1; L’Internazionale, 27 maggio 1922, p. 3; L’Internazionale, 3 giugno 1922, p. 2; L’Idea, 3 giugno 1922, p. 2; La Fiamma, 3 giugno 1922, pp. 1-2; La Fiamma, 1° giugno 1922, p. 3
25 maggio 1922. Osteria Menotti, Varone di Pellegrino
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Giuseppe Morini (di Ranzano)
Responsabili: fascisti
Fonte: L’Idea, 3 giugno 1922, p. 4
Fine maggio 1922. Busseto
Violenza contro le persone. Accoltellamento
Alfredo Curtarelli, scontati 15 mesi di carcere preventivo per resistenza alla forza pubblica, è appena stato liberato ed è tornato a casa sua, in località Frescarolo, dove vive con i genitori, con la sorella e il di lei marito. Nella notte si presentano a casa Curtarelli un gruppo di fascisti forestieri, che si spacciano per carabinieri, con l’intento di farsi aprire. Riconosciuti come fascisti, il gruppo irrompe violentemente nella casa e cattura Alfredo, trascinandolo fuori con l’intenzione di ucciderlo, mentre il resto dei familiari tenta di difenderlo. Nella colluttazione, Alfredo viene pugnalato alla schiena, mentre i fascisti si danno alla fuga.
Fonti: Gazzetta di Parma, 26 maggio 1922, p. 3; Il Piccolo, 28 maggio 1922, p. 3; L’Idea, 3 giugno 1922, p. 4
3 giugno 1922. Lesignano Bagni
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Paride Mazza
Responsabili: fascisti
Fonte: L’Idea, 1° luglio 1922, p. 4
11 giugno 1922. Chiozzola di San Lazzaro
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: contadino di San Donato d’Enza
Responsabili: fascisti
Fonte: Il Piccolo, 13 giugno 1922, p. 2
Fine giugno 1922. Roccabianca
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Alberto Bottoni e Luigi Giordani (operai)
Responsabili: fascisti
Fonte: L’Idea, 24 giugno 1922, p. 4
27 giugno 1922. Piazza Duomo, Parma
Violenza contro le persone. Aggressione e minacce
Vittime: Piero Illari (corrispondente di giornali comunisti)
Responsabili: fascisti
Fonti: Gazzetta di Parma, 28 giugno 1922, p. 2; Il Piccolo, 28 giugno 1922, p. 2
Inizio luglio 1922. Fontanelle
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Bruno Cozzani
Responsabili: fascisti
Fonte: Il Piccolo, 5 luglio 1922, p. 4
10 luglio 1922. Caffè Poli, Noceto
Violenza contro le persone. Aggressione
Un gruppo di fascisti (Giuseppe Montanini, Ettore Montanini, Enrico Cavalli, Edgardo Corradi) aggredisce senza motivo, dinanzi al Caffè Poli, il mutilato di guerra Ercole Castelli, bastonandolo. Dopodiché bastonano anche l’ex combattente Cesare Mora.
Fonte: Il Piccolo, 11 luglio 1922, p. 5
4 agosto 1922. Piazza Duomo, Parma
Violenza contro le persone. Aggressione, insulti e devastazioni
Siamo durante i giorni delle barricate. Il consigliere socialista Vico Ghisolfi viene convocato dal sindaco Amedeo Passerini per discutere del testo di pacificazione che avrebbe dovuto riportare la situazione alla normalità in città. Mentre si reca in municipio, Ghisolfi viene fermato da un gruppo di fascisti all’altezza del Duomo, insultato e picchiato. Gli stessi si recano poco dopo nel suo ufficio, devastandolo e saccheggiandolo.
Fonte: L’Idea, 13 agosto 1922, p. 3; Il Piccolo, 4 agosto 1922
Fine settembre 1922. Ponte di Mezzo, Parma
Violenza contro le persone. Aggressione
Il prof. medico Rossi, che aveva soccorso i feriti durante le barricate, viene bastonato dai fascisti perché non porta il tricolore all’occhiello.
Fonte: L’Idea, 7 ottobre 1922, p. 4
16 ottobre 1922. Borgo San Donnino
Violenza contro le persone. Scontri
Un gruppo di fascisti bastona il consigliere socialista Dante Gresta, questi riesce a riparare presso la cooperativa vicina. Poco dopo, Gresta esce dalla cooperativa, incrocia un nuovo gruppo di fascisti e temendo che volessero nuovamente bastonarlo, estrae la pistola e spara, ferendo il fascista Giuseppe Rebecchi. Gresta viene quindi arrestato.
Fonti: Gazzetta di Parma, 18 ottobre 1922, p. 2; Il Piccolo, 19 ottobre 1922, p. 2; L’Idea, 21 ottobre 1922, p. 3; Il Risveglio, 21 ottobre 1922, p. 3; L’Internazionale, 28 ottobre 1922, p. 4
23 ottobre 1922. Langhirano
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Icilio Manara (operaio di Torrecchiara)
Responsabili: fascisti
Fonte: Il Piccolo, 25 ottobre 1922, p. 2
Fine ottobre 1922. Piazza Garibaldi, Parma
Violenza contro le persone. Aggressione
Alle 14.45 in Piazza Garibaldi scoppia una rissa tra quattro fascisti e un operaio, un certo Rozzi, abitante in Borgo Parente. Viene anche sparato un colpo di rivoltella, che però non colpisce nessuno.
Fonte: Il Piccolo, 31 ottobre 1922, p. 2
Inizio novembre 1922. Talignano
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: don Luigi Sacchelli (parroco di Talignano)
Responsabili: fascisti di Fornovo
Fonti: Bollettino dell’Associazione Agraria Parmense, 4 novembre 1922, p. 4; La Giovane Montagna, 8 novembre 1922, p. 3
Inizio novembre 1922. Cassio
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: don Giovanni Cavazzini (parroco di Cassio)
Responsabili: fascisti
Fonte: La Giovane Montagna, 8 novembre 1922, p. 3
11 novembre 1922. San Lazzaro parmense
Violenza contro le persone. Irruzione e aggressione
La sera attorno alle 23, un gruppo di fascisti provenienti da Vicopò e Beneceto si reca a San Lazzaro Parmense, presso l’abitazione di un certo Bernini, dove si tiene una festa da ballo a cui sono presenti diversi elementi del circolo Corridoni. I fascisti puntano le armi contro l’edificio, fanno irruzione, perquisiscono i presenti e obbligano gli uomini ad uscire, colpendoli con botte e bastonate. I fascisti infine sparano colpi di rivoltella, ferendo tali Gazza, Cavalca e Arnaldo Cervi (segretario del Circolo Corridoni).
Fonte: Il Piccolo, 14 novembre 1922, p. 2
Fine dicembre 1922. Vicomero
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Gatti, ex-consigliere socialista
Responsabili: fascisti
Fonte: L’Idea, 22 dicembre 1922, p. 4
Fine dicembre 1922. Lesignano Bagni
Violenza contro le persone. Insulti
Vittime: arciprete di Lesignano Bagni
Responsabili: fascisti
Fonte: La Fiamma, 23 dicembre 1922, p. 3
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
27 febbraio 1922. Fontevivo
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione e ggressione
La vicenda inizia la sera del 27 febbraio, durante una festa organizzata dalla locale sezione dei Mutilati, quando un gruppo di fascisti capitanati dal segretario del fascio locale Vittorio Plancher entra nei locali armato di bastoni e fa issare una bandiera fascista. L’azione degli squadristi viene sferrata nonostante il Plancher abbia dato parola alla sezione dei Mutilati che non ci sarebbero stati disordini, ma anzi i fascisti avrebbero garantito l’ordine. Il giorno dopo, su ordine del questore di Parma, è fatta rimuovere la bandiera fascista; alcune ore dopo il gruppo di fascisti con a capo Plancher si rende protagonista di diverse azioni di violenza contro alcuni operai del paese, senza che la forza pubblica intervenga. Il brigadiere del posto assistente passivo alle azioni, scambiando parole d’intesa coi fascisti. I carabinieri intervengono solo quando un gruppo di operai tenta di reagire.
Diversi i feriti, quasi tutti operai, tra cui un certo Aimi di Pontetaro, Secondo Corradi, Ildebrando Galli e Alcibiade Frati.
Fonti: Il Piccolo, 2 marzo 1922, p. 2; Il Sindacato Operaio, 4 marzo 1922, p. 4
19 marzo 1922. San Michele di Tiorre
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione e aggressione
Domenica 19 marzo giungono a San Michele di Tiorre una ventina di fascisti, provenienti da Pannocchia. Questi si aggirarono per il paese cantando e facendo baldoria, finché giunti in una osteria locale, due di loro – tali Zaccaria e Giuseppe Ferrari – arrivano alle mani con altri due uomini, Attilio Frambati, che si scoprirà essere anch’egli fascista, ed Ercole Solieri. Nelle ore successive il gruppo di fascisti si segnala per altre violenze in zona.
Fonte: Il Piccolo, 21 marzo 1922, p. 1
2 aprile 1922. Pieveottoville
Violenza contro le persone e contro le cose. Irruzione e aggressione
L’ex assessore del comune di Zibello si trova nella cooperativa di Pieve Ottoville, quando entrano alcuni fascisti locali, certi Valla e Guareschi, e lo aggrediscono.
Fonti: Il Piccolo, 4 aprile 1922, p. 2; L’Idea, 8 aprile 1922, p. 4
Uccisioni e aggressioni gravi di fascisti ad opera di antifascisti e forze dell’ordine
1 maggio 1922. Tortiano di Montechiarugolo
Violenza contro le persone. Aggressione e omicidio
Il 1 maggio fascisti di Basilicanova, capitanati da Paride Conforti e Ugo Mutti, si recano a Tortiano durante festa del primo maggio per un’incursione contro i socialisti. L’arrivo della forza pubblica mette in fuga i fascisti, ma uno di essi, il diciannovenne Tancredi Bardiani, viene inseguito dai socialisti Clodoveo Carboni, Eugenio Bassi, Medardo Bassi, Ferruccio Bertoli e, raggiunto tra i campi, viene bastonato a morte. Dopo questi fatti vengono tratti in arresto sia i socialisti responsabili dell’omicidio che i fascisti che avevano guidato l’azione a Tortiano. La casa di Eugenio Bassi, implicato nell’omicidio, verrà presa d’assalto qualche mese più tardi.
Fonti: Gazzetta di Parma, 2 maggio 1922, p. 2; Gazzetta di Parma, 5 maggio 1922, p. 2; Il Piccolo, 2 maggio 1922, p. 1; Il Piccolo, 3 maggio 1922, p. 1; La Giovane Montagna, 4 maggio 1922, p. 4; La Fiamma, 6 maggio 1922, p. 2; Il Veltro, 6 maggio 1922, p. 3; Il Veltro, 13 maggio 1922, p. 1; Bollettino dell’Associazione Agraria Parmense, 6 maggio 1922, pp. 3-4; L’Idea, 13 maggio 1922, p. 4
4 agosto 1922. Sala Baganza
Violenza contro le persone. Omicidio
Durante i giorni dello “sciopero legalitario”, Ettore Tanzi, fascista, svolge servizio di vigilanza notturna. Il 4 agosto, assieme a quattro suoi fratelli, anch’essi fascisti, accompagna alcuni carri di pomodori alla fabbrica Conti di Calda di Sala Baganza, ma ad un certo punto sono aggrediti da sette/otto sovversivi. Durante lo scontro a fuoco, rimane ucciso.
Fonte: Gazzetta di Parma, 8 agosto 1922, p. 2.
9 ottobre 1922. Bargone di Salsomaggiore
Violenza contro le persone. Omicidio
Durante uno scontro tra fascisti e socialisti a Bargone di Salsomaggiore, il fascista Livio Rossini viene colpito da arma da fuoco e ferito all’addome. Accompagnato in ospedale, muore il 15 ottobre.
Fonti: Gazzetta di Parma, 11 ottobre 1922, p. 2, Gazzetta di Parma, 17 ottobre 1922, p. 2.
13 ottobre 1922. San Michele Tiorre
Violenza contro le persone. Omicidio
Pio Costa, fascista quindicenne, viene colpito a morte in una osteria a San Michele di Tiorre, durante un agguato attuato da alcuni sovversivi contro i fascisti locali.
Fonti: Gazzetta di Parma, 13 ottobre 1922, p. 1, Gazzetta di Parma, 20 febbraio 1922, p. 1.
29 marzo 1922. Parma
Violenza contro le persone. Omicidio
Durante un processo a carico di sei fascisti accusati di omicidio, fuori dal tribunale si verificano scontri tra fascisti e socialisti. Durante gli scontri, Arturo Pagliani, Ardito del popolo, spara contro i fascisti, colpendo mortalmente Walter Branchi, di sedici anni.
Fonti: Gazzetta di Parma, 30 marzo 1922, p. 2, Gazzetta di Parma, 3 aprile 1922, p.1.
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
24 giugno 1922. San Secondo
Violenza contro le persone. Aggressione
Vittime: Pasquale Bruno (carabiniere)
Responsabili: Arditi del popolo
Fonte: Bollettino dell’Associazione Agraria Parmense, 1° luglio 1922, p. 4
16 ottobre 1922. Via Melloni, Parma
Violenza contro le persone. Scontri
Una cinquantina di fascisti, partiti dalla sede del Fascio alle 22.00, si dirige in via Cavour, via Melloni e via Garibaldi cantando inni fascisti. Giunti in viale Mentana sparano diversi colpi di rivoltella, come segno di intimidazione nei confronti degli abitanti del rione Naviglio da cui parte qualche colpo in risposta. Intervenuti i carabinieri, i fascisti vengono accerchiati. Durante l’operazione all’ingresso delle poste in via Melloni cade una bomba Thavenot che esplodendo ferisce il fascista geometra Gaetano Furlotti e i carabinieri Alessandro Calzi, Albino Chiesa, Lucio D’Agostino. Il muratore Antonio/Ausonio Bosi viene ferito alla clavicola sinistra con un colpo di fucile; feriti anche l’orefice Giovanni Ravazzoni e Marco Sechi.
Fonti: Gazzetta di Parma, 17 ottobre 1922, p. 2; Il Piccolo, 18 ottobre 1922, p. 2; Il Piccolo, 19 ottobre 1922, p. 2
Bologna
VIOLENZE
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
15 giugno 1919. Piazza XX Settembre, via Ugo Bassi e Hotel 3 Re, Bologna
Violenza contro persone e cose. Rissa, sassaiola e sparatoria, 1 morto
Coinvolte la guardia regia De Novellis, bastonato alla testa; il maresciallo Vignoli; 4 studenti (forse nazionalisti); Maurizio Pasquali di 18 anni che viene ferito a una gamba; Luigi Bertoni, che viene ferito al gomito sinistro; Geltrude Grassi, di 23 anni, che viene ferita alla natica destra, e muore 5 giorni dopo per le ferite riportate; Vittorio Mengoli, di 14 anni, che viene ferito alla natica sinistra; Mario Galeotti, di 18 anni, nazionalista, che riceve un colpo di arma da fuoco alla scapola sinistra; Pietro Sabattini, di 17 anni, nazionalista, colpito alla spalla e alla mandibola sinistra. I nazionalisti, inquadrati nei “Sempre Pronti per la Patria e per il Re” invadono i locali dell’Amministrazione provinciale, assaltano il caffè Re Enzo – noto ritrovo socialista – e attaccano mano armata la Camera Confederale del Lavoro.
Vengono arrestati tra i socialisti; Dante Danieli, di 34 anni, imbianchino; Alfeo Giacaglia, socialista rivoluzionario; Elsa Caprara, di 22 anni; Guglielmo Colombini di 30 anni, reo di avere lanciato una sedia contro il maggiore Stagi; Bruno Giovannoni, di 15 anni, per vilipendio alla bandiera nazionale. Arrestati tra i nazionalisti; Dino Zanetti, Mario Jacchia, Attilio Pappalardo, Francesco Serantini, Mario Gianfranco. Dopo due giorni, vengono eseguiti altri arresti a persone delle quali, non si specifica l’appartenenza politica.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
2 agosto 1919. Via delle Oche e via Donzelle, Bologna
Violenza contro le persone e contro le cose. Agguato
Tentata invasione di proprietà privata e agguato contro militari. Coinvolti il sergente Pierino Allegra, che viene bastonato in testa e pugnalato al petto, e Giuseppe Raspelli, ardito, ferito a sua volta da un colpo di arma da fuoco sparata da altri militari giunti per dare manforte al commilitone.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
3 dicembre 1919. Arena del Pallone (Sferisterio), via Bertiera, Bologna
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco, 1 morto
Amleto Vellani, segretario del Fascio socialista comunista, un’organizzazione anarchica, dopo un comizio all’Arena del Pallone per protestare contro incidenti avvenuti a Roma il giorno prima, in via Bertiera, mentre rincasava con altri lavoratori, fu colpito a morte da una pattuglia di polizia alla quale si erano uniti gli squadristi della Sempre pronti guidati da Dino Zanetti. I socialisti accusano i carabinieri che però negano ogni addebito.
Fonti: “Il Resto del Carlino”
Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945), Dizionario biografico, Rocca San Casciano (Fo), 1998
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
20 settembre 1920. Piazza Nettuno e Sala Borsa, Bologna
Violenza contro le persone e le cose. Rissa, sparatoria. 1 morto
Guido Tibaldi, di 32 anni, socialista, riporta una ferita d’arma da fuoco, in seguito alla quale morirà; Paolo Bonatti riporta una ferita da taglio; Umberto Guizzardi viene ferito. Gli scontri avvennero a seguito dell’assalto fascista, guidato da Leandro Arpinati, al caffè-ristorante della Sala Borsa, noto ritrovo socialista. Sono arrestate ; per oltraggio 18 persone, delle quali non si specificata l’appartenenza politica: Adelmo Cesti, di 26 anni; Francesco Galletti, di 23 anni; Primo Cosolo, di 20 anni; Antonio Cavara, di 18 anni; Umberto Piazzardi, di 24 anni, per aver sparato contro le guardie regie; Vittorio Bernardi, di 19 anni; Vincenzo Lopez, per insubordinazione e per porto di pugnale; Aldo Perugio, di 20 anni; Giacomo Riccardone; Armando Tagliavini, di 17; Umberto Ottaviani, di 34 anni; Giuseppe Giovannini, nazionalità ungherese, per porto d’armi abusivo.
Fonte: “Il Resto del Carlino”; Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
15-16 ottobre 1920. Bologna
Violenze contro le persone e le cose. Assalto, sparatoria e devastazioni, 1 morto
A seguito dei funerali degli agenti deceduti negli scontri del Casermone, i fascisti di Arpinati si resero protagonisti di violenze nei confronti di luoghi simbolo del socialismo in città, come l’incendio dell’edicola socialista, provocando anche un morto, Giuseppe Fabbri, un colono che si trovava lì per caso. Viene ferito Ernesto Mazzucchelli, di 37 anni, commesso. Ci sono arresti sia tra i nazionalisti che tra i socialisti.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
4 novembre 1920. Camera del Lavoro di Bologna
Violenze contro persone e cose. Sparatoria
Durante le celebrazioni per l’anniversario della Vittoria della Prima guerra mondiale, un gruppo di nazionalisti, fascisti ed ex combattenti invade i locali dell’Amministrazione Provinciale e fa suonare il campanone del Palazzo del Podestà. Durante la giornata i fascisti prendono controllo di alcuni mezzi dell’azienda tranviaria cittadina. In serata i nazionalisti Dino Zanetti e Attilio Pappalardo guidano l’assalto armato fascista e nazionalista alla Camera del Lavoro di Bologna. Il segretario, Ercole Bucco, aveva chiamato il gruppo delle guardie rosse, armate, in previsione di possibili scontri con i nazional-fascisti. Bucco però chiede l’intervento della polizia che entra nella sede sindacale, trova le armi e arresta i socialisti e le guardie rosse. Il questore filofascista Poli lascerà appositamente le porte della CdL aperte per permettere a fascisti e nazionalisti di entrare e devastare la sede.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
10 novembre 1920. Tolè, Vergato
Violenze contro le cose. Incendio
La Cooperativa Popolare di Tolè, al cui interno vi erano Maria Battistini e Annetta Biagi, viene incendiata ad opera di ignoti, ma si sospetta la vendetta politica.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
7 dicembre 1920. Castel San Pietro e piazza Re Enzo, Bologna,
Violenze contro le persone e contro i simboli. Rissa, aggressione, sparatoria
Il fascista Alvisi è aggredito da alcuni leghisti. Due socialisti, aggressori di Alvisi, vengono feriti. I fascisti devastano il Municipio di Castel San Pietro, la Cooperativa birocciai e la locale Camera del lavoro. Simboli, bandiere e quadri socialisti vengono trasportati e poi bruciati a Bologna, in piazza Re Enzo.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
21 dicembre 1920. Via Rizzoli, Bologna
Violenze contro le persone e le cose. Assedio, sequestro di persona, rissa
Francesco Zanardi è costretto a rinchiudersi dentro l’Ente Autonomo dei Consumi che fu assediato da fascisti e membri forze dell’ordine. Armando Fraboni, socialista, è aggredito.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
5 aprile 1920. San Matteo della Decima
Violenza contro le persone. Scontro a fuoco, 8 morti
5 vittime tra i socialisti: Rodolfo Tarozzi, di 16 anni, bracciante; Adalgisa Galletti, di 18 anni; Vincenzo Ramponi, di 45 anni, colono; Giovanni Terzi, di 54 anni; Sigismondo Campagnoli. Numerosi sono i feriti: Daneo Serra Zanetti, di 51 anni, ferito da colpo di moschetto, che morirà qualche giorno dopo; signorina Mazzoni, 20 anni, ferita alla regione glutea destra; giovane donna di nome Rubini, ferita al gomito destro con frattura complicata dell’omero; Alessandro Calzari, di 19 anni, ferita alla guancia destra; Enrica Forni, ferita ad una spalla e ad una coscia; individuo sconosciuto, che riporta una grave ferita al cranio; Silla Goldoni, di 36 anni; Daneo Vaccari, di 31 anni, ferito da arma da fuoco all’addome, morirà dopo qualche giorno; Augusta Bussolari, di 50 anni, ferita da arma da fuoco alla spalla destra, una al braccio destro e una alla coscia destra; Simoni Luigi, di 31 anni, ferita da arma da fuoco al torace destro, sotto la scapola con probabile lesione del midollo spinale; Ivo Pancaldim che morirà qualche giorno dopo. Arbizzani racconta che i carabinieri spararono sulla folla riunita in comizio nel cortile della scuola. Le vittime sopra riportate, in tutto 8, non compaiono nel Dizionario biografico, di Arbizzani, Onofri (1998).
13-14 ottobre 1920. Piazza Umberto I (oggi piazza dei Martiri), San Giovanni in Monte e via Cartoleria, Bologna
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalti e sparatoria, 5 morti e 15 feriti
In occasione dello sciopero generale di due ore indetto per il 13 ottobre da socialisti e anarchici per protestare contro le ingerenze straniere nelle dinamiche interne della Russia sovietica, si tiene un comizio al quale parteciparono importanti esponenti del socialismo e dell’anarchismo, come Francesco Zanardi ed Errico Malatesta. Al termine del comizio, nonostante la contrarietà di socialisti e della Federazione anarchica, parte un corteo improvvisato verso il cosiddetto “Casermone”, che sfocia in uno scontro armato tra dimostranti e Guardie Regie al termine del quale si contano decine di feriti e almeno cinque morti, tra cui un brigadiere e un viceispettore.
Deceduti: Brigadiere Colamasi, colpito al petto da arma da fuoco; un certo Fuzzi, di 20 anni; Giuseppe La Volpe, ispettore delle guardie investigative, morto per colpo di arma da fuoco.
Feriti, tutti per colpi di arma da fuoco, arma da taglio o bastonatura: Eugenio Quinti, maresciallo, colpito da arma da fuoco; Erminio Zucchini (anarchico?), ferito da colpo di arma da fuoco, morirà in seguito; Vincenzo Antoniozzi, guardia regia, ferita d’arma da fuoco alla spalla destra; Mario Bompani, ferita d’arma da fuoco alla spalla sinistra; Emilio Ariatti; Calisto Vacchi, morirà in seguito; Armando Nerozzi; Enrico Belluzzi; Dante Zucchini; Antonio Volpi; Ferruccio Tantini; Luigi Reggiani; Francesco Domenichelli; Oreste Donati; Bruno Calderara; Arturo Guidi.
Vengono arrestati 32 anarchici: Angelo Menossi, di 22 anni, sguattero del caffè San Pietro; Luigi Venturi, di 25 anni, muratore; Arturo Nerozzi, 27 anni, portabandiera; Primo Fini, 19 anni, ferroviere; Cesare Sacchetti, 24 anni; Giuseppe Atti, 22 anni; Carlo Zuffa, 18 anni; Luigi Bettini, 62 anni; Mario Masi, 15 anni; Mario Martini, 19 anni, muratore; Evaristo Mandrioli, 28 anni, muratore; Filippo Bergami, 18 anni, tornitore; Adelmo Gamberini, 19 anni, muratore; Anselmo Degli Esposti, 16 anni, manovale muratore; Andrea Giacometti, 19 anni; Giuseppe Camera, 27 anni, negoziante; Umberto Duca, 35 anni, decoratore; Renato Manzini, 16 anni; Mario Merli, 16 anni, falegname; Raffaele Bortolotti, 17 anni, fornaio; Giuseppe Corazza, 19 anni; Alberto Balboni, 26 anni; Roberto Mignani, 30 anni; Vito Cazzola, 39 anni; Enrico Bruni, 24 anni; Vittorio Gnomi, 18 anni; Roberto Ferrari, 23 anni; Fortunato Riccieri, 23 anni; Gino Rocchi, 17 anni; Alessandro Liverani, 23 anni, sarto; Bertolo Ferri, 18 anni, facchino; Enrico Selleri, 59 anni; Angelo Menossi, 22 anni, sguattero; Luigi Venturi, 25 anni, muratore; Arturo Menozzi.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
14 novembre 1920. Castel d’Argile
Violenza contro le persone. Omicidio
Medardo Vannini, muratore, iscritto al Psi, viene colpito con una daga alla testa e poi da un colpo di arma da fuoco in seguito a una colluttazione con il maresciallo Gianninoni e un altro milite.
Fonte: “Il Resto del Carlino”; Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945), Dizionario biografico, Rocca San Casciano (Fo), 1998
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
25 maggio 1920. Centro, Bologna
Violenza contro le cose. Devastazioni
Sono attaccati bar, caffè e trattorie lungo via d’Azeglio, via Carbonesi, via Pignattari, Piazza Vittorio Emanuele, via Indipendenza ad opera dei camerieri legati alla Camera Confederale del Lavoro. Quattro arresti; Orfeo Balchera, di 30 anni, facchino dell’hotel Bologna; Ciro Fagnani, sguattero della Birreria Ronzani; Albini Levrini, di 30 anni, cuoca; Enrico Fabbri, di 27 anni, meccanico, imputato anche di oltraggio.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
14 luglio 1920. Castello di Serravalle
Violenza contro le cose. Distruzione macchinari agricoli
Una trebbiatrice viene data alle fiamme, vengono arrestati membri delle leghe operaie: Romeo Trovanelli, 40 anni, capo lega; Mario Zini, 18 anni, birocciaio; Mario Fave, 19 anni, contadino; Paolo Landi, 18 anni, contadino; Luigi Feni, 33 anni, contadino; Erminio Monari, 23 anni, contadino; Ernesto Vignali, 23 anni, muratore; Arturo Lolli, 27 anni, operaio; Filippo Muratori, 26 anni; Elio Pavignani, 18 anni, Domenico Lolli, 23 anni, contadino.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
9 agosto 1920. Portonovo di Medicina
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, 4 morti
Deceduti nello scontro a fuoco: Gesù Ghedini, Roberto Poletti, Luigi Barbieri, Celestino Dovesi. Rimasti feriti nello scontro a fuoco: Norina Barbieri; Alfonso Marchesi, di 25 anni; Augusto Dovesti. La sera seguente vengono arrestati: Attilio Poggi, Mario Poggi, Alfonso Mongardi, Ettore Martelli, Luigi Martelli, Alfredo Stignani, Vittorio Lolli, Enea Modelli, Innocenzo Cocchi.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
29 settembre 1920. Bar Margherita, Villa Beccadelli, Casalecchio di Reno
Violenze contro le persone e le cose. Sparatoria, sassaiola, accoltellamento, aggressione
Teodorico Guidicini, di 46 anni, affittuario, viene aggredito e accoltellato. Il Bar Margherita è preso a sassate. L’automobile del conte Visconti di Modrone è presa a sassate. Si ipotizza che i responsabili siano dei contadini forse appartenenti alla lega rossa.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
30 ottobre 1920. Sant’Agata Bolognese
Violenze contro le persone. Omicidio
Viene ucciso Gaetano Guizzardi che aveva rifiutato di iscriversi alla lega. Responsabili i socialcomunisti Sileno Bicocchi, Secondo Sola, Antonio Candini, Ivo Guizzardi. Ispiratore Agostino Pietroboni.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
21 novembre 1920. Palazzo d’Accursio e piazza del Nettuno, Bologna
Violenze contro le persone. Aggressione, rissa, sparatoria, 10 morti
All’insediamento del sindaco socialista Ennio Gnudi, si sviluppa uno scontro a fuoco nella piazza piena di gente. I massimalisti e la frazione comunista, dopo il manifesto fascista affisso il giorno precedente in cui si annuncia uno scontro con la nuova amministrazione, decidono di organizzare squadre di “guardie rosse” che stazionano all’interno del cortile di Palazzo d’Accursio. Quando Gnudi si presenta al balcone per salutare le persone, si scatena una sparatoria contro il palazzo. La folla accorsa si sbanda concentrandosi verso il cortile di Palazzo d’Accursio. Le guardie rosse, che non possono vedere cosa sta succedendo, credendo a un attacco fascista, lanciano delle bombe a mano sulla cittadinanza. I cittadini deceduti, buona parte per colpi di arma da fuoco, in piazza Nettuno sono: Antonio Amadesi, Flavio Bonettini, Gilberto Cantieri, Enrico Comastri, Vittorio Fava, Livio Fazzini, Ulderigo Lenzi, che morirà il 7 gennaio 1921, Ettore Masetti, che morirà il 13 febbraio 1921, Leonida Orlandi, che morirà il 22 novembre 1920, Carolina Zecchi. Una cinquantina i feriti. Nella sala del Consiglio Comunale di Bologna, dove lo scontro a fuoco si propaga, muore Giulio Giordani, consigliere di minoranza. Bruno Biagi e Cesare Colliva, consiglieri di minoranza, vengono feriti. I fascisti strumentalizzano l’accaduto facendo assurgere Giordani a primo caduto fascista. Ai funerali, durante i quali viene imposto il gonfalone del Comune, i fascisti si mettono alla testa del corteo, che assunme in breve le fattezze di una manifestazione antisocialista. L’assalto è di fatto diretto dal Fascio di combattimento di Bologna, ma viene ritenuto colpevole il PSI, per cui vengono arrestati 331 dirigenti e militanti socialisti.
Fonte: “Il Resto del Carlino”; Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945), Dizionario biografico, Rocca San Casciano (Fo), 1998, e vol.1, ISREBO, Bologna, 2005
18 dicembre 1920. Piazza dei Tribunali, Bologna
Violenza contro le persone. Bastonatura
L’onorevole Adelmo Niccolai e l’onorevole Bentini, socialisti, vengono bastonati ad opera di giovani nazionalisti e fascisti. 4 fascisti sono arrestati: Leandro Arpinati, Antonio Dossoni, Federico Benelli e Antonio Galli si costituiscono negando la responsabilità delle violenze che sostenevano il Fascio non avesse preordinato. Arrestato anche l’ex assessore comunale socialista Castelvetri per aver sparato.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
16 gennaio 1921. Bologna
Violenza contro le persone. Aggressione
L’on. Salvatori viene aggredito con insulti e sputi e costretto a scappare via da Bologna. Nonostante si sa che gli aggressori siano Arpinati e i suoi uomini il Carlino si tiene sul vago senza specificare i responsabili.
Fonte: “Il Resto del Carlino” e Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019.
4 febbraio 1921. Via Lame, Bologna
Violenza contro le persone. Pestaggio e bastonatura. 1 morto, repubblicano
Armando Ramazzotti, iscritto al PRI, falegname, è aggredito e bastonato ad opera di ignoti, forse fascisti. Riporta una commozione cerebrale e la frattura di un braccio e di un piede. Muore due giorni dopo.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
8 marzo 1921. Pieve di Cento
Violenza contro le persone e le cose. Violenza squadrista, 1 morto
Nel tentativo fascista rimane uccisa Angelina Toni. Arpinati viene arrestato.
Font: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
“Il Resto del Carlino”
26 marzo 1921. San Giovanni in Persiceto
Violenza contro le persone. Rissa, sparatoria. 1 morto
In occasione dell’inaugurazione del fascio di S. Giovanni in Persiceto un’automobile carica di fascisti assalta un gruppo di avventori del caffè Martini che aveva commentato in maniera negativa il passaggio dell’auto. Negli scontri muore a causa di due colpi di rivoltella l’operaio socialista Pirro Mocci. Viene accusato il fascista Bartolini che però a novembre viene assolto con formula piena.
Fonte: “Il Resto del Carlino” e Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945), Dizionario biografico, Rocca San Casciano (Fo), 1998
6 Aprile 1921. Minerbio
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Durante una spedizione mortale a Minerbio una squadra fascista ferrarese devasta la frazione di Ca de Fabbri e uccide Giuseppina Pilati di 5 anni.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
30 aprile/1 maggio 1921. Santa Maria in Duno
Violenza contro le persone. Rissa, sparatoria e incendio, 1 morto
Agguato di fascisti a una riunione della lega dei contadini; sparatoria. I fascisti bruciano i locali dove si stava tenendo la riunione. Amedeo Lipparini, 42 anni, colono, muore; Ernesto Zanarini, 28 anni, colono, ferito da arma da fuoco; Ernesto Mingardi, 48 anni, colono, ferito da arma da fuoco; Giuseppe Tugnoli, 42 anni, colono, ferito da bastonata; Mario Degli Esposti, 36 anni, colono, ferito da bastonata; Roberto Pondrelli, 26 anni, colono, ferito da bastonata; Armando Mengoli, 16 anni, colono, ferito da bastonata; Filippo Tartarini, 42 anni, colono, ferito da bastonata. Feriti i fratelli Ferruccio e Mario Festi tra i fascisti per colpo di arma da fuoco Fascisti arrestati: Vinicio Testoni, 17 anni; Carlo Triggia, 16 anni; Ermete Bergami, 18 anni, fabbro; Angelo Schiassi, 20 anni; Bruno Calicetti, 24 anni; Vittorio Rubini, 20 anni; Ferruccio Festi.
Denunciati: Pietro Berretta, 22 anni; Francesco Terzi, 23 anni; Carlo Cuscini, 20 anni; Mario Cuscini, 21 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino”; Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto Prefettura, IV 282, Titolo VII, 1341
15 maggio 1921, Bologna
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
In occasione delle elezioni tensioni e violenze si registrano un po’ ovunque. Una giovane rifiuta di gettare la coccarda rossa e viene aggredita da un gruppo di squadristi che la insegue fino al portone di casa in via San Giacomo 49. Qui i fascisti sparano alcuni colpi di arma da fuoco e un proiettile vagante colpisce mortalmente Aldo Tugnoli, operaio anarchico diciottenne che viveva nello stesso palazzo.
23/24 maggio 1921. Sant’Agata Bolognese
Violenze contro le persone. Sparatoria, 1 morto
In un attacco fascista alla casa dell’ex consigliere comunale Guiduzzi fu ferita mortalmente la madre, Agata Pizzi.
Fonti: “Il Resto del Carlino”;
Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo bolognese (1919-1945), Dizionario biografico, Rocca San Casciano (Fo), 1998.
21 giugno 1921. Torre di Iano
Violenza contro le persone. Omicidio e percosse, 1 morto
Per mano fascista Emilio Bassi, 50 anni, comunista, muore per colpi di arma da fuoco; Celso Lazzarini, comunista, viene percosso.
Arretato Lorenzo Mingardi, 29 anni, di Sasso; Franceschi Bertozzi è ricercato. Arrestati 3 comunisti: Rodolfo Suzzi, Lorenzo Lipparini e Telesforo Rizzi.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
15 luglio 1921, Minerbio
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
L’agente agrario Giulio Toschi è ucciso a Minerbio da mano ignota. La sua morte è inequivocabilmente in relazione al suo ruolo in favore dei fascisti nell’ambito delle vertenze agrarie del territorio.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
19 luglio 1921. Lavino di Mezzo
Violenza contro le persone. Rissa, bastonata, sparatoria, 1 morto
Amedeo Nanni, bastonato (non si capisce bene da chi, forse socialcomunisti); qualche giorno dopo Luigi Masetti, Arturo Ferrari e Amedeo Ugolini sono bastonati in una colluttazione a seguito dell’assalto fascista alla cooperativa “Alba Proletaria”. Enea Marchesini, cameriere, socialista, 43 anni, viene ucciso nella fuga da alcuni colpi di pistola.
7 arresti: Giulio Giorgi, 18 anni; Augusto Giorgi, 22 anni; Mario Giorgi, 16 anni; Pietro Golinelli, 17 anni, impiegato; Teodorico Mignani, 16 anni; Primo Vespignani, 18 anni; Gaetano Savigni, 19 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto Prefettura, IV 282, Titolo VII, 1341
15 agosto 1921. Marzabotto/Sasso Marconi
Violenze contro le persone. Aggressione, sparatoria, 1 ferito grave e 1 morto
Celso Ravagli, di 58 anni, colono, riporta ferita multiple di arma da fuoco al collo, alla spalla destra e al torace. I colpi sono sparati dal fascista Giorgio Giordani, indirizzati in realtà a un gruppo di comunisti. Adolfo Comani, socialista di Cinque Cerri (Sasso Marconi), bracciante, muore per colpo di arma da fuoco.
Arrestati i fascisti Alfonso Casellini, Armando Pesci, Mario Albi, Alessandro Gremici.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
28-29 agosto 1921. Rodiano, Savigno
Violenza contro le persone. Rissa e conflitto a fuoco, 1 morto
Scontro fra Giuseppe Baccolini, fascista, ed Emiliano Ferri, comunista di 50 anni; il primo viene bastonato dal secondo, poi ucciso da una revolverata.
3 arresti tra i comunisti: Guglielmo Rossi, 27 anni; Arturo Ferri; Alfredo Ferri.
4 arresti tra i fascisti: Dante Mattarozzi, 19 anni; Ambrogio Baccolini, 21 anni; Giuseppe Baccolini, 32 anni; Giovanni Carbone, 23 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
16 ottobre 1921. Zona Roveri, Bologna
Violenza contro le persone. Sparatoria. 1 morto socialista
Luigi Morini, artigiano socialista di Castenaso, è ucciso con un colpo di pistola ad opera di fascisti.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
17 novembre 1921, Bologna-Medicina
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Un gruppo di squadristi bolognesi tende un agguato al ventiseienne socialista Ugo Morara mentre si trova dalla fidanzata a Medicina.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
27 novembre 1921, Trebbo
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
I fascisti uccidono un “sovversivo” (non è indicata appartenenza politica/partitica) a Trebbo.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
24 gennaio 1921. Camera Confederale del Lavoro, Bologna
Violenza contro contro le cose e contro i simboli. Incendio
Viene incendiata la Camera Confederale del Lavoro od opera di nazionalisti, fascisti, ex legionari. Incendiata anche la sede dell’Unione socialista e de “La Squilla”.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
25 gennaio 1921. Vecchia Camera del Lavoro, Bologna
Violenza contro le cose. Occupazione
La vecchia Camera del Lavoro viene occupata dalle Forze dell’ordine, perché si pensa che possa ospitare la Camera Confederale incendiata il giorno precedente
Fonte: “Il Resto del Carlino”
4 aprile 1921. Casalecchio di Reno
Violenza contro le cose. Incendio
Dopo che qualcuno lancia un ferro da stiro in testa a un gruppo di fascisti questi si recano presso la Camera del Lavoro di Casalecchio di Reno e la incendiano. Viene arrestato Augusto Mazzoli, di 26 anni, di appartenenza politica non definita.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
6 Aprile 1921. San Vitale, Bologna
Violenze contro le persone e contro le cose. Assalto circoli socialisti
I fascisti distruggono nella zona di via San Vitale il circolo socialista rionale e il circolo Cultura e Svago. Seguono poi violenze contro i cittadini.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
12 aprile 1921. Bologna
Violenza contro le cose. Distruzione di cooperativa
In via Polese viene distrutta la cooperativa socialista.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
12 aprile 1921, Monzuno-Vado
Violenza contro le cose. Distruzione cooperativa e CdL
In una giornata vengono distrutte la cooperativa di consumo di Monzuno e la Camera del Lavoro di Vado.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
16 o 20 aprile 1921. Bazzano
Violenza contro le cose e le persone. Aggressione, ferimento, assalto
Un gruppo di fascisti di Bazzano e Bologna assalta e devasta con bombe a mano, rivoltelle e mazze la Casa del Popolo di Bazzano. Il gerente Adelmo Veronesi viene ferito gravemente. Una volta conquistata e devastata i fascisti posero la scritta “Sindacato Fascista”. Per l’azione furono poi arrestati i fascisti bazzanesi Nello Masini e Luigi Gandolfi e alcuni bolognesi tra cui Bonaccorsi, Tannini e Ambrosi.
Fonti: Fondo Federcoop-Maltolto-Bazzano. Mauro Maggiorani, Vincenzo Sardone, Matteo Mezzadri, Resistere ricominciare. La comunità di Bazzano dal fascismo alla ricostruzione, Bologna, Aspasia, 2003.
19 aprile 1921. Pian di Macina, Pianoro
Violenza contro le persone e contro le cose. Devastazione e conflitto armato con i carabinieri
La Camera del lavoro è devastata dai fascisti. Vari arresti a San Ruffillo, tra cui due giovani in possesso di una pistola.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
28 aprile 1921, Crevalcore
Violenza contro le persone e le istituzioni
I fascisti interrompono il consiglio comunale di Crevalcore e cercano di imporre le dimissioni dell’amministrazione socialista.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
4 maggio 1921, Crevalcore
Violenza contro le persone. Minacce e aggressione
Gli amministratori socialcomunisti di Crevalcore sono aggrediti e minacciati di ulteriori violenze se non rassegnano le dimissioni.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019.
6 maggio 1921. Medicina
Violenze contro le cose. Devastazioni
Il Circolo socialista di Medicina è devastato dai fascisti. 9 arresti.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
5/6 giugno 1921. Baricella
Violenza contro le persone e le cose. Rissa, sparatoria e devastazione
Il Circolo comunista è assaltato. Aniello Pasti, comunista, è ferito da una bastonata. Un fascista è ferito da un colpo di pietra alla testa.
Vengono arrestati fascisti e comunisti. Altri denunciati non specificati. Tra i fascisti, tutti di Baricella: Ercole Corradi, oste, 50 anni.; Mario Mengozzi; Jago Pezzoli. Tra i comunisti: Augusto Pasti; Medardo Diolaiti, 17 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino”; Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto Prefettura, V 282, Titolo VII, 1341
8 maggio 1921, Bologna
Violenza contro le cose. Incendio della Camera del Lavoro
Viene incendiata la Camera del Lavoro di Bologna.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
10 maggio 1921, Bologna e provincia
Violenze contro persone e cose. Aggressioni, assalti, devastazioni
Pochi giorni prima delle elezioni una squadra entra in un deposito comunista in via Broccaindosso a Bologna e brucia migliaia di schede elettorali, manifesti e volantini. Contemporaneamente in provincia sono assaltate la Lega di Altedo e la Casa del Popolo di Pegola nel comune di Malalbergo e la cooperativa di consumo di Camugnano.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
12 giugno 1921. Molinella
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione e devastazione
Invasione dei fascisti alla Cooperativa di Molinella e devastazione dell’ufficio di Massarenti. Cazzola, 22 anni, socialista, è ferito con bastonate e pugnalata.
Arresti: Umberto Baraldi; Giuseppe Foschi, maestro, segretario politico del fascio di Molinella; Giuseppe Mezzetti, proprietario; Giustino Forlani, 30 anni, commerciante; Cesare Bertocchi, 23 anni. L’ing. Ragazzi è latitante.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
16 giugno 1921. Calcara
Violenza contro le cose. Incendio e percosse
Augusto Pedrini, di 21 anni, viene percosso; Celso Bortolotti, di 24 anni, viene catturato; Olga Melchiorri e Melania Betusi sono maltrattate. Il Carlino sostiene non ci siano state violenze nonostante la denuncia.
Devastati i locali della Casa del Popolo e della Cooperativa. Bruciate le masserizie.
Due fascisti condotti e Bologna per interrogatorio: Pio Donati, 47 anni, ed Ermete Macchi, 39 anni, sospettati.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
30 giugno 1921. Mezzolara di Budrio e San Martino in Argine di Molinella
Violenza contro le persone e le cose. Bastonatura e incendio
Vincenzo Buratti, 24 anni, operaio meccanico, fascista, bastonato da comunisti. Rappresaglia di fascisti che incendiano i documenti dei circoli giovanili socialisti di San Martino in Argine.
Denunciati i seguenti fascisti: Alfredo Martelli; Emiliano Marchesini; Giorgio Torreggiani; Enrico Battistini; Ettore Buratti; Alfonso Buratti.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
7/8 luglio 1921. Budrio
Violenza contro le persone e contro le cose. Assalto, bastonatura e pestaggio
I socialisti Guido Grimaldi ed Enea Biavati vengono bastonati. Arrestati tre fascisti; Settembrino Gamberini, Francesco Ungarelli, Augusto Chiapparini. Denunciati Emiliano Marchesini, Giuseppe Prioni, Giuseppe Veroli, Giovanni Bordoni, Ottavio Bordoni, Nino Maccagnani, Lorenzo Gamberini,
Fonte: Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto Prefettura, IV 282, Titolo VII, 1341
27/28 luglio 1921. Budrie di Persiceto
Violenza contro le persone. Aggressione e bastonatura, incursione
Cimbro Pregni, fascista, viene ferito da colpi di forcone al viso lunedì 25. Enea Mezzetti, probabilmente comunista, ritenuto l’autore dell’agguato, viene bastonato da un gruppo di fascisti che fanno una perquisizione in casa sua mettendo tutto a soqquadro e provocando un danno da 700 lire.
Nella Cooperativa di Consumo i fascisti gettano i registri e vandalizzano parte dell’arredamento, provocando danni per 500 lire.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
14/15 agosto 1921. Budrio
Violenza contro le persone e contro i simboli. Bastonatura, rogo di giornali
Anello Ruccheri viene bastonato da circa 30 fascisti. Bruciati vari giornali comunisti in piazza Filopanti. Zuccarini, comunista, è bastonato insieme a compagni di partito.
Emiliano Marchesini, fascista, è arrestato.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
13/14 agosto 1921. Persiceto
Violenza contro le cose. Devastazione
Locali della Lega birocciai invasi e devastati da un gruppo di 10 fascisti.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
2 settembre 1921. Baragazza, Castiglion dei Pepoli
Violenze contro le cose. Incendio di case
Incendi ad opera di fascisti: 4 case, di cui una del capolega, e la sede del circolo socialista.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
6 settembre 1921. Bologna
Violenze contro le persone e contro le cose. Assedio e incendio
Circolo Cattolico assediato da fascisti e nazionalisti; copie de l’Avvenire bruciate. Disordini ad opera di fascisti, legionari e nazionalisti. Un arrestato tra i legionari: Luigi Ronco, di 16 anni. Altro arrestato (probabile legionario): Umberto Sacchetti, di 22 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
20 settembre 1921. Zola Predosa
Violenza contro le cose. Rogo
Fascisti, nottetempo, assaltano e incendiano la Camera del Lavoro di Zola Predosa.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
10-13 ottobre 1921. Minerbio
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, devastazione
Due carabinieri fatti segno di colpi di pistola vicino alla Casa del Popolo. Rappresaglia dei fascisti: Casa del Popolo e Cooperativa di Consumo devastate. 52 social-comunisti arrestati e rilasciati poco dopo.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
30 novembre 1921, Minerbio, Granarolo, Mezzolara
Violenza contro le persone. Aggressione, percosse
I fascisti bolognesi aggrediscono i braccianti di Minerbio, Ca’ de Fabbri, Granarolo e Mezzolara perché organizzati nella Federterra nell’ambito dei lavori dello scavo del canale del Dugliolo.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Vittime chiaramente riconducibili a scontri con le forze dell’ordine
5 settembre 1921. Mezzolara di Budrio
Violenza contro le persone. Sparatoria, 2 morti
Scontri nei quali sono coinvolti fascisti, social-comunisti, forze dell’ordine. Muore Ferdinando Brazzi, di 17 anni; e viene ferito Aldo Vecchi, socialista, dopo una scontro con le forze dell’ordine, morirà in seguito. Tra i socialisti arrestati Giacomo Ungarelli, 34 anni; Luigi Sartori, 44 anni; Enrico Venturi, 22 anni. In seguito arrestati anche Antonio Rocchi, 24 anni (comunista?); Adelmo Manini, 24 anni (forse comunista).
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
28 novembre 1921, Grizzana Morandi
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Primo Sibani, membro del direttivo della Lega edile di Grizzana Morandi e già coinvolto in una sparatoria contro fascisti è ricerca dai carabinieri. Nel tentativo di sfuggire all’arresto scoppia una sparatoria in località Vimignano. Ferito, morirà all’ospedale di Vergato.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Vittime fasciste provocate da antifascisti o da forze dell’ordine
15 maggio 1921. Sala Bolognese
Violenze contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Attaccati dai comunisti, il fascista Umberto Vignudelli riporta una ferita d’arma da fuoco alla base polmonare destra con fuoriuscita alla regione ascellare sinistra; Sebastiano Monari riporta una ferita d’arma da fuoco alla regione ascellare sinistra, ed un’altra al braccio destro, muore pochi giorni dopo; Edmondo Monari riporta una ferita leggera alla coscia sinistra.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
28 luglio 1921. San Pietro in Casale
Violenze contro le persone. Sparatoria e agguato, 1 morto
Durante una sparatoria tra fascisti e antifascisti presso il Poggetto, frazione di S. Pietro in Casale, lo squadrista diciassettenne Luigi Vaccari, della squadra d’azione “Me ne frego” (altre fonti indicano dei “Sempre Pronti”) cade a terra e prima di morire disperde gli aggressori a revolverate. Un altro squadrista, Artimedio Bonvinelli, 18 anni, è ferito ai piedi. 7 comunisti arrestati: Fioravante Castaldini, 23 anni; Armando Guzzinati, 22 anni; AntonioCorticelli, 24 anni; Giuseppe Passini, 30 anni; Giuseppe Toni, 22 anni; Giovanni Ferrari, 19 anni; GiovanniMazzacorati, 17 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino” e Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
28 agosto 1921. Castelletto di Persiceto
Violenza contro le persone. 1 morto
Romolo Melloni, calzolaio, fascista, viene ucciso. Sono individuati i comunisti Augusto Marchesini, Armando Tarozzi, Amedeo Orlandi, Adolfo Bianchini.
Fonte: Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto Prefettura, IV 282, Titolo VII, 1341
16/17 ottobre 1921. Marzabotto
Violenza contro le persone. Pugnalata, 1 morto fascista
Giuseppe Spinelli, 26 anni, muratore, fascista, viene ucciso. Non sono indicati gli autori dell’uccisione.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
24 dicembre 1921, Trebbo-Bologna
Violenze contro le persone. Rissa, aggressione, 1 morto
In un’osteria di Trebbo, il fascista Ernesto Cesari si scontra contro un gruppo di diffusori di giornali antifascisti. Nella colluttazione viene sparato un colpo di pistola che uccide lo squadrista ventisettenne.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
14 gennaio 1921. Caserma Viola, Bologna
Violenza contro le persone. Sparatoria
Sul vaporino che collega Bazzano a Bologna, dopo varie tensioni tra fascisti e operai che comporta la presenza permanente di un cordone di polizia o carabinieri, vi è una sparatoria all’altezza della caserma Viola ad opera di fascisti guidati da Arpinati, che provoca due feriti di cui uno grave. Arpinati e 5 fascisti vengono arrestati e poi rilasciati.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
24 gennaio 1921. Casteldebole
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
La guardia regia Pasquale Radames viene ucciso con un colpo di pistola, e un suo collega viene aggredito da un gruppo di anarchici.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
4 febbraio 1921. Bologna
Violenza contro le cose. Incendi a sedi di giornali e di partiti
Va a fuoco la sede del Gruppo Nazionalista e gli uffici de «La Battaglia» ad opera di ignoti.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
23 febbraio 1921. Bologna
Violenza contro le cose. Incendio e assalto a negozi
Vetrine infrante e libri bruciati alla libreria Zanichelli ad opera di studenti.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
4 aprile 1921. Bologna
Violenza contro le persone. Bastonatura
Bastonato dai fascisti Achille Gherardi, consigliere delegato de «Il Resto del Carlino», per costringerlo a licenziare il diretto Missiroli, che sarà poi sostituito da Nello Quilici.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
18/19 aprile 1921. Pian di Macina
Violenza contro persone e cose. Lancio di bombe, agguato, rissa
I fascisti sono oggetto di lancio di bombe e di un agguato. Esplode una rissa tra carabinieri e popolazione legata a membri social-comunisti. Vengono arrestati 17 comunisti a Pian di Macina: Adolfo Negroni, 56 anni, muratore; Aldo Negorni, 17 anni; Attilio Negroni, 36 anni; Aldo Serenari, 25 anni; Giovanni Bartolotti, 25 anni, muratore; Alfoso Nannetti, 28 anni, muratore; Luigi Venturi, 31 anni, manovale; Giovanni Baratta, 19 anni, selcino; Guerrino Cevenini, 24 anni, muratore; Enrico Cevenini, 48 anni, bracciante; Armando Stampini, 28 anni, calzolaio; Gualtiero Cappelli, 17 anni, falegname; Augusto Dalmastri, 29 anni, muratore; Alfonso Tonelli, 30 anni, bracciante; Armando Orsi, 20 anni, muratore; Giuseppe Dallolio, 23 anni, bracciante; Novello Baratta, 27 anni, gessaiolo. Vengono arrestati anche 6 comunisti di Pianoro: Igino Masina, 38 anni, fabbro, capolega; Alfonso Cassani, 30 anni, colono; Alberto Cassani, 19 anni, muratore; Luigi Mazzoli, 19 anni, calzolaio; Giulio Mazzoli, 22 anni, muratore; Amleto Guidastri, 19 anni, muratore.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
5 maggio 1921, Bologna
Violenza contro le persone. Incidenti, 2 morti
Lo squadrista Piero Ranuzzi muore per un colpo accidentale della propria arma, mentre durante alcuni scontri di piazza muore il maresciallo dei carabinieri Pietro Biragi.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
27 agosto 1921. Via Indipendenza, Bologna
Violenza contro le persone e contro le cose. Aggressione, bastonatura, scontri tra fascisti e forze dell’ordine, distruzione di locali pubblici e commerciali
Elio Pulga, 31 anni, responsabile lega di Anzola Emilia, è bastonato e percosso dai fascisti. Morirà a causa delle violenze subite. Ci sono tafferugli con le forze dell’ordine.
Un fascista di Molinella è stato percosso perché scambiato per un comunista. Scontri violenti tra forze dell’ordine e fascisti.
Giuseppe Gamberini, impiegato della Cooperativa Consumi e mutilato decorato al valore, è percosso dai fascisti.
Vengono arrestati: Mario Pedrazzi, 26 anni, fascista; Marcello Billi, 18 anni, fascista; Giuseppe Gianni, 23 anni,tenente, arrestato per aver aiutato l’evasione di arrestati ed essersi rifiutato di aiutare la forza pubblica.
Altri arrestati: Francesco Mascagni, 25 anni; Mario Piccaglia, 18 anni; Marcello Serrazanetti, 33 anni; LuigiCobianchi, 32 anni; Arnaldo Pedrazzini, 30 anni; Ferdinando Saggi; Edoardo Mascellari, 18 anni; Lino Severi,legionario fiumano, 22 anni; Guglielmo Nardi, 25 anni, corrispondente de «Il popolo d’Italia»; Antonio Dallolio,18 anni; Giuseppe Gianni, 23 anni, ufficiale del R. Esercito; Carlo Panzani, 18 anni; Renato Zamboni, studente; Lino Carrara, 16 anni.
Fonte: “Il Resto del Carlino” e Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
30 agosto 1921. Baragazza, Castiglione dei Pepoli
Violenza contro le persone. Rissa e uccisione di rappresaglia, 2 morti
Lorenzo Poli, comunista, viene ferito da colpi di arma da fuoco alla natica sinistra. Emma Cremonini, madre di Mario Gherardi, fascista, viene uccisa per rappresaglia. Uccisione di Enrico Gherardi, padre di Mario Gherardi.
Arrestati tra i comunisti: Luigi Poli, 30 anni; Teresa Mazzoni, 30 anni; Pio Mazzoni, 21 anni: Caterina Baldi, 20 anni.
Arrestato tra i fascisti: Mario Gherardi.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
6 settembre 1921, Bologna
Violenza contro le persone. Perquisizioni e arresti di massa
Dopo una perquisizione nella sede della Vecchia Camera del lAvoro, di ispirazione anarchica, vengono arrestati 32 militanti appartenenti agli Arditi del Popolo.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
7 ottobre 1921. Viale Filopanti, Bologna
Violenza contro le persone. Sparatoria, 1 morto
Due guardie regie vengono fatte oggetto di colpi di arma da fuoco ad opera di ignoti che non si fermano all’alt intimato. Muore la guardia regia Biagio Biasco.
Fonte: Annalisa Padovani, Stefano Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011 e Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Uccisione di antifascisti ad opera di fascisti
12 gennaio 1922, Bologna
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
A Bologna viene ucciso, presumibilmente da fascisti, il sindacalista Mario Biavati.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
18 gennaio 1922. San Venanzio di Galliera
Violenza contro le persone. Incursione e duplice omicidio
Rocco Sacchetti e Luigi Cantelli, operai socialisti, sono uccisi durante un’incursione fascista.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
26 febbraio 1922, Pian di Setta
Violenza contro le persone. Omicidio, 1 morto
Durante l’aggressione a un militante di sinistra, Amedeo Barbari, la madre Adele Naldi in Barbari si interpone tra i figlio e quattro squadristi che la uccidono con un colpo di rivoltella. I quattro saranno poi amnistiati l’anno seguente.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
5 marzo 1922, Anzola dell’Emilia
Violenza contro le cose e le persone. Assalto e aggressione. 1 morto
Un gruppo di squadristi assalta la cooperativa di consumo di Case Modena (Anzola); durante l’assalto viene ucciso a revolverate il bracciante anarchico (58 anni) Aristide Toselli e feriti Adelmo e Alfonso Negrini.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
18 marzo 1922, Bologna
Violenza contro le persone. Aggressione
A Bologna una trentina di fascisti manganella un gruppo di legionari fiumani. Gabriele d’Annunzio sosterrà che la violenza è causata dal cosiddetto “schiavismo agrario”.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
19 marzo 1922. Idice e San Lazzaro
Violenza contro le persone. Sparatoria, omicidio
Il comunista Ugo Mezzini è trovato cadavere per colpo di pistola sparato da fascisti.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
27 maggio 1922-2 giugno 1922. Bologna
Violenze contro le persone e contro le cose. Assalti, minacce, omicidi, percosse. 1 morto
I fascisti occupano Bologna. Danno l’assalto all’Ente Autonomo dei Consumi, al Sindacato Ferrovieri, alla Centrale degli Spacci alimentari municipali, ai locali della Federterra, al Circolo fuochisti e macchinisti. Sono lanciate bombe contro la questura, la prefettura e minacciati gli edicolanti che distribuiscono l’Avanti! e altri giornali di sinistra. Innumerevoli aggressioni individuali, tra cui le percosse a Clodoveo Bonazzi, segretario vecchia CdL, Mario Santandrea, farmacista dei Garganelli, e ai vice commissari Ingrassia e Reitano. Viene ucciso Elmiro Forlani, commerciante di San Giorgio di Piano e l’operaio comunista Antonio Stagni di Castello di Serravalle. Le squadre che stazionano fuori Bologna si lasciano andare a violenze generalizzate in particolare a Pianoro e Casalecchio di Reno. Sono poi date alle fiamme cooperative e circoli socialisti di Crevalcore, Budrio, Castel d’Argile e Sant’Agata Bolognese. Cinque case di militanti di sinistra sono date alle fiamme a Boschi di Baricella. Incendiata la cooperativa “La Sociale” a Ca’ dei Fiori. Quasi una ventina di persone, tra cui l’Ardito del popolo Ettore Bertuzzi, sono bastonate fuori porta S. Vitale.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
22 giugno 1922. Bologna
Violenza contro le persone. Omicidio
Demetrio Martinelli, della lega lavoratori chimici, perde la vita per alcuni colpi di pistola sparati da un gruppo di fascisti. Due feriti: Alessandro Lenzi e Raffaella Galdo.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
14 luglio 1922. Castenaso
Violenze contro le persone. Violenza squadrista, 1 morto
Celestino Grilli, colono socialista, ucciso da quattro squadristi. Il fratello Luigi è ferito gravemente.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
31 luglio 1922. Bologna
Violenze contro persone e cose. Percosse, omicidi, assalti, bastonature. 1 morto
Quattro anarchici feriscono a rivoltellate due operai del Battiferro, Armando Grandi e Arturo (o Arrigo) Cenesi, che non avevano aderito allo sciopero. Alcuni fascisti per rappresaglia feriscono mortalmente il ferroviere Anselmo Naldi. Gli operai Ersilio Amorati, Filippo Tartaglia e Gaetano Venturini sono feriti fuori porta S. Vitale.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
16 agosto 1922. Castel d’Aiano
Violenze contro le persone. Duplice omicidio
Due fascisti si introducono nella casa dei fratelli comunisti Pellegrino e Francesco Bernardi e li uccidono.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
16 settembre 1922. Bologna
Violenze contro le persone. Omicidio
Il fascista Umberto Valianti uccide a bastonate il ferroviere socialista Ettore Faustini.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
31 ottobre 1922. Bologna
Violenze contro le persone. Omicidio
I fascisti aggrediscono l’anarchico Guido Zerbini, difeso a parole dall’impiegato delle poste Guglielmo Cialdi che viene a sua volta aggredito e ucciso a bastonate e pugnalate.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
Violenza sulle cose di proprietà antifascista da parte di fascisti (incendi, assalti, distruzioni, a sedi sindacali politiche e cooperative)
28 febbraio 1921, Castel Maggiore
Violenza contro le cose. Incendio di Lega
Gli squadristi bruciano la Lega “rossa” di Castel Maggiore.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Primavera 1922. Bazzano
Violenza contro le cose. Assalto e distruzione
I fascisti assaltano e distruggono definitivamente la Casa del Popolo di Bazzano.
Fonte: Fondo Federcoop – Maltolto – Bazzano
Primavera 1922. Marzabotto
Violenza contro le cose. Chiusura forzata
I fascisti locali impongono la chiusura forzata della Cooperativa di Consumo “Sempre Avanti” di Marzabotto.
Fonte: Fondo Federcoop-Maltolto-Marzabotto
18 aprile 1922. Corticella, Bologna
Violenza contro persone e contro le cose. Attentato e incendio
Tre anarchici lanciano una bomba contro il Caffè Garibaldi di Corticella abituale ritrovo di fascisti. La figlia del titolare Albertina Librenti ferita gravemente, perde la gamba. Poi la sera i fascisti bruciano la cooperativa agricola con tutti i macchinari.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
Maggio 1922. Castel d’Argile
Violenza contro le cose. Assalto, distruzione, sparatoria
I fascisti di Pieve di Cento e di Ferrara di ritorno da Bologna diretti a Ferrara iniziano una sparatoria nel centro del paese e penetrano mano armata all’interno del negozio di vendita della cooperativa di consumo distruggendo tutto il mobilio. Contemporaneamente un’altra squadra assalta la Casa del Popolo dove era conservato il magazzino della cooperativa stessa. Una parte di beni viene distrutta e bruciata, un’altra parte asportata. Danni per circa 3 milioni di lire, stimati negli anni Cinquanta.
Fonte: Fondo Federcoop-Maltolto-Castel d’Argile
6 maggio 1922, San Lazzaro di Savena
Violenza contro le cose. Assalto circolo comunista
Un gruppo di squadristi assalta il circolo comunista di San Lazzaro di Savena.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
14 maggio 1922. Idice di San Lazzaro di Savena
Violenza contro le cose. Incendio
I fascisti distruggono con un incendio la Cooperativa edile di Idice di San Lazzaro di Savena.
Fonte: Fondo Federcoop-Maltolto-San Lazzaro
25 maggio 1922. Calderara di Reno
Violenza contro persone e cose. Assalto
Fascisti guidati da Celestino Cavedoni assaltano la cooperativa agricola di Calderara di Reno.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
25 maggio 1922. Calderara di Reno
Violenza contro persone e cose. Assalto
Fascisti guidati da Celestino Cavedoni assaltano la cooperativa agricola di Calderara di Reno.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011.
29 maggio 1922. Crevalcore
Violenza contro le cose. Assalto e incendio
I fascisti bruciano la Casa del Popolo di Caselle di Crevalcore e distruggono la Cooperativa Produzione e Lavoro sempre di Caselle, a cui viene completamente bruciato il magazzino.
Fonte: Fondo Federcoop – Maltolto – Crevalcore.
13 giugno 1922. Bologna
Violenza contro le persone e contro le cose. Sparatoria, omicidio
I Fascisti sparano contro la sede della cooperativa di Corticella e uccidono Angelo Castaldini, il cui orientamento politico è sconosciuto.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
15 giugno 1922. Calderara di Reno
Violenza contro le cose. Assalto, incendio, aggressione
I fascisti attaccano delle baracche di proprietà della cooperativa agricola in cui era conservata una trebbiatrice. Assalto di lavoratori accorsi per difendere la cooperativa e gettano una bomba su un locomotore che viene sventrato. Dirigenti e operai della cooperativa vengono bastonati e vengono distrutte tutte le loro bicilette (circa una settantina). Tarozzi, dirigente della cooperativa è particolarmente colpito e viene fatto oggetto di fucilate da cui riesce a salvarsi.
Fonte: Fondo Federcoop-Maltolto-Calderara di Reno
23 giugno 1922, Zola Predosa
Violenza contro le cose. Assalto a cooperativa
A Madonna dei Prati a Zola Predosa viene assaltata e messa a soqquadro la locale cooperativa proletaria.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
11 luglio 1922, Saletto di Bentivoglio
Violenza contro le cose. Assalto di lega operaia
Gli squadristi bolognesi assaltano e distruggono la lega operaia di Saletto di Bentivoglio.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
30 luglio 1922, Borgo Panigale
Violenza contro le cose. Assalto a cooperativa
Gravemente danneggiata la cooperativa socialista di Borgo Panigale.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
30 luglio 1922, Anzola Emilia
Violenza contro le cose. Assalto a cooperative
La cooperativa di Anzola Emilia viene devastata da un’azione squadrista.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
8 agosto 1922. Bologna
Violenze contro le persone e contro le cose. Incendi, assalti
Incendio della Camera del Lavoro di Porta Lame e della cooperativa “La Sociale” della Bolognina. Incendio del Circolo San Ruffillo e assalto alla casa di Giuseppe Dozza.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
13 ottobre 1922. Molinella
Violenze contro le cose. Incendio
Baroncini e Foschi incendiano l’Ufficio collocamento dei braccianti. Poche settimane dopo è la volta della biblioteca popolare e degli uffici di collocamento delle frazioni.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
28 ottobre 1922. Molinella
Violenze contro le cose. Incendio
Devastate dai fascisti la Cooperativa Muratori, l’Azienda Macchine, l’Azienda Fornaci e la Biblioteca popolare.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
1-30 novembre 1922. Molinella
Violenze contro persone e cose. Bastonature, incendi, assalti
Quasi ogni giorno nel territorio di Molinella, frazioni comprese, si susseguono bastonature, minacce, assalti e incendi a cooperative, leghe contadine.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
Vittime fasciste provocate da antifascisti o da forze dell’ordine
16 aprile 1922. Boschi di Baricella
Violenza contro le persone. Sparatoria e omicidio
Assalto fascista a una festa comunista con colpi di arma da fuoco. Muore il fascista Ettore Buriani, ferito il colono Luigi Cantelli. Un certo Galletti bastonato dai fascisti.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
16 luglio 1922. Borgo Panigale
Violenze contro le persone. Omicidio
Il sindaco di Borgo Panigale ferisce il fascista Teodoro Bencivenni che muore a Bologna il 30 luglio.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
2 agosto 1922. Lagaro
Violenze contro le persone. Omicidio
Il fascista Silvio Sanmarchi muore per una coltellata del comunista Amedeo Barbari di Ripoli, la cui madre era stata uccisa da un parente di Sanmarchi sei mesi prima.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
6 agosto 1922. Via d’Azeglio, Bologna
Violenze contro le persone. Omicidio, aggressioni, percosse, assalti e incendi
Uccisione del fascista Ferdinando Giorgi e ferimento del fascista Antonio Casadei. Come rappresaglia incendio del Circolo ferrovieri e assalto della Camera del Lavoro di via d’Azeglio che viene distrutta.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
29 novembre 1922, Altedo di Malalbergo
Violenza contro le persone. Aggressione, 1 morto
Lo squadrista Alberto Nepoti, 23 anni, si introduce nell’abitazione del colono Primo Mazza per cercare delle armi, in particolare un fucile. Durante la colluttazione col proprietario di casa, quest’ultimo spara un colpo di fucile che uccide Nepoti.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
Altre azioni di violenza politica e casi ambigui
11 febbraio 1922. Bologna
Violenza contro le persone. Incidenti, aggressioni e bastonature
A seguito della condanna di due fascisti ci sono incidenti nell’aula di Tribunale. Un autista viene bastonato, reo di aver commentato positivamente la condanna dei fascisti. Poi i fascisti bastonano un altro fascista che aveva tentato di fare da paciere. Assalto al Palazzo Comunale e invasione del Cortile, poi tentato assalto alla Prefettura. In tutto 52 arresti di cui 21 subito rilasciati. Tra gli arrestati Bonacorsi e Baroncini.
Fonte: “Il Resto del Carlino”
4 aprile 1922, Porretta
Violenza contro le cose. Minacce
A Porretta i carabinieri fermano e arrestano Gino Baroncini e i suoi squadristi durante una spedizione armata. Venuto a conoscenza dell’arresto di Baroncini, Italo Balbo mobilita lo squadrismo bolognese e ferrarese e impone al prefetto la scarcerazione degli arrestati.
Fonte: Mimmo Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista. 1919-1922, Milano, Feltrinelli, 2019
1 maggio 1922. Zola Predosa
Violenza contro le persone. Duplice omicidio
A Rivabella i fratelli Alfonso e Vincenzo Vignoli sono uccisi da fascisti a rivoltellate perché cantano canzoni “sovversive”. Ci sono altri otto operai feriti.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
1 maggio 1922. Monte San Pietro
Violenza contro le persone. Sparatoria
Feriti con colpi di arma da fuoco i fratelli Degli Esposti.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
25-26 maggio 1922. Bologna
Assalto a cooperativa. Omicidio
A seguito dell’assalto a Calderara di Reno, Celestino Cavedoni guidò un attacco contro la Cooperativa Malcanonte, nella zona tra Barca e Santa Viola a Bologna. Durante l’attacco una bomba a mano esplose incidentalmente uccidendo lo stesso Cavedoni. I fascisti accusarono i socialisti ma le prime indagini condotte dal prefetto Mori dimostrarono come in realtà la bomba fosse partita dagli stessi fascisti ed esplosa per errore tra le mani di Cavedoni. Questo fu il casus belli per l’occupazione di Bologna.
Fonte: B. Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Bologna, il Mulino, 2013
14 settembre 1922. Molinella
Violenze contro le cose. Occupazione del Municipio
I fascisti occupano il Municipio di Molinella senza che i carabinieri facciano nulla.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011
27-29 ottobre 1922. Bologna
Violenze contro persone e cose. Bologna occupata, 6 morti durante gli eventi e nei giorni successivi
Bologna è occupata durante la Marcia su Roma. Assalto alla chiesa di San Giacomo, che provoca una sparatoria con il maresciallo Paolino Vitalone delle guardie regie. Il militante dei “Sempre Pronti” Mario Carlo Becocci è ferito a morte. Vitalone viene a sua volta ucciso e resta gravemente ferito il collega Carmelo Pancaldi. Durante l’assalto alla stazione dei carabinieri di San Ruffillo, il fascista Giancarlo Nannini viene ucciso in uno scontro a fuoco. Muore anche l’ex legionario fiumano Oscar Paoletti. Anche gli squadristi Athos Vezzali e Giovanni Bisetti muoiono durante i giorni di confusione.
Fonte: B. Dalla Casa, Leandro Arpinati. Un fascista anomalo, Il Mulino, Bologna 2013, pp. 97-101.
23 novembre 1922. San Lazzaro di Savena
Violenze contro le persone. Omicidio
A Idice viene ucciso il nazionalista Gino Neri.
Fonte: A. Padovani, S. Salvatori, Cronaca del nazionalismo e del fascismo a Bologna dal 1918 al 1923. Nomi, fatti, luoghi, Tinarelli, Bologna, 2011